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lunedì 15 febbraio 2016
Il caso Spotlight, va in scena il vero giornalismo
Il caso Spotlight, semplicemente Spotlight nella versione originale, è uno dei sei film candidati agli Academy Awards come miglior pellicola e si merita pienamente la nomination. Se la merita perché è il racconto serrato, incessante ma anche realistico, di un'inchiesta giornalistica come non se ne fanno praticamente più, che nel 2002 ha portato alla luce il sistematico insabbiamento degli abusi sessuali commessi da quasi 90 sacerdoti nella città di Boston e dintorni nel corso di oltre vent'anni. I protagonisti dell'impresa sono i membri della squadra Spotlight, sezione di giornalismo investigativo del quotidiano Boston Globe.
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giovedì 25 giugno 2015
Kingsman: 007 si nasconde a Savile Row
Non è certo l'originalità il pregio di Kingsman - The Secret Service, ultimo film di Mattew Vaughn: ma in qualche modo questo mix pop tra spy story, action fumettosa (da un fumetto Marv è tratto) e storia di iniziazione riesce a intrattenere in modo piacevole per un paio d'ore, meritandosi un giudizio positivo. Il film pesca a piene mani dalla tradizione di James Bond (quello a là Goldfinger), mescolandola allo stile comic delle precedenti creature del regista, ovvero Kick Ass e X-Men - L'inizio. Ci si chiede fino a che punto Vaughn desideri solo che ci divertiamo e prendiamo tutto come un gioco o quanto voglia che, almeno un po', crediamo in questa parabola di rivincita e temiamo per le sorti del nostro beniamino Eggsy. Lo stile scanzonato e irriverente che pervade il film si inceppa infatti a tratti su sequenze inaspettatamente drammatiche, salvo poi riportarci presto in una dimensione talmente ridicola e surreale da farci ridere di noi stessi per aver anche solo dubitato.
domenica 12 ottobre 2014
Le CineCene: giovedì 13 novembre è Thriller Night
La prossima CineCena è il 13 novembre! |
Assassini crudeli, intrighi, stanze buie, presenze soprannaturali, killer psicopatici, sangue, paura: ecco gli ingredienti dei film thriller, quelli che ti fanno stare col fiato sospeso, che ti portano ad aggrapparti al bracciolo della poltrona del cinema (o al braccio del vicino) e a coprirti gli occhi... A chi non piacciono? Bene, quest'autunno potrete gustarveli tutti in una delle nostre CineCene!
Giovedì 13 novembre giocheremo con i film thriller più ricchi di suspence e terrorizzanti di sempre! Siete pronti? Gusteremo anche stavolta un ricco menu a tema cucinato dallo chef Gualtiero Villa (lo potete leggere appena più sotto) . L'appuntamento è per giovedì 13 novembre alle 20:00, come sempre da Cucina In in piazza Gerusalemme 7 a Milano.
Ed ecco il menu della serata
Menu 13 novembre CineCene Thriller Night
Bloody Mary Shots con PinziDemonio
Zuppa di pomodoro con dita di verdure, cream cheese e sfogliatina ossuta
I’m watching you
Spaghetti al forno con sugo di verdure e acciughe e occhi di fior di latte
Non aprite quella bara
Sformatini di verdura in bende di bacon e pasta sfoglia con salsa ai formaggi
Killer’s Cupcakes
Tortine di carote con frosting al mascarpone insanguinato e vetro di zucchero
Per sapere di più sulle CineCene leggete qui e qui
Vi aspettiamo!
giovedì 13 dicembre 2012
Argo: Yakh dar behesht! Che avete capito? è un budino (persiano)
Arrivo tardi a parlare di questo film, ormai potete leggerne la recensione un po' ovunque. Ma, come avrete probabilmente già sentito, Argo è un film che merita: storia, politica, spionaggio, tensione: il tutto ben miscelato, dosato e ritmato. Una bella sceneggiatura. Un'alternanza di atmosfere e di registri che rispecchiano le sensazioni, il mood e il clima del luogo e della situazione politica. E poi Ben Affleck.
Sì, Ben Affleck.
Se siete come me, quando divenne famoso (quindici anni fa?), lo avrete trovato carino ma un po' inespressivo e basta. Però vi sarete intrippate di brutto con Will Hunting, genio ribelle e in seguito con il lacrimevole Bounce, con la Gwyneth.
Ma poi a rovinare tutto è arrivata la love story super paparazzata con Jennifer Lopez (..no dico, Ben, da Gwyneth a Jennifer Lopez... parliamone) e di quel film osceno, Gigli, che faceva più schifo dei cinepanettoni dei fratelli Vanzina.
B: "Sono più bello e più alto di te eppure Hollywood ti ama alla follia.. com'è possibile?" M: "Non mi sono mai messo con Jennyfromtheblock" |
E allora, come me, avrete deciso che Ben era un cerebroleso, che quell'espressione un po' fissa era dovuta a mancanza di grandi riflessioni interiori e ai cicchetti che si scolava notoriamente senza ritegno. Poco importava che la sceneggiatura da Oscar di Will Hunting l'avesse scritta lui insieme a Matt Damon. Uno che si faceva fotografare lingua in bocca con JLo e immortalare sul panfilo nel video di lei che canta "I'm still - I'm still - Jenny from the block", non poteva essere degno di nota.
Poi Ben e JLo si sono mollati. Deo gratia.
