mercoledì 12 gennaio 2011

Pollo al curry e verdura: Il Destino nel nome


L'immigrazione... Una necessità, un problema, un'opportunità, una chance di migliorare il futuro proprio e della nazione? Ormai viviamo in un mondo globalizzato e possiamo sentirci piuttosto lontani, fisicamente e mentalmente, dalla terra da cui proveniamo. Eppure le nostre origini prima o poi ci chiamano con forza, perché le radici dell'anima affondano in tradizioni, modi di essere, abiti, musica, cibi, atmosfere, colori che sono parte di noi. E anche se vogliamo rinnegarle, arriverà il momento in cui non potremo ignorarle. E' questo, per me, il significato del film "Il destino nel nome", che racconta la storia di Gogol, figlio di una coppia indiana emigrata negli Stati Uniti. Gogol cresce e si sente in imbarazzo per quel nome assurdo, appioppatogli dal padre come tributo allo scrittore russo de "Il cappotto", e decide di metterlo da parte. Ma l'India, seppure lontana e appena accennata nel film, è sempre presente e la sua forza tornerà a farsi sentire dirompente nello scontro tra due generazioni, che alla fine cambierà le prospettive di Gogol.
L'India, con il più classico -e facile- dei piatti oggi voglio proporvi anche in cucina! Sto parlando ovviamente del pollo al curry, che probabilmente ognuno di voi cucina con la propria versione... Dedico la ricetta a un'amica che non ama cucinare e che da tempo me l'ha richiesta. Vi lascio due varianti, a seconda che siate in dieta post festiva oppure non ne abbiate bisogno!

Pollo al curry 
Ingredienti per due persone
Tre fettine di petto di pollo
mezza cipolla 
100 ml di panna oppure 1/2 bicchiere di latte + 1 cucchiaio di farina
2 cucchiaini di curry
olio extra vergine di oliva, sale

Tagliare il pollo a tocchetti. Sminuzzare la cipolla a dadini e soffriggerla con qualche cucchiaio d'olio in una padella antiaderente. Quando la cipolla comincerà a imbiondire, aggiungete due cucchiaini di curry e la carne. Rosolate per bene e infine addensate il condimento aggiungendo la panna. In alternativa, aggiungete mezzo bicchiere di latte e un cucchiaio di farina... o ancora, se siete proprio a dieta, usate l'acqua al posto del latte. Cuocete per circa 10 minuti, salate e portate in tavola accompagnandolo con riso basmati cotto a vapore. Se vi va potete aggiungere al soffritto di cipolla dell'altra verdura, ad esempio carote e zucchine tagliate a julienne: io l'ho preparato così più di una volta. Altrimenti potete cuocere delle verdure a parte. Qui di seguito trovate la foto di una dadolata di patate, zucchine, cipolle e carote che ho preparato semplicemente tagliuzzando, condendo e infornando la verdura a circa 200 gradi per mezz'ora. Ottima e supersana... buona giornata a tutti!




lunedì 10 gennaio 2011

The Road e un minitiramisu light per coccolarsi



In alcune occasioni un film serve per distrarti, farti ridere o sognare. Ma poi ci sono pellicole che ti toccano più profondamente e ti fanno riflettere. E' stato il caso di The Road, tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy, che purtroppo non ho ancora letto ma che conto di leggere quanto prima. 
Ci troviamo in uno scenario post apocalittico, in un futuro vicino in cui, in seguito a una catastrofe globale non precisata, il mondo come lo conosciamo non esiste più. La natura è morta, gli animali sono estinti, gli alberi cadono, i fiumi hanno l'acqua verde radioattivo, unica nota di colore in un paesaggio di nebbia e terriccio bruciato. Un uomo e suo figlio si muovono sulla strada, on the road, appunto:  vanno verso sud, cercando di restare in vita, camminando verso la speranza di un futuro. Non hanno cibo, devono lottare ogni giorno contro la fame, il freddo, i briganti che si sono dati al cannibalismo vista la scarsità di alimenti. Il film tiene in tensione dall'inizio alla fine: la paura, il dolore e l'angoscia che domina le vite di quelle due persone ti pervade e trovi difficile pensare a un motivo perché loro debbano resistere, lottare per andare avanti. Ma come ha detto Viggo Mortensen (ottimo interprete) in un'intervista, "quando tutto quello che c'è intorno ti porta ad avere paura e a perdere la speranza, e sarebbe facile diventare cattivo, crudele, senza pietà, quando nonostante tutto scegli ancora di essere compassionevole e amorevole, questo è qualcosa di meraviglioso, di bellissimo, è il senso di tutto".  Perché quello che conta, nonostante le difficoltà, è essere vivi, ora, nel momento presente e apprezzarlo, condividendo la propria esistenza con chi amiamo e ci ama. Guardate The Road e coglierete tutto questo. E poi, siccome vi sentirete provati, turbati e svuotati, concedetevi un cibo coccola, qualcosa che vi piace tanto. Oppure lasciatevi ispirare da questo mini-tiramisu light che ho preparato stasera, riciclando un po' di cosine che avevo in dispensa. Vi va di provarlo? Ecco la ricetta.



