martedì 12 aprile 2011

Breakfast at home... con le ravioline alla marmellata


Come avrete visto da questo "old style" trailer del meraviglioso film cult, Holly Golightly (Audrey Hepburn) amava farla davanti a Tiffany. E come biasimarla, Tiffany è il negozio dei sogni, con quei gioielli meravigliosi e quelle scatoline azzurre dal pantone inimitabile -e brevettato- capace di far palpitare ogni signora. Io invece la colazione adoro farla a casa



Non fatemi uscire senza aver prima consumato questo pasto fondamentale! Posso pensare di fare uno strappo ogni tanto e uscire digiuna, ma solo se la meta è il bar pasticceria sotto casa dove sfornano fragranti croissant e goduriose conchiglie ripiene di crema al latte. Per il resto del tempo, cerco di tenermi sul sano andante con latte, caffè e formelle di frumento integrale (due di queste qui, che ammorbidisco nel latte tiepido creando una specie di porridge instantaneo che il mio ragazzo schifa profondamente, e che io invece adoro.. very English, anche se io nel latte ci metto il caffè, very Italian). Ogni tanto però si prepara una tortina o, in questo caso, le raviole emiliane alla marmellata: e per un paio di mattine mi sveglio ancor più contenta al pensiero di cosa mi aspetta per cominciare la giornata (almeno sul fronte alimentare, perché se parliamo del fatto di dover andare al lavoro la solfa cambia....).
Era la prima volta che le preparavo, ho seguito la ricetta di Barbara di Spelucchino , che ringrazio, con un paio di varianti e sono venute bene... provatele e mi saprete dire! 



Ravioline emiliane al limone e alle pesche
NB: Dosi per circa 16 raviole, se siete in tanti raddoppiatele!
130 gr di farina 00
120 gr di farina Manitoba del Molino Chiavazza
90 gr di burro
90 gr di zucchero
15 ml di latte
1/2 bustina di lievito
1 uovo
1 cucchiaino di miele di fiori d'arancio
1 pizzico di sale
buccia di mezzo limone non trattato
Per farcire
Fiordifrutta Rigoni di Asiago di Pesche
Fiordifrutta Rigoni di Asiano di Limoni

Barbara suggerisce di non manipolare l'impasto a mano ma di lavorarlo con una spatola. Se come me non avete tutti gli attrezzi del mestiere, potete fare come ho fatto io, che forse non è proprio il modo più ortodosso ma giuro, non ho praticamente mai toccato l'impasto se non per chiuderlo nella pellicola a riposare in frigo: e questo era l'importante, o no? ;-) 
In una terrina mettete il burro a tocchetti e lasciate ammorbidire. Quando sarà ben morbido aggiungete l'uovo intero, il latte, lo zucchero e il miele e sbattete tutto bene con una forchetta. Aggiungete la farina setacciata con il lievito e il sale e la scorza grattugiata di mezzo limone. A questo punto mescolate un po' con l'amica forchetta e in pochi secondi gli ingredienti si ammasseranno in una palla: tiratela fuori dalla terrina, compattatela, chiudetela nella pellicola e lasciate in frigo a riposare almeno un'oretta. 


Trascorsa l'ora necessaria, stendete l'impasto con un mattarello a uno spessore di circa 4-5 mm, ritagliate dei dischi con un bicchiere o con uno stampo da biscotti rotondo e piuttosto grande. Al centro mettete un cucchiaino di marmellata a piacere, io ho usato la Fiordifrutta Rigoni di Asiago di Pesche e quella di Limoni: entrambe buonissime, quella ai limoni dà un tocco molto più originale al biscottone quindi per un tè raffinato con gli ospiti la consiglio. Con le pesche però non sbagliate, sono delicate e dolcissime e si sposano a perfezione con la frolla morbida. Chiudete piegando l'impasto a metà, disponetele su una teglia e cuocete a 180 gradi per circa 15 minuti; io ho usato la carta forno, così evitate di imburrare. :-) Una volta freddi, spolverizzate di zucchero a velo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Mariacristina in collaborazione con Rigoni, Marmellata che Passione!
Se volete partecipare affrettatevi, scade il 14 aprile!


domenica 10 aprile 2011

Focaccia al formaggio... con tocco lombardo


Questa sera, nonostante le temperature praticamente estive, ho sfornato. Ho passato il pomeriggio con le manine in pasta, a preparare delle focacce e un dolcino, che posterò nei prossimi giorni. Non ho quindi nuovi film da consigliarvi ma con una delle mie creazioni ho deciso di partecipare a Mani in pasta, il primo contest sulla farina Manitoba di Molino Chiavazza
Si tratta di una focaccia al formaggio, sul modello della celebre -e oserei dire inimitabile!- focaccia di Recco, ma con una piccola variante nel ripieno, ovvero l'utilizzo, accanto alla insostituibile crescenza, di un po' di taleggio, formaggio proveniente dall'omonima valle montana lombarda, che ha la consistenza cremosa come la cugina ma un sapore più deciso. 
A voi la ricetta!


