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domenica 8 novembre 2020

Biscotti a scacchiera per La regina degli scacchi

Biscotti a scacchiera - Cooking Movies

Sapete giocare a scacchi? Io no, o perlomeno, ricordo di aver vagamente provato a imparare da bambina, ma la verità è che non ho mai padroneggiato la scacchiera, nè francamente ho mai avuto rimpianti al riguardo.

Almeno finché non ho visto La Regina degli Scacchi (The Queen's Gambit), nuova mini serie Netflix tratta da un romanzo di Walter Tevis.

lunedì 7 dicembre 2015

Biscotti alfabeto per Tutti pazzi per Rose


Avete voglia di una commedia leggera dalle adorabili atmosfere vintage? Allora Tutti pazzi per Rose (titolo originale Populaire) fa al caso vostro. Siamo negli anni 50 e Rose (Deborah Francois) è una ragazza inquieta che non si accontenta di aiutare il papà nella merceria di famiglia: nella vita vuole di più! L'unica cosa che sa fare, però, è battere a macchina velocemente, pur non avendo mai imparato con la giusta tecnica. Quando scopre che l'assicuratore Louis Echard (Roman Duris) sta cercando una nuova segretaria, si presenta al colloquio in città e con la sua esuberanza ottiene il lavoro.

sabato 27 aprile 2013

Peanut butter cookies: scoprendo il burro d'arachidi, come Joe Black






La scena che avete appena visto è presa da Vi presento Joe Black, film con Brad Pitt che tutti conoscerete, in cui la "Signora con la falce" si incarnava nel corpo del fustacchione Brad per farsi un giro sulla terra a dare una sbirciatina alla vita umana prima di prendere con sé Bill Parrish, magnate delle comunicazioni interpretato da Anthony Hopkins. Ovviamente per il "signor morte" tutto è nuovo, compreso il burro di noccioline, che scopre per la prima volta girovagando per le cucine della villa dei Parrish. 
La mia reazione al burro di noccioline è stata più o meno la stessa. Ne avevo sentito parlare da tanto tempo, visto in tv mille volte nelle serie americane, ma alla fine non l'avevo mai assaggiato! 

A New York (chi si è perso il post precedente, qui trovate i dettagli gastronomici della vacanza) l'ho comprato della Skippi (che il signore nel film reputa inferiore all'altra marca consumata da lui, pazienza!) e così ho potuto assaggiare questa porcosità unica che è il burro d'arachidi! Un po' come nel film, al primo assaggino pensi: mm, sa di arachidi tostate, è forte. Però è buono. Yum... quasi quasi ne prendo un altro po'! 
Ho subito cercato di applicare le potenzialità del burro di arachidi a un dolcetto e preparato questi biscotti che sono oggettivamente spaziali.. provare per credere! Le dosi sono leggermente aggiustate rispetto alla ricetta americana del sito Joy of baking, ho guardato anche la ricetta di Magnolia Bakery riportata da Martha Stewart ma la quantità di burro (tra arachidi e normale) era imbarazzante così ho optato per quell'altra. 



Peanut Butter Cookies
260 grammi di farina 00
150 grammi di burro (io margarina, solo perché non posso mangiare latticini...)
180 grammi di burro di arachidi
200 grammi di zucchero bianco
1 uovo grande
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1/3 cucchiaino di lievito di lievito per dolci
1 punta di cucchiaino di bicarbonato
1/4 cucchiaino di sale
80 grammi circa di cioccolato fondente tagliato a pezzetti

Lavorare nel robot lo zucchero con il burro per diversi minuti fino a ottenere una crema. Aggiungere il burro di arachidi e continuare ad amalgamare. Unire anche l'uovo e l'estratto di vaniglia. In una ciotola unire la farina, il lievito e il sale. Aggiungere i solidi alla crema di burri, zucchero e uova e azionare nuovamente il robot per qualche secondo. Otterrete un impasto simile a una frolla, leggermente più morbida. Aggiungete i pezzetti di cioccolato e mescolate a mano con un cucchiaio per distribuirli in modo omogeneo. Riponete l'impasto in frigo a rassodare per almeno mezz'ora. Dopo di che create con le mani delle piccole palline e disponetele ben distanziate su una teglia coperta di carta da forno. Con queste dosi dovrebbero uscire circa 30-35 biscotti a seconda della dimensione. Una volta disposti i biscotti, prendete una forchetta e passatela in una ciotola con un po' di zucchero. Con i rebbi della forchetta operate due disegni (a mo' di croce) sulla superficie dei vostri biscotti, che in questo modo otterranno una forma più schiacciata e una decorazione simil-quadrettata al centro. Infornate per 10 minuti a 180 gradi. Non cuoceteli troppo, al massimo  12 minuti: devono restare morbidi! Lasciateli raffreddare e poi... godete!


domenica 24 febbraio 2013

Il lato positivo della vita (e dei biscotti integrali alle mandorle)