Mini-tiramisù light al profumo di banane e cacao 
(x 2 persone)
Per la crema
1 vasetto di yogurt intero alla banana (sostituibile con quello bianco, alla vaniglia o al gusto che preferite!)
1 cucchiaio di fecola di patate
1/2 bicchiere di latte
1 cucchiaino di rum
1 cucchiaio di zucchero
1 uovo
gocce di cioccolato
per la base
Avanzi di panettone e/o savoiardi
1 bicchiere di latte
caffè in polvere
cacao amaro
1 cucchiaino di zucchero

Se avete intenzione di seguire queste dosi per due vi consiglio di usare come contenitori due ciotoline o bicchierini (se sono piccoli ne potrebbero uscire anche tre), altrimenti moltiplicate le dosi e riempite una piccola pirofila. 
Separate il tuorlo dall'albume, che monterete a neve. Mettete un cucchiaio di fecola sciolto in mezzo bicchiere di latte a scaldare a bagnomaria, a fiamma dolce. Aggiungete lo yogurt, il tuorlo d'uovo, un cucchiaio di zucchero, un cucchiaino di rum e infine l'albume montato a neve, mescolate per un paio di minuti e spegnete il fuoco: la vostra crema è pronta. Sciogliete un cucchiaino di caffè solubile e uno di cacao amaro in un bicchiere di latte tiepido, aggiungete un cucchiaino di zucchero
Prendete gli avanzi di panettone o di pandoro oppure i classici savoiardi che si usano per il tiramisu e bagnate leggermente le fette o i biscotti nel latte. Create un primo strato, coprite con la crema, fate un secondo strato di panettone, coprite di nuovo e decorate con un po' di gocce di cioccolato fondente. Mettete in frigo per un paio d'ore ed ecco, il vostro comfort-dessert è pronto!

domenica 9 gennaio 2011

Benny & Joon e i biscotti al vino



Finalmente scrivo di Benny & Joon, film che Sdauramoderna mi ha consigliato e "richiesto". In realtà nel suo blog lei ne ha già parlato, partecipando alle Cinericette di Natale con un abbinamento a un appetitoso mini-croque che richiamava i toast preparati in modo "alternativo"da Sam, un giovanissimo Johnny Depp, all'amata Joon (Mary Stuart Masterson).
Per questo motivo vi lascerò una ricetta che nel film non c'è, ma che ho realizzato proprio con le indicazioni di Sdauramoderna, dei semplici ma deliziosi biscotti al vino.
Ma andiamo con ordine. Il film. 
Benny (Aidan Quinn) fa il meccanico, ha oltrepassato la trentina ma non ha una vita privata perché si dedica alla cura di sua sua sorella Joon, giovane pittrice che soffre di depressione e sbalzi di umore, con la quale divide la casa. In realtà la malattia di Joon per Benny è diventata una scusa per non lasciarsi andare, non rischiare, non vivere a pieno. Un giorno i due fratelli "vincono" a una partita a pocker l'eccentrico cugino di un amico, Sam, un ragazzo con la fissa per il mimo e Buster Keaton. Costretti ad ospitarlo, si trovano inaspettatamente travolti dalla sua allegria e semplicità. Joon scopre la voglia di emanciparsi dalla presenza oppressiva del fratello e Benny capisce che Joon è capace di amare come tutte le ragazze della sua età e che è tempo di pensare anche a se stesso. Un film poetico, una commedia agrodolce che parla con leggerezza (ma non con superficialità) di un amore "diverso". 
E con un film del genere cosa c'è di meglio che di qualche biscotto leggero da sgranocchiare? La ricetta, come vi dicevo, l'ho rubata a Sdauramoderna qui ed è super facile.

Biscotti al vino
1 bicchiere di vino bianco
1 bicchiere di zucchero
1 bicchiere di olio di semi
1 bustina di lievito
altro zucchero
farina quanto basta a creare un impasto "maneggiabile"

In una ciotola capiente versate il vino, lo zucchero, il lievito e l'olio. Aggiungere farina e mescolare fino a che l'impasto sarà diventato una palla "impastabile". Lavorate la pasta creando dei lunghi cilindri sottili da cui creerete delle asole come a creare dei taralli. Passateli da un lato nello zucchero semolato e adagiateli su una teglia sopra carta da forno. Cuocete in forno a 190 gradi per circa 10 minuti. Ecco i miei! 