Per l'impasto
300 gr di farina Manitoba del Molino Chiavazza
150 ml di acqua
30 gr di olio extravergine di oliva ligure
sale q.b.

Per il ripieno
Un panetto di crescenza da 250 gr
1 pezzo di taleggio da 100 gr
1 confezione da 80 gr di formaggio spalmabile tipo Philadelphia
olio
sale

Mescolate l'acqua con l'olio e il sale, unite i liquidi alla farina Manitoba e impastate fino a creare una palla elastica. Chiudetela nella pellicola e lasciate riposare l'impasto per circa un'ora.
Poi dividete in due l'impasto e tirate due sfoglie molto sottili, il più possibile, lavorandole con le mani (come fanno i pizzaioli, "stirandole" dal centro e afferrando i bordi) e con il mattarello.
Stendete una sfoglia su una teglia rotonda per pizze da 28 cm. Riempite la sfoglia con la crescenza, il taleggio e il Philadelphia tagliati a tocchetti. Condite con un po' di olio e sale.
Coprite con l'altra sfoglia, eliminate con un coltello la pasta in eccesso che fuoriesce dai bordi, bucherellate la superficie e coprirtela con una emulsione di olio e acqua. Infornate a 250 gradi, a metà del forno, per 10 minuti. Gustatela calda, è buonissima! :-) 

Il contest Molino Chiavazza

giovedì 7 aprile 2011

La crostata della nonna e un American Quilt



La cucina delle nonne è sempre la migliore... o sbaglio? I loro piatti sono quelli classici, della tradizione, e di solito non sbagliano un colpo. In questo caso vi propongo una ricetta che non è mia, ma della nonna del mio fidanzato, che lo scorso weekend ci ha accolto con questa crostata meravigliosa... Riporto le dosi che mi ha dato. Ora mi è veramente difficile pensare di preparare una crostata, temo troppo il paragone con questa, che era perfetta nella consistenza e nel sapore: motivo valido per stare a dieta! :-)

Crostata della nonna alla marmellata di prugne
250 gr di farina
125 gr di zucchero
125 gr di burro
1 uovo intero
1 tuorlo
Marmellata di prugne fatta in casa, a volontà


Preparare la frolla lavorando pochissimo tutti gli ingredienti sulla spianatoia: farina a fontana, zucchero, uova, burro, un pizzico di sale. Appena la pasta "lega", metterla a riposare in frigo per un'ora. Trascorso questo tempo, stendere 3/4 dell'impasto in una tortiera, coprire di abbondante marmellata, guarnire di striscioline ricavate dalla pasta rimasta, cuocere in forno a 200 gradi per 40 minuti. Una volta tiepida, spolverizzare di zucchero a velo!


E per gustare questa delizia? Un film dove una nonna e le sue amiche del club del quilt aiuteranno una giovane e sperduta studentessa di Berkley (Winona Ryder) in "ritiro" estivo per concludere la tesi a trovare la sua strada nel mondo. Sto parlando de Gli anni dei ricordi, traduzione molto libera di How to make an American Quilt, un film del 1995 tratto dal romanzo di Whitney Otto. I racconti di quelle che ora sono amiche anziane intente a creare meravigliosi quilt ricamati, svelano a Finn che i dubbi e i sentimenti e le debolezze delle donne sono gli stessi in tutte le epoche. Grazie alla tranquillità di una casa meravigliosa, circondata dagli aranceti, Finn si immergerà nelle vite delle altre per imparare a districarsi nella sua e trovare le risposte di cui ha bisogno: vuole o non vuole accettare la proposta di matrimonio che il fidanzato le ha fatto prima che partisse? Il bel giovane che conosce lì può essere solo un amico? La monogamia è una cosa naturale o una forzatura? Attenzione: film ad alto tasso di romanticismo e riflessioni sulla vita e i sentimenti: da vedere rigorosamente da sole o fra amiche: mariti e fidanzati non potrebbero mai perdonarvi! Vi lascio con il trailer!

martedì 5 aprile 2011

Il mio grosso grasso... yogurt greco


Credo ricordiate tutti questa scena della "cassata-cazzata" de Il mio grosso grasso matrimonio greco: uno dei tanti momenti esilaranti della commedia. Poco da dire su questo film, costruito sulla sceneggiatura di Nia Vardalos, alias Toula, arruolata da Tom Hanks per questa pellicola dopo aver sbancato i botteghini teatrali con uno spettacolo omonimo dove, dice lei, metteva semplicemente in scena la realtà della sua famiglia. Una famiglia ingombrante, composta da un padre greco tradizionalista a cui piace avere l'illusione di comandare, una madre-matriarca che invece ha le redini di tutto, e poi zie, zii, sorelle, fratelli e cugini improbabili.  