Il lato positivo. Non sempre è facile trovarlo nelle situazioni, certamente non per me che ho la tendenza a scoraggiarmi e a fare la conta delle sfighe che mi capitano. Per esempio, qual è il lato positivo dell'incriccamento che mi è sopraggiunto ieri sulla schiena, tra scapola e costole e che ancora adesso mi affligge? E il lato positivo dei chili presi dopo Natale, che mi costringeranno a stare a dieta di qui a non so quando (con impoverimento generale del livello culinario del blog :-))?
Difficile trovarne. Ma se ce la fa Pat, a.k.a. Bradley Cooper, che è reduce da otto mesi in un ospedale psichiatrico e a 35 anni suonati si ritrova mezzo matto, mollato dalla moglie e costretto a vivere a casa con mamma chioccia e padre disoccupato, scommettitore e superstizioso - da cui ha certamente ereditato certe tendenze ossessive- allora, beh, c'è speranza per tutti. E' un po' questo, forse, il messaggio che ci vuole affidare Il lato positivo, titolo originale Silver Linings Playbook, candidata in ben otto categorie per il premio Oscar di cui quattro sono per i protagonisti, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, e i coprimari, Robert De Niro e Jackie Weaver.



Stanotte sapremo cosa porterà a casa, nel frattempo ha già vinto i premi come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior attrice protagonista agli Independent Spirit Awards. Il film di David O. Russel è una commedia per modo di dire, perché non è che si rida proprio, si tratta più di un cross-genere tra dramma e commedia. Certamente però Il lato positivo è ricco di spirito, in grado di intrattenere e al tempo stesso di dare un messaggio di ottimismo pur parlando di temi "pesanti" come malattia mentale e lutto. E questo approccio dissacrante e ironico è sicuramente l'aspetto più coraggioso della pellicola: ci mostra che la malattia mentale è qualcosa di vicino, perché a ciascuno di noi potrebbe capitare di vivere un cortocircuito emozionale in grado di sradicare improvvisamente i nostri equilibri e farci barcollare. Ma al tempo stesso ci fa sembrare possibile anche uscirne, tornare a vivere, a sperare, a divertirsi, ad amare. 



La trama. Dopo essere stato ricoverato a causa di un tracollo nervoso in cui ha pestato a sangue l'amante della moglie, dopo averlo colto in flagrante sotto la doccia con la consorte, Pat, ex insegnante di liceo, torna nella vecchia casa dei suoi genitori. Adesso - pur mostrando ancora comportamenti da psicotico- si sforza di vedere il lato positivo nelle cose, non vuole arrendersi all'idea che il suo matrimonio sia finito ed è convinto di  poter ricominciare con l'ex moglie. Il suo obiettivo, quindi, è lavorare per migliorare se stesso. Fisicamente, andando a correre per dimagrire (non molto  credibile, dal momento che stiamo parlando di quel fisicato di Bradley Cooper) e culturalmente, leggendo i classici della letteratura preferiti dalla moglie e prima snobbati (salvo poi impazzire davanti al pessimismo cosmico di Hernest-fucking-Hemingway ).
Le cose, però, prendono una piega inaspettata quando sulla sua strada arriva Tiffany, giovane vedova di un poliziotto interpretata da Jennifer Lawrence, che dopo una fase autodistruttiva passata andando a letto un po' con chiunque, vede in Pat l'unica persona che, capendo il suo stato d'animo, può esserle amica e aiutarla a portare avanti un progetto che ha da tanto tempo: partecipare a una gara di ballo. 



A fare da sfondo c'è la famiglia un po' disfunzionale di Pat, con un De Niro che vive di scommesse sugli Eagles ed è convinto che guardare la partita con il figlio porti fortuna, e Jackie Weaver in versione mamma dolce e accomodante.
Il cast lavora benissimo, ho rivalutato Bradley Cooper (l'avevo visto solo in Notte da leoni, La verità è che non gli piaci abbastanza e forse qualche altra commediola inutile) che per me era solo un bel faccino, mentre Jennifer Lawrence conferma la sua fama di gran presenza scenica e naturalezza (anche se tutto questo entusiasmo attorno alla ragazza sinceramente a me comincia a molestare un po'... Sì, è bella e brava, ok, ma non è l'unica giovane attrice di talento sulla piazza!)
De Niro torna a recitare davvero e infatti rischia l'Oscar.
Al cinema esce il 7 marzo. Vi consiglio di guardarlo in lingua, il bello di questo film sta infatti nei dialoghi intensi e serrati e il doppiaggio, si sa, per quanto magnifico penalizza sempre.