Tarallucci e vino?

sabato 8 gennaio 2011

City Island: un barbecue in famiglia per riconciliarsi


"City Island, due parole che sono in netto contrasto fra di loro. Città: così corta, aspra e definita; e Island, esotica, sconosciuta... e con la s dolce". Così riflette Molly (Emily Mortimer), compagna del corso di recitazione che Vince (Andy Garcia) frequenta di nascosto dalla moglie Joyce (Julianna Margulies), quando lui le racconta dove vive. City Island è una piccola isola di pescatori che fa parte del quartiere del Bronx, a New York, ma ad esso è collegata solo da un lungo ponte. Lì le famiglie abitano da generazioni in casupole bianche e colorate di fronte al mare: i Rizzo sono una di queste famiglie. 
Ciascun componente della famiglia è a suo modo disturbato, nasconde un segreto e vive portandosi dietro insoddisfazione e risentimento. A sconvolgere l'assetto già molto precario sarà l'incontro da parte di Vince, che fa la guardia carceraria, con Tony, delinquentello belloccio che egli scopre essere suo figlio. Vince, in preda ai sensi di colpa, decide di prenderlo sotto la sua tutela e farlo uscire dal carcere. Ma a casa Rizzo Tony si troverà stordito tra una moglie frustrata ma ancora bellissima, un'universitaria che si esibisce come stripper e un ragazzino pazzo per le donne obese. Il film, che è appena uscito in dvd, narra in modo ben orchestrato e divertente le piccole follie e frustrazioni di una famiglia americana moderna, senza scadere nel grottesco né giocare eccessivamente la carta del melodramma. Un film leggero ma non troppo, insomma, da vedere in famiglia per farsi due risate e ritrovare nei protagonisti le nostre piccole nevrosi, qui chiaramente esasperate!
Non vi voglio svelare troppo della trama, sappiate però che il film si conclude con un classicissimo barbecue, dove trionfano hamburger, salsicce, insalata e un'enorme torta al cioccolato...
Ma voi sapete come si prepara il classico hambuger americano? In attesa che venga la bella stagione e si possa organizzare un barbecue all'aperto, provatelo sulla griglia di casa... oppure segnatevi la ricetta, che ho rubato (e convertito) dal sito americano Woman's day.

foto dal sito Woman's day
American Hamburger per 6 persone
900 gr di carne macinata di manzo
2 cucchiaini di salsa Worchester
1/2 cucchiaino di peperoncino
1/2 cucchiaino di sale
6 panini per hamburger
6 foglie di lattuga
6 fette di bacon
6 sottilette al Cheddar cheese (quelle gialle, per intenderci; se non le trovate prediligete delle sottilette con un sapore deciso, come le Tigre, fatte di Emmenthaler, o le fette di Leerdammer)
1 cipolla rossa da cui tagliare 6 rondelle sottili
per la salsa
100 gr di maionese
100 gr di salsa chili
2 cucchiaini di salsa di cetriolini all'aneto (non so dove si reperisca questa cosa.. ma secondo me per il nostro gusto possiamo farne a meno!)

Mescolate in una terrina la carne macinata con il sale, il peperoncino e la salsa Worchester e formate sei polpette piuttosto spesse. Accendete la griglia (o, se siete dentro casa, la piastra!) e, dopo aver tagliato a metà i 6 panini, grigliateli per qualche minuto. Toglieteli dalla piastra, dove metterete invece gli hamburger. Mescolate la maionese con la salsa chili e quella al cetriolino e spalmatene un po' sull'interno delle basi del panini. Mentre la carne cuoce, ricoprite la base del panino anche con la lattuga, 1 fetta di pomodoro e 1 fetta di cipolla. Quando gli hamburger, che avrete girato e cotto da ambo i lati, saranno pronti, copriteli con una fetta di formaggio e una di bacon e lasciateli sulla piastra per circa mezzo minuto, il tempo necessario perché il formaggio cominci a sciogliersi. Toglieteli dal fuoco e metteteli nei panini, spalmate di salsa anche l'interno della metà superiore del panino e chiudete. I vostri hamburger sono pronti, potete servirli insieme alla salsa che vi sarà avanzata mettendone un po' sui piatti, a lato. 
Non proprio light, ma se lo fate a casa senza l'aggiunta di patatine fritte e magari accompagnato a una leggera insalata, diventa un pasto completo nemmeno troppo esagerato.

