State avendo un
dejà vu? Eh già, un'altra torta di mele. Ma non ne avevi già parlato
qui,
qui,
qua,
qui e pure
là? Sì... ma in fondo
chi di voi non va pazzo per le torte di mele? Lo sapevo, la adorate
tutti!
Nei giorni scorsi abbiamo disquisito con alcune
amiche di blog sulla
folle passione che tutte nutriamo verso questo dolce. La verità è che la mela è in grado di rendere meravigliosa ogni ricetta e sebbene ciascuno di noi abbia la sua versione preferita - la torta di mele che si fa a occhi chiusi, quella che non serve il ricettario e a volte nemmeno pesare gli ingredienti - è anche vero che chi la ama davvero, sta torta di mele, è sempre animato da un'
atavica e vorace necessità di provarne altre, nuove, diverse, di ogni foggia, per allargare continuamente i propri orizzonti pasticceri...
sia mai che se ne assaggi una
più buona, da cui carpire qualche
dettaglio o proprio da
copiare. E così: mele dentro o mele sopra, dentro e sopra, pie, pastine, frolla, brisé, crust, impasto, olio o burro, farina 00 o integrale, uvetta, non uvetta, cannella o vaniglia o limone o di tutto un po'... chi più ne ha più ne metta.
In un noioso pomeriggio di convalescenza mi sono messa a preparare una torta di mele
leggera per la merenda e la colazione e mi sono accorta che mi mancavano due dei
dogmi fondamentali per la
MIA torta di mele, ovvero
cannella e burro. Ho quindi deciso che era l'occasione per sperimentare
ancora e farne una un po' diversa.
Come? Facendo -ovviamente-
di testa mia e sperimentando un
mix di farine e l'aggiunta dei fiocchi d'avena. Il risultato è un dolce semplice, dalla grana rustica ma dal sapore delicato e -
chevvelodicoaffà- delizioso e quindi, se come me siete patite delle torte di mele e sempre alla ricerca di nuove varianti, ecco un po' di pane -pardon-,
torta, per i vostri denti.
Torta di mele rustica con fiocchi d'avena
4 mele Golden
succo di 1/2 limone
120 grammi di farina integrale
50 grammi di farina di grano saraceno
50 grammi di fiocchi d'avena tritati al mixer e ridotti in farina
3 cucchiai di fecola di patate
1/2 bustina di lievito
130 grammi di zucchero
1/2 bicchiere di latte
1/3 bicchiere di olio evo (o 4-5 cucchiai)
1 punta di cucchiaio di zenzero in polvere
2 uova grandi
Pelare, detorsolare e tagliare a fette le mele. Tritare al mixer i fiocchi d'avena fino a ridurli a una grana poco più grossa della farina. Mescolarli alle farine insieme a fecola, zenzero e lievito. Montare le uova con lo zucchero in una terrina. Aggiungere alle uova montate mezzo bicchiere di latte e l'olio. Versare le farine nel composto e amalgamare bene. Versare due terzi delle fette di mele nell'impasto e mescolare: riempire con il composto una teglia rivestita di carta da forno. Disporre le fette di mele rimanenti sulla torta a raggera, cercando di farle entrare per almeno metà nell'impasto. Spolverizzare di zucchero. Infornare per 45 minuti a 180 gradi.
Vi è sembrato di aver già vissuto
questa ricetta un milione di volte? Volete suggerirmene una migliore? Io sono qui apposta per provare la vostra ricetta
doc, all'infinito, in un
deja vu che si ripete.
Un
Dejà vu come quello vissuto da
Denzel Washington, nell'omonimo film d'azione diretto da Tony Scott nel 2008. In una New Orleans post uragano Katrina l'agente Carlin deve indagare sull'attentato terroristico che ha fatto esplodere un traghetto fluviale, uccidendo centinaia di passeggeri. Tra i morti, una bella ragazza che provoca nel nostro Denzel un sentimento di disperazione: sente di averla infatti già conosciuta e amata. Durante l'indagine scopre l'esistenza di un'unità speciale supertecnologica, arrivata a costruire un ponte tra passato e presente per scopi di indagine, con l'unica regola di non dover alterare il flusso del tempo. Ma la voglia di salvare la bella sconosciuta è troppo forte e Denzel decide di giocare con il fuoco e intervenire in prima persona. Devo essere sincera, il film parte bene, come uno di quegli action che ti fanno dire "oh, vediamo un po' che succede ora" e tiene abbastanza incollati. C'è anche il mitico Denzel, che a me piace sembra abbastanza. Però ecco, poi arriva
la virata fantascientifica, che strizza l'occhio a concetti filosofici ed esistenziali e porta il tutto nella dimensione dell'
ammmore impossibile e le aspettative iniziali vengono deluse. Nonostante la
regia impeccabile di
Scott, pace all'anima sua, che è sempre un maestro del ritmo.
L'intuizione del deja-vu promette, ma resta confinata a se stessa, a poco più che una definizione.
Insomma questo film non sarà certamente la torta di mele della vostra vita, ma magari una fetta di una torta un po' così che in una serata di relax può andare bene comunque.
Se il film non vi ispira film, soprattutto dopo cotal recensione, potete anche non guardarlo, la torta di mele invece... quella dovete farla. Magari canticchiando questo
Deja vu, che è un po' più allegro.