martedì 22 marzo 2011

Cioccolato dolceamaro per Blue Valentine



"How do you trust your feelings when they can just disappear like that?"
..."I think that the only way you can find out...
Is to have those feelings"


"She just seems different, you know like.. I don't know"
"Wait, how different?"
"I don't know, I just got a feeling about her.. Do you know when a song comes on and you gotta dance?"
"Yeah..."



Scrivere di Blue Valentine, opera prima alla regia di Derek Cianfrance, non è cosa semplice. Ancora frastornata dalle sensazioni contrastanti che la pellicola scatena, scandagliando una storia d'amore e disamore con realismo e intensità lontani dai cliché di Hollywood, dovrei forse attendere qualche giorno per guadagnare oggettività. Eppure è raro che un film colpisca tanto da spingere a parlarne subito e non voglio perdere l'ispirazione.
Facendo i miei soliti paragoni culinari (non posso esimermi), posso dire che questo film assomiglia a quei cioccolati fondenti col 90% di cacao, neri, lucidi, invitanti. Lo spettatore è un bambino goloso, abituato a scorpacciate di cioccolata al latte o al gianduia, a gusti come croccanti nocciole, toblerone, o riso soffiato, storie d'amore in cui le note dolci sovrastano tutto il resto. Infilando in bocca un quadratino di questo cioccolato, il bimbo scopre una cosa del tutto diversa, inattesa: il sapore del cacao c'è, ma di dolce è rimasto ben poco. Anzi, sulla sua lingua troneggia un amarognolo pungente, eppure vellutato, che lo disorienta e lo delude, ma al tempo stesso lo porta a cercarne ancora, consapevole di essersi imbattuto in qualcosa di raro e prezioso.


Così vi sentirete dopo aver visto Blue Valentine: provati, svuotati, forse un po' depressi, eppure felici di aver conosciuto un'esperienza cinematografica così intensa.
Dean e Cindy sono una coppia giovane, che vive da qualche parte in Pennsylvania: lei è infermiera, lui fa l'imbianchino. Hanno una bimba che va all'asilo. La loro vita va avanti per inerzia tra insofferenze reciproche, punzecchiature, recriminazioni, incompatibilità di vedute. Quello che un tempo era stato un grande amore, ora è un rapporto che non sa trovare una dimensione nè una direzione
I loro caratteri sono diversi e lo capiamo soprattutto grazie ai flashback, girati in 16 mm, che ci mostrano i loro primi incontri e lo sbocciare dei loro sentimenti. Le battute che ho riportato sopra rappresentano i loro modi opposti di approcciarsi alla vita: da ragazza Cindy è riflessiva, indecisa, poco determinata, ma intelligente e capace e ha dei sogni per il suo futuro. Dean invece è un ragazzo di fatica, testardo e leale; un moderno romantico, un principe sbruffone di periferia disposto a dare tutto (ma proprio tutto.. vedrete!) per inseguire il suo sogno d'amore
Ma nel presente Cindy cerca un cambiamento, vuole evolvere, crescere nel lavoro e nei suoi rapporti familiari, e vorrebbe che anche Dean desiderasse di più. Lui invece si è seduto, chiuso nel suo microcosmo familiare composto da Cindy e dalla bimba che adora, rinunciando a ogni ambizione e a ogni stimolo esterno e preferendo le birre. Cindy si sente in gabbia e Dean, pur amandola come il primo giorno, non sta al passo, non la capisce e non sa cosa fare perché lei torni a stare bene con lui. 
Se il passato è una miscela esplosiva di fiducia, entusiasmo, passione (anche a letto: s'è molto parlato di una scena di sesso orale abbastanza esplicita) misti a guai e incoscienza, il rapporto presente tra Cindy e Dean vive invece di discussioni, amarezza, piccoli gesti di stizza, crisi sessuali e incomprensioni. Capire il momento in cui si è consumato il tutto è forse impossibile, capire se la loro storia può essere recuperata e ha un futuro... beh, a voi l'ardua sentenza
A dir poco emozionanti sono le interpretazioni di Ryan Gosling e Michelle Williams e per questo vi consiglio, se potete, la visione del film in lingua originale. La Jen Lindley di Dawson's Creek ne ha fatta di strada e così Gosling (visto in The Notebook-Le pagine della nostra vita- e in Stay, nel labirinto della mente), occhi chiari all'ingiù e mento pronunciato, non bello ma con il classico fascino del ragazzo "sbagliato". 

Se deciderete di vedere questo film, consiglio tenere a portata di mano un po' del famoso cioccolato di cui sopra (nei gusti da voi preferiti) per gustare al meglio la visione (e combattere l'amarezza). 



Una perla? La chicca scovata da Dean perché diventasse la canzone sua e di Cindy: Penny & The Quarters, You and Me. Praticamente introvabile. Ascoltatela!


