giovedì 30 maggio 2013

Il Grande Gatsby: let the party begin (con lo champagne)!





Baz è tornato. Tra luccichini e fuochi d'artificio, fondali digitali e simbolismi, feste definitive animate da fiumi di champagne e musiche potenti, pose teatrali e macchine truccate, costumi sfarzosi e gioielli ancora di più, il regista australiano Luhrman dà la sua interpretazione de Il Grande Gatsby, rendendo moderno e fumettoso uno dei classici della letteratura americana del 1900. Luhrman dipinge un enorme tela fatta di immagini meravigliose e, pur non scostandosi dalla trama del romanzo, lo reinventa in chiave attuale e certamente più commerciale. Operazione riuscita? Sì e no. Visivamente il film è un gioiello, ma forse è un troppo compiaciuto nella perfetta bellezza della sua messa in scena e fallisce un tantino nel farci emozionare e provare empatia per i protagonisti. In ogni caso una visione piacevole e, se avete amato Romeo + Juliet e Moulin Rouge, non potrete che apprezzare ancora una volta la geniale vena creativa di Lurhmann, tornato nel suo dopo la parentesi polpettonesca di Australia.



Siamo nei ruggenti anni 20 e Jay Gatsby è un nome conosciuto in tutta New York: dire Gatsby vuol dire feste, stupende e interminabili feste che ogni weekend animano una maestosa villa a Long Island. Tutta la New York che conta e quella che semplicemente vuole folleggiare si presenta da Gatsby il sabato sera: senza invito, non ce n'è bisogno. L'unico invito personale mai spedito da Gatsby lo riceve Nick Carraway, nuovo vicino di casa del misterioso personaggio, trasferitosi a New York per cercare fortuna nel mondo della finanza. Sarà Nick a narrare la vicenda -come avviene nel libro- e a farci scoprire gradualmente, nei limiti di quanto gli è concesso, la figura di Jay Gatsby.

A little party never killed anyone...

Gatsby, che ha gli occhi e il sorriso di un sempre affascinante Leonardo Di Caprio, è un mistero: su di lui circola ogni tipo di leggenda e sono in molti a domandarsi la vera origine della sua ricchezza. Il motivo per cui Gatsby dà le feste, senza peraltro poi prendervi parte, è uno solo: reincontrare il suo amore di gioventù, Daisy, che abita proprio in una villa sull'altra sponda del fiume, ed è la cugina di Nick.



Daisy, interpretata da Carey Mulligan, è una ragazza aristocratica, ora sposata con un ex campione di polo a sua volta tanto ricco quanto ottuso. Non ha dimenticato Gatsby, ma quando si ritrovano, dopo un breve idillio, la nostalgia, la codardìa e la paura dell'ignoto prendono il sopravvento e le impediscono di accontentare un Gatsby che "pretende troppo" e ha il folle sogno, impossibile, come gli dice anche Nick, di ripetere il passato.





Due parole sul cast: non amo molto Tobey Maguire, ma nel ruolo di Nick, silenziosa spalla di Gatsby e narratore della storia, se la cava alla grande. Idem per Carey Mulligan, che io trovo abbastanza insopportabile con quel fare da madonnina infilzata, ma devo riconoscere che qui il ruolo della snobbettina viziatina indecisa le viene piuttosto bene. Sarà un caso? Certo, al suo posto avrei visto meglio un'attrice più bella in senso classico, naturalmente algida e raffinata (Oh Nicole, se avessi avuto 10 anni di meno Baz avrebbe scelto ancora te! ...). Leo invece, che dire, molto bravo, come sempre... chissà se l'Academy prima o poi si accorgerà di lui?





Belle alcune intuizioni visive, come i grandi occhi che tutto scrutano del cartellone nel cantiere al confine tra Long Island e New York, simili a quelli raffigurati sulla prima edizione del romanzo di Fitzgerald, o la luce verde che illumina il porticciolo della casa di Daisy, intenso e continuo richiamo per Gatsby. Notevole anche la colonna sonora, in pieno stile luhrmaniano, con brani di Lana Del Rey e Florence Welch ( i miei preferiti), brani jazz, fox trot e charleston rivisitati, ma anche hip hop e rap come il brano di Jay Z e Kayne West.




Culinariamente cos'è questo Gatsby? Un banchetto imbandito di ogni ben di Dio, una tavola colma di assaggi colorati e diversi, per tutti i gusti, innaffiato da fiumi di champagne che scorrono su coppe di cristallo. Champagne, di ogni marca, preferibilmente la più costosa. Nel film bevono Moet & Chandon, certamente un product placement. Sapete quali sono gli champagne più venduti al mondo? Eccoli... avete un preferito?

Moet & Chandon

Nicola Feuillatte

Perrier Jouet

Taittinger
Veuve Cliquot
G.H. Mumm
Cristal Louis Roederer
Pommery

Gatsby ha scelto:



Trailer!


8 commenti:

  1. Purtroppo devo ancora avere l'onore di assaggiare una coppa di champagne, ma almeno ho potuto godere di questo gioiello di Gatsby! Una meraviglia (e vedo che in quanto a musica andiamo a braccetto :) )!

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    1. Lo champagne non delude, cara Lisa... ;-) come ti piacciono Lana e Florence, amerai anche le bollicine francesi. A presto!!

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  2. questo film promette bollicine molto frizzanti, da vedere senz'altro per le bellissime scene e ricostruzioni!

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  3. Ciao Elisa! Ho visto questo film domenica scorsa, veramente un piccolo gioiello... brillante e spumeggiante proprio come lo champagne, lascia con un gusto amaro. Molto, molto bello: me lo ricorderò a lungo. Ero partita "prevenuta" verso Di Caprio ai tempi del "Titanic", ma ormai mi sono ricreduta: in questi anni sta andando di bene in meglio, recita davvero bene e i suoi film sono tutti di un certo spessore. Bravo lui e fortunati noi a poterne vedere i risultati, anche in questo "Grande Gatsby"! Buon weekend!

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    1. vedo che sei veramente entusiasta Silvia! come dicevo io l'ho trovato meno appassionanti di altri film di Luhrmann, ma comunque mi è piaciuto! :)

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  4. Ciao Elisa!

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  5. Ciao Elisa, sono una grande appassionata di Buz Luhrmann e questa sua versione del Grande Gatsby non mi ha deluso! Leonardo di Caprio e' magistrale, le scene delle feste non si dimenticano e avrei tanto voluto buttarmi nello schermo per strappare di dosso alle protagoniste quei magnifici vestiti!!!!
    Azzeccatissimo l'accostamento con lo champagne!
    Continuerò sicuramente a seguirti!

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