Volendo applicare la filosofia del film, il lato positivo del maltempo che sta affliggendo l'Italia è che uno sta a casa e mette le mani in pasta (io, almeno). Ma volendo fare qualcosa di leggero leggero e avendo detto NO ai dolci per un po', eccetto a colazione dove i biscotti purché sani sono concessi, ho pensato di fare dei biscotti integrali, perché uno dei miei obiettivi è aumentare la dose di farine/cereali integrali a sfavore di quelle raffinate. Volete fare anche voi una colazione più sana, senza rinunciare a sfornare biscotti? Allora questa ricetta fa per voi. 



Biscotti integrali alle mandorle


150 grammi di farina integrale
100 grammi di farina di mandorle (o mandorle tritate finemente)
100 grammi di zucchero
50 grammi di burro
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci
essenza di mandorla
latte qb

Mettere tutti gli ingredienti nella planetaria (il burro tagliato a tocchetti). Azionare la frusta a K a velocità 1 per amalgamare e poi 2 per impastare. Appena si sarà formata una palla, spegnere, avvolgere nella pellicola e mettere in frigo a riposare per almeno un'ora. Trascorso il riposo, stendete l'impasto a uno spessore di circa 4-5 millimetri, ritagliate i biscotti della forma che preferite e cuocete in forno a 180 gradi pr 15 minuti. 



Questo post è dedicato alla mia amica Sara, che adora Bradley e tiferà perché lui abbia il suo primo Oscar. :-)

giovedì 20 dicembre 2012

Ruby Sparks. Chocolate & Cinnamon Crinkles Cookies




Domenica scorsa sono andata al cinema al pomeriggio, come piace a me, insieme alla mia amica Fra. Siamo andate a vedere Ruby Sparks, che ci ha commosso e divertito, e poi abbiamo fatto un giro e ci siamo fermate a bere un caffè.

Le ho portato un po' di questi biscotti che le sono piaciuti molto e sono sicura che conquisteranno anche voi. Si tratta dei famosi biscotti al cioccolato con le crepe, che avevo già visto tempo fa sul blog della mia amica Monica, senza mai realizzarli. Alla fine ho optato per la ricetta di Joyofbaking, che è leggermente diversa nelle proporzioni (più cioccolato, meno farina.. giusto per stare leggeri! ahahah), ma ci ho voluto mettere un tocco natalizio. Così l'impasto è stato arricchito da un cucchiaino colmo di cannella e anche lo zucchero a velo in cui vanno passati i biscotti è stato aromatizzato con la cannella. Il risultato? Semplicemente irresistibile.

Si tratta di biscotti croccantini fuori e morbidi dentro, simili nel sapore a un brownie. Uno tira l'altro, non mi resta che dirvi.. provateli!



Chocolate & Cinnamon Crinkles Cookies 
50 grammi di burro
230 grammi di cioccolato fondente di buona qualità (da 60% cacao fino a 80% a seconda del vostro gusto), spezzettato grossolanamente
100 grammi di zucchero
2 uova grandi
2 cucchiaini di polvere di cannella
200 grammi di farina
1/4 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di lievito in polvere
Topping:
110 grammi di zucchero a velo
1 cucchiaino di cannella in polvere

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e il burro. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Nel mixer sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto cremoso e gonfio, di colore giallo chiaro. Aggiungete il composto di cioccolato raffreddato e amalgamare nuovamente. In una ciotola a parte mescolate la farina, il sale e il lievito e un cucchiaino di cannella in polvere. Aggiungete gli ingredienti secchi al composto di cioccolato, mescolando finché non sarà incorporato. Coprite con della pellicola trasparente e conservate in frigorifero per un'ora. Preriscaldate il forno a 180 gradi. Mettete lo zucchero a velo setacciato in una ciotola poco profonda con un po' di cannella. Con l'impasto freddo impastate delle palline del diametro di circa 3-4 cm e rotolatele nello zucchero a velo e cannella. Mettete le palline ricoperte di zucchero su una teglia coperta di carta da forno. Otterrete 35-40 biscotti. Secondo la ricetta originale vanno cotti 10 minuti, io ho protratto a 13. 



Dicevamo Ruby Sparks. Chi è Ruby? E' una ragazza di ventisei anni, uscita dalla penna e dalla testa di Calvin, giovane scrittore in crisi creativa. E' l'esercizio stilistico che gli affida il suo psichiatra e che si trasforma in un'inaspettata, magica, avventura d'amore. La relazione amorosa, le dinamiche che instauriamo e le illusioni che ci facciamo sulla persona che sta con noi sono le vere protagoniste di questo surreale, folle eppure convincente racconto.
La sceneggiatura è opera della stessa Ruby, o meglio dell'attrice Zoe Kazan, protagonista del film insieme al fidanzato Paul Dano (ricordate il fratello muto di Little Miss Sunshine? Proprio lui). E Little Miss Sunshine c'entra perché i registi, una coppia, sono gli stessi di questo film, ovvero Johanatan Dayton e Valerie Faris. Un film dall'animo indie, che vi farà riflettere sulla natura dell'amore, ma mai in modo pesante e malinconico. Davvero da vedere, magari insieme a un'amica e dei chocolate crinkle cookies :-)




