lunedì 14 febbraio 2011

Pasticcio e tagliatelle, in Emilia Romagna, aspettando L'Uomo che verrà


Sono reduce da un weekend emiliano-romagnolo che si può riassumere in una piccola parola di 4 lettere: CIBO! Non ho fatto altro che mangiare: pranzo a Ferrara al ristorante L'oca giuliva, cena ad Alfonsine (Ravenna) alla trattoria Al Gallo,  pranzo a Ravenna dai genitori del fidanzato. 
Cos'ho mangiato? Pasticcio ferrarese e assaggio di salama da sugo con purè a Ferrara. Passatelli in brodo, tagliatelle al ragù, carciofi in umido e zuppa inglese al Gallo. Ancora tagliatelle, arrosto di maialino al latte, finocchi, cavoletti di Bruxelles al burro e budino ferrarese al cioccolato dai "suoceri". 
Stasera contavo di non cenare e avevo iniziato bene con un infuso di finocchio e un vasetto di yogurt, ma il mio fidanzato affamato si è preparato dei tramezzini al tonno e me ne ha allungati un paio... non ho saputo dire no. Argh! E domani (oggi oramai, vista l'ora) è San Valentino ... non che la festa mi tocchi né mi piaccia però... potrò fare a meno di un dolcino, anche piccolo? mmm, meglio non pensarci adesso. Domani pranzo superlight.


L'Emilia Romagna, terra delle suddette leccornie, è lo scenario del film L'uomo che verrà, una pellicola di Giorgio Diritti (già regista di Il vento fa il suo giro) ambientata tra il 1943 e 1944
A quei tempi, però, di tagliatelle al ragù se ne vedevano ben poche: più facile mangiare minestroni, polentine, uova di gallina e un po' di latte. Il film è un piccolo gioiello: recitato in dialetto bolognese e sottotitolato in italiano (la cosa all'inizio mi preoccupava, ma lo scoglio si supera dopo i primi minuti), racconta una storia che rientra nei fatti noti come la strage di Marzabotto, un'operazione di rastrellamento da parte dei nazisti in cui vennero uccisi oltre 700 paesani, comprese intere famiglie, senza riguardo per donne, vecchi e bambini. 


Protagonista è la piccola Martina, figlia di contadini, che ha otto anni e ha smesso di parlare da quando le è morto fra le braccia il fratellino: ora un altro fratellino è in arrivo e alla sua nascita Martina farà di tutto per proteggere quella nuova vita. Una storia ispirata alla Storia, dove la guerra si insinua nella vita e la coscienza e l'incoscienza si mescolano al coraggio. Nel cast Maya SansaAlba Rohrwacher e Greta Zuccheri Montanari, nella parte di Martina.
Il film ha vinto il Marc'Aurelio d'oro del pubblico e quello della giuria al Festival del Film di Roma del 2009, tre David di Donatello (era candidato a 16) e tre Nastri d'Argento. Consigliato per una serata "cineforum". 

venerdì 11 febbraio 2011

Riscoprire Jane Austen, addentando una torta agli agrumi e semi di papavero


Jane Austen è la scrittrice britannica più celebre di tutti i tempi, ma ha pubblicato solo sei libri. Sei romanzi che si riducono a intrecci d'amore, inganni, delusioni e matrimoni tra i salotti della borghesia inglese ottocentesca. Eppure nella carrellata di personaggi che Jane mette in scena c'è l'intero spettro degli animi umani, dei sentimenti, delle cose importanti dell'esistenza. 
Anche sei californiani, cinque donne e un ragazzo, impareranno a decifrare i propri sentimenti e a riprendere il filo delle loro vite attraverso questi classici ne Il club di Jane Austen, un film del 2007 basato su un omonimo romanzo di Karen Joy Fowler
C'è la bella quarantenne che preferisce allevare cani piuttosto che impegnarsi in una relazione (Maria Bello) e coinvolge per scommessa un genio informatico, carino ma imbranato; e poi una giovane prof di francese in crisi matrimoniale che si invaghisce di un allievo (Emily Blunt), una signora di mezza età in cerca di un diversivo; una moglie appena piantata dal marito e la loro figlia lesbica, a caccia di fidanzata. I sei rileggeranno tutti i romanzi, a rotazione, e ciascuno sarà responsabile di un libro. A voi scoprire cosa troveranno negli scritti della sempreverde Austen
Avvertenza, vi verrà voglia di leggere o ri-leggere tutti i romanzi! Quindi munitevi di una fetta di torta per affrontare la lettura... Stasera io ho preparato questa in 5 minuti: rapida, perfetta per colazione e anche  merenda. Era la prima volta che usavo una miscela già pronta e devo dire che il risultato è buono. Io l'ho preparata con il succo di pompelmo perché ho ancora dei residui dalla "partita" arrivata tempo fa, ma si può sostituire con quello d'arancia o di limone e arance.