giovedì 6 gennaio 2011

Befana, l'ultima festa: con il salmone e Hook Capitan Uncino

Triangolini sfiziosi al salmone
Buona Befana a tutti! Ok ammetto di essere un po' in ritardo... ma la Befana non è mai stata la mia festa preferita, anzi... era l'ultimo giorno delle vacanze e significava "è finita la pacchia!". Devo però ammettere che non vedevo l'ora di ribaltare il mio calzino alla scoperta di caramelle, torroncini, cioccolatini e frutta secca. Quei tempi sono ormai lontani, ma stasera per riappropriarmi del fanciullino che c'è in me riguarderò Hook- Capitan Uncino (su Rete4).


Ve lo ricordate? Peter Pan (Robin Williams) è cresciuto e ha dimenticato l'Isola che non c'è e i suoi amici. Ma il perfido Capitan Uncino (un meraviglioso Dustin Hoffman) è tornato per dargli la caccia e rapisce i suoi figli: Peter dovrà ricordare, riscoprire se stesso e le magie della sua infanzia per battere Hook e liberare i marmocchi. Forse un po' prolisso nella prima parte, questa fiaba di Spielberg ci regala una fantastica incarnazione dell'Isola che non c'è e sottolinea l'importanza del mantenere vivi i sogni e la fantasia.. per ricordare che siamo stati tutti bambini!
E per non dimenticare che oggi è un giorno di festa, ho preparato un pranzo a base di salmone affumicato, che si mangia sempre in questo periodo. Vi lascerò la ricettina facile facile che mi sono inventata per delle tartine da mangiare come antipasto.


Triangolini sfiziosi al salmone 
(Dosi per 12 tartine)
6 fette di pancarrè
100 gr di robiola
2 cucchiai di latte
6-8 foglie di radicchio rosso
mezza cipolla dorata piccola
120 gr di salmone affumicato
sale e pepe

Sminuzzare finemente la cipolla e farla soffriggere con 2-3 cucchiai di olio extra vergine di oliva. Tagliare a fili sottilissimi anche le foglie di radicchio, aggiungerle alla cipolla e lasciar stufare per qualche minuto. Salate e pepate. Nel frattempo prendete le sei fette di pancarré, levate i bordi e tagliatele a metà in diagonale; passatele in forno per qualche minuto di grill. In una ciotola stemperate la robiola con due cucchiai di latte, aggiungete il radicchio saltato e mescolate fino a ottenere una crema omogenea e mettetela in frigo per qualche minuto. Intanto tagliate a pezzetti le fette di salmone affumicato. Ora è il momento di assemblare le tartine. Su ognuna versate un cucchiaino della crema di formaggio e radicchio e adagiatevi sopra un pezzetto di salmone affumicato arrotolato. Disponete su un piatto o un vassoio e gustateli con un bicchiere di vino bianco mosso, magari un prosecco di Valdobbiadene. Auguri!

Con questo antipasto partecipo al contest indetto da La renna in cucina




mercoledì 5 gennaio 2011

Black Swan. Dieta vegana versus noodles, Portman contro Ryder



Hummus o noodles?

C'è forte attesa per il nuovo film di Darren Aronofsky, Black Swan. In Italia uscirà solo il 25 febbraio: alcuni parlano già di capolavoro e invocano l'Oscar per Natalie Portman, altri gridano allo scandalo per la carrellata orrorifica che la pellicola mette in scena: dita dei piedi fratturate dal troppo esercizio, bulimia, ossessioni, manie di persecuzione, sesso lesbico e persino tocchi horror, come alette che spuntano tra misteriose stigmate sulle scapole della protagonista, la giovane ballerina del New York City Ballet pronta a tutto per diventare la fulgida stella del Lago dei cigni di Ciajkowski.
Io sono molto incuriosita e aspetto con impazienza di vedere il film e dipanare i fili di questo thriller psicologico. Che riporta sulle scene anche un'altra attrice, Winona Ryder, da tempo scesa dal piedistallo delle star di Hollywood in seguito a vicende che più o meno tutti conosciamo (come questaquesta e questa).
Caso vuole che in questo film Winona interpreti la prima ballerina ormai "vecchia", che viene scalzata proprio dalla Portman. Lei stessa ha commentato sull'ironia del ruolo. "Ho pensato che fosse un parallelismo interessante. Essere rimpiazzate dalla più giovane. Questo accade di sicuro a Hollywood: è difficile trovare buone parti e in un attimo ci sono tante ragazze nuove. Mi trovo in quell'età di cui sono stata avvertita da tutta la vita". Al contrario la Portman sta vivendo un momento magico, con molti film e riconoscimenti all'attivo, una gravidanza appena annunciata al mondo e un matrimonio in vista con il coreografo conosciuto proprio sul set di Black Swan.