J: "Ben..." B: "Sì..?" J: "Abbiamo fatto un film di m" B: "Lo so, ma siamo fichi" |
A culona, ora con Ben ce sto io! |
Dopo un po' Ben è tornato in sè. Ha iniziato a frequentare un'altra Jennifer, Garner, molto più fine e simpatica di quella strappona della Lopez, e ha deciso di fare film seri (oltre che tre bambini), come Hollywoodland, per cui ha vinto la Coppa Volpi nel 2006 (Sì, avete capito giusto, Ben Affleck ha vinto la Coppa Volpi al Festival del cinema di Venezia, fatevene una ragione),
Dopo di che si è lanciato dietro la macchina da presa e ha fatto tre film da regista, uno meglio dell'altro. E qui non recita neppure male. Allora non resta che dire ok, Ben Affleck, la tua faccia quando reciti si muove un po' pochino, ma ti avevo sottovalutato, sei bravo.
Io? beh, modestamente... |
La CIA a questo punto è chiamata organizzare un'operazione di esfiltrazione per fare uscire i sei clandestini dal paese e chiama Tony Mendez (Affleck), esperto in materia. Questi elabora un piano a dir poco improbabile, ovvero fingere che i sei siano una troupe cinematografica in Iran per i sopralluoghi negli altipiani e nei deserti del paese in vista dello shooting di un film di fantascienza, Argo. Ma non ci sono alternative meno folli e Mendez vola a Hollywood, compra una vera sceneggiatura, con l'aiuto di un regista (Alan Arkin) annuncia la produzione alla stampa in modo da dare credibilità al progetto e ottenere il permesso di entrare e uscire dal Paese dal Ministero della cultura iraniana. Inizia così l'avventura di Mendez, che vola in Iran per recuperare i sei fuggiaschi, consumati dalla tensione e dalla paura di essere scoperti.
Vi lascio scoprire da soli il resto di questo bel film, pieno di attori perfetti per i ruoli, accurata ricostruzione storica, ottimi costumi, tanta tensione e battute sagaci.
E per accompagnare la visione, una ricetta persiana. Sì, stavolta mi sono impegnata e ho fatto un po' di ricerche per trovare una preparazione di origine iraniana che fosse semplice da preparare anche a casa. Questa lo è al 100%! Andrebbe guarnita di pistacchi, io ho usato le mandorle perché ero sprovvista. La amerete se vi piacciono i budini, ma la odierete se non vi piace il cardamomo. In tal caso potete ometterlo e abbondare con la vaniglia, invece. Ecco a voi lo Yakh dar behesht, ovvero il Ghiaccio in paradiso!
Budino di farina di riso alla vaniglia e cardamomo
Yakh dar behesht - Ghiaccio in paradiso
per 4 budini
500 ml di latte
40 grammi di farina di riso
80 grammi di zucchero
6 semini di cardamomo
1 stecca di vaniglia
mandorle e pistacchi per decorare
Sciogliere la farina di riso nel latte, aggiungere lo zucchero, i semini di vaniglia e di cardamomo. Mettere su fuoco dolce e cuocere mescolando in modo continuativo per evitare la formazione di grumi. Non appena si comincerà ad addensare, abbassate la fiamma e procedete nella cottura per due- tre minuti. Versate in ciotoline, guarnite con mandorle e pistacchi e lasciate raffreddare. Una volta tiepido mettete in frigo fino a pochi minuti prima del consumo.
sabato 8 settembre 2012
Il ritorno: mio e del Cavaliere Oscuro. Con crostata di crema alla nutella
Il mio blocco del blogger (versione moderna e digital del blocco dello scrittore) è -finalmente- finito. Dopo un mese e mezzo di stand by, complici le vacanze, il caldo, la vita... eccomi qui. Avrei voluto stupirvi con effetti speciali, ma in fondo credo che il miglior bentornato nella mia cucina e accanto a me, sulla mia personale poltroncina da cinema, sia con un dolce ad alto contenuto di cioccolato e un film da non perdere.
Per quanto riguarda il film, non posso che parlarvi de Il cavaliere oscuro - il ritorno, terzo e ultimo capitolo della trilogia firmata da Christopher Nolan, regista ormai consacrato grazie al successo ottenuto con Inception. Batman è sempre stato uno dei miei supereroi preferiti, insieme con Superman. Sarò banale, eh, e poi non ho una grande cultura dei fumetti Marvel.. anzi ammetto di non averli proprio mai letti... Comunque la figura di Bruce Wayne, miliardario triste e assetato di giustizia, con quel travestimento nero da pipistrello, lo sguardo nascosto dalla maschera e la bocca che non ride mai, mi ha sempre intrigato.
Nolan ha avuto il merito di rendere Batman verosimile, cioé non realistico ma abbastanza simile a una persona vera da farci provare empatia per lui e le sue vicende. Addio quindi allo stile fumettoso e ai cattivi grotteschi di Tim Burton, che diresse gli adattamenti cinematografici del 1985 e del 1992, no alle versioni senza carattere di Batman Forever e Batman & Robin, firmate da Joel Schumacher (con i volti di Val Kilmer prima e George Clooney dopo... dimenticabili).
Nolan porta tutto a un altro livello, come abbiamo già visto in Batman Begins e Il cavaliere oscuro. C'è la genesi, un buon intreccio, un po' di psicologia dei personaggi. E Christian Bale, che è indubbiamente il miglior attore abbia mai indossato la tutina nera del giustiziere di Gotham e, tra l'altro, è sempre un bel vedere (con lo sguardo un po' tormentato e quel labbro sottile che si increspa in ghigni tanto improbabili quanto espressivi).