PS: Questo post è dedicato alla Carli, che mi ha chiesto di parlare di Ryan Gosling. Lo so, il film non è The Notebook, che ho già visto in passato a spizzichi e bocconi, presto lo riguarderò e poi vediamo... magari con una ricetta! Sicuramente la prova di Gosling in questo film batte le sue precedenti. 

domenica 20 marzo 2011

Lasagne di zucchine, maialino al latte & Little Miss Sunshine

Pranzo domenicale con famiglia, in visita alla figlia maggiore che ha scelto di diventare "milanese" rinnegando la Brianza. La scena? Mamma che legge il giornale ad alta voce cercando di coinvolgere le sorelle, incuranti e intente a trovare la soluzione del giochino per smartphone Move it (una droga), il papà che smanetta con le impostazioni della televisione e il fidanzato che s'arrabatta in questo circo, mentre io spignatto. Il "Tutto buono, brava" di mia mamma a fine pasto vale più di ogni tentativo di descrivervi queste ricette, così passo direttamente al procedimento.




Lasagne alle zucchine
1 confezione di lasagne Sfogliavelo Giovanni Rana
5 zucchine (medio grosse, se piccole fate 6-7)
1/2 porro
400 ml di besciamella (da preparare con 500 ml di latte parzialmente scremato, 1 cucchiaio di farina Antigrumi di Molino Chiavazza, 1 cucchiaio d'olio, sale, noce moscata)
2 mozzarelle da 125 gr
Parmigiano grattuggiato q.b.
sale
pepe


Affettate le zucchine a julienne con la grattugia. Affettate il porro, fatelo soffriggere in una wok in poco olio evo e poi aggiungete le zucchine: cuocete per circa 15 minuti, mescolando spesso, salate e pepate. Preparate poi la besciamella leggera, sciogliendo la farina in un po' di latte in un pentolino e poi aggiungendo il resto del liquido e l'olio e facendola cuocere finché non si sarà addensata (10-15 min). Quando la besciamella sarà pronta, tagliate a dadini le due mozzarelle (dopo averle strizzate bene per eliminare il liquido) e grattugiate un bel po' di parmigiano. Versate la besciamella nella pentola delle zucchine e amalgamate bene. Procedete a comporre la lasagna in una teglia imburrata: mettete due fogli di pasta sul fondo, versate due mestolini di besciamella e zucchine, qualche pezzetto di mozzarella, spolverata di parmigiano. Proseguite così fino alla fine della teglia, finendo con uno strato di verdura e formaggi. Cuocete in forno per 40 minuti a 200 gradi.
Questa lasagna è un'alternativa perfetta per i vegetariani ed è anche una versione più leggera e primaverile rispetto alla classica con il ragù: inoltre il gusto delicato delle zucchine piace davvero a tutti!




Filetto di maiale al latte
1 filetto di maiale da 600gr
500 ml di latte
2 spicchi di aglio
5-6 foglie di salvia
un ramo di rosmarino
sale
pepe
burro 
olio evo
1 cucchiaio di farina (io antigrumi del Molino Chiavazza)

La ricetta è stata adattata tra varie versioni lette su internet e il mio libro Scuola di cucina de Il Cordon Bleu francese. La foto non rende giustizia, si tratta delle due ultime fettine avanzate, ma il gusto è davvero ottimo e lo dice una che non va matta per la carne. In una casseruola larga e bassa (io ho usato il tegame da 28 cm con rivestimento ceramico di Pedrini) soffriggete l'aglio con un pezzo di burro e un po' di olio e.v.o. Aggiungete la salvia e il rosmarino e poi il pezzo di carne. Rosolate il filetto su entrambi i lati, salate e pepate. Quando la carne sarà ben rosolata, unite il latte, coprite e lasciate cuocere per circa 40 minuti, girando la carne e mescolando di tanto in tanto. Una volta che l'arrosto sarà cotto, levatelo dal tegame e conservatelo nella stagnola. Intanto fate restringere il sugo aggiungendo un cucchiaio di farina. Una volta che la carne si sarà intiepidita tagliatela a fette: al momento di servirla passatela di nuovo nel tegame con la cremina di latte per scaldarla. Il filetto è ovviamente la parte più morbida del maiale per cui vi consiglio questo taglio al posto dell'arista, che comunque rimane una valida alternativa: il gusto dolciastro del latte, pur stemperato da salvia e rosmarino, si sposa benissimo col maiale. Servite con il contorno che più vi piace, io ho scelto un purè di patate, classico ma sempre efficace. 