La commedia è leggera, anzi leggerissima, e riesce a essere smaccatamente romantica - chi non adora Jhon Corbett, l'Ayden di Sex & the City? ...Ecco appunto- e anche genuinamente divertente. Certo, gioca con tutti gli stereotipi che generalmente gli americani propinano ai popoli mediterranei, dall'attaccamento morboso alla "famigghia" al gusto kitchissimo nel vestire, dalle porzioni abbondanti di cibo -rigorosamente greco-, alle feste chiassose. Ma è una commedia che non pretende di insegnarci nulla e così va presa. Si tratta di uno di quei film rassicuranti, che si rivede volentieri quando lo passano in tivù, per una serata total relax e a cuor leggero. 
E ora che vi aspettate? Souvlaki? Moussaka? Spanakopitta? No cari miei, solo una merenda leggera che può diventare un pasto light se siete di fretta (o a dieta) o avete semplicemente voglia di qualcosa di rapido e fresco....

Merenda di yogurt greco, pere e mandorle 
1 confezione di yogurt Total Fage (170 gr)
1 pera Williams ben matura
1 cucchiaino colmo di miele di arancio
lamelle di mandorle q.b.



Non è che ci sia una vera ricetta, basta prendere la pera, tagliarla a dadini, sommergerla di quella delizia che è lo yogurt greco, denso e cremoso manco fosse mascarpone ma molto più magro -yum!-, aggiungere un bel cucchiaino di miele (io ho usato quello di fiori d'arancio) e un po' di croccanti mandorle a lamelle, ma vanno bene anche quelle intere, spellate e non. 
Buona merenda!

venerdì 1 aprile 2011

Half Nelson, un lollipop per addolcire la vita


"Una cosa non fa un uomo". Lo dice Dan Dunne (Ryan Gosling), giovane professore di storia di una scuola media della periferia di Brooklyn, a Drey (Shareeka Epps), tredicenne afroamericana sua alunna, con la quale divide un segreto. Questa frase è uno degli insegnamenti di Half Nelson. Il merito di questo film è proprio il suo sguardo originale sulle cose, capace di dimostrarci che non sempre, se uno si comporta male in un un ambito della sua vita, è una cattiva persona; anzi, capita spesso che non lo sia.
Dan, per esempio, è un professore di storia, ma è anche un drogato. Fuma crack, ogni tanto sniffa. Fuori dalle mura scolastiche non è altro che un'anima sola che tira avanti senza voglia, senza forza, senza impegno, consumato da un mal de vivre impalpabile. Vive in un appartamento dove tutto è accomodato alla bell'e meglio, con un materasso sul pavimento a fargli da letto e libri e dischi in vinile come unico arredamento. Guardandolo, con quegli occhi impastati e le occhiaie, pensi: ora farà qualche casino in classe, oppure questi ragazzini lo meneranno però alla fine impareranno ad amarlo e lui si riprenderà. Insomma ti immagini lo schema già visto in molti altri film e serie tv. Questa pellicola, invece, esce da tutti i clichè.
Scopriamo che è proprio in classe, con i suoi alunni, che Dan si trasforma e recupera l'entusiasmo. Si anima e coinvolge i ragazzi in discorsi che mescolano i princìpi  con i fatti storici, abituandoli a ragionare e a "unire i puntini" per capire da soli la big picture. Non si attiene piattamente al programma ministeriale, insomma, e questo non piace particolarmente alla preside. Ma niente paura, qui non si tratta di un Capitano, mio capitano dei bassifondi, Dan è un disperato che recupera il senso della propria esistenza quando entra in classe e crede di poter riuscire a plasmare almeno un po' i suoi ragazzi, ad abituarli a pensare anche al di fuori degli schemi.
"Mi piace pensare che se riesci a cambiarne uno..." dice una sera a due tipe in un bar, strafatto di alcol e di crack, "...li salvi tutti!", interviene una delle due. La faccia di Ryan Gosling in questa scena è un capolavoro, sospesa a mezz'aria tra lo stupito e il desolato. "No, non era questo che intendevo...". Se ne salvi uno non li salvi tutti, salvi quella persona ed è già una vittoria, un miracolo, una meraviglia.