Torta rapida agli agrumi e semi di papavero
(contiene 380 gr tra farina, lievito e zucchero già dosati)
1 pompelmo
1 vasetto di yogurt al limone
olio di arachidi
2 cucchiai di semi di papavero
2 uova

In una terrina ampia sbattere le uova con un pizzico di sale; mescolarle allo yogurt. Riempire il vasetto vuoto dello yogurt con l'olio di arachidi e aggiungerlo alla crema. Unire il preparato per torta, il succo di un pompelmo e la sua scorza grattugiata. Infine aggiungere due cucchiai di semi di papavero e mescolare bene. Versare in una tortiera imburrata e cuocere in forno a 180 gradi per circa 40 minuti. Spolverizzare a piacere di zucchero a velo... Io l'ho decorata con delle forme di forchettine affamate... buon appetito!



martedì 8 febbraio 2011

Braveheart e il re dei biscotti scozzesi: lo shortbread


Molto tempo prima dell'alcolismo, del fanatismo religioso, delle dichiarazioni razziste e di una giovane moglie russa (tra l'altro non è finita troppo bene nemmeno con lei), Mel Gibson è stato capace di regalarci un film epico, avventuroso e romantico come Braveheart. Ne scrivo perché lo stanno dando in tv proprio ora, su Rete4: la storia ripercorre le gesta di William Wallace, ribelle scozzese che guidò la rivolta contro gli inglesi nella prima guerra di indipendenza scozzese negli ultimi anni del 1200
Impavido, come recita il sottotitolo che hanno appioppato al film in italiano, coraggioso e pieno di rabbia per chi gli ha ucciso l'amata sposa Murron,Wallace decide che è tempo di ribellarsi ai continui soprusi della corona inglese. Si mette quindi a capo di un gruppo di disperati che va via via infoltendosi, fino a diventare un vero e proprio esercito. Credo che abbiate visto tutti il film, e non svelo ulteriori dettagli a chi invece ha ora uno spunto per andarselo a rivedere. Un film d'azione che piace anche alle donne, grazie alla figura romantica dell'eroe senza macchia pronto a tutto per i suoi ideali e per vendicare l'amore perduto. Un uomo vero, insomma (oggi: specie estinta) coerente, deciso, schietto. Come il sapore dei biscotti più celebri della Scozia, i favolosi shortbread.
Non li avete mai mangiati? Allora dovete provarli al più presto: sono un concentrato di burro e di friabile bontà che non lascia spazio ai dubbi, ottimo accompagnamento per il tè delle cinque (magari scelto tra questi). Se riuscite a reperirli, sono buoni quelli industriali della Walkers, ma certamente fatti in casa sono un'altra cosa, perciò ecco la ricetta, anche lei semplicissima ma molto efficace.




