venerdì 3 dicembre 2010

Che fine hanno fatto i Morgan? Esperimento (culinario) non riuscito



Avete presente quando lo sformato si sgonfia, la torta non lievita, la maionese impazzisce o la frittata si attacca tutta alla pentola? Guardando "Che fine hanno fatto i Morgan?" proverete più o meno la stessa sensazione: delusione mista ad amarezza per un'occasione mancata. 
Hugh Grant è invecchiatissimo e imbarazzante, con la sua recitazione a mossette, un continuo digrignar di denti cavallini e lo sguardo sempre altrove quando parla diretto a Sara Jessica Parker. Quest'ultima appare sciupata, spogliata delle mise da passerella a cui ci ha abituato in Sex & The City, e anche un po' noiosetta.
Tra i due non c'è la benché minima alchimia e infatti le scene romantiche, così come quelle dei litigi, risultano artefatte. La storia, poi, è una somma di cliché; a partire dalla presentazione della coppia, due-newyorkesi-di-successo-in-crisi-matrimoniale-per-infedeltà-di-lui, che poi si scopre essere causata dall'isterismo di lei, che da tempo cercava di rimanere incinta senza successo.
Per farla breve, i due si stanno separando, ma dopo una cena insieme assistono a un omicidio e vengono spediti nel Wyoming all'interno del programma protezione testimoni dell'FBI. Lì troveranno ad attenderli uno stereotipato paesino rurale dove gli uomini girano vestiti da cow boy, le donne assomigliano a Sarah Palin e tutti passano il tempo tra Bingo e rodei o sparando ai cervi e agli orsi. Se almeno questa trama inconsistente fosse infarcita di battute esilaranti, ci godremmo il film senza tante storie. Invece non si ride mai e il buonismo impera, culminando in un lieto fine che causa il diabete. E nemmeno sul  fronte cibo il film brilla: troviamo solo la scena di una colazione, quando gli ospiti campagnoli preparano alla Parker uova e bacon, ma lei è vegetariana e non mangerà nulla. Peccato.

giovedì 2 dicembre 2010

L'arte di arrangiarsi: gattò di patate rivisitato e Matrimonio all'italiana

Dopo la torta, vi lascio la "nordic version" di un altro piatto a base di patate la cui origine si contendono francesi, che lo chiamano gateau, e napoletani, che lo hanno trasformato in gattò (meno sofisticato ma più confacente alla sostanziosità della pietanza). Il gattò di patate vero prevede salame e provola campana affumicata. Io l'altra sera non avevo né l'uno né l'altra, così mi sono ingegnata con dei sostitutivi. L'arte d'arrangiarsi d'altra parte è tipica dei napoletani, che quindi potrebbero apprezzare. Una napoletana doc, Sophia Loren, ha dato vita sullo schermo a un personaggio unico nell'arte di arrangiarsi, una figura mitica che proviene dal teatro di Eduardo De Filippo. Parlo ovviamente di Filumena Marturano e della versione cinematografica di Vittorio De Sica, Matrimonio all'italiana. Un grande classico che si rivede sempre volentieri, anche per l'accoppiata vincente Loren-Mastroianni. La trama? Per i pochi che non la conoscessero, la trovate qui.
Nel frattempo eccovi la ricetta del mio gattoncino:

700 grammi di patate
3 fette di prosciutto cotto
60 gr di scamorza affumicata
50 gr di formaggio grattuggiato tra parmigiano e pecorino romano
50 gr circa di gorgonzola
1 uovo
noce moscata
sale
pangrattato
latte q.b


Eh già ci ho messo il gorgonzola. Era lì che mi guardava, aperto da un po', e l'ho fatto fuori. Essendo un formaggio estremamente scioglievole, vi assicuro che ci stava bene. Ma andiamo con ordine. Tagliuzzate a pezzetti la scamorza affumicata e il gorgonzola. Cuocete le patate a vapore, schiacciatele, salatele, aggiungete la noce moscata a piacere, il formaggio grattuggiato e quello a pezzettini, e un uovo sbattuto. Mescolate bene il tutto, se viene troppo gnucco aggiungete qualche cucchiaio di latte. In una teglia di ceramica imburrata (non molto grande) versate metà del composto, adagiate il prosciutto a pezzetti e coprite con il resto del purè. Spolverizzate di pangrattato e fiocchetti di burro. In forno per circa 45-50 minuti a 180 gradi. Lasciatelo raffreddare un pochino prima di servire. Cià!