domenica 5 agosto 2012

Biscotti viola: La mia vita è uno zoo


Qualsiasi storia racconti, il regista Cameron Crowe rappresenta nei suoi film il sogno americano: quello che, anche se nessuno ce l'ha spiegato nei dettagli, ci portiamo dentro come se l'avessimo studiato a scuola (conseguenza di tv, film e letteratura made in USA somministrata a dosi massicce). Un mix tra convinzione di poter riuscire, coraggio di rischiare e un pizzico di incoscienza. Le storie che porta sullo schermo Crowe hanno sempre al centro personaggi che per qualche motivo sono in crisi e scelgono di ribellarsi allo status quo e scommettere su qualcosa (un progetto, un lavoro, una relazione) che potrebbe cambiare in meglio la loro vita. Il tutto è condito da sceneggiature brillanti che in ogni film snocciolano almeno una o due di quelle citazioni da ricordare, frasi a effetto da segnarsi sulla Smemoranda o la Moleskine (come una volta) o da condividere su Fb e Twitter (per essere più moderni). Chi non ricorda il "Ricoprimi di soldi" di Jerry Maguire o il "Sono impossibile da dimenticare, ma difficile di ricordare" di una rassegnata eppure raggiante Claire (Kirsten Dunst) in Elizabethtown? Solo per citare le più brevi.
We Bought a Zoo (La mia vita è uno zoo) è un film essenzialmente Cameroniano. C'è Matt Damon nei panni di un giornalista freelance vedovo che si trova a occuparsi da solo dei due figli: il quattordicenne Dylan e la deliziosa Rosie, di sette anni. Per dare nuova linfa alla loro vita decide di cambiare casa e, durante le prime perlustrazioni con l'agente immobiliare, si trova tra le mani una casa meravigliosa immersa in un gigantesco parco. "Che bella, la prendiamo!" è il primo pensiero di Matt Damon, alias Benjamin Mee. Ma c'è un problema. Il parco, in realtà, è uno zoo. E chi si accolla il primo, si cucca anche gli animali e la difficoltà di far ripartire lo zoo, dando una speranza a chi ci lavora (in primis Kelly, la giovane e carina responsabile dello zoo interpretata da Scarlett Johansson, che in barba ai suoi detrattori io trovo una brava attrice). Benjamin, ovviamente, decide di lanciarsi in questa avventura: seguiranno fatica, delusione, vecchie ferite ma anche soddisfazione, speranza, gioia. Una parabola che ancora una volta ci mostrerà quello che conta di più nella visione di Cameron: tentare, mettendoci l'anima, e amare le persone che ci accompagnano nel nostro folle cammino. Perché, come dice Benjamin a suo figlio Dylan: "tutto ciò di cui hai bisogno sono venti secondi di pazzo coraggio e ti garantisco che ne verrà fuori qualcosa di grandioso".
Segnata sulla Moleskine?
Ah, dimenticavo: il film è ispirato a una storia vera (anche se i veri protagonisti sono inglesi e non americani, pensate un po'). Potete leggere tutti i dettagli proprio qui.

E con la filosofia del coraggioso tentativo sono nati questi biscotti viola (a causa dei frutti di bosco, che tingono qualsiasi cosa tocchino), un mix di sapori e di ingredienti dovuti alla imminente partenza per le vacanze (e conseguente voglia di far fuori i rimasugli in dispensa). Il mio fidanzato li ha assaggiati e ha esclamato "ma sono buonissimi!"... a voi la scelta se rischiare o meno... Cameron Crowe vi direbbe di buttarvi e tentare! :-)


Biscotti viola
con cioccolato fondente, mandorle e frutti di bosco

260 grammi di farina 00
100 grammi di mandorle spellate
30 grammi di cocco rapè (aka farina di cocco)
70 grammi di fiocchi d'avena
120 grammi di cioccolato fondente (io Venchi)
150 grammi di frutti di bosco congelati
180 grammi di zucchero
150 grammi di burro 
2 uova
1 pizzico di sale
1/2 cucchiaino di lievito
1 bustina di vanillina

Pesate e preparate tutti gli ingredienti. Tritate nel mixer le mandorle. Tritate il cioccolato grossolanamente. Nella planetaria (o in una ciotola, semplicemente) lavorate il burro morbido con lo zucchero. Unite la farina, la vanillina, il lievito, il pizzico di sale. Aggiungete le uova, uno alla volta. Se usate la planetaria, di tanto in tanto spegnete e amalgamate con un leccapentole. Unite i fiocchi d'avena, le mandorle tritate e la farina di cocco, amalgamate ancora.  Aggiungete infine il cioccolato e i frutti di bosco. Mescolate delicatamente. Potete procedere come per i cookies disponendo un cucchiaio di impasto su una teglia rivestita di carta da forno, oppure, come ho fatto io in questo caso, formare dei salsicciotti di impasto, avvolgerli nella pellicola, lasciarli in freezer una mezz'oretta e poi, una volta induriti, tagliarli a fette e disporli così sulla teglia. Che preferiate le fettine o il classico cookie rotondo, il sapore è quello che conta di più. Cuocete a 190 gradi per 15 minuti circa. 
Lasciate raffreddare e tuffatevi nel mix di sapori, abbinamenti che non potrete che amare: cioccolato e frutti rossi, divino, sottofondo di cocco, che si sente appena appena -quanto basta-, granella di mandorle che dà corpo. E buona colazione.