Scottish Shortbread cookies
500 gr di farina 00
400 gr di burro
200 gr di zucchero di canna

Mescolare il burro morbido e lo zucchero di canna fino a formare una crema, aggiungere la farina e amalgamare fino a formare una palla. Mettete l'impasto a riposare in frigo per un'ora, poi stendetelo in una teglia rettangolare (quella grande del forno) e bucherellate tutta la superficie della pasta con una forchetta. Infornate a 180 gradi per circa 20-25 minuti. Appena cotta, tagliate la pasta a barre rettangolari e lasciatele raffreddare.. se riuscite a non mangiarle prima!

lunedì 7 febbraio 2011

A Londra, con un tè come si deve, per Il discorso del re


Quando si dice un bel film. Il discorso del re è candidato a 12 premi Oscar e prevedo che ne porterà a casa un bel po'. Colin Firth, conosciuto e amato da tutte le ragazze come il mitico Mark Darcy di Bridget Jones, qui interpreta il principe Albert di Windsor, "Bertie", figlio secondogenito di re Giorgio V e padre della regina Elisabetta II
Bertie è affetto da una grave balbuzie che è insieme sintomo e causa di un profondo senso di inadeguatezza, conseguenza di un'infanzia vissuta nel solco della disciplina e priva di manifestazioni d'amore. Per questo tende a defilarsi dalle occasioni mondane e dai discorsi in pubblico; quando, alla morte del padre, il fratello Edoardo VIII (Guy Pearce) decide di abdicare per sposare Wally Simpson, americana due volte divorziata con il vizietto degli uomini potenti, Bertie è costretto a prendere su di sé la responsabilità della corona alla vigilia di una guerra mondiale. 
Lo aiuterà a guardarsi dentro e superare i suoi limiti Lionel (Geoffrey Rush), un poco ortodosso ex attore riciclatosi logopedista scovato dalla moglie Mary, l'amata Queen Mother (Helena Bonham-Carter). 
Il loro rapporto è un lungo e spassoso duello tra due uomini lontani ma che, per motivi diversi, si sentono ugualmente frustrati e impotenti: imparano a conoscersi, a fidarsi l'uno dell'altro e diventano amici. 


Bertie è un'alternanza di visi contriti, imbarazzi, scatti d'ira, slanci di entusiasmo e scoraggiamenti; Lionel è un treno di ottimismo, intuitivo e testardo, pronto a scuotere Bertie anche bruscamente, senza troppo riguardo per il suo lignaggio, scavando per far emergere l'indole da combattente che giace sepolta in lui. 
Firth e Rush sono meravigliosi e un applauso va anche ai doppiatori italiani (anche se ora ho la curiosità di rivedere il film in lingua originale). Io ho scritto troppo, quindi concludo: andate a vederlo, non ve ne pentirete. 
Il film profuma di Londra, Windsor e "britishness"... E allora di cosa parlare se non di ? Vi lascio con le indicazioni dello scrittore George Orwell, un vero fanatico del té, per la corretta preparazione di questa bevanda:

Chi sta slurpando il tè? Riconosciuto?
Qui invece trovate una guida completa ai tipi di té, alla loro provenienza e su come prepararli e gustarli in base alle varietà, curata da Arte del Ricevere
Infine, una piccola selezione molto chic, con tè speciali ideali per un pensiero di San Valentino!

Opulence Darjeeling Castlelton Muscatel tea, da Harrods
Il tè dell'amore di Kusmi Tea
Valentine's Tea Blend, di Harney's & Sons
Ancora Kusmi Tea, questa volta nella miscela
stimolante di tè verde, mate e spezie

venerdì 4 febbraio 2011

Il delitto perfetto: un remake ...del Cavoletto


Titolo assurdo? Tranquilli, non sono impazzita! Oggi voglio proporvi un "remake" della ricetta che ha postato l'altro giorno Sigrid del Cavoletto di Bruxelles qui, ma con una serie di varianti, sia nella presentazione sia negli ingredienti. Lo sentivo un po' come un delitto, riproporre e per di più modificare una sua ricetta... basta vedere le sue foto, sempre impeccabili... e le mie, che invece lasciano molto  a desiderare! Poi ho assaggiato e sono stata contenta, perchè invece questo pie è davvero squisito.
Come me deve essersi sentito Andrew Davis quando nel 1998 firmò Delitto Perfetto, remake con Michael Douglas, Gwyneth Paltrow e Viggo Mortensen dell'omonima pellicola del maestro Alfred Hitchcock, con Grace Kelly e Ray Milland, del 1954 (Il delitto perfetto). Il regista si prese la libertà di variare alcuni elementi della storia: spostò l'ambientazione da Londra a New York, trasformò il sicario da semplice estraneo nell'amante della vittima e il marito da celebre tennista a squalo di Wall Street. E posso dire con risultati assolutamente degni, confezionando un ottimo thriller che se non avete visto vi consiglio.
Intanto, vi do la ricetta del pie. Requisito fondamentale: dovete amare il cavolfiore. Altrimenti addio!