In molti hanno già detto che il terzo capitolo non è all'altezza del precedente: forse manca un cattivo di vero spessore come Joker (questo Bane non mi ha convinto del tutto) e non a tutti è piaciuta l'evoluzione della storia con Catwoman, che in realtà in questo film non viene mai definita tale, ma chiamata sempre con il suo vero nome, Selina Kyle. Io ivece ho apprezzato lo sforzo per rendere questo personaggio un po' diverso, anche grazie al volto di solito angelico di Anne Hathaway. Pollice su anche per l'insolito e utile Robin senza maschere e calzamaglie, interpretato da Jason Gordon Lewitt, che finalmente dà senso e credibilità a questo personaggio. Il film contiene qualche ingenuità e un po' di battute ad effetto ma, suvvia, stiamo sempre parlando di un film su Batman, o no?
Il resto è macchine che volano, moto transformer che sfrecciano, avventura, azione. Sullo sfondo, a rendere tutto coerente e interessante, dolore, dramma personale, determinazione, speranza e redenzione. Direi che ce n'è per tutti i gusti e va visto.
Ah, dimenticavo. Il film dura 2ore e 45: io non le ho sentite, perché il ritmo è incalzante e non ci si annoia. Ma sappiatelo, voi temerari che al cinema prediligete il secondo spettacolo!
Nero e voluttuoso come il mantello di Batman è questo dolce. Una torta che potrebbe essere prescritta come antidepressivo, vista la concentrazione di cioccolato, anzi, della crema di cioccolato e nocciole più addictive che c'è. Sto parlando della Nutella, ovviamente. Non la comprerò più, almeno per un po', perché dopo aver creato questa torta, il restante contenuto del vasetto è scomparso in pochi giorni. L'avranno mangiato i folletti, chissà. O magari l'ha rubata Catwoman.
Per la frolla al cacao
Per quanto riguarda il film, non posso che parlarvi de Il cavaliere oscuro - il ritorno, terzo e ultimo capitolo della trilogia firmata da Christopher Nolan, regista ormai consacrato grazie al successo ottenuto con Inception. Batman è sempre stato uno dei miei supereroi preferiti, insieme con Superman. Sarò banale, eh, e poi non ho una grande cultura dei fumetti Marvel.. anzi ammetto di non averli proprio mai letti... Comunque la figura di Bruce Wayne, miliardario triste e assetato di giustizia, con quel travestimento nero da pipistrello, lo sguardo nascosto dalla maschera e la bocca che non ride mai, mi ha sempre intrigato.
Nolan ha avuto il merito di rendere Batman verosimile, cioé non realistico ma abbastanza simile a una persona vera da farci provare empatia per lui e le sue vicende. Addio quindi allo stile fumettoso e ai cattivi grotteschi di Tim Burton, che diresse gli adattamenti cinematografici del 1985 e del 1992, no alle versioni senza carattere di Batman Forever e Batman & Robin, firmate da Joel Schumacher (con i volti di Val Kilmer prima e George Clooney dopo... dimenticabili).
Nolan porta tutto a un altro livello, come abbiamo già visto in Batman Begins e Il cavaliere oscuro. C'è la genesi, un buon intreccio, un po' di psicologia dei personaggi. E Christian Bale, che è indubbiamente il miglior attore abbia mai indossato la tutina nera del giustiziere di Gotham e, tra l'altro, è sempre un bel vedere (con lo sguardo un po' tormentato e quel labbro sottile che si increspa in ghigni tanto improbabili quanto espressivi).
In molti hanno già detto che il terzo capitolo non è all'altezza del precedente: forse manca un cattivo di vero spessore come Joker (questo Bane non mi ha convinto del tutto) e non a tutti è piaciuta l'evoluzione della storia con Catwoman, che in realtà in questo film non viene mai definita tale, ma chiamata sempre con il suo vero nome, Selina Kyle. Io ivece ho apprezzato lo sforzo per rendere questo personaggio un po' diverso, anche grazie al volto di solito angelico di Anne Hathaway. Pollice su anche per l'insolito e utile Robin senza maschere e calzamaglie, interpretato da Jason Gordon Lewitt, che finalmente dà senso e credibilità a questo personaggio. Il film contiene qualche ingenuità e un po' di battute ad effetto ma, suvvia, stiamo sempre parlando di un film su Batman, o no?
Il resto è macchine che volano, moto transformer che sfrecciano, avventura, azione. Sullo sfondo, a rendere tutto coerente e interessante, dolore, dramma personale, determinazione, speranza e redenzione. Direi che ce n'è per tutti i gusti e va visto.
Ah, dimenticavo. Il film dura 2ore e 45: io non le ho sentite, perché il ritmo è incalzante e non ci si annoia. Ma sappiatelo, voi temerari che al cinema prediligete il secondo spettacolo!
Nero e voluttuoso come il mantello di Batman è questo dolce. Una torta che potrebbe essere prescritta come antidepressivo, vista la concentrazione di cioccolato, anzi, della crema di cioccolato e nocciole più addictive che c'è. Sto parlando della Nutella, ovviamente. Non la comprerò più, almeno per un po', perché dopo aver creato questa torta, il restante contenuto del vasetto è scomparso in pochi giorni. L'avranno mangiato i folletti, chissà. O magari l'ha rubata Catwoman.