Immagini dal film Black Swan

Come scrive anche oggi il Corriere della Sera, si tratta di due attrici di grande bellezza e in qualche modo simili: brune, lineamenti sottili e corpo esile, carnagione delicata e bel sorriso. Ma mentre la Portman sembra il ritratto della perfezione e della felicità senza ombre, Winona nasconde un cuore nero, fatto di alti e bassi, di eccessi e depressione, di mal de vivre e fragilità che in fondo, mi affascina molto di più. Se Natalie Portman è rigorosamente vegetariana, anzi, vegana quindi non mangia carne -e nemmeno i formaggi perchè "sono preparati trattando il latte con gli enzimi degli animali"- e va pazza per l'hummus, Winona Ryder è quella che, nel pieno della sua storia d'amore con Johnny Depp nel 1991, si scofanava i pacchetti di noodles Ramen "Oriental Flavour" che lui le faceva recapitare in albergo mentre era lontana per lo shooting di un film.

Natalie Portman e Winona Ryder a una premiere del film
Ho sempre avuto un debole per Winona occhi-da-cerbiatto: sarà per quel suo essere bella e allo stesso tempo un po' goffa nei movimenti, per quel suo sorriso spesso imbarazzato o per le sue parti in Sirene, Giovani carini disoccupati, Piccole Donne, La Casa degli spiriti e Girl, Interrupted (il progetto da lei fortemente voluto e poi... l'Oscar l'ha vinto Angelina Jolie...). Oppure sarà che è uno scorpione come me, ma volete mettere? Preferisco l'incasinata Winona, con i suoi noodles e un attaccamento morboso alla pasta che le cucinava suo padre, rispetto ai crostini con l'hummus di Natalie Portman.
Detto questo non resta che andare al cinema a vedere Black Swan e trovare un bel piatto che lo rappresenti degnamente. Aspettiamo febbraio. Intanto però, dato che l'hummus non è male, eccovi la ricetta.

Ingredienti
500 g di ceci
1 spicchio d’aglio
succo di due limoni
paprika e/o peperoncino
2 cucchiai rasi di olio
1 cucchiaino di sale
1 mazzetto di prezzemolo

Frullate finemente i ceci, unite il resto degli ingredienti e frullate finchè avrete una pasta omogenea e cremosa, aggiungendo se necessario dell’acqua. L’hummus può essere servito in ciotoline, decorato con prezzemolo tritato e paprika e accompagnato da crostini di pane.

martedì 4 gennaio 2011

Plum cake di prugne e mele ovvero il mistero di Michael E. Rodgers

Una sera dell'estate scorsa, passando davanti a uno "spazio multifunzionale" (odio questa definizione, ma come chiamare un luogo che riunisce ristorante, galleria d'arte, teatro e altre cose non ben identificate?) a pochi metri da casa mia, ho notato che era nata dal nulla una vetrina che esponeva la misteriosa insegna "Acting Method Studio". Il mio fidanzato, noto per non avere vergogna di nessuno, ha visto che all'interno dello spazio c'era qualcuno e ha bussato. In pochi istanti siamo stati fagocitati nel mondo di una "scuola di recitazione per teatro e cinema": una signora gentile quanto logorroica ci ha spiegato per filo e per segno il metodo d'insegnamento della neonata Accademia, mostrandoci video delle lezioni e invitandoci a restare per assistere "live" alle prove dei ragazzi in teatro.
A tenere le lezioni, ci ha spiegato, era nientemeno che Michael E. Rodgers! ....Voi vi chiederete "e chi diavolo è"?!? Beh, anche noi ce lo siamo chiesti. A detta della pr della scuola è un rinomato attore scozzese con fior fiore di esperienze ad Hollywood. Altro da fare non l'avevamo, così ci siamo fermati per la lezione. Sarà stata la lezione in inglese, la suggestione per una supposta allure holliwoodiana, la capacità dialettica di Rodgers, il suo fare cordiale unito a un aspetto belloccio... fatto sta che sono uscita di lì tutta entusiasta, pronta a dare indirizzo e sito a mia sorella (la quale è aspirante attrice) e a tornare la settimana successiva per assistere a uno spettacolo che mettevano in scena alcuni alunni (e che, devo ammettere, fu carino). Immaginerete lo sconcerto quando, di ritorno dalle vacanze estive, a inizio settembre, ho notato che l'insegna Acting Method Studio non c'era più. E quello ancora più grande quando, al posto del suddetto ufficio, a ottobre è nata un'AGENZIA IMMOBILIARE!