 

Sopra, la locandina del film del 98 con Paltrow e Douglas.
Qui, una scena del film di Hitchcock
 
Pie di cavolfiore e mozzarella
Per il "coperchio"
150 gr di farina 00
70 gr di burro freddo
sale
1 uovo
Per il ripieno 
150 ml di besciamella (per cui vi occorrono 200 ml di latte, 1 cucchiaio di farina, sale e noce moscata)
80 gr di mozzarella
parmigiano grattuggiato 3 cucchiai
50 gr di scamorza affumicata grattugiata
mezzo cavolfiore
piselli surgelati
mezza cipolla bianca

Queste dosi sono corrette per riempire una piccola pirofila da 20 cm x 20, come quella della foto.
Nella ricetta originale Sigrid preparava diversi pie monodose e usava la pasta sfoglia per coprirli. Io ho realizzato una specie di pasta brisé con l'aggiunta di un uovo, ed è venuta buona, croccante al punto giusto e gustosa. Nel ripieno lei aggiunge alla verdura panna e provolone, io besciamella light, scamorza e mozzarella. Ma passiamo alla preparazione.
Lavorate la farina con il burro freddo, impastate il tutto con un uovo sbattuto con un po' di sale (lasciandone da parte un pochino per spennellare la superficie) e poi infilate in frigo per 30 minuti. 
Intanto lessate per 10 minuti il cavolfiore ridotto a cimette e i piselli in acqua salata. 
Preparate una besciamella leggera con il latte, un cucchiaio di farina, sale e noce moscata. 
Grattugiate i formaggi duri, strizzate bene e tagliate a piccoli dadini la mozzarella. 
Tritate finissima la cipolla e mettetela nella pirofila. 
Scolate la verdura e unitela alla cipolla nella pirofila. Conditela con i formaggi e la besciamella, mescolate tutto e pepate. Tirate fuori la pasta dal frigo, stendetela  sul bordo della pirofila e ritagliatela. Con la pasta avanzata decorate come volete, nel mio caso io ho seguito l'esempio di Sigrid e fatto due foglioline. Spennellatela di uovo e infornate il tutto a 180 per 30 minuti. Essendoci la mozzarella che tende a fare acqua, usate la funzione ventilato negli ultimi dieci minuti per "asciugare".

giovedì 3 febbraio 2011

Star Food. Scarlett Johansson: di biscotti light, curve e moda

Scarlett Johannson è considerata una tra le attrici più affascinanti di Hollywood. A ragione, almeno secondo me. Non è alta 1 metro e 80 e non è perfetta, ma ha un innegabile sex appeal che ricorda le dive degli anni 40, grazie a curve al punto giusto e labbra vergognosamente carnose. 
Si dichiara un'amante del cibo: adora la pizza e i menu di Burger King e si diletta a preparare biscotti... senza troppi grassi però: sostituisce il burro con l'olio di cocco e le uova con soli albumi
Ma non credo che ultimamente stia mangiando tanti di questi biscottini. Dopo essersi messa a stecchetto  per interpretare la cattiva Black Widow di Iron Man 2 (inguainata in una tutina di pelle nera), è ancora più in forma che mai. 
Qui la vedete nelle foto della nuova campagna pubblicitaria del marchio di abbigliamento spagnolo Mango, di cui è testimonial da 4 stagioni. Le foto sono state scattate da Mario Sorrenti a Barcellona, nello scenario della Casa La Ricarda, una residenza modernista nel Prat de Llobregat. Io ho già deciso... devo avere il vestitino con i gatti!! E voi?