Sophia Loren e Marcello Mastroianni nel film


martedì 30 novembre 2010

Dall'Irlanda con furore: la torta di mele con le patate e Leap Year


A volte succede. Compri una cosa e te ne dimentichi. E magari la ricompri. Stasera è arrivato l'omino Esselunga e tra le tante cose mi ha consegnato un bel sacchetto da 2 chili di patate. Di solito le tengo nel forno perché a) non ho posto altrove b) almeno stanno al buio. Peccato che quando l'ho aperto ci ho trovato un altro chilo e mezzo di patate che avevo comprato la settimana scorsa e avevo totalmente rimosso dalla mia memoria. E così eccomi in cucina, come una contadina irlandese del diciannovesimo secolo, a inventarmi qualche modo per far fuori le patate vecchie (già facevano i germogli, argh). 
Le ho cotte tutte a vapore e poi ho preparato un mini gatò (altra ricetta, altra puntata) e una torta irlandese (chi altri poteva usare le patate per i dolci?) che ho rubato a La Dolcetteria (thanks), sostituendo lo zenzero con la cannella, la marmellata di albicocche con quella di prugne (quella avevo!) e aggiungendo un cucchiaino di lievito (ho sempre il terrore che la pasta risulti gnucca senza neanche un po' di lievito).
Ecco la mia versione.

Eccola qua, appena sfornata (foto orrida, scusatemi)
Torta di mele irlandese con le patate 
500 gr di patate
150 gr di farina
1 cucchiaino di lievito
100 gr di zucchero
70 gr di burro
1 uovo
3 grosse mele golden o renetta
2 cucchiai di zucchero di canna
2 cucchiai di pangrattato
3 cucchiai di marmellata
cannella

Cuocete le patate a vapore e schiacciatele. Aggiungete il burro sciolto, lo zucchero, l'uovo sbattuto, la farina, 1 cucchiaino di cannella. Impastate il tutto. Stendete un velo di carta da forno in una teglia rotonda e fate aderire metà dell'impasto alla teglia, creando una base uniforme. Spalmate i tre cucchiai di marmellata (del gusto che preferite) sulla base, aggiungere le mele tagliate a pezzetti che avrete mescolato con i due cucchiai di pangrattato e lo zucchero di canna e se volete altra cannella. Ricoprire con il resto della pasta, stesa a disco con un mattarello (fatelo sulla carta forno o si attacca tutto). Infornate a 180 gradi per circa 1 ora.

In tutto questo parlare d'Irlanda mi viene in mente una commedia con Amy Adams vista qualche mese fa, che si intitola Leap Year, Una proposta per dire sì in italiano. I buoni motivi per guardarlo sono i paesaggi verdi irlandesi e Matthew Goode, che le più attente di voi ricorderanno in Match Point dove interpretava l'amico del maledetto Jonathan Rhys Meyers (odioso) nonché fidanzato di Scarlett Johannson. Un tipo carino dal tipico fascino inglese (ma qui fa l'irlandese, aiuto, l'Eyre inorridisce) con occhi chiari e capelli scuri. Per il resto siamo di fronte a qualcosa di piuttosto prevedibile, ma se siete amanti della commedia o siete inguaribili romantiche, il film fa per voi. In alcuni momenti ci sono anche delle chicche divertenti. Buona Irlanda a tutti!