 

Questa persona si chiama Drey, ma ci sarebbe da discutere su chi, tra lei e Dan, abbia più bisogno dell'altro. Drey si avvicina al suo prof dopo averlo "sgamato" nel bagno della palestra mentre si faceva di crack. Ma niente sfottò, niente ramanzine. Lui è sull'orlo di un collasso e lei lo aiuta. Senza dire una parola. Continua a parlare poco anche nel resto del film, la piccola Drey, divisa tra questo prof atipico che vuole proteggerla e l'amico del fratello -al momento in galera- un drug dealer che la considera parte della famiglia e vorrebbe iniziarla alle meraviglie dello spaccio. Non ci sono vincitori o grandi riscosse in questo film, solo due solitudini che si incontrano e, in un modo o nell'altro, si riconoscono e si danno conforto, riuscendo a fare per l'altro più di quanto sappiano fare per se stessi. 
Un film davvero da vedere, che a Gosling ha fruttato una nomination agli Oscar nel 2006. Consiglio come al solito la lingua originale, io non sono riuscita a reperirlo ma il doppiaggio in questo caso non è davvero all'altezza.
Un particolare molto carino di Drey, piccola, muscolosetta e con la faccia già adulta, è la sua bambinesca abitudine di consumare lecca lecca. Ne scarta in continuazione, ci gioca e si consola con queste piccola dolcezza di zucchero. Eccovi qui un po' di leccornie da diabete, che di sano non hanno nulla ma sono veramente bellissime e che, solo a guardarle, ci fanno tornare bambini... Qual è la vostra caramella del cuore?

La passione di Drey sono i lollipop trasparenti e colorati

I più classici dei lecca lecca, i Chupa chups
Whirly Pop di Adams & Brooks
Le stringhe di liquirizia Haribo

Tootsie pops a tutti i gusti
Gli orsetti gommosi di Haribo

Un grande classico americano, i marshmallows. Qui, i Campfire

domenica 27 marzo 2011

La torta di mele (quasi) à la mode di Harry ti presento Sally



Alzi la mano chi non ha mai visto Harry ti presento Sally. Uhm, vedo un paio di manine che sventolano, incredibile ma vero! Beh se non avete ancora gustato LA commedia d'amore per eccellenza, fatelo al più presto. Questo film del 1989 di Rob Reiner sceneggiato da Nora Ephron è divertente, leggero ma non stupido, pieno di dialoghi fantastici e di scene cult che sono passate alla storia. La più famosa sicuramente è la scena in cui Sally-Meg Ryan (ma quanto era bella? E come si è conciata ora... lasciamo stare) dimostra a Harry- Billy Crystal che una donna sa fingere l'orgasmo in modo sublime e convincente.




Poi ci sono quelle sulla teoria dell'amicizia uomo donna, la scena del lamento telefonico, il gran finale.. quella che vi propongo è invece la prima ordinazione che Sally fa in una tavola calda, durante una sosta del viaggio in auto che fa con Harry per andare da Chicago a New York. La sua personalità decisa, precisa e logorroica è tutta racchiusa in questa ordinazione: vuole l'insalata dello chef, ma con olio e aceto a parte, vuole l'apple pie à la mode, cioè riscaldata e con gelato a parte, ma alle fragole e non al consueto gusto vaniglia... e se non c'è gusto fragola allora meglio un po' di panna, ma che sia fresca, non in lattina, altrimenti niente. Niente torta? Azzarda la cameriera. No, la torta la vuole, ma a quel punto non riscaldata. Meraviglioso!
In onore di quella apple pie vi offro quindi una fettina di questa mia versione della torta di mele a la mode -o quasi,  perché accompagnata da una minimousse di fragole che va idealmente a sostituire il gelato (di cui ero sprovvista).



Torta di mele (quasi) à la mode con minimousse di fragole
Per la torta
3 grosse mele Golden
200 gr di farina 
160 gr di zucchero
1/2 bustina di lievito per dolci
3 uova
70 gr di burro
1/2 bicchiere di latte
2 cucchiai di crema di limoncello
1/2 limone non trattato
altro zucchero q.b.