mercoledì 2 febbraio 2011

Big Fish... for dinner

Devo mangiare più pesce. Me lo ripeto spesso, ma non lo faccio. Non lo so pulire e non mi fa impazzire, se tralasciamo il sushi, per il quale invece vado matta, e i crostacei, che mangio volentieri al ristorante ma non mi preparo quasi mai. La prova di questa mia scarsa passione per il mondo alimentare marino è che in tutto il blog ho parlato di pesce una volta per dire che mi ero comprata del sushi d'asporto, e un'altra per preparare i molto sani fish&chips
Oggi voglio fare ammenda con ben due ricette a base di pesce. Sia chiaro, sono basic: lungi da me darvi lezioni su questo fronte. Ma magari qualcuna di voi soffre della mia stessa sindrome e così...
Da abbinare a questo pasto non potevo che "pescare" Big Fish, uno dei film più belli di Tim Burton, con Ewan McGregor e Albert Finney. La storia della vita di un uomo, tanto normale quanto resa straordinaria dai suoi racconti di giganti, streghe, gemelle siamesi, fanciulle bellissime, campi di fiori gialli e città dove il tempo si ferma. Un uomo che mescola realtà e fantasia per rendere tutto più bello, unico e speciale. E se invece ciò che sembra incredibile fosse la verità? Voi cosa scegliete, la fiaba o la realtà?


Strozzapreti al ragù di cernia (dosi per 3 porzioni)
Un pacchetto di pasta fresca formato strozzapreti (non all'uovo, 250 gr)
Un filetto di cernia, circa 300 gr
1 latta di pomodori pelati
1/2 bicchiere di vino bianco secco
cipolla bianca, mezza (se piccola, se no meno)
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
sale

Tagliare a tocchetti il filetto di cernia. Tagliuzzare la cipolla e soffriggerla con l'aglio in poco olio evo. Aggiungere il pesce  e il prezzemolo e scottarlo per qualche minuti, sfumarlo con il vino bianco. Aggiungere i pelati tagliati a dadini con il loro sugo, salare e cuocere il sugo per circa 15 minuti a fuoco lento. Nel frattempo lessare gli strozzapreti, scolarli al dente e saltarli in padella nel sugo. Et voilà.



Filetto di salmone al sesamo e aceto balsamico
1 trancio di salmone fresco
aceto balsamico e olio evo
semi di sesamo
bietoline


Marinare il filetto di salmone in un piatto con aceto balsamico e olio extra vergine di oliva per circa un'oretta.
In una padella antiaderente, tostare i semini di sesamo. Una volta pronti, versarli in una ciotola. Passare il filetto nei semini e farli aderire bene su tutti i lati. Scottarlo nella padella aderente, aggiungendo due cucchiai della marinatura. Cuocerlo per 4 -5 minuti per parte. Io l'ho accompagnato a un cuore di bietoline bollite. :)

E dopocena...


lunedì 31 gennaio 2011

Tra un sorso di whisky e uno di champagne, ecco La versione di Barney



Non so se siate fan del libro di Mordecai Richler. In tal caso, sapete meglio di me che nessuna trasposizione cinematografica potrà mai rendere giustizia alle mille sfaccettature di un personaggio cinico, irriverente, impulsivo, sfrontato, politically uncorrect e al tempo stesso codardo, conformista, mediocre, nostalgico e a suo modo romantico come Barney Panofsky.

Questo tentativo del regista Richard J. Lewis, tuttavia, è sicuramente apprezzabile: un film vivace, divertente e in gran parte incentrato sulla storia d'amore con Miriam, terza moglie e unica veramente amata da Barney, che ha il volto e la grazia di Rosamund Pike. Paul Giamatti, eterno "non protagonista" del cinema hollywoodiano, qui si prende la sua rivincita di brutto ma bravo, dominando la scena con naturalezza e aderenza al personaggio.


Eppure questo Barney ha perso per strada un po' del suo mordente, del suo umorismo caustico, dell'autoironia ebraica che invece viene incarnata dal sempre meraviglioso Dustin Hoffman, Izy Panofksy, padre di Barney ed ex poliziotto in pensione con il debole per le belle ragazze.