Eccolo.. è lui
Non so che fine abbia fatto Michael E. Rodgers (foto), se sia scappato con i soldi degli alunni o se abbia solo trasferito la scuola, se ha litigato con la fidanzata italiana con la quale viveva qui a Milano (così ci raccontò) ed è tornato in America, in Scozia o chissà dove... so solo che ieri sera l'ho beccato in tivù! Sì, su Iris o Rai4 o uno di quei canali digitali lì davano The Triangle -Triangolo delle Bermude, una miniserie in 3 puntate del 2005. Potete immaginare che ridere quando ho visto la sua faccia e ho pensato "ma è proprio lui?". Accanto al nostro amico semisconosciuto, ci sono Eric Stoltz (vedi QUI) e Catherine Bell (la mitica Mac del JAG Avvocati in divisa).

Valutazione sul prodotto? Non mi sbilancio, era solo il primo episodio. Siamo chiaramente alle prese con la sparizione di alcune navi nel famoso triangolo. Una squadra di esperti di varie discipline viene chiamata a sciogliere il mistero da un commerciante che continua a perdere soldi e mezzi su quel tratto, ma le indagini non sono semplici e presto cominciano ad accadere eventi soprannaturali. Direi che per ora siamo sul 6 meno. Ma voglio dare una chance al mio amico Michael! :) E anzi, se qualcuno di voi avesse sue notizie -e soprattutto notizie della scuola- mi illumini!
Nel frattempo ci vuole un bel dolce da tenere pronto per gustarsi la prossima puntata di questo che per me è diventato un impredibile minievento. Una cosa non troppo pesante vista la stagione... in alternativa potete sempre tagliarvi una fetta dei mille panettoni che giacciono nelle antine della dispensa. Ma se vi va di sporcarvi le mani, ecco una tortina semplice semplice che ho fatto con quel che avevo in casa.



Plum cake very very plum
Non so voi ma io non vedo mai plum cake con le prugne. Ho pensato: ma se si chiama così, ce le potrò mettere! Puriste vi precedo.. lo so che la ricetta originale era un dolce inglese a base di prugne fresche, ma non stiamo a spaccare il capello. :-)



Ingredienti
Yogurt alla vaniglia 125 gr
1 grossa mela renetta (o due se piccole)
una dozzina di prugne secche tipo Sunsweet
2 uova
150 gr di farina 00
100 gr di zucchero
2 cucchiai di fecola di patate
2 cucchiai di olio e.v.o.
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
latte q.b.

Tagliare a tocchetti sottili la mela renetta e mettere a bagno le prugne in un po' di acqua tiepida con un cucchiaino di rum. Nel frattempo setacciare la farina e la fecola con il lievito e la vanillina, aggiungere lo zucchero, i tuorli sbattuti, lo yogurt 2 cucchiai di olio e qualche cucchiaio di latte, aggiungere gli albumi montati a neve. Se l'impasto dovesse essere secco, aggiungete un po' di latte fino a raggiungere la consistenza giusta. Versate nel composto la mela a tocchetti e le prugne strizzate, mescolate bene e versate in uno stampo da plum cake rivestito di carta da forno. Spolverizzate di zucchero semolato. Infornate a 180 gradi per 45 minuti, fate la prova stecchino perchè la forma alta della torta unita alla mela potrebbero prolungare i tempi di cottura fino a un'oretta.
E ora a noi due, Michael!

Update 05/01/2010: ieri sera la seconda puntata del Triangolo delle Bermuda.. siamo sempre intorno al 6 ma si lascia guardare. Ora attendiamo il finale.

domenica 2 gennaio 2011

This coffee... Kick(s) ass!