Star Food. Drew Barrymore: for maccaroni & cheese I would ...Go the distance


Drew Barrymore e Justin Long
Drew Barrymore, una delle attrici più celebri e convincenti della commedia americana (che ha appena debuttato nel ruolo di regista con il fim Whip it!, con Ellen Page), confessa di essere piuttosto esigente in fatto di cibo, anche perchè è vegetariana e non trova facilmente qualcosa che la soddisfi davvero.
La star di Charlie's Angels ha però spiegato che non mangiare carne non rende la sua dieta del tutto salutare, anzi. "Sono come una teenager in fatto di gusti culinari. Mangio burro di arachidi con le banane, adoro i sandwich al formaggio grigliati e soprattutto maccaroni and cheese".
Cosa sono? Una specie di pasta pasticciata con besciamella e formaggi passata al forno, di cui trovate la ricetta QUI.
Ma al di là della dieta, secondo Drew, il segreto per apparire in forma è la soddisfazione personale. "Sono felice e credo che la felicità renda più belli: le persone contente diventano come specchi, riflettono la loro felicità". E a giudicare da come appare radiosa, tutto va a gonfie vele tra lei e il fidanzato Justin Long, che recita con lei nel divertente "Going the distance", Amore a mille miglia
Il film racconta una storia che nasce senza troppe aspettative e incredibilmente si rivela vero amore, dovendo poi sfidare le mille miglia New York-San Francisco. Cellulari, computer e viaggi aerei improvvisati saranno gli unici alleati del rapporto, mentre amici, parenti sopra le righe e crisi economica metteranno a dura prova il loro amore a distanza. Un film divertente e senza troppe pretese (ma meno stupido di tante commedie che girano!) e che vi consiglio per una serata relax.


Alla prima di Going the Distance

Una scena del film

venerdì 26 novembre 2010

The Switch, in poltrona con nachos e guacamole



Wally (Jason Bateman) non è il principe azzurro: indossa maglioni orribili, è cinico, un po' nevrotico, ipocondriaco, dice quello che pensa anche se non ti fa piacere e quando si ubriaca diventa più cretino di un quindicenne. Per questo Kassie (Jennifer Aniston), pur considerandolo il suo miglior amico, lo scarta come donatore quando decide di avere un bambino da sola. Ma al "party d'inseminazione" non tutto va per il verso giusto. E quando sei anni dopo Wally incontra il piccolo Sebastian, animalista testardo e con tendenza a drammatizzare i propri malanni, scopre delle affinità elettive quantomeno sospette.... Se volete un film per trascorrere un'ora e mezza spensierata, potete scegliere Due cuori e una provetta, come hanno orribilmente tradotto il titolo originale The Switch, ovvero lo scambio. Certo, è un filmetto in cui più di una volta indovinerete gli sviluppi della trama e che banalizza totalmente un tema scottante come la fecondazione assistita, riducendo il tutto a una favoletta. Ma le scene con il bambino sono davvero divertenti, così come i personaggi secondari (il donatore "vichingo", l'amica pazza interpretata da Juliette Lewis e il collega-Jeff Goldblum) per cui godetevelo in santa pace, magari spiluccando qualche nachos con guacamole, come quella che Wally si tira addosso goffamente -ormai ubriaco- durante la festa organizzata da Kassie.

Per preparare la Guacamole vi servono:
1 avocado maturo
1/2 cipolla bianca
1 lime
sale
peperoncino
pepe

Alcune versioni di questa salsa mex comprendono salsa chili, pomodori, maionese, cumino... ma io preferisco la ricetta più semplice, più veloce da preparare e con più spazio per il sapore dell'avocado.
Tagliate a piccoli dadini la polpa dell'avocado: schiacciatene 2/3 e tenete da parte gli altri. Poi tagliuzzate a pezzettini mezza cipolla (se è piccola, se no anche meno!) e aggiungetela alla purea. Grattuggiate un po' di scorza di lime e unitela al composto, poi spremetene metà e unite anche il succo alla crema. Aggiungete una punta di peperoncino, sale e pepe e unite i dadini ancora interi. Mescolate e voilà, la vostra specialità messicana è pronta.
Se vi piace la versione con il pomodoro non dovete fare altro che tagliare anche quello a pezzetti piccolini e unirlo a tutto il resto. Se la crema viene poco amalgamata, potete aggiungere un cucchiaino di maionese o un cucchiaio di olio ma io lo sconsiglio, l'avocado è già così burroso!