Dopo queste due bombe, fragole al limone e torta paesana preparata dalla nonna. E così la famigliola felice s'è riempita la pancia. Un film da abbinare a questa giornata? Beh anche se la mia famiglia non è allargata nè composta da persone che sembrano pazze (almeno a un primo  esame... scherzo! :)) direi che non c'è niente di meglio di Little Miss Sunshine.
Il film è il racconto del viaggio di una famiglia diretta in California per permettere a Olive, la più piccola (Abigail Breslin), di partecipare a un concorso di bellezza per ragazzine. Una spietata fotografia del mondo delle baby bellezze che si unisce al ritratto di una famiglia sgagherata e divertente che proprio nel viaggio riuscirà a comprendersi meglio e ad accettarsi. Da vedere!






venerdì 18 marzo 2011

Hush, hush. Una giornata di silenzio per il Giappone

Aderisco alla giornata del silenzio in sostegno del popolo giapponese.

Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, 
ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo
(proverbio giapponese)

For Japan With Love


martedì 15 marzo 2011

Giappone, contro il nucleare la favola di Nausicaa


Tanto tempo fa, quando ero solo una ragazzina il cui mondo girava attorno a scuola e pomeriggi fatti di merende, disegni e cartoni animati, mi capitò di vedere un cartone che mi colpì moltissimo. Era diverso da tutti i manga a puntate che mi sorbivo ogni giorno su Bim Bum Bam, perché era un film, ma non c'entrava nulla con l'allegria spensierata e canterina dei classici Disney. Si trattava di Nausicaa della Valle del Vento, capolavoro di Hayao Miyazaki, maestro del cartone animato giapponese e autore di opere come Conan, Il castello errante di Howl, la Città Incantata, Porco Rosso, Ponyo sulla scogliera).
Il film, del 1984, è una favola ecologista ambientata in un futuro postapocalittico. La Terra, in seguito alla distruzione portata dai "guerrieri invincibili", robot dotati di arsenali atomici, è distrutta. I pochi umani superstiti vivono in piccole comunità isolate mentre il resto del mondo è ricoperto dalla Giungla tossica, dove, per reazione abnorme ai bombardamenti nucleari subiti, la natura ha sviluppato piante tossiche che rilasciano spore radioattive ed enormi insetti mutanti che minacciano la sopravvivenza degli insediamenti umani.  Mentre la maggior parte degli uomini vede nella Giungla solo una minaccia ed è pronta a ingaggiare una nuova battaglia per distruggerla definitivamente, Nausicaa, principessa della Valle del Vento, capisce che la natura, ferita e quindi crudelmente mutata,  va al contrario protetta, perché proprio in essa risiede la chiave della sopravvivenza dell'umanità
In questi giorni in cui la distruzione del Giappone è sotto gli occhi di tutti noi, in cui il Paese  del Sol Levante è sull'orlo di un disastro nucleare che forse è già in atto mentre scrivo, non posso che ripensare a questo piccolo capolavoro ecologista creato proprio da un giapponese e che già 27 anni fa era un monito per l'umanità. La natura non va sfruttata, assoggettata, piegata, sfidata con l'energia nucleare: va rispettata, assecondata, capita. Solo in questo modo potremo vivere insieme a lei, dentro di lei, e non contro di lei, a ogni costo. 
Guardare la piantina del Giappone, che ha disseminato di centrali nucleari le sue frastagliate coste di isola vulcanica, mi rende basita e leggere dell'orgoglio del governo giapponese che ha rifiutato per ore di chiedere aiuto per poi piegarsi di fronte al terrore di una nuova Cernobyl, mi fa molto arrabbiare. Non capisco come un popolo possa anteporre questioni di forma e di orgoglio al suo stesso bene, non lo capisco perché probabilmente non conosco la loro cultura. 
Ma forse non è questione di Giappone: ovunque l'uomo si comporta ancora come padrone del mondo, quando non lo è. E la natura è lì, a ricordarcelo. 
Anche questo film può ricordarcelo e io ve lo consiglio. Non lascio nessuna ricetta da assaporare oggi, ma come non ricordare le meraviglie della tavola giapponese, che mangio volentieri anche se non ne conosco tutti i nomi... i sushi, i maki, i sashimi, le zuppe, le leggere tempura, i dolci con la marmellata di fagioli azuki... 
speriamo che la situazione si stabilizzi.



domenica 13 marzo 2011

Vacanze romane... tra abbacchio, amatriciana e..carbonara!



Roma è bellissima: sfido chiunque a dissentire! Sono appena tornata dalla capitale, dove abbiamo passato il weekend per il matrimonio di un amico. Occasione per una visita ai Musei Vaticani, che non avevo mai visto, ammirando a testa in su -finché il collo ha retto- i capolavori dipinti da Michelangelo nella Cappella Sistina. E occasione per fare una cena romanesca al 100%, alla Trattoria Perilli, un ristorante che è una vera e propria  istituzione del quartiere Testaccio