Ne approfitto per salutarvi tutti, domani parto per il mare e per un po' sarà difficile che riesca ad aggiornare il blog. Cercherò di farvi partecipi delle migliori esperienze culinarie della vacanza via Facebook. Seguite già la pagina di Cooking Movies, vero? NO? allora cosa aspettate, cliccate qua e fate mi piace! https://www.facebook.com/CookingMovies
:-)
Buone vacanze!

mercoledì 9 maggio 2012

Chocolate chips cookies: i biscotti della felicità per Harold Crick



I chocolate chips cookies sono quei biscottoni americani con pepite di cioccolato, dolci, friabili, burrosi, goduriosi e perfetti per quei momenti in cui hai bisogno di tirarti su il morale (sì, sono totalmente addictive). Esistono in commercio alcuni di questi biscotti (tipo questi) decisamente insani (con grassi idrogenati e/o olio di palma etc) ma altrettando deliziosi: rifarli, ottenendo quella friabilità esterna e morbidezza interna è davvero difficile, tanto quanto trovarne di davvero soddisfacenti nei fornai o bakery che dir si voglia.
Per la ricetta mi sono affidata a una delle varie versioni possibili, presa nientepopodimeno che dal sito amerigano che più amerigano non si può Joyofbaking, che, dice l'autrice, riproduce in modo casalingo la versione industriale della Nestlé. La ricetta è stata -ovviamente, che ve lo dico a fà- leggermente modificata alle mie esigenze (ovvero con l'aggiunta di fiocchi d'avena, che nei biscotti mi piacciono molto, al posto delle noci che al momento non avevo).



Chocolate chips cookies 

226 grammi di burro 
150 grammi di zucchero bianco 
160 grammi di zucchero bruno 
2 uova 
1 bustina di vanillina 
295 grammi di farina 00 
100 grammi di fiocchi d'avena (mia aggiunta, al posto di 100 gr noci pecan a pezzi)
1/2 cucchiaino di sale 
1 cucchiaino di lievito 
250 grammi di gocce di cioccolato 

Nel robot da cucina lavorate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero per un paio di minuti (velocità media) finché il composto diventerà soffice e cremoso. Mescolate, azionate di nuovo il robot, aggiungete un uovo alla volta. In una ciotola a parte mescolate la farina con il lievito, la vanillina e il sale. Aggiungere la farina al composto e azionare il robot per un paio di minuti. 
Unite le gocce di cioccolato e azionare il robot a velocità bassa per amalgamare. Con due cucchiai o con il cucchiaio per fare le palline gelato, ricavare delle palline di composto e posizionarle ben distanziate (si allargano molto in cottura) su una teglia grande ricoperta con carta forno. Cuocete a 190 gradi per 12 minuti circa. 


Questa versione era sicuramente molto soddisfacente: i biscotti sono venuti con le crepette, croccantini ma non secchi, con un cuore delizioso di cioccolato. 
Ma!
Siccome questi biscotti mi piacciono (assai), ho voluto provare anche un'altra versione, una ricetta che una ragazza inglese ha dato alla mia amica Francesca. Anche qui ci ho messo il mio zampino, se non altro perché non avevo le arachidi e ho utilizzato delle -buonissime- nocciole.




English chocolate chips cookies
225 gr di burro
350 zucchero di canna 
2 uova
400 gr di farina (io 300 di farina, 100 di fiocchi di avena)
225 gr di cioccolato fondente a pezzetti
Arachidi qb (io ho messo le nocciole spezzettate)
1 bustina di vanillina
2 pizzichi di sale

La ricetta è simile e potete seguire lo stesso procedimento della versione precedente. Ho preferito l'utilizzo del cioccolato a pezzetti rispetto alle semplici gocce, che restano più piccole. Le nocciole ci stanno molto bene, ma anche le arachidi hanno il loro perché.

Qualsiasi versione decidiate di provare, ricordate che uno di questi biscotti ha il potere di risollevarvi il morale, anche dopo una terribile giornata! Non ci credete? Guardate qui cosa succede allo scettico Harold Crick (Will Ferrell) protagonista del -carinissimo- film Vero come la finzione (Stranger than fiction)





Avete visto questo film? Si tratta di una commedia del 2006 in cui Will Ferrell (l'indimenticabile Mugatu di Zoolander) interpreta un esattore delle tasse che vive in modo abitudinario -al limite dell'ossessivo-, una vita senza emozioni, senza amicizie, senza divertimenti. Un giorno, mentre si lava i denti spazzolandoli 77 volte come ogni mattina, sente una voce che descrive le sue azioni e che, poco dopo, in tono compassionevole annuncia che Harold... sta per morire.