Per la minimousse di fragole (x 2 persone)
4-5 fragole
1 cucchiaino di zucchero
succo di mezzo limone
60 gr di ricotta


Sbucciate le mele, tagliatene 2 a tocchetti piccoli e una a fettine sottili. Copritele con il succo di mezzo limone per non farle annerire e un po' di zucchero. Sbattete le uova in una terrina e aggiungete il burro fuso e lo zucchero. Unite alla crema la farina setacciata con il lievito e ammorbidite il composto unendo il latte (circa mezzo bicchiere, se serve un po' di più). Quando sarà tutto ben amalgamato, aggiungete due cucchiai di crema di limoncello e la buccia grattugiata del mezzo limone non trattato. Per la scorza ho usato questa grattugia inviatami da Pedrini che vi consiglio: molto comoda l'impugnatura, il limone scende lì sotto, nella ciotola, e non schizza in giro per tutta la cucina :-). Unite le mele a dadini. Imburrate una teglia, versate il composto e disponete a raggera, infilandole nell'impasto, le fettine della terza mela. Spolverizzate di zucchero (se vi va) e infornate a 180 gradi per circa un'ora. Dopo la prima mezz'ora coprite la torta con un foglio di alluminio per evitare che si bruci sopra: potrà sembrare cotta, ma l'interno non lo è, fate la prova stecchino.  



La torta rimane molto morbida e umida, melosa e profumata di limone: veramente buona! E se siete dei supergolosi, scaldatela qualche secondo al microonde e servitela accompagnata da questa salsina-mousse di fragole acidula che si sposa benissimo con il dolce della mela e che sostituisce il classico gelato della versione a la mode, rispettando però la preferenza fruttata di Sally . 
Tagliate a pezzetti piccolissimi le fragole, cuocetele a fiamma media con un cucchiaino di zucchero e il succo di mezzo limone: basteranno pochi minuti perché i frutti si disfino e si crei una cremina. Unite la cremina alla ricotta e lavorate a crema con una frusta. Mettete in frigo (o in freezer x 10 min, se avete fretta) a raffreddare: quando sarà fredda servitene due cucchiaini a lato della torta di mele calda.


sabato 26 marzo 2011

Un bicchierino ai lamponi... Priceless!


Se la primavera vi ha già risvegliato la voglia di andare al mare e siete in vena di un film leggero e divertente, girato sullo sfondo di vari hotel di gran lusso della soleggiata e opulenta Costa Azzurra, Ti va di pagare? Priceless fa per voi. Protagonisti della divertente commedia d'Oltralpe la bellissima Audrey Tatou, che qui interpreta una giovane nullatenente che si accompagna a facoltosi uomini d'affari per fare la bella vita, e Gad Elmaleh, presenza fissa delle commedie francesi. Qui esce dal suo consueto ruolo di "uomo medio" per vestire i panni di Jean, un ossequioso cameriere il quale, più per caso e necessità che per volontà, diventerà a sua volta un mantenuto, tentando nel frattempo di conquistare Irene (la Tatou). Tra schermaglie ed equivoci, ridefinizione di identità e priorità, momenti comici alternati a quelli romantici, un film grazioso e originale con due protagonisti che escono dagli schemi dell'eroina e dell'eroe convenzionale. Leggero e gustoso
Esattamente come questo piccolo dessert che potete preparare con pochi ingredienti in dieci minuti di tempo per allietare il fine pasto e non appesantirvi. 



Bicchierini ai lamponi 
dosi per due bicchieri
180 gr di ricotta
1 cucchiaio di crema di limoncello
1 cucchiaio di miele
125 gr di lamponi (1 piccolo cestino)
succo di mezzo limone
1 cucchiaio di zucchero di canna
lamelle di mandorle

Lavare i lamponi e spremere mezzo limone. Lasciare macerare i frutti nel succo insieme a un cucchiaio scarso di zucchero di canna. Nel frattempo lavorate la ricotta a crema con 1 cucchiaio di miele (io ho usato quello di fiori d'arancio) e 1 cucchiaio di crema di limoncello. Lasciate ricompattare la crema in frigo per 5 minuti, mentre i lamponi macerano. Poi scolate i frutti e raccogliete il succo, che incorporerete alla ricotta con una frusta. A questo punto componete i bicchierini. Uno cucchiaio di lamponi, la crema di ricotta (potete usare un cucchiaio o un sac-a-poche) e ancora un cucchiaio di lamponi. Guarnite con qualche lamella di mandorla, tenete in frigo fino al momento di servire. Un dolcino leggero in 10 minuti: priceless!

giovedì 24 marzo 2011

Star Food. Un Ryan per tutti i gusti (o quasi): pick one!