Aaron Jhonson è Kick Ass, supereoe senza poteri

Chloe Moretz è Hit Girl, undicenne pronta a tutto

Nicholas Cage è Big Daddy, in cerca di vendetta


Figlio del cattivo, Christopher Mintz è Red Mist

Se vi piacciono i supereroi e i fumetti, non disdegnate combattimenti e splatter alla Kill Bill e siete in cerca di un film movimentato, con un po' di sangue ma al tempo stesso divertente... non potete perdervi Kick-Ass (TRAILER), film in uscita nelle sale italiane il 25 febbraio, che il regista Matthew Vaughn ha tratto dall'omonimo fumetto. Un giorno come tanti Dave Lizewki (interpretato da Aaron Johnson, già visto in Nowhere Boy) un diciassettenne come tanti con la passione per i fumetti e il cui unico superpotere è "essere invisibile per le ragazze", fa una pensata: cosa succederebbe se qualcuno, pur non avendo poteri particolari, si presentasse come un supereroe per mantenere l'ordine e difendere la gente comune dai soprusi? La fantasia ci mette poco a diventare realtà: Dave compra online una tutina verde e gialla e si dà il nome di Kick Ass. Dopo un esordio disastroso e un allenamento fai da te alquanto sui generis, il ragazzo viene ripreso mentre interviene per impedire a tre ceffi di fare fuori un quarto. In un giorno Kick Ass diventa una celebrità e il suo video il più visto della storia su Youtube. Ma è presto chiaro allo stesso Dave che il ragazzo si è infilato in una cosa più grande di lui: fortunatamente quando la situazione sembra mettersi male, in suo aiuto salta fuori una coppia di altri supereroi "normali" addestrati a ogni tipo di combattimento con arma da fuoco o da taglio. Si tratta di Hit Girl (Chloe Moretz) e Big Daddy (Nicholas Cage), il cui vero scopo è la vendetta personale contro un potente signore della malavita. E presto il panorama si arricchirà di un quarto eroe mascherato, Red Mist.
Oltre a combattimenti ninja, pistole, coltelli affilati e bazooka, il film è anche ricco di divertenti scene che dipingono con ironia la vita di un adolescente normale (e anche un po' sfigato) quale è Dave: le fantasie sessuali sulla professoressa di inglese, gli imbarazzi con la compagna di scuola Katie (di cui è innamorato e che conquisterà), i pomeriggi passati alla fumetteria insieme agli amici nerd, a leggere e sorseggiare caffè.
Ed è proprio il caffè l'unico riferimento alimentare all'interno di questo film fumettoso. Certo Dave e i suoi amici vanno di grandi mug all'americana, mentre io di solito preferisco il classico espresso miscela arabica.. Ma a volte (soprattutto quando si va all'estero) è divertente sperimentare qualche gusto alternativo di caffè. Ecco una selezione che ho fatto per voi. Cosa sorseggerete guardando questo film?

Gingerbread Latte by Starbucks

Il caffè al Ginseng di Eraclea

Il "caffè sfizioso" di Lino's coffee,
con panna e aromi a scelta

La catena londinese Costa propone il Crème Brulèe Latte

La catena americana The Coffee Bean & the Tea Leaf
vende caffè aromatizzati alla nocciola,
crema di mandorle, vaniglia e creme brulèe


sabato 1 gennaio 2011

Capodanno: un pranzo alla Babette





Ricordate il film ispirato al racconto di Karen Blixen, il Pranzo di Babette? 1871, un piccolo paese di pescatori danesi,  che vive in modo frugale e ripetitivo, accoglie Babette, una rifugiata politica francese. Due sorelle, in nome di una vecchia amicizia, accettano di ospitarla in cambio di un aiuto domestico. Babette rimane al servizio delle due donne per circa 15 anni, ma un giorno vince alla lotteria 10 mila franchi e decide di offrire alle sue ospiti e agli altri esponenti della comunità un sontuoso pranzo francese, per sdebitarsi. Gli invitati, che hanno sempre mangiato zuppa di pane raffermo e birra e merluzzo sotto sale e vissuto nel solco della morigeratezza e del timore di Dio, sono perplessi ma decidono di fare questo "favore" a Babette e mangiare senza troppi commenti... La cena si rivelerà una carrellata di delizie e sorprese, che solleticheranno i sensi. Il pranzo si trasformerà in esperienza mistica e il cibo assumerà un ruolo molto più profondo, diventando il simbolo della passione, della creatività, della vita.
Beh, no, ieri sera alla nostra cena di Capodanno non ci sono stati brodo di tartaruga, quaglie en sarcofage e Savarin ai frutti canditi. Però il cibo è stato un ottimo pretesto per stare insieme e condividere l'arrivo dell'anno nuovo... E come succede ogni anno, si è preparata tanta roba, troppa chiaramente... ma a differenza degli invitati al Pranzo di Babette, che non hanno lasciato neanche una briciola del luculliano (e raffinatissimo) pasto, noi abbiamo prodotto una certa quantità di avanzi. Tartine di varia natura, una delle due teglie di lasagne completamente intonsa, cotechini portati e non cotti, verdurine, insalate, mezza teglia di tiramisu, resti di panettone, tantissima frutta.
Inutile dire che sto cercando ispirazioni varie per riciclare almeno la frutta e i panettoni, possibilmente insieme. Qualche suggerimento da parte vostra?
Nel frattempo vi lascio i miei migliori auguri di Buon Anno! Speriamo che il 2011 ci porti buone nuove.
Auguri!


giovedì 30 dicembre 2010

Indecisi su Capodanno? Potrebbe finire così...