Harold, impazzito e confuso, cerca di capire da dove arriva la voce, se si tratta di un'allucinazione. Alla fine, grazie all'aiuto di un professore di letteratura, Dustin Hoffman, capisce di essere il personaggio di un libro che una famosa scrittrice (Emma Thompson) sta concependo proprio in quel periodo. Per districarsi in questa follia il professore gli consiglia di capire se si trova in una commedia o in una tragedia.
Mentre cerca l'ignara scrittrice, Harold incontra, durante un controllo fiscale, la fornaia Ana Pascal (che non ha pagato parte delle tasse in segno di protesta contro l'utilizzo dei suoi soldi per armi e difesa) e se ne innamora. 
Riuscirà Harold a trovare la scrittrice? Come finisce il libro e soprattutto... si tratta di una commedia o di una tragedia?
Vi lascio il gusto di scoprirlo.


domenica 25 settembre 2011

Biscotti al farro e muffin al cacao e acqua calda. Per un tè con Mary Poppins


E' arrivato l'autunno e trac! per non farmi mancare nulla mi sono subito ammalata. Sbalzi di temperatura, virus, semplice sfiga... chi lo sa? Sta di fatto che il raffreddore che mi trascinavo già da una settimana nel weekend è esploso, portando con sé mal di gola e qualche linea di febbre. Insomma la classica "parainfluenza", alquanto fastidiosa e debilitante. 
Sono chiusa in casa (mentre fuori c'è un bel pomeriggio tiepido) e ho deciso di sfruttare le mie scarse energie residue per sfornare qualche dolcezza. E così ecco questi biscotti con farina di farro e dei muffin neri neri, con cacao e acqua calda, che ho preso dal blog di Federica :) Anche i biscotti mi sono stati ispirati da lei, perché avevo letto sempre sul suo blog una versione interessante con il grano saraceno: ma avevo questa farina di farro da finire, così ho pensato di re-inventarne una simile, ma ho finito per fare una cosa un po' diversa, viste le mie aggiunte "speziate".


Biscotti rustici al farro


200 gr di farina di farro integrale
80 gr di farina 00
100 gr di burro
110 gr di zucchero di canna
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di zenzero
1 cucchiaio di cacao
zucchero di canna per decorare


Lavorate con le fruste elettriche il burro morbido insieme con lo zucchero di canna. Aggiungete un uovo e amalgamate bene. In una ciotola a parte setacciate le farine con cacao, cannella, zenzero, sale e lievito. Aggiungete il tutto alla crema di burro, uovo e zucchero e impastare una palla, che avvolgerete nella pellicola e metterete in frigo per un'ora. Stendete la frolla su un foglio di carta forno, a uno spessore di circa 5 mm (o come più vi piace: sconsiglio però di stenderli troppo sottili, questi biscotti rendono meglio se belli corposi) e ritagliate le forme che preferite. Infornate a 180 gradi per circa 15 minuti. Raffreddate e poi gustate con un bel tè delle cinque.. ma sono perfetti anche a colazione.

E veniamo ai nostri muffin...



Muffin al cacao e acqua calda
Si tratta di muffin che al posto del latte prevedono l'utilizzo di acqua calda. Per il resto il procedimento è quello classico (tutti i solidi, tutti i liquidi, mescolati velocemente e messi nei pirottini) e potete leggerlo sul blog di Fede, che lascia le dosi per 15 muffin grandi/18 muffin medi. 



Se però, come nel mio caso, non siete in tanti in famiglia e non volete avere dolci in giro per tutta la settimana, potete seguire queste dosi, che sono per 6 muffin di media dimensione. Una premessa: sono ottimi ma molto cacaosi e quindi un po' amari. La prossima volta che li farò metterò più miele.. direi il doppio. 


Dosi per 6 muffin


90 gr di farina 00
15 gr di fecola di patate
50 gr di cacao amaro
1 cucchiaino da caffè di lievito per dolci
1 cucchiaio di gocce di cioccolato (più altre per decorare la superficie)
100 di acqua bollente (+ aggiunta mia, 1 cucchiaino di caffè solubile nell'acqua)
25 gr di olio
2 cucchiai di miele
1 uovo




Che film vi lascio? Un classico per famiglie, divertente e perfetto da guardare in un pomeriggio domenicale (se siete costretti a stare in casa...) e che contiene la scena del tè pomeridiano più spassoso di tutti i tempi.. sto parlando di Mary Poppins ovviamente! 