Trattoria Perilli
via Marmorata 39 Roma
Eravamo dodici e abbiamo ordinato rigatoni alla carbonara, bucatini all'amatriciana, abbacchio con le patate e carciofi alla romana (quelli alla giudia sono croccanti mentre questi vengono stufati e rimangono teneri...). 
Le porzioni sono corpose. La cosa più bella dei primi è che un fortunato può mangiare direttamente dalla terrina dove hanno mescolato tutta la pasta... un gioco divertente che anche nella mia famiglia facevamo sempre quando mia madre preparava la carbonara.. A dire il vero la terrina spettava solitamente a mio padre (unico uomo della famiglia) ma ogni tanto ce la cedeva e noi eravamo super soddisfatte. 
Questa carbonara merita perché é rigorosamente senza panna -caratteristica per me indispensabile perché si possa definire vera una carbonara!-, ricca, cremosa, profumata di pepe e pecorino e con pezzetti di pancetta croccante e gustosa: se passate di là ve la consiglio, ma vi consiglio anche di ordinare piatti diversi e dividerli, perché avrete voglia di assaggiare tutto. L'amatriciana non è da meno, la carne dell'abbacchio era tenera e leggera e i carciofi squisiti. Putroppo non ho foto, ero troppo impegnata a masticare per pensare a scattare.. Però vi lascio la ricetta di come la preparo io!

Pasta alla carbonara 
Per 4
360 gr di rigatoni o spaghetti n. 3 
120 gr di pancetta tesa affumicata
3 uova
50 gr di pecorino romano
50 gr di parmigiano reggiano
sale e pepe

In una terrina capiente sbattere 2 tuorli e un terzo uovo intero con un pizzico di sale. Grattugiare i due formaggi e unirli alle uova, mescolando fino a formare una crema. Tagliare la pancetta a pezzetti e soffriggerla in una padella antiaderente con pochissimo olio evo, sale e pepe, finché non sarà croccante. Lessare la pasta in acqua salata e scolarla al dente. Versare immediatamente la pasta nella terrina, aggiungere la pancetta e il suo condimento, mescolare bene, spolverizzate di altro pepe... e buon appetito! 
E per il dopocena? Io direi un bel film in bianco e nero ambientato a Roma, of course! 
Potete scegliere tra...

di William Wilder
con Audrey Hepburn e Gregory Peck


di Federico Fellini
con Marcello Mastroianni


di Stefano Vanzina
con Alberto Sordi


mercoledì 9 marzo 2011

Cooking Movies su R2M e polpettine dal cuore verde

Stasera niente film (in questi giorni vado di corsa e ho poco tempo anche per leggere i vostri blog, ma prometto che mi rifarò presto), invece mi fa piacere segnalarvi che Cooking Movies è il blog della settimana per il blog di R2M!
Ecco il link alla recensione, se vi va di leggerla!

leggi la recensione
R2M è un sito e un negozio online di vini, distillati ma anche di gastronomia: dateci un'occhiata, c'è anche una sezione dedicata al design e agli attrezzi da cucina. 
Ringrazio Chiara, che segue il blog e che ha scritto la recensione! 

Come vi dicevo oggi niente film, ma vi lascio almeno una ricetta facile per chi, come me, si annoia a mangiare la carne come semplice bistecchina: sono polpette abbastanza leggere, con l'aggiunta di bietoline.



Polpettine dal cuore verde
Dosi per 4 persone
500 gr di carne trita scelta di vitello
un mazzettino di prezzemolo
4 cubetti di bietole surgelate
1 uovo
2 fette di prosciutto cotto
sale
pepe
pangrattato

Lessate le bietole e scolatele molto bene. Tritate il prezzemolo e aggiungetelo alla carne macinata, che condirete con sale e pepe. Unite un uovo sbattuto e impastate. Aggiungete le bietoline (quando si saranno un po' raffreddate) e tre cucchiai di pangrattato; lavorate l'impasto finché le bietole non saranno ben distribuite. A questo punto create delle palline di carne con le mani e passatele su tutti i lati nel pangrattato. Potete friggerle in abbondante olio, oppure fare come me, che le ho cotte in una padella antiaderente appena unta, rigirandole spesso: non sarà lo stesso, ma potrete mangiarle senza sensi di colpa. :-)

lunedì 7 marzo 2011

Ragione e sentimento; e le due facce del cavolo (sana.. e golosa)


Elinor e Marianne Dashwood sono sorelle: riflessiva, modesta e razionale la prima; romantica, impulsiva e sognatrice la seconda. I loro caratteri, opposti come la ragione e il sentimento, sense and sensibility, rappresentano le due facce delle donne e dell'amore nel romanzo di Jane Austen e nel film che ne ha tratto Ang Lee nel 1995. 
Elinor e Marianne sono diverse, eppure molto legate: entrambe scopriranno l'amore e si scontreranno con un'iniziale delusione, ma non perderanno la speranza. Alla fine, in una interessante contrapposizione tra i fatti e le disposizioni di carattere delle due donne, Marianne finisce per preferire la ragione e il rispetto alla passione che inizialmente sognava, mentre Elinor riesce ad ottenere l'amore dell'uomo che non sperava di avere. 
Non entro nei dettagli della trama, che ogni amante della Austen conosce e che potete trovare qui: il film è fedele al romanzo e Emma Thompson (Elinor) e Kate Winslet (Marianne) sono due perfette signorine inglesi dell'ottocento.