Crostata con crema pasticcera alla nutella
Per la frolla al cacao
300 grammi di farina 00
150 grammi di burro
170 grammi di zucchero
3 cucchiai di cacao amaro
1 tuorlo
1 uovo intero
Per la crema
500 ml di latte
4 tuorli d'uovo
140 grammi di zucchero
100 grammi di farina
scorza di limone
2 cucchiaiate colme di nutella
Guarnizione
Pinoli tostati
Scaglie di cioccolato fondente (io Chocaviar Venchi)
Preparare la frolla, lavorando nella planetaria la farina con il burro freddo e aggiungendo poi lo zucchero, il cacao setacciato, il tuorlo e l'uovo intero. Appena l'impasto si addenserà attorno alla frusta in modo compatto, ponete la frolla a riposare in frigo avvolta nella pellicola trasparente, per circa mezz'ora. Preparare la crema pasticcera, il procedimento lo trovate qui. Coprire con pellicola a contatto e lasciarla raffreddare. Una volta tiepida, aggiungere la nutella e mescolare per bene. Finito il riposo, stendere la frolla con un mattarello in uno stampo imburrato o rivestito di carta forno. Cuocere in bianco per circa 35-40 minuti a 180 gradi, ponendo un foglio di carta forno e dei pesetti (o ceci o fagioli secchi) all'interno. Una volta cotta, estrarre dal forno e lasciar raffreddare. Riempire poi con la crema pasticcera alla nutella, decorare con i pinoli e il Chocaviar o delle scaglie di cioccolato fondente nero. Lasciatela riposare qualche ora, poi prendetevi una fetta e godetevi una coccola di cacao. Conservate in frigo (max 2-3 gg).
domenica 18 dicembre 2011
Le idi di Marzo. La perdita dell'innocenza e il mistero del pollo fritto.
Lavorare agli alti livelli della politica ed essere dei puri idealisti, entusiasti, convinti che il proprio candidato sia diverso dagli altri, anzi, che sia quello giusto, quello in grado di fare la differenza nella vita delle persone.
E' possibile?
Il film di George Clooney, presentato fuori concorso a Venezia e uscito nei cinema italiani venerdì 16 dicembre, sembra volerci dimostrare che no, anche chi parte leale e con le migliori intenzioni
finisce per venire deluso e quindi perdere l'innocenza, accettando compromessi e muovendo le proprie pedine nel gioco del potere, che vive di pesi contrastanti in delicato equilibrio, ricatti e segreti nascosti frettolosamente sotto il tappeto.
Il titolo Le Idi di marzo rimanda alla data dell'uccisione di Giulio Cesare, il 15 marzo del 44 a.C., a opera di alcuni cospiratori, tra cui Bruto, di cui Cesare si fidava ciecamente, al punto da nominarlo nel proprio testamento.
In questo caso il protagonista del "tradimento", se così vogliamo definirlo, è Ryan Gosling, nei panni del Stephen Meyers, giovane e promettente portavoce di Mike Morris, governatore democratico candidato alla presidenza interpretato da Clooney.
Morris incarna una specie di incrocio tra Bill Clinton e Obama, un candidato democratico progressista, che parla di diritti delle donne, di famiglia, di energie alternative e di istruzione: un tipo affascinante, allegro e anche un po' sexy, ma che a livello concreto deve ancora dimostrare di che pasta è fatto.
Stephen è una specie di enfant prodige delle pubbliche relazioni politiche che lavora insieme al veterano Paul (Philip Seymour Hoffman), ammira il suo governatore e lavora per lui con entusiasmo. Ma, come dice lui stesso, "chi fa uno sbaglio è fuori" e a Stephen una leggerezza costerà cara.
Come al solito, però, il sesso complica le cose e rimescola le carte: ruolo fondamentale, infatti, avrà Evan Rachel Wood, stagista di Lewinskiana memoria -solo un po' più gnocca- e figlia di uno dei coordinatori della campagna elettorale.
Stephen dovrà fare i conti prima con il crollo delle sue certezze e la disillusione per il suo mito (Morris) e poi con la delusione di essere trattato senza alcuna pietà. A quel punto sceglierà di salvare se stesso, giocando sporco quanto se non più dei suoi avversari.
Perfetta l'interpretazione di Gosling, che nell'escalation di tensione di questo thriller politico trasforma gradualmente il suo viso e il suo corpo da quelli di un uomo rilassato e confidente a una maschera vuota, senza gioia, senza paura e senza scrupoli.
Nel gioco della politica, comunque, non si salva proprio nessuno (interessante la scelta di mostrare il lato cinico e immorale del partito democratico): politici stessi, portavoce, addetti stampa, giornalisti e stagisti. Wow.
Ah... da mangiare, scordatevelo.
Nel film il cibo non fa apparizioni nemmeno fugaci, al massimo fa capolino qualche drink pesante e, a prova di una soffiata importante, viene citato un pollo fritto ordinato dal portavoce dell'avversario politico di Morris, interpretato da Paul Giamatti. Questo pollo, in realtà, non arriva mai al tavolo: probabilmente, quindi, non è mai stato ordinato (come lo stesso Giamatti rivendica in seguito).
Io il pollo fritto lo preparo raramente, impanato in modo classico: farina, uovo, pangrattato e via in padella. Ma non lo immergo completamente nell'olio, lo faccio con un dito di olio evo.