Il primo film della storia a mescolare umani e cartoni, che risale al 1964 e ha per protagonista Julie Andrews nei panni della tata perfetta venuta dal cielo.
Ma eccovi la gustosa scena del tè con zio Albert, che fa letteralmente "volare" dal ridere... Mancano solo questi muffin e qualche gustoso biscottino. Ora quelli potete metterceli voi!



Con i biscotti rustici al farro partecipo al contest di Francy de La Dolce vita The Sweet Tea Time


Con la ricetta dei biscotti rustici al farro partecipo al contest di Montagne di Biscotti:



martedì 19 aprile 2011

La merenda perfetta: Banana bread & Lady Oscar


Il nome di Osamu Dezaki probabilmente non vi dice nulla. Non diceva nulla neanche a me, fino a ieri, quando è stata comunicata la notizia della sua morte. Ma voglio ricordarlo e ringraziarlo, idealmente, perché era un disegnatore e regista di anime giapponese e non uno qualsiasi, ma un grande.  I suoi lavori hanno accompagnato la mia infanzia e i miei pomeriggi domestici, toccandomi profondamente. Sto parlando di cartoni come Lady Oscar, quello che in assoluto ho più amato nella vita, Dolce Remy, Lupin III, Kimba il leone bianco, Jenny la tennista. Avventure meravigliose e grandi drammi, sullo sfondo di una morale tutta nipponica fatta di abnegazione, amore totale e sacrificio, ma anche di rivalità e cattiverie.

I personaggi principali del cartone
Un frame della sigla storica cantata dai Cavalieri del re (1982)
Lady Oscar era il mio cartone preferito per molti motivi. Primo, era una storia diversa da tutte le altre, ispirata persino a fatti storici della Rivoluzione francese. Trattava argomenti delicati e drammi veri, e io mi sentivo lusingata da questo approccio "serio " che non mi trattava da decerebrata in quanto bambina. Secondo, c'erano i disegni. Stupendi, meravigliosi: riempivo intere risme di fogli F4 copiando gli abiti sontuosi indossati da Maria Antonietta, traboccanti di fiocchi, balze, pizzi, merletti e ricami, e le acconciature - o meglio impalcature- boccolose o gli occhi scintillanti delle damine di Versailles. 
Terzo, non vedevo l'ora che Oscar si ribellasse e gettasse via quella maledetta uniforme per vivere, finalmente, da donna; intuivo che sotto la dura scorza di donna soldato era tormentata: contenta di non doversi incorsettare e incipriare la faccia, felice di saper infilzare omoni giganti con il suo fioretto e di avere un ruolo riconosciuto nella società, ma pur sempre intrappolata in un'identità distorta che le avevano cucito addosso. Forse questo concetto, allora, non lo capivo proprio benissimo, ma quel personaggio mi affascinava e provavo una forte empatia per lei. E non vedevo l'ora che ricambiasse l'amore del mitico Andrè. Esiste forse una ex bambina che allora non fosse perdutamente innamorata di quella figura leale, dolce e gentile, oltre che prestante? Se esiste la devo ancora conoscere (e se si nasconde tra voi, beh, farebbe meglio a non confessarlo in questa sede! ;-).

Il mitico Andrè

Maria Antonietta
Insomma per tutti questi motivi, nonché per il finale drammatico della vicenda, Lady Oscar è il cartone animato più intenso che abbia mai seguito. Me lo gustavo sul divano, accanto al calorifero nel soggiorno, insieme all'agognata merenda (= il momento più dolce della giornata, per me). con qualche biscotto, oppure una merendina industriale (ma una volta ogni tanto, che se no ingrassavo), o un po' di latte con il Nesquik, uno yogurt, o ancora, una volta ogni tanto, la torta della mamma. Pastine di mele o torta all'arancia oppure una una margherita. Sempre leggere, vedi motivo di cui sopra. :)
E così, vi lascio anche io con un dolce leggero, perfetto per la merenda (o la colazione). Sto parlando del banana bread, dolce di origine americana che è anche un ottimo modo per liberarsi delle banane nella fase "leopardo", quando diventano maculate e dolci da far venire il diabete solo ad annusarle!
Con queste dosi io ho preparato 9 muffin nello stampo di silicone della linea Lillotte di Pedrini e una piccola torta a stella sempre Pedrini, altrimenti potete riempirci un regolare stampo da plum cake. Ebbene sì, ci ho riprovato con il silicone dopo il fallimento dell'altra volta. Stavolta è riuscito tutto, ho anche sformato i dolci senza fatica. Ma il silicone, devo dirla tutta, is not my favourite. Voglio provarlo come stampo per i dolci freddi, però!