E poi, Elinor e Marianne sono tutte noi: ragione e sentimento si dibattono in noi, un momento vince l'una, un attimo dopo siamo sopraffatte dall'altro. Nel romanzo di Austen i  i diversi modi di sentire e di vedere le cose non impediscono alle due sorelle di amarsi, di capirsi, di confortarsi e darsi sostegno: anzi, le due sono un esempio di amore e solidarietà femminile! Un film che vi consiglio se domani, otto marzo, farete una cena tra amiche. 
Magari potreste preparare la ricetta che vi propongo stasera, che è al tempo stesso golosa (e buuuona) e sana (perché contiene il benefico e antitumorale cavolfiore... poco importa se poi c'è una costellazione di altri ingredienti ad appesantirlo.. vero?) e quindi combina il sentimento con la ragione :)



Tortino di cavolfiore 
Per la brisè
200 gr di farina Antigrumi di Molino Chiavazza (non c'è bisogno di setacciare, è ottima)
100 gr di burro freddo
70 ml di acqua freddissima
1 pizzico di sale
Per il ripieno
1 cavolfiore medio
1 mozzarella (125 gr)
2 fette di prosciutto cotto
2 fette di mortadella
3 cucchiai di panna da cucina
olio e.v.o.



Dividete il cavolfiore a cimette e lessatelo in acqua bollente salata per dieci minuti. Intanto lavorate il burro freddo con la farina fino a creare un impasto bricioloso, infine aggiungete l'acqua e un pizzico di sale, lavorate fino a formare una palla. Mettetela nella pellicola e poi a riposare in frigo per mezz'ora. Nel frattempo avrete scolato il cavolfiore. In una pentola antiaderente scaldate qualche cucchiaio d'olio e saltate il prosciutto e la mortadella tritati per un paio di minuti. Aggiungete il cavolfiore e poi i cucchiai di panna e la mozzarella tagliata a dadini. Quando il formaggio sarà filante spegnete e versate il tutto in una tortiera di ceramica e livellate. Aspettate che la brisè sia pronta e poi stendetela con un mattarello. Adagiatela sopra la tortiera e rifinite il bordo eliminando la pasta in eccesso. Con questa io ho creato delle stelline per decorazione, voi potete sbizzarrirvi come più vi piace... o lasciarla liscia. Spennellate con un po' di latte e infornate a 200 gradi per circa 45 minuti. Lasciate riposare 10 minuti prima di servire... Buon appetito!


Curiosità: 
E' stata Emma Thompson, che interpreta Elinor, ad adattare il romanzo per il cinema, scrivendo la sceneggiatura che le ha fruttato un Oscar.
La Thompson, che nel 95 divorziò da Kenneth Branagh (reo di essersi fatto l'amante, che poi sarebbe Helena Bonham Carter, sul set di Frankestein), ha conosciuto sul set di questo film Greg Wise, nel film il fascinoso Willoughby, che ha sposato nel 2003. Galeotti furono Ragione e Sentimento.

giovedì 3 marzo 2011

Plumcake al cocco & cioccolato: la colazione del campione



Dopo la mia disavventura con lo stampo di silicone m'era rimasta la fissa della tortina. Inutile dire che, da vera combattente ( :-)), ho deciso di rifarne un'altra subito, il giorno dopo. Però no, non ho ritentato con il silicone: se si fosse ripetuta la solfa e avessi dovuto buttare la seconda torta di seguito sarebbe stato troppo deprimente! Ho optato per una ricettina semplice e ottima per la colazione: il plumcake con farina di cocco e pezzetti di cioccolato. 

Plum cake al cocco & cioccolato
50 gr di farina di cocco
150 gr di zucchero
1/2 bustina di lievito per dolci
2 uova
1 vasetto di yogurt bianco (io al limone, era da finire :))
olio di arachidi (misurato nel vasetto di yogurt vuoto)
50 gr di cioccolato fondente

Sbattete le uova e lavoratele a crema con lo zucchero e il vasetto di yogurt. Unite la farina setacciata con il lievito e la farina di cocco e infine il vasetto da yogurt pieno (bastano 3/4) di olio di arachidi. Tritate a pezzetti il cioccolato e aggiungetelo all'impasto, versate il composto in uno stampo per plumcake e infornate a 180 gradi per circa 45 minuti.