Siete indecisi su cosa fare domani sera, la notte di San Silvestro, convinti che se andrete a una festa non vi divertirete e se opterete per la piazza congelerete? Vi ha addirittura sfiorato la tentazione di starvene chiusi in casa, a sgranocchiare biscotti davanti alla tv, mentre il mondo fuori fa conti alla rovescia e trenini con musica latinoamericana? Beh... pensateci bene! Potreste avere anche voi una piacevole sorpresa.. Guardate com'è finita per Meg Ryan e Billy Crystal nel mitico Harry ti presento Sally.....


Come ve la immaginate la torta nuziale al cocco di cui parla Sally? Io ne ho cercate un po' e ho scovato queste meraviglie.. certo, difficile sapere quale di queste sarà stata servita con "crema di cioccolato a parte..."
Tanti auguri di buon anno nuovo!








mercoledì 29 dicembre 2010

La promessa dell'assassino: un tuffo nella Russia del Borscht


Ieri sera ho rivisto un film che mi aveva colpito la prima volta e che mi ha "disturbato" anche a una seconda visione. Si tratta de La promessa dell'assassino (Eastern Promises, 2007) di David Cronenberg. Un thriller noir che mette in scena un intreccio dove la scelta morale, ardua, si scontra con una spirale di violenza crescente. Anna (Naomi Watts) è un'ostetrica che si trova a far nascere una bambina mentre la giovane ragazza russa che la porta in grembo sta morendo. La madre, Tatiana, ha solo 14 anni e il corpo segnato dall'abuso di eroina. Non ha documenti, solo un diario. E per tradurlo dal russo e ottenere qualche informazione sulla famiglia della ragazza, che potrebbe adottare la bambina, Anna bussa al ristorante di cui la giovane conservava un biglietto. Ma la mossa si rivelerà un azzardo.
Sullo sfondo una Londra bagnata e fredda, protagonista è il mondo della mafia russa, incarnato da un patriarca senza scrupoli, dal figlio delinquente senza la stessa freddezza e abilità (Vincent Cassel), e da Nikolai (Viggo Mortensen), lo sgherro tuttofare, unico a mostrare uno spiraglio di umanità e di pietà. E poi scopriremo perché.
Non è un film leggero e se vi da fastidio la vista del sangue probabilmente non sarà di vostro gradimento. Ma la regia intensa di Cronenberg, la sua capacità di creare un continuo stato di tensione e la recitazione perfetta di Mortensen vi terranno con il fiato sospeso. Epica la scena in cui Mortensen nella sauna lotta, nudo e a mani nude, contro due aggressori armati. 
Un film forte, come i sapori della cucina russa. Come il borscht che il mafioso offre ad Anna, la prima volta che si incontrano. E' una zuppa diffusa in tutta l'Europa centrale, a base di barbabietole e per questo dal colore rosso rubino: ne esistono diverse varianti, in base alla provenienza geografica, e in quella russa è previsto l'uso della carne di vitello e il cavolo. Per i curiosi, riporto la ricetta 

Foto di Ginger & Tomato
Ingredienti (per 6 persone)
400g di bocconcini di vitello

100 gr di salsiccia
250g di barbabietole
1 cipolla grossa
200ml polpa di pomodoro
250g cavolo bianco
1 carota
2 cucchiai di aceto
pepe nero
1 foglia di alloro
2 rametti di prezzemolo
burro

200ml panna acida








Fate cuocere i bocconcini di vitello in un litro di acqua salata per un'ora. Una volta cotta, tagliate la carne a dadini, filtrare il brodo e tenere da parte. Tritate la cipolla e soffriggetela nel burro. Unite le barbabietole tagliate a cubetti e le carote a fette, condite con aceto e pepe nero e lasciate cuocere per qualche minuto.
A questo punto unite la polpa di pomodoro, il cavolo tagliato a striscioline e il brodo di carne fino a coprire le verdure. Lasciate sobbollire per circa 45 minuti. Tagliate la salsiccia a pezzetti e aggiungetela alle verdure assieme ai dadini di carne, l'alloro, il prezzemolo e l'altro brodo: proseguite la cottura per un'altra mezzora. Prima di servire togliete l'alloro. Portate in tavola la zuppa accompagnata da panna acida, servita a parte.

Dasvidania!

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