Per pollo fritto, però, in America si intende qualcosa di un po' diverso. Il pollo è tagliato a pezzi e passato nella farina che però è miscelata con un sacco di spezie, dalla paprika al pepe, dal basilico all'aglio, dalla noce moscata alla salvia. Per intenderci, la ricetta è quella della famosa catena Kentucky Fried Chicken.
Devo ammettere che non l'ho mai assaggiato, ma dev'essere molto buono: io adoro le spezie, che con il pollo vanno da dio, con il fritto non si sbaglia mai... Insomma non ci resta che provare la seguente ricettina, che, pare, sia quella originale (supersegreta) di KFC... Io l'ho presa dal forum di CookAround e ve la riporto... creare il mix di spezie sembra un po' una roba da piccolo chimico.. se qualcuno ci ha già provato mi faccia sapere!
Ingredienti
5 cucchiaini di mix di spezie ed erbe- 1 tazza di farina per dolci (**)
2 ½ cucchiaini di sale
1 tazza di latte
1 uovo
pollo in pezzi
(*) Preparazione del mix di “11 erbe & spezie”:
- 16 parti di PEPE BIANCO
- 12 parti di PEPE NERO
- 16 parti di SALVIA
- 8 parti di CORIANDOLO
- 6 parti di ZENZERO
- 3 parti di ALLORO
- 2 parti di NOCE MOSCATA
- 2 parti di CARDAMOMO
- 2 parti di SANTOREGGIA
- 2 parti di PIMENTO
- 2 parti di CHIODI DI GAROFANO
- 8 parti di GLUTAMMATO MONOSODICO (MSG)
NB: tutte le spezie dovrebbero essere in polvere
Miscelare il tutto e tenerlo a riposo per almeno una notte
(**) Se non avete la farina per dolci:
- 1 tazza di farina per dolci = ¾ tazza di farina 00 + 2 cucchiai di amido di mais
Setacciare la farina e mescolarla al sale ed al mix di erbe e spezie. Mescolare l’uovo ed il latte. Affondare i pezzi di pollo nella pastella di uovo e latte. Un pezzo alla volta, impanare accuratamente il pollo nel mix di farina e spezie. Friggere.
domenica 28 agosto 2011
Duplicity & una summer cake for dummies, con pesche e fichi
Caldo, caldo, caldo e una sorella che compie gli anni. Che si fa per festeggiarla con un dolcetto? Si pensa a una torta a forno spento, ovviamente! Così ho inventato questa multistrato che ho definito for dummies perché davvero facile, essendo preparata con pan di spagna pronto e con il preparato per crema pasticcera senza cottura Molino Chiavazza. Lo so, con il pan di spagna fatto in casa e la crema vera è un'altra cosa, ma con queste temperature se accendo il forno rischio l'autocombustione. E poi diciamocelo, con le belle giornate magari c'è meno tempo da dedicare alle creazioni culinarie.
Assicuro comunque che il risultato è stato ottimo, la torta è stata gradita e spazzolata da tutti... tranne che dalla festeggiata! Eh sì perché, dopo le prime due forchettate di circostanza alla sua fetta, mia sorella Giulia ha confessato di odiare il pan di spagna, soprattutto se abbinato alla frutta. E io finora non avevo mai saputo questa cosa! Sarà che a casa mia questo genere di torte non si preparava mai.
Notate una certa differenza nella qualità delle immagini? Ebbene sì, questi scatti sono stati fatti a) con una macchina fotografica "vera" b) da mia sorella Francy 3) sul verde terrazzino dei miei genitori.. Magari poter godere sempre di questa luce e di questi strumenti! :)
Ma veniamo alla torta.
Summer cake for dummies con pesche e fichi
3 basi di pan di spagna da 22 cm (oppure, qui trovate la ricetta per farlo da voi)
1 confezione di crema pasticcera Molino Chiavazza
550 ml di latte
4-5 fichi
3 pesche non troppo mature
o altra frutta a scelta
per la bagna
250 ml di acqua
100 gr di zucchero
2 bacche di anice stellato e 2 cucchiai di liquore all'anice (o altro liquore a vs scelta, es: cointreau, rum)
per coprire la frutta:
2 fogli di colla di pesce
150 ml di acqua
1 cucchiaio di zucchero
In una terrina versare il contenuto di due buste per crema pasticcera. Aggiungere il latte mescolando molto bene e poi montare per circa 5 minuti con la frusta elettrica. Otterrete una crema dolce, aromatizzata al limone, più leggera della vera crema pasticcera e in cui si percepisce una certa dose di amido. In alternativa, se avete tempo, fate da voi la classica crema pasticcera oppure la crema al latte: il preparato non è male, ma la resa della crema fresca è sicuramente un'altra cosa. Mettete in frigo la crema.
Preparate la bagna: mettete a scaldare l'acqua zuccherata con l'anice stellato. Bollite qualche minuto e poi lasciate intiepidire. Aggiungete il liquore, a piacere.
Preparate la frutta: io ho fatto uno strato di fichi e due di pesche noci, voi potete usare la frutta che più vi piace. Per q.r. i fichi, vanno sbucciati e tagliati a rondelle. Basterà invece tagliare a fettine sottili le pesche noci: sceglietele abbastanza sode, o si spappoleranno mentre cercate di tagliarle.