Il plum cake è venuto bene, ve lo consiglio perché è semplice e perfetto per iniziare la giornata con una marcia in più... il cocco e il cioccolato, oltre che stare benissimo insieme, sono superenergetici... insomma è la torta ideale per uno sportivo!
Chissà se ne avrebbe volentieri mangiata una fetta anche Mark Wahlberg prima degli allenamenti a cui si è sottoposto per girare The Fighter. Il film, che ha portato a casa due Oscar grazie ai fantastici Christian Bale e Melissa Leo, migliori attori non protagosti, racconta la storia vera del pugile Micky Ward e del suo fratellastro maggiore Dicky Ecklund.



Micky è un ragazzo sui trent'anni che vive in una città di provincia del Massachusets. Fa il pugile, allenato dal fratellastro Dicky, ex promessa della boxe finito sulla cattiva strada a causa della dipendenza dal crack, e gestito da Alice, madre padrona di questa famiglia allargata con 9 figli e aspirazioni da grande manager. Ma la gestione familiare è disastrosa: Dicky non si presenta agli allenamenti, preferendo chiudersi in casa con altri tossici a fumare crack, e la madre non ci capisce un'acca. Micky viene persino costretto a battersi contro un pugile di 9 chili più pesante, che lo distrugge. 
Quando nella vita di Micky arriva Charlene (Amy Adams), ex promessa dell'atletica finita a fare la barista, la musica cambia: il ragazzo prende consapevolezza di sè e capisce che, se vuole avere una chance di vincere, le cose devono evolvere. Inizia così una lotta per affermare se stesso come uomo e come pugile, che passa attraverso l'emancipazione da una famiglia disfunzionale -dove l'unico eroe è sempre stato Dicky- e poi un riavvicinamento consapevole. 




Il film è molto intenso, si respira la voglia di riscatto di queste persone della classe operaia e la loro ansia di non lasciarsi sfuggire l'occasione della vita. Wahlberg regge bene il ruolo, ma chi merita un capitolo a parte è Bale, noto per la dedizione con cui si immedesima nei personaggi. Lui non ha interpretato Dicky, lo è diventato: magrissimo (di sicuro lui di plum cake al cocco non ne ha mangiati per un bel po'), il viso stanco e rovinato, pochi capelli in testa, parlata da bullo di periferia e l'aria di chi, pur non avendo combinato niente di buono nella vita, si atteggia a leggenda, perché preferisce non guardarsi allo specchio o si accorgerebbe di essere un fallito. Se vi capita, cercate in Google qualche foto del Dicky originale: noterete la somiglianza. Intanto, vi consiglio questo film: io l'ho visto in lingua originale e si fa un po' fatica a causa della parlata slang, ma ne vale la pena. 



Mi piacerebbe dedicare questo plum cake ai bambini del Santa Lucia: un piccolo contributo alla raccolta di Caris, e speriamo che vada tutto per il meglio! Il plum cake, per la sua forma e la sofficità, è un dolce molto amato dai bambini e poi i pezzetti di cioccolato e il cocco contribuiscono a renderlo perfetto per una merenda golosa e allegra! E poi come dicevo, è sostanzioso e adatto per chi deve affrontare tante sfide tutti i giorni... perché non bisogna mai smettere di lottare e di crederci, come insegna anche il film che ho abbinato a questo dolce!



Con questo plum cake partecipo anche al contest di Natalia di Fusillialtegamino


mercoledì 2 marzo 2011

Come lo sai? Di esperimenti non riusciti (al cinema e in cucina)


Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Una volta, ad esempio, mi impazzì la crema del tiramisu. Lo stavo preparando in tutta fretta per portarlo a cena da un'amica ed ebbi l'idea di frullare uova zucchero e mascarpone con il minipimer per amalgare meglio. Divenne più liquida del latte: a mio discapito, credo che fosse colpa del fedele frullatore a immersione, che infatti si ruppe di lì a pochi giorni. Ieri, nonostante avessi poco tempo perchè alle otto dovevo ri-uscire per andare a lezione di danza, ero nell'ottica di fare una torta e ho inventato una ricetta senza pormi troppe domande e cuocendola per la prima volta uno stampo in silicone. Ho dovuto buttare tutto. L'impasto s'è appiccicato sul fondo e al momento di togliere la torta dallo stampo questa s'è rotta, senza contare che avevo messo troppo poco zucchero ed era insapore.
Quindi:
A) vi chiedo qualche lume sugli stampi in silicone: probabilmente c'è qualche accortezza o diversità rispetto alla cottura normale che non ho avuto; any suggestion?
B)Basta mettersi ai fornelli con la fretta, cattivissima consigliera! 
C) Devo rassegnarmi ad accantonare la fissa: mah sì, facciamo-una-torta-leggera-senza-burro-e-con-poco-zucchero-tanto-viene-buona-lo-stesso. Per i dolci ci vuole il giusto condimento e il giusto zucchero, se no meglio lasciar perdere.