Banalizzati anche il rapporto di Barney con gli amici, la cricca di artisti bohemien: nel libro il protagonista si circonda di queste persone perché vorrebbe essere come loro, senza riuscirci. La sua avventura imprenditoriale, il suo successo, sono conseguenza della sua inettitudine in campo artistico. Il vero Panofsky subisce il fascino di gente come Boogie (Scott Speedman) e Clara, ne è attratto e al tempo stesso deve distanziarsene. Nel film è quasi soddisfatto delle sue trash Totally Unecessary Productions, continuamente derise nella versione letteraria.

In ogni caso, andate a vederlo: è un film carino estremamente godibile per i digiuni della storia, forse un po' meno soddisfacente per chi ha amato il libro cult. Non vi propongo un piatto, perché in questo film più che mangiare, si beve. Un po' di champagne e vino, ma soprattutto whisky. Liscio!

Ma non posso rinunciare a darvi una ricetta, quindi ho pensato che possa servirvi sapere come fare la crema al whisky, di cui parlavo proprio ieri a pranzo con delle amiche.


Whisky Irish Cream (tipo Baileys)


Ingredienti
240 ml di panna
300 gr di latte condensato
400 ml di Whisky irlandese
1 cucchiaino di caffè solubile
2 cucchiani di sciroppo di cioccolato
1 cucchiano di estratto di vaniglia
1 cucchiaino di estratto di mandorla

Frullate insieme la panna, il latte condensato, il whisky, il caffè e gli aromi a intensità alta per circa 20-30 secondi. Versate in un contenitore chiuso ermeticamente e lasciate raffreddare per qualche ora. Shakerate bene prima di servire!

sabato 29 gennaio 2011

Torta al pompelmo e Mandorle, misteriosa come Wicker Park

Potrà sembrarvi una torta paradiso, ma non lo è. Nasconde un mix di aromi e profumi deliziosi ma difficili da decifrare: provate a servirla a degli ospiti e chiedete loro cosa ci avete messo: vedremo quanti di loro indovineranno. Eh già perché non si sente tutti i giorni di una torta con il pompelmo. La premessa è che ho dei pompelmi bio nuovi di zecca: dovevano essere rosa, invece sono arrivati gialli, quindi più amarognoli e meno "facili" da mangiare da soli. Mi sono accorta che non li avevo mai usati per cucinare e siccome progettavo di fare un plum cake all'arancia per la colazione di domattina, mi sono detta: perché non usare lui, il pompelmo, al posto della cugina più celebre? Ed ecco questa tortina, una ricetta semplice e veloce, che mi ha dato molta soddisfazione! Ho infatti compensato il sapore amarognolo del pompelmo con della farina di mandorle nell'impasto, che come diceva giusto ieri la mia amica Strawberry Blonde, per i dolci è un po' un ingrediente magico. Non c'è nemmeno troppo condimento perciò... godetevela senza eccessivi rimorsi, è perfetta per la colazione ma anche per una merenda, accompagnata da un tè Earl Grey!




Torta soffice di pompelmo e mandorle
150 gr di farina 00
100 gr di farina di mandorle
2 cucchiai di fecola di patate
1/2 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino di bicarbonato
2 uova
8 cucchiai di zucchero di canna biologico
70 gr di burro
1 pompelmo medio grande, non trattato

Spremere un grosso pompelmo e grattugiare la sua buccia. Sbattere le uova con un pizzico di sale in una terrina e amalgamarle con lo zucchero di canna. Unire la farina di mandorle, l'altra farina, la fecola e il lievito. Mescolare bene e aggiungere il burro sciolto, il succo del pompelmo e la buccia grattugiata. Versare in una teglia imburrata e infornare a 180 gradi per 40 minuti. Una volta cotta e raffreddata, spolverizzare di zucchero a velo.