Quando la crema e la bagna saranno fredde, potete procedere ad assemblare la torta: bagnate il primo disco di pan di spagna con un pennello, spalmate un po' di crema, disponete le fette della frutta prescelta. Ripetete l'operazione per i due strati successivi. Decorate a piacere, io ho coperto con un po' di gelatina per evitare che le pesche annerissero.
La trama? Julia Roberts e Clive Owen sono due agenti segreti: lei della CIA, lui dei servizi britannici e si incontrano in un bar. Scocca la scintilla che li fa finire a letto: lei, più furba, sa già tutto di lui e lo abbandona legato e drogato, trafugandogli importanti documenti. Si ritrovano cinque anni dopo a New York a lavorare per la stessa multinazionale, che vorrebbe rubare la formula di un prodotto rivoluzionario a una concorrente. Si rivedono solo allora? Si odiano? O forse si amano? L'attrazione è fatale, ma la fiducia non è totale. La voglia di guadagnarci, invece, sì: così i due iniziano una corsa al doppio, se non triplo, gioco, per truffare chi crede di truffare e accaparrarsi la formula, sempre controllandosi a vicenda. Veloce e incasinato, questo film mi ha inizialmente innervosito ma poi si è ripreso alla grande dalla metà in poi. Leggero, ricco di azione ma bisognoso di attenzione (cervelli spenti: off limits qui!), piacerà agli amanti del thriller, ma anche a quelli delle commedie. Buona visione (con una fetta di torta :))
venerdì 29 aprile 2011
Sindrome cinese.. o cucina cinese?
Ciao a tutti, torno dopo qualche giorno di assenza dal mio e dai vostri blog per un piccolo intervento, niente di che, ma non ho avuto voglia e forze per mettermi ai fornelli e scorrazzare come al solito per il web. In compenso mi sono spalmata sul divano a vedere tv, film, e telegiornali. Seguendo per esempio la questione della moratoria sull'energia nucleare che di fatto impedirà di includere il quesito sulle centrali nei referendum del 12 giugno e al tempo stesso, come ha confessato candidamente Berlusconi, farà sì che "fra un anno o due si possa tornare a discuterne con un'opinione pubblica consapevole". Perché, sempre secondo il premier, il nucleare è "una scelta ineluttabile, l'energia più sicura". Inutile dire che trovo assurdo questo raggiro che impedirà agli italiani di esprimere la loro opinione su un quesito referendario per cui a tempo debito sono state raccolte 1 milione di firme. Oltre a questo, si riapre la questione della validità del nucleare come fonte energetica.
Come la penso ve lo dissi già qui. Oggi, per riflettere sul tema vi invito a vedere un film del 1979 che vi stupirà: è più attuale che mai. Sto parlando di Sindrome cinese, con Jane Fonda, Michael Douglas e Jack Lemmon.
Una telecronista (Fonda) e il suo operatore (Douglas) fanno visita a una centrale nucleare nella città di Ventana, in California, per realizzare un servizio. Mentre sono lì succede un imprevisto: un incidente, che manda nel panico i tecnici nella sala di controllo, capitanati da Lemmon. Per fortuna l'emergenza rientra, ma Douglas ha filmato di nascosto la crisi e i due reporter vorrebbero mandare in onda il filmato. Ma l'emittente ha paura: ci sono troppi interessi in ballo, l'azienda proprietaria della centrale sta aspettando le concessioni per aprirne un'altra... I due decidono di indagare più a fondo su quanto accaduto e dovranno stare molto attenti.
Il film, diretto da James Bridges, fu al tempo accusato di inutile allarmismo, ma si è rivelato invece piuttosto lungimirante e profetico. Ma a cosa si riferisce il titolo, sindrome cinese? Si tratta di un'immagine iperbolica che spiega il timore di cosa sarebbe successo nel caso in cui fosse avvenuta la fusione del nocciolo nel reattore: niente avrebbe potuto fermarlo, avrebbe fuso la base della centrale, perforando la crosta terrestre e arrivando fino all'altro capo del mondo, in questo caso fino alla Cina. Nel film in realtà si dice che tale teoria è inesatta, perché nel caso in cui nocciolo fuso avesse raggiunto una falda acquifera, si sarebbe verificata un'esplosione nell'atmosfera, creando una nuvola radioattiva killer.
Nella realtà, a Cernobyl dove la fusione del nocciolo è avvenuta, non si verificò fusione del pavimento della centrale né discesa del materiale radioattivo nel sottosuolo fino a falde acquifere. Fortunatamente, viste le già gravissime e terribili conseguenze dell'incidente che ancora oggi impediscono di avvicinarsi alla città, ridotta a un fantasma.
Insomma anche se forse una vera e propria sindrome cinese non esiste, il film vale comunque la pena guardarselo. Zero colonna sonora, Jane Fonda con capelli rossi e cotonati e pantaloni a zampa d'elefante, Douglas con barba e capelli fluenti e piglio battagliero e Jack Lemmon fantastico, per un'interpretazione che gli valse nomination agli Oscar e ai Golden Globe e una Palma come miglior attore a Cannes.
Convinti?
E ora se vogliamo parlare di cinese, meglio concentrarsi sulla cucina... ecco qualche grande classico...
E voi, cosa amate di più della cucina con gli occhi a mandorla??