Stasera, più che occuparmi delle vostre papille gustative, preferisco far assaporare qualcosa ai vostri occhi. Così, vi propongo un piccolo gioco, ovvero scegliere fra tre ragazzoni che hanno fatto fortuna in quel di Hollywood e che hanno in comune -oltre ad addominali di un certo rispetto... - il nome di battesimo, Ryan. Per questo vi chiedo.. Di che Ryan siete? Vi piacciono tutti, non ve ne piace neanche uno? Con chi condividete i gusti culinari? Via con la carrellata!

Ryan Reynolds e i Reese's Peanut Butter Cup


Ryan Reynolds è conosciuto al grande pubblico per essere -l'ormai ex- marito di Scarlett Johannson e il coprotagonista di Ricatto d'Amore, divertente commedia con Sandra Bullock. Ha avuto un momento di gloria anche con Buried- Sepolto, un film in cui si svegliava appunto chiuso sottoterra in una bara, con solo un accendino e un telefono con cui cercare di salvarsi. Prima di ciò, poco si sapeva del canadese dal fisico scolpito, se non che è stato per quattro anni fidanzato con la cantautrice Alanis Morisette. Per mantenere il fisicaccio fa dieta e palestra, ma farebbe follie per i Reese's Peanut Butter cups, dei dolcetti ripieni di burro d'arachidi che effettivamente devono essere deliziosi... Vi convince? Se volete vederlo in azione prima di sbilanciarvi, aspettate l'estate per vederlo in calzamaglia verde nel film Green Lantern, tratto dall'omonimo fumetto...

Ryan Gosling e i Calamari


Di Ryan Gosling, classe 1980, ho parlato giusto l'altro giorno per consigliavi Blue ValentineDecisamente meno perfettino ma altrettanto affascinante, credo che, tra i nostri tre Ryan, sia quello con le doti recitative più spiccate (o quello che ha fatto film migliori, perlomeno, se non si conta la sua partecipazione alla serie tv Young Hercules...). Molti di voi l'avranno visto ne Le pagine della nostra vita, film d'amore del 2005 tratto da un romanzo di Nicholas Sparks: il ruolo di Noah (il fidanzato/marito che tutte vorremmo...), lo ha consacrato tra le "giovani promesse" di Hollywood e lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Altri suoi film? The Believer, storia paradossale di un neonazista ebreo, e Half Nelson, in cui è un professore tossicodipendente. Per questa interpretazione ha guadagnato una nomination agli Oscar nel 2006. Il suo cibo preferito? I calamari fritti... magari con un bicchiere di vino bianco ghiacciato (come dargli torto). Ah volete il gossip? In effetti si dice frequenti una vera Gossip Girl: una delle protagoniste della serie, Blake Lively. In passato è stato fidanzato con Rachel McAdams (partner del film Le pagine della nostra vita) e, pare, con Sandra Bullock. Secondo questo articolo, in realtà, il ragazzo potrebbe essere impegnato su più fronti...

Ryan Philippe e l'American Cheeseburger with Fries


Ryan Phillipe fece il botto alla metà degli anni 90. Ricordate Cruel Intentions? E So cosa hai fatto? Beh ecco lui era il protagonista. Conobbe Reese Witherspoon alla festa di compleanno dei 21 anni di lei: subito dopo i due si fidanzarono, girarono insieme Cruel Intentions, si sposarono e sfornarono un paio di bimbi. Peccato che la favola dei due si sia infranta nel 2006, pare per una sbandata presa proprio da Ryan per Abbie Cornish, con la quale ha tuttora una relazione. Ryan non è certo tra i divi più lanciati del momento, ma continua la sua carriera. Tra gli ultimi film degni di nota, Stop-Loss, che racconta la storia del primo disertore americano nella guerra in Iraq. I suoi gusti? Dice di mangiare molto sano e fare sport, ma di concedersi volentieri la trasgressione di un classico cheeseburger con French fries

Allora, scelto???

mercoledì 23 marzo 2011

Goodbye Liz, violet dream

Oggi il mondo del cinema ha detto addio ad Elizabeth Taylor, una delle ultime grandi dive della Golden age hollywoodiana, morta in California a 79 anni. La Taylor fu protagonista al cinema con Cleopatra, La Gatta sul tetto che scotta, Venere in Visone, Quo Vadis e tantissime altre pellicole, e protagonista del gossip, con i suoi otto matrimoni e sette mariti (con Richard Burton fece la doppietta). Indimenticabili i suoi occhi "viola", e allora ecco un piccolo tributo culinario "in violet"...