Meglio lasciar perdere anche se vi state mettendo il cappotto per andare al cinema a vedere Come lo sai.
Avevo visto il trailer ieri sul blog Style and Outfit, così ieri sera mi sono vista il film. Mi aspettavo una cosa del tutto diversa, molto più brillante e divertente e meno sconclusionata! Chapeau ai creatori del trailer, che hanno saputo fare un cut & paste delle scene migliori dando l'idea di un ritmo e di una comicità che invece al film mancano. Il regista è James Brooks, famoso per Voglia di Tenerezza e il bellissimo Qualcosa è cambiato: certo, l'ultimo film, Spanglish, aveva un po' deluso ma tutto sommato era carino. Qui ha rigiocato la carta Jack Nicholson, tanto spettacolare in Qualcosa è cambiato quanto ridotto a inutile macchietta in questa pellicola. 




La trama? Lisa (Reese Witherspoon) è una trentunenne giocatrice professionista di softball (tipo baseball) che viene scaricata dal proprio allenatore. Si consola un po' per noia un po' per voglia di provare tra le braccia di Matty, giocatore di successo con un penthouse megagalattico. Questi, interpretato da Owen Wilson, è la parodia dell'atleta superficiale, collezionista seriale di donne, abituato non impegnarsi e non ascoltare gli altri quando parlano (nè tantomeno è capace di interpretare segnali e/o comportamenti). E' naive in modo tanto disarmante che risulta davvero simpatico. 
Ma sulla strada di Lisa arriva George (Paul Rudd. Chi? Un nome poco conosciuto, in realtà veterano della commedia americana che pur incarnando perfettamente -occhi chiari, aspetto pulito, bei modi, sorriso aperto- il "fidanzato ideale", finora ha recitato prettamente in ruoli demenziali o da antipatico. Qui, per la prima volta, interpreta il leading role in una commedia rosa). Un'amica comune vuole farli conoscere e i due escono per un appuntamento al buio. Ma quella sera George è distrutto perché ha scoperto di essere, suo malgrado, al centro di una indagine federale sull'azienda fondata dal padre (Nicholson) e sta per essere incriminato, mentre Lisa è depressa per l'esclusione dalla squadra.


Il loro appuntamento, insomma, è un disastro. Senonché George la trova adorabile e decide di conquistarla, mentre Matty per la prima volta decide di stare seriamente in una relazione. Questa ragazza indecisa e scettica sull'amore dovrà quindi capire cosa vuole e agire di conseguenza. Pochi i momenti "veri" o verosimili del film, scarsa l'evoluzione dei personaggi e del loro rapporto (perché cominciano a piacersi? Quando scatta la scintilla? Boh), per un film troppo lungo con pezzi un tantino sconnessi e che non risponde alla domanda del titolo: Come lo sai (che sei innamorato)??
Anche la conclusione è un po' in punta di piedi, diversa dal lieto fine trionfale a cui ci ha abituato la rom-com americana, ma non per questo più credibile. In fondo, quando si guarda una commedia lo si fa per sognare. Poco importa che rifletta la realtà, l'importante è che ci diverta e ci faccia sognare.. due cose che questo film non riesce a fare! (ps: sarà che il mio benchmark della commedia perfetta è Harry ti presento Sally.....)


lunedì 28 febbraio 2011

Academy Awards 2011: Oscar... appetitosi!

Come ogni anno è arrivato puntuale l'appuntamento con i premi Oscar! Alle 2.30 della scorsa notte è iniziata l'83esima edizione degli Academy Awards: un'edizione senza grandi sorprese, questa, perché i favoriti hanno tutti colpito nel segno. Qui di seguito i principali vincitori, qualora ve li siate e persi; poi, continuando la tradizione inaugurata con i Golden Globe, un po' di foto appetitose dai red carpet!
E voi quale preferite?


Academy Awards 2011
Miglior Film: Il discorso del re di Tom Hopper
Miglior Attrice Protagonista: Natalie Portman (Black Swan)
Miglior Attore Protagonista: Colin Firth (Il discorso del re)
Miglior Attrice Non Protagonista: Melissa Leo (The Fighter)
Miglior Attore Non Protagonista: Christian Bale (The Fighter)
Miglior Sceneggiatura Originale: David Seidler (Il discorso del re)
Miglior Sceneggiatura Non Originale: Aaron Sorkin (The Social Network)
Miglior Film Straniero: In un mondo migliore, Danimarca
Miglior Film D'Animazione: Toy Story 3
Miglior Fotografia: Wally Pfister (Inception)

Anne Hathaway, in rosso come una red velvet cake.
L'attrice ha presentato la serata: tanti cambi d'abito,
ma l'ingresso è in Valentino Vintage Haute Couture

La regina della festa è stata ancora lei: Natalie Portman,
in un viola appetitoso come questo cupcake all'uva fragola
o le violette candite

Hale Berry meravigliosa in Marchesa. Spumosa come una meringa
e frizzante come un vino rosé

Nicole Kidman in un prezioso abito bianco che ricorda
questa supertorta multistrato decorata in argento.. o
dei candidi macarons

Amy Adams, bravissima in The Fighter, sfoggia un abito
blu notte scintillante... come la bottiglia dello
Champagne POP di Pommery: e ora brindisi!