I classici involtini primavera! |
Ravioli al vapore.. con carne o gamberi! |
Pollo al limone |
Zongzi, foglie di bambù con ripieno di riso, maiale, arachidi e uova di anatra |
Zuppa cinese con pollo, verdura e noodles di soja |
Riso alla cantonese |
sabato 29 gennaio 2011
Torta al pompelmo e Mandorle, misteriosa come Wicker Park
Potrà sembrarvi una torta paradiso, ma non lo è. Nasconde un mix di aromi e profumi deliziosi ma difficili da decifrare: provate a servirla a degli ospiti e chiedete loro cosa ci avete messo: vedremo quanti di loro indovineranno. Eh già perché non si sente tutti i giorni di una torta con il pompelmo. La premessa è che ho dei pompelmi bio nuovi di zecca: dovevano essere rosa, invece sono arrivati gialli, quindi più amarognoli e meno "facili" da mangiare da soli. Mi sono accorta che non li avevo mai usati per cucinare e siccome progettavo di fare un plum cake all'arancia per la colazione di domattina, mi sono detta: perché non usare lui, il pompelmo, al posto della cugina più celebre? Ed ecco questa tortina, una ricetta semplice e veloce, che mi ha dato molta soddisfazione! Ho infatti compensato il sapore amarognolo del pompelmo con della farina di mandorle nell'impasto, che come diceva giusto ieri la mia amica Strawberry Blonde, per i dolci è un po' un ingrediente magico. Non c'è nemmeno troppo condimento perciò... godetevela senza eccessivi rimorsi, è perfetta per la colazione ma anche per una merenda, accompagnata da un tè Earl Grey!
Torta soffice di pompelmo e mandorle
150 gr di farina 00
100 gr di farina di mandorle
2 cucchiai di fecola di patate
1/2 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino di bicarbonato
2 uova
8 cucchiai di zucchero di canna biologico
70 gr di burro
1 pompelmo medio grande, non trattato
Spremere un grosso pompelmo e grattugiare la sua buccia. Sbattere le uova con un pizzico di sale in una terrina e amalgamarle con lo zucchero di canna. Unire la farina di mandorle, l'altra farina, la fecola e il lievito. Mescolare bene e aggiungere il burro sciolto, il succo del pompelmo e la buccia grattugiata. Versare in una teglia imburrata e infornare a 180 gradi per 40 minuti. Una volta cotta e raffreddata, spolverizzare di zucchero a velo.
Così come questa torta non rende facile scoprire i suoi ingredienti, così nel film Appuntamento a Wicker Park le cose non sono come sembrano.. Si tratta di un film del 2004 con Josh Hartnett, Diane Kruger e Rose Byrne. Un giovane pubblicitario in procinto di sposarsi torna nella sua città natale e lì gli sembra di intravedere la sua ex fidanzata (Kruger), bellissima ballerina e suo unico grande amore, improvvisamente sparita dalla sua vita qualche anno prima. Inizia così il percorso di indagini per scoprire se il suo amore vive ancora lì, dove, perché lo ha mollato. Man mano che la matassa si dipana, i pezzi del puzzle tornano a posto e si comprende che la separazione tra i due non è avvenuta per volontà degli stessi... ma nemmeno per caso. Un mini giallo (senza omicidi, però!) che ruota attorno a due appartamenti, pochi negozi, un ristorante e un parco, Wicker Park. Un film senza troppe pretese, ma l'intreccio è ben congegnato: carino!
domenica 16 gennaio 2011
La torta che visse due volte. Con ricotta e pere
Avete visto tutti Vertigo, meglio conosciuto come La donna che visse due volte? Si tratta di uno dei film più famosi di Alfred Hitchcock, un giallo cult dove la paura dell'altezza diventa la chiave narrativa di una truffa ben architettata. Protagonista James Stewart accanto a una splendida Kim Novak, che sfoggia due look diversi (per le sue diverse ..vite). Beh ieri io ho fatto vivere due volte una torta. Stavo preparando una crostata di ricotta e pere in vista di una cena a casa con degli amici e mi è avanzato il ripieno. E che fai, lo butti? Lo cucini da solo? Mmm. Ti inventi una mini cheesecake per riciclarlo? Meglio!
Ecco i risultati delle due "opere" e sotto trovate le ricette... sulla seconda sono andata un po' ad occhio, essendo come vi dicevo una ricetta di riciclo!
Adesso resta solo una domanda... chi se la mangia la seconda tortina, dato che io dovrei stare a dieta?
Crostata di pere e ricotta
Per la frolla
200 gr di farina
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 pizzico di sale
2 tuorli d'uovo
Per il ripieno
250 gr di ricotta
200 ml di panna da montare
100 gr di zucchero
3 pere (le mie erano grandi infatti sono avanzate, usatene 2 se grandi 3 se piccoline)
polvere di pistacchio
Mini cheesecake alle pere
1 pacchetto di Oro Saiwa ai 5 cereali
1 cucchiaino di cannella
2 cucchiani di cacao
1 cucchiaio di zucchero di canna
100 gr di burro
Ecco i risultati delle due "opere" e sotto trovate le ricette... sulla seconda sono andata un po' ad occhio, essendo come vi dicevo una ricetta di riciclo!
Adesso resta solo una domanda... chi se la mangia la seconda tortina, dato che io dovrei stare a dieta?
Crostata di pere alla ricotta |
Mini Cheesecake di recupero |
Crostata di pere e ricotta
Per la frolla
200 gr di farina
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 pizzico di sale
2 tuorli d'uovo
Per il ripieno
250 gr di ricotta
200 ml di panna da montare
100 gr di zucchero
3 pere (le mie erano grandi infatti sono avanzate, usatene 2 se grandi 3 se piccoline)
polvere di pistacchio
Preparare la pasta frolla amalgamando il burro con farina, zucchero, sale e i tuorli d'uovo, lavorare con le mani fino a ottenere un'impasto che crea una palla. Mettere la palla in frigo e lasciar riposare per un'oretta.