Elizabeth Taylor, yogurt alle more (da Chez us) e cupcake al cioccolato con frosting alla violetta (da GalaDarling)

martedì 22 marzo 2011

Cioccolato dolceamaro per Blue Valentine



"How do you trust your feelings when they can just disappear like that?"
..."I think that the only way you can find out...
Is to have those feelings"


"She just seems different, you know like.. I don't know"
"Wait, how different?"
"I don't know, I just got a feeling about her.. Do you know when a song comes on and you gotta dance?"
"Yeah..."



Scrivere di Blue Valentine, opera prima alla regia di Derek Cianfrance, non è cosa semplice. Ancora frastornata dalle sensazioni contrastanti che la pellicola scatena, scandagliando una storia d'amore e disamore con realismo e intensità lontani dai cliché di Hollywood, dovrei forse attendere qualche giorno per guadagnare oggettività. Eppure è raro che un film colpisca tanto da spingere a parlarne subito e non voglio perdere l'ispirazione.
Facendo i miei soliti paragoni culinari (non posso esimermi), posso dire che questo film assomiglia a quei cioccolati fondenti col 90% di cacao, neri, lucidi, invitanti. Lo spettatore è un bambino goloso, abituato a scorpacciate di cioccolata al latte o al gianduia, a gusti come croccanti nocciole, toblerone, o riso soffiato, storie d'amore in cui le note dolci sovrastano tutto il resto. Infilando in bocca un quadratino di questo cioccolato, il bimbo scopre una cosa del tutto diversa, inattesa: il sapore del cacao c'è, ma di dolce è rimasto ben poco. Anzi, sulla sua lingua troneggia un amarognolo pungente, eppure vellutato, che lo disorienta e lo delude, ma al tempo stesso lo porta a cercarne ancora, consapevole di essersi imbattuto in qualcosa di raro e prezioso.


Così vi sentirete dopo aver visto Blue Valentine: provati, svuotati, forse un po' depressi, eppure felici di aver conosciuto un'esperienza cinematografica così intensa.
Dean e Cindy sono una coppia giovane, che vive da qualche parte in Pennsylvania: lei è infermiera, lui fa l'imbianchino. Hanno una bimba che va all'asilo. La loro vita va avanti per inerzia tra insofferenze reciproche, punzecchiature, recriminazioni, incompatibilità di vedute. Quello che un tempo era stato un grande amore, ora è un rapporto che non sa trovare una dimensione nè una direzione
I loro caratteri sono diversi e lo capiamo soprattutto grazie ai flashback, girati in 16 mm, che ci mostrano i loro primi incontri e lo sbocciare dei loro sentimenti. Le battute che ho riportato sopra rappresentano i loro modi opposti di approcciarsi alla vita: da ragazza Cindy è riflessiva, indecisa, poco determinata, ma intelligente e capace e ha dei sogni per il suo futuro. Dean invece è un ragazzo di fatica, testardo e leale; un moderno romantico, un principe sbruffone di periferia disposto a dare tutto (ma proprio tutto.. vedrete!) per inseguire il suo sogno d'amore
Ma nel presente Cindy cerca un cambiamento, vuole evolvere, crescere nel lavoro e nei suoi rapporti familiari, e vorrebbe che anche Dean desiderasse di più. Lui invece si è seduto, chiuso nel suo microcosmo familiare composto da Cindy e dalla bimba che adora, rinunciando a ogni ambizione e a ogni stimolo esterno e preferendo le birre. Cindy si sente in gabbia e Dean, pur amandola come il primo giorno, non sta al passo, non la capisce e non sa cosa fare perché lei torni a stare bene con lui. 
Se il passato è una miscela esplosiva di fiducia, entusiasmo, passione (anche a letto: s'è molto parlato di una scena di sesso orale abbastanza esplicita) misti a guai e incoscienza, il rapporto presente tra Cindy e Dean vive invece di discussioni, amarezza, piccoli gesti di stizza, crisi sessuali e incomprensioni. Capire il momento in cui si è consumato il tutto è forse impossibile, capire se la loro storia può essere recuperata e ha un futuro... beh, a voi l'ardua sentenza
A dir poco emozionanti sono le interpretazioni di Ryan Gosling e Michelle Williams e per questo vi consiglio, se potete, la visione del film in lingua originale. La Jen Lindley di Dawson's Creek ne ha fatta di strada e così Gosling (visto in The Notebook-Le pagine della nostra vita- e in Stay, nel labirinto della mente), occhi chiari all'ingiù e mento pronunciato, non bello ma con il classico fascino del ragazzo "sbagliato". 

Se deciderete di vedere questo film, consiglio tenere a portata di mano un po' del famoso cioccolato di cui sopra (nei gusti da voi preferiti) per gustare al meglio la visione (e combattere l'amarezza). 