NB: le foto dei dolci e delle bevande abbinate sono prese da internet, no copyright infringement intended :)

domenica 27 febbraio 2011

Strawberry tiramisu forever


Fragole! Questa versione di Strawberry Fields è presa da Across The Universe, un bel musical del 2007 realizzato con le canzoni dei Beatles, che racconta la storia d'amore di Jude (James Sturgess), inglese sbarcato in America a cercar fortuna, e Lucy (Evan Rachel Wood). Nella New York degli anni 70 i due giovani dovranno affrontare mille vicissitudini tra amici hippy, guerra in Vietnam e movimenti pacifisti e cercheranno superare le differenze che li separano, perché in fondo... All you need is love!



Proprio le fragole sono le protagoniste della ricetta che vi presento oggi. Anche se siamo lontani dalla stagione calda, questo non ci impedisce, per una volta, di andare contro a tutti i dettami salutisti ed ecologici (: scegliere frutta e verdura di stagione!) e fare un bel dolce con questo goloso frutto... ;-)
Dovevo preparare un dolce per una cena da un'amica e sapevo solo di volerci mettere le fragole. Mi sono anche consultata con Nena, che fa sempre torte bellissime: lei mi aveva consigliato delle coppette con crema di yogurt, solo che portare dei bicchieri monoporzione era difficile e allora mi sono ispirata alla ricetta del tiramisu di fragole proposta da Giallozafferano, con qualche variante e trasformando le coppette in un unico dolce. 
La preparazione è piuttosto lunga (così come la ricetta), quindi vi consiglio di cuocere il pan di spagna in un altro momento, magari la sera prima. Ecco come fare!

Tiramisu di fragole al profumo di limoncello 

Per il Pan di spagna
6 uova 
180 gr di zucchero
180 gr di farina per Torte Leggere di Molino Spadoni (contiene farina e fecola già dosate, in alternativa usate 90 gr di farina e 90 di fecola)
2 cucchiaini di lievito per dolci
buccia di limone grattugiata

Per fragole e la bagna
3 cestini di fragole
1 limone
2 arance
crema di limoncello
acqua
zucchero

Per la crema
2 tuorli d'uovo
1 albume montato a neve
500 gr di mascarpone
8 cucchiai di zucchero a velo
6 cucchiai di crema di limoncello

Per guarnire
60 gr di cioccolato bianco
1 pezzetto di burro

Iniziate con la preparazione del pan di spagna. In una terrina dai bordi alti rompete le uova, lavoratele con lo zucchero e poi montate il composto con lo sbattitore elettrico per circa un quarto d'ora. Risulterà una crema gonfia e chiara. Il mio non s'è gonfiato a dovere perché sono senza robot da cucina e ho dovuto montare a mano: il risultato quindi lasciava un po' a desiderare e ho aggiunto il lievito per essere sicura che sortisse, cosa che nella ricetta originale non è necessaria. Aggiungete la farina setacciata, a pioggia, e mescolate quel tanto che basta per amalgamare le uova alla farina. Versate il composto in una teglia rettangolare foderata di carta da forno e infornate a 180 gradi per circa 15 minuti; non aprite mai il forno durante la cottura ( o rischiate l'afflosciamento istantaneo). Una volta che il pan di spagna è raffreddato tagliatelo a fette di circa 1 centimetro. Tagliate le fragole a dadini  mettetele a macerare con il succo di 1 limone, due arance e 2 cucchiai di zucchero per circa 2 ore. 


Preparate la crema amalgamando i tuorli di due uova sbattuti, il mascarpone, lo zucchero a velo, otto cucchiai di crema di limoncello e alla fine aggiungete l'albume montato a neve. Mettete in frigo a rassodare.
Quando le fragole saranno pronte scolatele e raccogliete il succo in una terrina: dovreste avere circa 250 ml di liquido. In un pentolino mettete a scaldare altri 150 ml di acqua (o la quantità necessaria a raggiungere almeno 400 ml) con 2 cucchiai di zucchero: quando bolle l'acqua spegnete e aggiungete otto cucchiai di crema di limoncello. Unite al succo delle fragole: ecco pronta la vostra bagna. E adesso, componete il dolce. 
Sporcate la pirofila con un po' di crema, bagnate il pan di spagna, fatene un primo strato, coprite con la crema, procedete con uno strato di fragole e ricominciate con il pan di spagna, poi ancora crema e infine fragole. In un pentolino sciogliete il cioccolato bianco con un po' di burro e guarnite colandolo sulle fragole con un cucchiaio. Mettete in frigo a riposare e toglietelo un quarto d'ora prima di servire. Ecco il risultato finale.



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Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...