Quando ho visto Joseph Gordon Lewitt in 500 giorni insieme (film carinissimo), mi sembrava una faccia familiare ma non riuscivo a collocarlo. Mia sorella mi ricordò che aveva interpretato il figlio segreto -e sordomuto- del proprietario del Saloon del paese ne La signora del West, e poi il bambino in qualche sit com, tipo Una famiglia del terzo tipo. Non so se avete presente com'era, ecco: un pacioccone con gli occhi cinesini. Adesso il caro Joseph è magrolino, con le spalle spioventi e gli occhi vagamente orientali, ma trovo abbia un suo fascino. E poi è un bravo attore.
L'ho scoperto guardando 50/50, un film che affronta in modo delicato e leggero, quasi scanzonato, un tema che solo a nominarlo fa accaponare la pelle: il cancro.
La storia è semplice: Adam ha 27 anni, un lavoro e una fidanzata che si è appena trasferita a vivere da lui. A causa di un dolore alla schiena non riesce a correre, così va a farsi controllare. Inizia il suo calvario, che arriva inaspettato, sconvolgente, ingiusto. 50 e 50 sono le probabilità che ha di guarire e di non farcela.
Ma nel frattempo la vita va avanti e così Adam si barcamena, frequentando le sedute di sostegno psicologico dalla dottoranda pischella Anna Kendrik, fraternizzando con i compagni di chemio e affrontando con una certa dose di fatalismo il naufragio della sua relazione (con Bryce Dallas Howard, che dopo The Help si cimenta in un altro ruolo da carogna). Ad accompagnarlo in questo viaggio c'è l'amico "ignorante" e divertente, Seth Rogen, talmente superficiale da pensare solo a usare la malattia dell'amico come una carta per rimorchiare ragazze. O forse no? Forse una risata è la medicina migliore in questi casi.
L'interpretazione di Gordon-Levitt è, a mio avviso, perfetta. Le emozioni, dall'incredulità al dolore, dalla leggerezza alla rabbia, appaiono in modo così naturale sulla sua faccia da rendere il personaggio di Adam davvero convincente, nel suo dramma, nel modo ricco di spirito con cui cerca di appigliarsi a uno dei due 50%, quello buono. E riderete anche in questo film, perché 50/50 non è una pellicola deprimente (e con un tema del genere, rischiava grosso), ma mixa in modo sapiente l'amaro con il dolce. Sweet & sour.
Come i muffin di oggi, in cui il cocco e il limone sono protagonisti al 50/50. In equilibrio tra la prepotente e tonda dolcezza del cocco e la freschezza asprigna dell'agrume.
Per farlo più tropicale potreste anche usare dei lime, ma non li ho trovati bio così ho optato per i classici limoni. Ah, ci ho messo il latte di soja al posto di quello normale. Una casualità, ma ho scoperto che ci sta.
Per farlo più tropicale potreste anche usare dei lime, ma non li ho trovati bio così ho optato per i classici limoni. Ah, ci ho messo il latte di soja al posto di quello normale. Una casualità, ma ho scoperto che ci sta.
Sweet & Sour Muffin al Cocco e Limone
160 grammi di farina
30 grammi di fecola di patate
30 grammi di fecola di patate
70 grammi di farina di cocco
100 grammi di zucchero
40 grammi di olio di arachidi
10 grammi di lievito per dolci
scorza di limone grattugiata
succo di 1 limone
Come di consueto per i muffin, miscelare tutti gli ingredienti solidi: farina, cocco, lievito e zucchero. In un'altra ciotola mescolare un uovo sbattuto, l'olio e il latte, il succo di limone e la scorza grattugiata. Miscelare velocemente versando i solidi nei liquidi, disporre dei pirottini in una teglia per 9 muffin, riempire i pirottini con un cucchiaino. Infornare a 180 gradi per circa 20-25 minuti. Guarnire con un po' di farina di cocco.