Nel frattempo lavorate la ricotta con la panna e lo zucchero. Io ho aggiunto 2-3 cucchiai di polvere di pistacchio che mi ha regalato una mia amica siciliana, in alternativa potete aggiungere della cannella. Tagliuzzate le pere a dadini e incorporatele nel composto.
Stendete 2 terzi della frolla in uno stampo tondo e poi versate il composto. Ultimate con le striscioline della restante pasta frolla a formare una griglia. Se volete spennellate la griglia con un tuorlo d'uovo, infornate a 180 gradi per circa un'ora.
Mini cheesecake alle pere
1 pacchetto di Oro Saiwa ai 5 cereali
1 cucchiaino di cannella
2 cucchiani di cacao
1 cucchiaio di zucchero di canna
100 gr di burro
Il ripieno era composto di un avanzo di pere e ricotta a cui ho aggiunto 1 panetto di Philadelphia.
Tritate i biscotti, aggiungete lo zucchero, il cacao, la cannella e lavorate con il burro fino a che avrete formatoe un impasto farinoso. Versatelo in una piccola pirofila imburrata come base (distribuitelo con l'aiuto di un cucchiaio) creando dei bordi rialzati. Versate il ripieno, livellatelo e spolverato con polvere di pistacchio.
Cuocete in forno sempre a 180 gradi per 45 minuti.
Buona torta!
mercoledì 29 dicembre 2010
La promessa dell'assassino: un tuffo nella Russia del Borscht
Ieri sera ho rivisto un film che mi aveva colpito la prima volta e che mi ha "disturbato" anche a una seconda visione. Si tratta de La promessa dell'assassino (Eastern Promises, 2007) di David Cronenberg. Un thriller noir che mette in scena un intreccio dove la scelta morale, ardua, si scontra con una spirale di violenza crescente. Anna (Naomi Watts) è un'ostetrica che si trova a far nascere una bambina mentre la giovane ragazza russa che la porta in grembo sta morendo. La madre, Tatiana, ha solo 14 anni e il corpo segnato dall'abuso di eroina. Non ha documenti, solo un diario. E per tradurlo dal russo e ottenere qualche informazione sulla famiglia della ragazza, che potrebbe adottare la bambina, Anna bussa al ristorante di cui la giovane conservava un biglietto. Ma la mossa si rivelerà un azzardo.
Sullo sfondo una Londra bagnata e fredda, protagonista è il mondo della mafia russa, incarnato da un patriarca senza scrupoli, dal figlio delinquente senza la stessa freddezza e abilità (Vincent Cassel), e da Nikolai (Viggo Mortensen), lo sgherro tuttofare, unico a mostrare uno spiraglio di umanità e di pietà. E poi scopriremo perché.
Non è un film leggero e se vi da fastidio la vista del sangue probabilmente non sarà di vostro gradimento. Ma la regia intensa di Cronenberg, la sua capacità di creare un continuo stato di tensione e la recitazione perfetta di Mortensen vi terranno con il fiato sospeso. Epica la scena in cui Mortensen nella sauna lotta, nudo e a mani nude, contro due aggressori armati.
Non è un film leggero e se vi da fastidio la vista del sangue probabilmente non sarà di vostro gradimento. Ma la regia intensa di Cronenberg, la sua capacità di creare un continuo stato di tensione e la recitazione perfetta di Mortensen vi terranno con il fiato sospeso. Epica la scena in cui Mortensen nella sauna lotta, nudo e a mani nude, contro due aggressori armati.
Un film forte, come i sapori della cucina russa. Come il borscht che il mafioso offre ad Anna, la prima volta che si incontrano. E' una zuppa diffusa in tutta l'Europa centrale, a base di barbabietole e per questo dal colore rosso rubino: ne esistono diverse varianti, in base alla provenienza geografica, e in quella russa è previsto l'uso della carne di vitello e il cavolo. Per i curiosi, riporto la ricetta
Foto di Ginger & Tomato |
400g di bocconcini di vitello
100 gr di salsiccia
250g di barbabietole
1 cipolla grossa
200ml polpa di pomodoro
250g cavolo bianco
1 carota
2 cucchiai di aceto
pepe nero
1 foglia di alloro
2 rametti di prezzemolo
burro
200ml panna acida
Fate cuocere i bocconcini di vitello in un litro di acqua salata per un'ora. Una volta cotta, tagliate la carne a dadini, filtrare il brodo e tenere da parte. Tritate la cipolla e soffriggetela nel burro. Unite le barbabietole tagliate a cubetti e le carote a fette, condite con aceto e pepe nero e lasciate cuocere per qualche minuto.
A questo punto unite la polpa di pomodoro, il cavolo tagliato a striscioline e il brodo di carne fino a coprire le verdure. Lasciate sobbollire per circa 45 minuti. Tagliate la salsiccia a pezzetti e aggiungetela alle verdure assieme ai dadini di carne, l'alloro, il prezzemolo e l'altro brodo: proseguite la cottura per un'altra mezzora. Prima di servire togliete l'alloro. Portate in tavola la zuppa accompagnata da panna acida, servita a parte.
Dasvidania!
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