Un'altra scena divertente del film si svolge in un ristorante: è l'incontro tra Wally e Sebastian. Il primo, convinto di suscitare grandi entusiasmi, ha ordinato un'anatra laccata alla pechinese. Ma il bimbo si oppone alle crudeltà inflitte alle anatre e non ha intenzione di mangiarla.... L'anatra laccata non l'ho mai cucinata e credo che sia pane per i denti di un vero chef: se volete provarci, però, potete dare un'occhiata alla ricetta, sul sito di Cucina Italiana; nel frattempo godetevi la scena.



martedì 23 novembre 2010

Bananas! In a cake, with coconut twist

Oggi ho toccato con mano l'assurdità del sistema giudiziario, perdendo la giornata in un tribunale a testimoniare per un processo di cui non conosco i capi d'accusa e che coinvolge dei tizi che sette anni fa hanno rubato la borsa a me e una mia amica. E dopo sette anni pubblico ministero e avvocati pretendevano che ricordassi la dinamica esatta degli avvenimenti, le frasi pronunciate, le fattezze del locale, l'orario di arrivo (?!!?) e via dicendo: un'assurdità!
Ho perso la giornata, come dicevo, ma sono tornata a casa abbastanza presto per preparare una torta. Ho dato libero sfogo alla fantasia, per cui incrociamo le dita! Volevo provare a fare qualcosa con le banane ma le ricette che ho trovato in internet erano troppo pesanti o troppo  leggere o troppo lunghe o ancora con ingredienti che non avevo. Alla fine ne ho presa una dal sito Dietagratis... e l'ho "ingrassata"! Se volete leggere la versione light la trovate qui, se invece ritenete che una torta senza condimento nè uova non sia tale, vedete se vi aggrada questa:





Torta alle banane, cocco e gocce di cioccolato
1 vasetto da 125 gr yogurt alla banana
1 banana grande o (1 banana e 1\2)
100 gr di zucchero di canna
50 gr di burro + burro per la teglia
250 gr di farina 00
30 gr di fecola di patate
50 gr di farina di cocco
40 gr di gocce di cioccolato fondente
2 uova
1/2 bustina di lievito
latte quanto basta (almeno 1 bicchiere)





In una ciotola setacciate la farina con la fecola, il lievito, lo zucchero di canna e la farina di cocco. Frullate la banana con lo yogurt. Sciogliete il burro a bagnomaria. In un altro contenitore sbattete i tuorli d'uovo, incorporate il burro sciolto e il frullato di banane e yogurt, mescolando fino a creare una crema densa. A parte  montate a neve gli albumi. Unite la cremina alle farine, aggiungete il latte fino a ottenere la giusta consistenza, incorporare gli albumi e infine le gocce di cioccolato. Versate in una teglia imburrata e spolverizzate con altra farina di cocco. Cuocete in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 50 minuti. 
Vi saluto con un film che ha per titolo l'ingrediente principale della torta: Bananas (Il dittatore dello stato libero di Bananas, in italiano), di Woody Allen (1971). 
Godetevi il trailer:

lunedì 22 novembre 2010

Pomodori Verdi Fritti. Alla fermata di Whistle Stop o dove volete



Dall'alto a sinistra, Ruth, Idgie, Evelyn e Ninny

Uno dei miei film preferiti da sempre è Pomodori Verdi Fritti al Caffè di Whistle Stop: una storia di amicizia, amore disinteressato, dolore, riscatto e avventura. Come non innamorarsi degli umidi e rigogliosi paesaggi dell'Alabama, del blues e dei personaggi di Idgie Threadgoode (Mary Stuart Masterson) e Ruth (Mary Louise Parker)? Senza dimenticare le mitiche Kathy Bates e Jessica Tandy, che rivivendo quell'antica storia ridanno senso alla loro vita presente (indimenticabile Kathy Bates che urlando un liberatorio TOWANDAAA! preme l'acceleratore e tampona l'auto di due squinzie prepotenti che le avevano rubato il parcheggio). 
Il film è tratto dall'omonimo libro di Fannie Flag, nel quale la relazione tra le due donne va oltre all'amicizia: nella trasposizione cinematografica, al contrario, la natura lesbica del rapporto è sottaciuta, solo insinuata come eventualità e lasciata all'interpretazione dello spettatore. 
Il titolo del libro riprende una delle ricette servite al caffè aperto dalle due amiche: si tratta dei pomodori verdi, che sono una varietà specifica di pomodori da mangiare cotti (e non i pomodori rossi semplicemente acerbi), fritti. 
Ecco come potete prepararli:
foto dal sito Bfeedme
Pomodori verdi fritti
Farina 00 100 gr
Farina di mais 100 gr
4 grossi pomodori verdi
2 uova
sale
pepe
olio di semi 

