Visto che bel piattone di pasta al ragù? Beh non ci crederete, ma questa pasta nasconde un trucco. Anzi due. Il primo è che non si tratta di ricciarelle qualunque, ma di pasta di Kamut. Il secondo è che il sugo non è un ragù classico, ma al posto del macinato di carne, contiene bistecche di soia (io le ho trovate all'Esselunga della marca Natura nuova BIO).
Incuriositi?
Beh lo ero anche io quando qualche settimana fa sono stata ospite con altre blogger al pastificio La Romagnola di Argenta (FE), che produce solo paste bio, alla scoperta delle proprietà del grano khorasan KAMUT®.
La signora Paola Fabbri ci ha ospitati a pranzo, cucinando per noi cous cous di Kamut, piadina con farina di Kamut accompagnata da crescenza e fichi caramellati e questo primo piatto che mi ha colpito tanto. Quando l'ho mangiato non ho nemmeno capito che il ragù non fosse fatto di carne! So solo che era buono e mi sembrava tutto leggerissimo, pur essendo un piatto ricco.
Ho voluto quindi ripetere l'esperimento a casa, con lo stesso formato di pasta (regalatoci da La Romagnola) e con un ragù vegetariano. Risultato: promosso! Gustoso, ma corposo, eppure leggero. Un'ottima alternativa alla carne, perfetto per i vegetariani e per quelli che cominciano a dubitare della necessità della carne nell'alimentazione umana (per questioni etiche o di salute che sia) ma sono frenati al pensiero di rinunciare alle lasagne della mamma. Con questo sugo non le rimpiangerete! Ovviamente, vi lascio la ricetta.
Ricciarelle di Kamut con ragù vegetariano
Per 4 persone
250 grammi di ricciarelle di Kamut La Romagnola
1 carota
250 grammi di ricciarelle di Kamut La Romagnola
1 carota
1 gambetto di sedano
mezza cipolla
1 spicchio d'aglio
passata di pomodoro rustica
olio evo
basilico
mezzo dado vegetale senza glutammato
2 bistecche di Soia
1/2 bicchiere di vino bianco
Tritate le verdure (cipolla, sedano, carote) in un mixer, mettetele in una casseruola con quattro cucchiai di olio extra vergine di oliva e uno spicchio d'aglio, soffriggete. Prendete le due bistecche di soia e tritatele grossolanamente nel mixer: l'aspetto dev'essere quello della carne trita. Aggiungetele al soffritto, cuocete un paio di minuti e sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco. A questo punto aggiungete la passata di pomodoro, mezzo dado vegetale bio e senza glutammato, due tre foglie di basilico, coprite con il coperchio e lasciate cuocere a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto o il testurizzato di soia si attaccherà alla pentola. Dopo un po' mettete a scaldare l'acqua per la pasta. Quando bollirà, il sugo dovrebbe essere a buon punto: a differenza del ragù classico, infatti, questo sugo cuoce rapidamente (circa 20 minuti). Cuocete le ricciarelle nell'acqua salata per 6 minuti, scolate, condite con il ragù e - a piacere - una spolverata di parmigiano. Assaggiate e poi mi saprete dire se non sono ottime!!!
Devo dire che del Kamut sapevo ben poco prima di andare a questo viaggio. Ho scoperto che è un marchio registrato e che indica un tipo di grano, il khorasan, originario della Mesopotamia e per lungo tempo dimenticato, coltivato però secondo standard qualitativi precisi.
A inventarsi il marchio è stato l'americano Bob Quinn, che ha registrato il termine Kamut per per proteggere e tutelare le qualità del grano khorasan da lui coltivato in Montana e Canada. Insomma il grano khorasan esiste anche altrove, anche in alcune regioni italiane, ma non è Kamut, perché per essere definito tale deve rispondere a caratteristiche precise: essere bio, prima di tutto, e poi contano la % di proteine e il selenio che contiene, non deve esssere contaminato da altri grani moderni e altri criteri...
Bob Quinn ispeziona un campo di grano khorasan Kamut |
A immaginarmi queste distese di campi coltivati nel Montana e Bob Quinn che con il suo cappello da cowboy ispeziona le coltivazioni (vedi foto), mi è tornato in mente un vecchio film con Brad Pitt, nei tempi in cui portava i capelli lunghi ed era di una bellezza disarmante.. Sto parlando di Vento di Passioni, ve lo ricordate?
Una storia dove i paesaggi meravigliosi dell'America selvaggia fanno da sfondo alla storia travagliata di una famiglia di ricchi agricoltori all'inizio del 1900, dalla prima guerra mondiale agli anni del proibizionismo. Protagonisti sono tre fratelli che si innamorano tutti della stessa donna, Susan (Julia Ormond), la quale tuttavia amerà con tutta se stessa solamente Tristan (Pitt), il ribelle della storia e vero protagonista attorno al quale gli altri personaggi ruotano e cercano di trovare un equilibrio.
Storia d'amore, avventura e dramma, uno di quei polpettoni in stile classico che piacerà a chi ama le saghe e ha la lacrima facile. Ecco qualche immagine, sullo sfondo i prati del Montana (all'epoca però niente Kamut!)
che fame :-P
RispondiEliminaUna gustosa alternativa alla carne. Così anche coloro che non possono mangiare la carne , possono però assaporare un gusto simile....
RispondiEliminaLa voglio provare-..