Ho un nuovo amore. Si chiama Frida. No, non il locale vicino casa mia. Parlo di Frida Kahlo. Ah, bella scoperta, direte voi, è la pittrice messicana più famosa al mondo. I suoi quadri densi di colore e intensi, ma crudi e terribili mi sono sempre piaciuti, e adesso, dopo aver visto Frida, il biopic a lei dedicato beh, li ho finalmente capiti. Se anche voi la apprezzate già, non potete che guardarlo. La regista è una donna, Julie Taymor, e se vi è piaciuto Across the Universe sapete già di chi si tratta. Le immagini e i quadri sono importantissimi nel film e illustrano le fasi della vita dell'artista, caratterizzata da sofferenza fisica, solitudine e amori infelici (uno, in realtà, quello per Diego Rivera, famoso pittore di murales con venti anni più di lei che la sposò ma non riuscì a esserle fedele per una, a suo dire, "genetica predisposizione al tradimento"). La protagonista è Salma Hayek, "imbruttita" per l'occasione con un non credibilissimo monociglio, ma credibile nella sua interpretazione di questo personaggio passionale, ribelle e non convenzionale. Frida, messicana di Coyoacàn nata nel 1907, iniziò a dipingere intorno ai 18 anni, dopo un terribile incidente in cui l'autobus su cui lei viaggiava si schiantò contro un taxi. L'incidente, che le provocò innumerevoli fratture oltre che un danno irreparabile all'apparato riproduttivo -un corrimano si staccò dal bus e la trafisse, entrando dal fianco e fuoriuscendo proprio lì.. ahiaaa!! -, la costrinse a letto per diversi mesi e anche in seguito la condannò a dolori continui, per i tentativi di "riparare" alle lesioni subite con una serie di interventi chirurgici più dannosi che utili. Racconto questo non per gusto sadico, ma perché essenziale per capire la pittura fortemente autoriferita della Kahlo, caratterizzata dall'autoritratto, da situazioni di solitudine e da continuo ricorso a elementi simbolici. La pittura diventa per lei una necessità, una terapia, un senso.
Il film ripercorre dalla gioventù alla morte la vita di Frida, che si inserisce nel solco della Storia grazie a grandi incontri, di natura amorosa - e bisessuale: amanti di Frida furono, ad esempio, una celebre fotografa dell'epoca e di Trozsky, esule dalla Russia di Stalin- e ricorre spesso a disegni, simboli, allegorie, che lo rendono fresco e piacevole. Insomma, a me è piaciuto!
Queste della foto le ho preparate una sera, in cui ho fatto una cena a base di fajitas + insalata greca e tzatziki, ma di solito le servo come da tradizione, accompagnate da guacamole, crema di fagioli messicani, dadini di pomodoro e formaggio edamer grattuggiato; ognuno si compone la sua fajita con gli ingredienti che preferisce... o con tutti insieme.
Fajitas di pollo
Per 4 persone:
8 fajitas pronte da scaldare sulla piastra
600 grammi di pollo (o metà pollo e metà manzo)
3 peperoni rossi e gialli
cipolla
1 cucchiaino salsa Worchester o Tabasco
birra
olio
sale
pepe
spezie (paprika o cumino, coriandolo fresco)
Guacamole leggera con yogurt greco
1 avocado
mezzo cipollotto
1 vasetto di yogurt greco da 170 gr
sale
olio
poco peperoncino
Tagliate l'avocado a pezzetti. Tre quarti li frullate con yogurt e un po' d'olio. Alla crema aggiungete la cipolla sminuzzata, poco peperoncino, il quarto di avocado a dadini, sale e pepe e, a piacere, pomodoro a tocchetti (io non lo metto).
Crema di fagioli
1 latta di fagioli messicani
mezzo cipollotto
peperoncino
sale
olio
Scolare i fagioli, metterne da parte un terzo scarso. Fate un soffritto di cipolla in poco olio e con un opo' di peperoncino, a cui aggiungerete i fagioli; salate e lasciateli cuocere finché non saranno spappolati (o potete passarli al minipimer, che si fa prima). Aggiungete i fagioli interi e servite.
Spalmate la fajita con le salsine, aggiungete la carne coi peperoni, arrotolate e... Hasta la vista