Tagliate i pomodori a fette spesse un centimetro, salateli e lasciateli circa mezz’ora a perdere l’acqua. Sbattete le uova con sale e pepe in una ciotola e setacciate le farine in un’altra. Passate le fette di pomodoro nell’uovo e poi nella farina e friggete in olio di semi bollente. Passate su carta assorbente e servite subito!
Per accompagnarli? Un'insalata di pollo, fatta con petto grigliato a tocchetti, scaglie di grana, carote e zucchine tagliate a julienne, olive nere e insalata croccante. Il tutto condito da una salsa preparata con 2 cucchiai di maionese, 1 cucchiaio di yogurt bianco denso e un pizzico di origano.

domenica 21 novembre 2010

Benvenuti al sud, consoliamoci con lo zabaione



Molti mi avevano consigliato di andare al cinema a vedere Benvenuti al Sud, che di sicuro mi sarei fatta un sacco di risate. Al cinema non ci sono andata, l'ho visto l'altro giorno a casa e ho fatto bene. Lo so, è una commedia che vuole giocare esplicitamente sugli stereotipi, ma l'ho trovato appena passabile: i pregiudizi dei protagonisti, che sono poi la base su cui si gioca tutta la storia, non reggono proprio, sono anacronistici. Claudio Bisio è un funzionario delle Poste che da 15 anni cerca il trasferimento da Usmate a Milano. Primo appunto: da brianzola trasferita a Milano, so bene che chi sceglie di stare in Brianza lo fa consapevolmente e lo "rivendica con orgoglio", per citare la Santanché. E la moglie che guardando il Duomo sospira "Milan l'è un gran Milan" fa veramente strano. Comunque, nel momento in cui il poveraccio viene spedito a Castellabate nel Cilento, la disperazione regge fino a un certo punto. Come aveva scritto Liberazione, anche il più tordo dei leghisti sa che un paese a picco sul mare in Campania è più bello di Usmate Velate. Per cui la girandola di terrore, equivoci e luoghi comuni che seguono e che in qualche modo si vuole rifare al cinema di De Sica (Pane amore e fantasia e co) fa appena sorridere, nella sua prevedibilità. Simpatici, comunque, i personaggi "terroni", belli i paesaggi e abbondanti le porzioni della mamma di Mattia, collega di Bisio che a 35 anni pare incapace di lasciare la casa di mammà. Alla fine, però, ci riesce e lei gli dice addio con uno zabaione al marsala.
Prepararlo non è difficile:

Zabaione al marsala, ingredienti per 4: 
4 uova
80 gr di zucchero
vanillina
un po' di scorza di limone
80 ml di marsala secco






Versare in una casseruola i tuorli e montarli con lo zucchero finché non si ottiene un composto spumoso. Aggiungere la scorza di limone e la vanillina. Mettere la casseruola sul fuoco a fiamma lenta e aggiungere il marsala. Mescolate con la frusta per circa un quarto d'ora, fino ad ottenere una crema densa e gonfia. Potete servirlo freddo in un bicchiere guarnito da una spolverata di cacao -oppure da qualche frutto di bosco- e accompagnato da biscotti tipo lingue di gatto. 