Così come questa torta non rende facile scoprire i suoi ingredienti, così nel film Appuntamento a Wicker Park le cose non sono come sembrano.. Si tratta di un film del 2004 con Josh Hartnett, Diane Kruger e Rose Byrne. Un giovane pubblicitario in procinto di sposarsi torna nella sua città natale e lì gli sembra di intravedere la sua ex fidanzata (Kruger), bellissima ballerina e suo unico grande amore, improvvisamente sparita dalla sua vita qualche anno prima. Inizia così il percorso di indagini per scoprire se il suo amore vive ancora lì, dove, perché lo ha mollato. Man mano che la matassa si dipana, i pezzi del puzzle tornano a posto e si comprende che la separazione tra i due non è avvenuta per volontà degli stessi... ma nemmeno per caso. Un mini giallo (senza omicidi, però!) che ruota attorno a due appartamenti, pochi negozi, un ristorante e un parco, Wicker Park. Un film senza troppe pretese, ma l'intreccio è ben congegnato: carino!

Con questa ricetta partecipo al contest de Il ricettario di Cinzia sugli agrumi

ilricettariodicinzia

giovedì 27 gennaio 2011

No Reservations e l'irresistibile spaghetto al pomodoro & basilico


Ci siamo arrivati, era prevedibile che prima o poi vi parlassi di questo film. No Reservations (Sapori e Dissapori) è infatti una pellicola che ogni foodblogger o amante della cucina conosce: una commedia del 2007, rifacimento di Ricette d'Amore, film tedesco del 2001 con Sergio Castellitto, garbata, non troppo sdolcinata ma nemmeno eccessivamente divertente, a dirla tutta. Il cibo, ossessione e passione, è al centro della storia senza tuttavia possedere completamente la scena e diventare fonte di vere emozioni. Alcune ingenue banalizzazioni, insomma, trasformano questo film in un'occasione mancata. 
Catherine Zeta Jones è la bellissima, glaciale e iperorganizzata chef di un celebre ristorante newyorkese. A sconvolgere la sua quotidianità arriva la nipotina Zoe, figlia della sorella scomparsa in un incidente d'auto, che si trasferisce a casa sua. A sconvolgere la sua rigorosa cucina, invece, ci pensa Nick, affascinate sous-chef (Aaron Eckhart) assunto a insaputa di Kate. 
Chiaramente i due sono il giorno e la notte, lei seria e rigida, lui piacione, chiacchierone, amante dell'opera e della cucina dell'Italia, dove (trovata un po' stereotipata) ha imparato tutto ciò che sa del cibo, lavorando in una piccola trattoria toscana. Infatti mentre il piatto forte di Kate sono le quaglie in salsa di zafferano tartufata, Nick si diletta più volentieri con pastasciutte e pizze che, naturalmente, fanno impazzire la piccola Zoe (che preferisce saltare la cena piuttosto che mangiare le orate con tanto di testa della zia). Grazie ai due Kate, che il cibo lo approccia con rigore, quasi a produrre un composto chimico più che un connubio di delicati sapori e consistenze, capirà che nella vita c'è altro oltre al lavoro, ovvero l'amore e la famiglia, e si lascerà andare.
Tra i tanti piatti d'effetto, però, la scena di questo film che mi ha fatto veramente venire fame e mi ha spinto a mettere in pausa e (dato che era ora di cena) prepararmi una cosa che anni fa era il mio pranzo quotidiano e che invece oggi mangio raramente, è quella in cui Nick fa tornare la fame alla bimba inappetente con degli spaghetti pomodoro e basilico... un classico irresistibile!
Vi devo lasciare la ricetta? Mi sa proprio che nessuna di voi ne ha bisogno...ma lo faccio lo stesso! 

foto dal web

Spaghetti al sugo di pomodoro e basilico (per 4 persone)
320 gr di spaghetti di grano duro
Pomodori San Marzano o 1 latta di ottimi pelati
1 spicchio d'aglio
4-5 foglie di basilico
olio extra vergine di oliva
sale
zucchero
parmigiano grattugiato

Tagliare a cubetti i pomodori pelati o i pomodori freschi puliti e sbucciati. Soffriggere l'aglio a pezzetti in abbondante olio extra vergine, senza però farlo annerire né renderlo troppo croccante. Aggiungere il pomodoro (nel caso dei pelati anche il loro sugo) e salare. Nel caso in cui usiate i pelati potete correggere la loro maggiore acidità con un cucchiaino di zucchero. Lasciate cuocere a fiamma lenta per circa 20 minuti. Spegnete il fuoco, spezzettate grossolanamente con le mani le foglie di basilico e unitele al sugo. Lessate gli spaghetti in acqua salata, scolateli al dente e saltateli in una padella con il sugo. Servite caldissimi con parmigiano grattugiato. E ora, come diceva Sordi... "maccarone, m'hai provocato e io ti distruggo... mo' me te magno!"