Banana bread muffin & cake
250 gr di farina
150 gr di zucchero 
2 uova
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino di cannella
mezzo bicchiere olio di arachidi
un bicchiere di latte
4 banane mature
gocce di cioccolato qb
cioccolato fondente qb (io Venchi)

Schiacciare le banane con una forchetta e metterle in una grossa terrina. Unire le uova sbattute, l'olio e il latte. Aggiungere la farina setacciata con il lievito e il bicarbonato e lo zucchero. Mescolare bene, aggiungere la cannella. A questo punto potete aggiungere le gocce di cioccolato, se vi vanno (le consiglio). Io ho riempito lo stampo dei muffin lasciandoli lisci, per poi infilare nel centro mezzo quadretto di cioccolato fondente. Ho aggiunto invece le gocce all'impasto rimanente. Versare gli impasti negli stampi. Cuocere a 180 gradi per circa mezz'ora i muffin e successivamente altri 30 minuti la tortina.  Buona merenda, con il vostro cartone preferito.. a proposito.. Qual è?? 

martedì 12 aprile 2011

Breakfast at home... con le ravioline alla marmellata


Come avrete visto da questo "old style" trailer del meraviglioso film cult, Holly Golightly (Audrey Hepburn) amava farla davanti a Tiffany. E come biasimarla, Tiffany è il negozio dei sogni, con quei gioielli meravigliosi e quelle scatoline azzurre dal pantone inimitabile -e brevettato- capace di far palpitare ogni signora. Io invece la colazione adoro farla a casa



Non fatemi uscire senza aver prima consumato questo pasto fondamentale! Posso pensare di fare uno strappo ogni tanto e uscire digiuna, ma solo se la meta è il bar pasticceria sotto casa dove sfornano fragranti croissant e goduriose conchiglie ripiene di crema al latte. Per il resto del tempo, cerco di tenermi sul sano andante con latte, caffè e formelle di frumento integrale (due di queste qui, che ammorbidisco nel latte tiepido creando una specie di porridge instantaneo che il mio ragazzo schifa profondamente, e che io invece adoro.. very English, anche se io nel latte ci metto il caffè, very Italian). Ogni tanto però si prepara una tortina o, in questo caso, le raviole emiliane alla marmellata: e per un paio di mattine mi sveglio ancor più contenta al pensiero di cosa mi aspetta per cominciare la giornata (almeno sul fronte alimentare, perché se parliamo del fatto di dover andare al lavoro la solfa cambia....).
Era la prima volta che le preparavo, ho seguito la ricetta di Barbara di Spelucchino , che ringrazio, con un paio di varianti e sono venute bene... provatele e mi saprete dire! 



Ravioline emiliane al limone e alle pesche
NB: Dosi per circa 16 raviole, se siete in tanti raddoppiatele!
130 gr di farina 00
120 gr di farina Manitoba del Molino Chiavazza
90 gr di burro
90 gr di zucchero
15 ml di latte
1/2 bustina di lievito
1 uovo
1 cucchiaino di miele di fiori d'arancio
1 pizzico di sale
buccia di mezzo limone non trattato
Per farcire
Fiordifrutta Rigoni di Asiago di Pesche
Fiordifrutta Rigoni di Asiano di Limoni

Barbara suggerisce di non manipolare l'impasto a mano ma di lavorarlo con una spatola. Se come me non avete tutti gli attrezzi del mestiere, potete fare come ho fatto io, che forse non è proprio il modo più ortodosso ma giuro, non ho praticamente mai toccato l'impasto se non per chiuderlo nella pellicola a riposare in frigo: e questo era l'importante, o no? ;-) 
In una terrina mettete il burro a tocchetti e lasciate ammorbidire. Quando sarà ben morbido aggiungete l'uovo intero, il latte, lo zucchero e il miele e sbattete tutto bene con una forchetta. Aggiungete la farina setacciata con il lievito e il sale e la scorza grattugiata di mezzo limone. A questo punto mescolate un po' con l'amica forchetta e in pochi secondi gli ingredienti si ammasseranno in una palla: tiratela fuori dalla terrina, compattatela, chiudetela nella pellicola e lasciate in frigo a riposare almeno un'oretta. 


Trascorsa l'ora necessaria, stendete l'impasto con un mattarello a uno spessore di circa 4-5 mm, ritagliate dei dischi con un bicchiere o con uno stampo da biscotti rotondo e piuttosto grande. Al centro mettete un cucchiaino di marmellata a piacere, io ho usato la Fiordifrutta Rigoni di Asiago di Pesche e quella di Limoni: entrambe buonissime, quella ai limoni dà un tocco molto più originale al biscottone quindi per un tè raffinato con gli ospiti la consiglio. Con le pesche però non sbagliate, sono delicate e dolcissime e si sposano a perfezione con la frolla morbida. Chiudete piegando l'impasto a metà, disponetele su una teglia e cuocete a 180 gradi per circa 15 minuti; io ho usato la carta forno, così evitate di imburrare. :-) Una volta freddi, spolverizzate di zucchero a velo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Mariacristina in collaborazione con Rigoni, Marmellata che Passione!
Se volete partecipare affrettatevi, scade il 14 aprile!


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