venerdì 19 novembre 2010

Su Facebook è cartoon mania. E io vi propongo le crepes di Creamy


Yu e Creamy


Non so di chi sia la pensata, sta di fatto che con la presunta motivazione di celebrare la settimana dei diritti dell'infanzia in questi giorni Facebook è diventato un'immenso mosaico di foto dei cartoni animati che troneggiano al posto dell'immagine dei profili. I più entusiasti sono gli over 30 (fascia in cui, ahimè, mi colloco) che fanno a gara a scovare il cartone dimenticato e si accapigliano sui personaggi scelti, accusandosi di copiare o affermando di avere più diritto di accostarsi all'eroina o eroe di turno per a) somiglianza fisica b) nome c) passione conclamata.
Io nel mio piccolo ho fatto fatica a scegliere perché da piccola guardavo milioni di cartoni animati e andavo a periodi. Prima mi fissavo su Hilary, poi Mila, poi Lulù, poi Magica Emi. Detto questo, e volendo evitare Georgie che impera nei profili di metà delle ragazze (era una strafiga, tutte vorremmo essere come lei) ho optato per L'incantevole Creamy!
Creamy è stato uno tra i primi cartoni a lanciare il filone "ragazzina che sembra normale ma è speciale e si trasforma in ragazza più grande, più bella e con una dote incredibile". Nel caso di Yu-Creamy la dote era il canto e infatti la nostra amica diventava subito una misteriosa popstar.
Peccato che alla prima esibizione, quando le chiedono il suo nome, Yu, ancora stordita dalla trasformazione, dica la prima cosa che vede, ovvero "Creamy", la scritta sul chiosco dei genitori, degli ambulanti che vendono crepès! Perciò non resta che lasciarvi la ricetta delle crepès: una base molto versatile che potete riempire a piacere, praticamente con qualsiasi cosa! Parliamo della ricetta salata, però, perché ultimamente abbiamo un po' esagerato con i dolci.

Crepès salate
Preparate la pastella con:
20 gr di burro
200 gr di farina
1/2 litro di latte
4 uova
1 pizzico di sale




Setacciate la farina, aggiungete le uova e diluite con il latte versandolo a filo, aggiungete il burro che avrete sciolto a bagnomaria e il sale. L'ideale è lasciare riposare la pastella per un'ora in frigo. Poi scaldate una padella antiaderente unta con un pezzetto di burro e passate alla preparazione delle crepes. Versate un mestolino di pastella, quando la crepes è rappresa giratela (se serve aiutatevi con un coperchio, non siamo tutte grandi chef) e togliete dal fuoco. Andate avanti finché non avrete finito la pastella.
Potete riempirle come più vi piaccionoe chiuderle a fazzoletto oppure arrotolandole e poi passarle in forno sotto il grill o di nuovo qualche secondo in padella. Qualche idea per il ripieno? I classici ricotta e spinaci (che vanno saltati), cotto e fontina, quattro formaggi,. Ma anche salmone affumicato e robiolina alle erbe, o radicchio con besciamella e scamorza affumicata.



giovedì 18 novembre 2010

Cupcake d'autunno ai cachi: update

Ricordate le "persimmon cupcakes", tortine ai cachi d'autunno, di cui vi ho parlato QUI? Ebbene, finalmente le ho preparate. Eccole! la foto è orrida, ma le tortine sono venute buone.. Però non ho fatto la cremina con il latte condensato per guarnirle, preferivo tenermi sul leggero!
Provatele anche voi...


mercoledì 17 novembre 2010

Chocolat, che consolazione



Certe sere d'inverno, dopo cena, quel che mi scalda di più è un pezzetto di cioccolato. Un semplice quadratino che si scioglie in bocca liberando endorfine e facendomi subito sentire meglio... Solo il profumo risolleva gli animi e ridà energia. Oddio, forse stasera per ridarmi energia ci vorrebbe un'intera tavoletta. Per i pomeriggi d'inverno, però, l'ideale è una bella cioccolata in tazza, densa, corposa e bollente... un po' come quella che Vianne (Juliette Binoche) rimesta nel film Chocolat, un piccolo gioiello apprezzato in particolare da inguaribili romantici e golosoni.

Ecco come preparare la cioccolata SENZA preparati già pronti -alla Ciobar, per intenderci-. 
Dosi per 1 tazza: 
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di cacao amaro in polvere
250 ml di latte intero
1 cucchiaio di fecola di patate

Setacciate la fecola, il cacao e lo zucchero, versateli in un pentolino e aggiungete il latte a filo, mescolando bene e facendo attenzione a non creare grumi. Lasciate scaldare mescolando, fino a raggiungere l'ebollizione. Bollite un minuto, per far addensare il composto. Se vi piacciono i gusti decisi e speziati, potete aggiungere un goccio di rum oppure un po' di polvere di cannella. Versate in tazza e accompagnate la cioccolata con biscotti tipo lingue di gatto o savoiardi. Come si preparano in casa? Nella prossima puntata :-)

Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...