martedì 25 gennaio 2011

Contest Hart-to-Hart: Crostata del cuore, per un film d'amore


Non riesco a seguire fino in fondo una ricetta. Se non cambio almeno un passaggio o un ingrediente non sono io. Inoltre spesso mi metto in testa di preparare qualcosa per finire quello che ho sotto mano e se non ho una ricetta me la invento. E' il caso di ieri sera. La premessa è che avevo dei kiwi, comprati 2 settimane fa, prima sempre duri e poi improvvisamente raggrinziti senza maturare bene. Se penso a quanto me li ha fatti pagare la tizia del mercato vorrei tornare alla bancarella e tirarglieli in testa uno a uno: ma visto che tra poco parleremo d'amore mi trattengo! I più raggrinziti, comunque, sono stati scelti per fare una gelatina o coulis o similiaria di accompagnamento a una panna cotta. Ma siccome non trovavo ricette soddisfacenti in questo senso e inoltre volevo qualcosa di light, mi sono inventata un esperimento con la ricotta. Chiaramente l'esperimento non è uscito come volevo, e allora mi sono arrabbiata e ho infilato tutto in una crostata.
Accanimento terapeutico? Maniaca del riciclo? Pasticciona, direi, ma alla fine è venuto fuori qualcosa di buono, anzi di molto meglio della sciapa pannacottina light che mi ero prefigurata. E allora ho pensato che con questa torta parteciperò al contest di EliFla, Hart-to-Hart. Perché dopo tutto anche l'amore è così: ci mettiamo dentro gli ingredienti, senza sapere bene la ricetta, ma con la fiducia che tutto sarà come vogliamo noi... A volte però i piatti non escono come previsto e allora che si fa? Ci si lavora insieme e si trova un modo per crearne un altro... ancora più buono
Non c'è bisogno che vi lasci un film da abbinare a questa torta: primo perché il contest cita già uno dei mitici telefilm degli anni 80, CuoreBatticuore, secondo perché ognuno ha il suo film d'amore preferito... Il mio consiglio è, guardate quello! Anzi, ditemi... qual è il vostro film d'amore
Nel frattempo vi lascio la ricetta del mio pasticcio recuperato.


Crostata del cuore con formaggio e kiwi
Per la frolla
250 gr di farina 00
2 tuorli d'uovo
1 pizzico di sale
120 gr di burro
100 gr di zucchero

Per il ripieno
4 kiwi abbastanza maturi
zucchero di canna 4 cucchiai
250 gr di ricotta
80 gr (1 panetto) di Philadelphia
latte q.b.

Preparate la pasta frolla impastando con le mani la farina, lo zucchero, i tuorli d'uovo sbattuti con il sale e il burro freddo fino a ottenere una palla. Avvolgete la pasta nella pellicola e infilate in frigo per un'ora. Nel frattempo preparate il ripieno. Vi tralascio i passaggi pasticcioni che ho fatto con formaggio e frutta. Quello che dovrete fare voi, se mai vorrete fare questa torta, è : mantecare ricotta e Philadelphia con lo zucchero di canna e un goccio di latte per ammorbidire il tutto e unire i kiwi frullati. Stendete 2/3 della pasta con un mattarello e mettetela in una tortiera imburrata o rivestita di carta forno, versate il composto di kiwi e formaggio. Dalla pasta rimanente ritagliate dei cuori con uno stampino. Infornate a 180 gradi per 1 ora. 
Se servite questa torta come dessert per una cena romantica, decoratela mettendo un paio di fettine di kiwi fresco su ogni fetta e/o con un cucchiaio di coulis di fragole o lamponi, preparata semplicemente frullando la frutta insieme a un po' di zucchero: darà quel tocco di colore rosso-amore.

Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...