Una perla? La chicca scovata da Dean perché diventasse la canzone sua e di Cindy: Penny & The Quarters, You and Me. Praticamente introvabile. Ascoltatela!


PS: Questo post è dedicato alla Carli, che mi ha chiesto di parlare di Ryan Gosling. Lo so, il film non è The Notebook, che ho già visto in passato a spizzichi e bocconi, presto lo riguarderò e poi vediamo... magari con una ricetta! Sicuramente la prova di Gosling in questo film batte le sue precedenti. 

domenica 20 marzo 2011

Lasagne di zucchine, maialino al latte & Little Miss Sunshine

Pranzo domenicale con famiglia, in visita alla figlia maggiore che ha scelto di diventare "milanese" rinnegando la Brianza. La scena? Mamma che legge il giornale ad alta voce cercando di coinvolgere le sorelle, incuranti e intente a trovare la soluzione del giochino per smartphone Move it (una droga), il papà che smanetta con le impostazioni della televisione e il fidanzato che s'arrabatta in questo circo, mentre io spignatto. Il "Tutto buono, brava" di mia mamma a fine pasto vale più di ogni tentativo di descrivervi queste ricette, così passo direttamente al procedimento.




Lasagne alle zucchine
1 confezione di lasagne Sfogliavelo Giovanni Rana
5 zucchine (medio grosse, se piccole fate 6-7)
1/2 porro
400 ml di besciamella (da preparare con 500 ml di latte parzialmente scremato, 1 cucchiaio di farina Antigrumi di Molino Chiavazza, 1 cucchiaio d'olio, sale, noce moscata)
2 mozzarelle da 125 gr
Parmigiano grattuggiato q.b.
sale
pepe


Affettate le zucchine a julienne con la grattugia. Affettate il porro, fatelo soffriggere in una wok in poco olio evo e poi aggiungete le zucchine: cuocete per circa 15 minuti, mescolando spesso, salate e pepate. Preparate poi la besciamella leggera, sciogliendo la farina in un po' di latte in un pentolino e poi aggiungendo il resto del liquido e l'olio e facendola cuocere finché non si sarà addensata (10-15 min). Quando la besciamella sarà pronta, tagliate a dadini le due mozzarelle (dopo averle strizzate bene per eliminare il liquido) e grattugiate un bel po' di parmigiano. Versate la besciamella nella pentola delle zucchine e amalgamate bene. Procedete a comporre la lasagna in una teglia imburrata: mettete due fogli di pasta sul fondo, versate due mestolini di besciamella e zucchine, qualche pezzetto di mozzarella, spolverata di parmigiano. Proseguite così fino alla fine della teglia, finendo con uno strato di verdura e formaggi. Cuocete in forno per 40 minuti a 200 gradi.
Questa lasagna è un'alternativa perfetta per i vegetariani ed è anche una versione più leggera e primaverile rispetto alla classica con il ragù: inoltre il gusto delicato delle zucchine piace davvero a tutti!




Filetto di maiale al latte
1 filetto di maiale da 600gr
500 ml di latte
2 spicchi di aglio
5-6 foglie di salvia
un ramo di rosmarino
sale
pepe
burro 
olio evo
1 cucchiaio di farina (io antigrumi del Molino Chiavazza)

La ricetta è stata adattata tra varie versioni lette su internet e il mio libro Scuola di cucina de Il Cordon Bleu francese. La foto non rende giustizia, si tratta delle due ultime fettine avanzate, ma il gusto è davvero ottimo e lo dice una che non va matta per la carne. In una casseruola larga e bassa (io ho usato il tegame da 28 cm con rivestimento ceramico di Pedrini) soffriggete l'aglio con un pezzo di burro e un po' di olio e.v.o. Aggiungete la salvia e il rosmarino e poi il pezzo di carne. Rosolate il filetto su entrambi i lati, salate e pepate. Quando la carne sarà ben rosolata, unite il latte, coprite e lasciate cuocere per circa 40 minuti, girando la carne e mescolando di tanto in tanto. Una volta che l'arrosto sarà cotto, levatelo dal tegame e conservatelo nella stagnola. Intanto fate restringere il sugo aggiungendo un cucchiaio di farina. Una volta che la carne si sarà intiepidita tagliatela a fette: al momento di servirla passatela di nuovo nel tegame con la cremina di latte per scaldarla. Il filetto è ovviamente la parte più morbida del maiale per cui vi consiglio questo taglio al posto dell'arista, che comunque rimane una valida alternativa: il gusto dolciastro del latte, pur stemperato da salvia e rosmarino, si sposa benissimo col maiale. Servite con il contorno che più vi piace, io ho scelto un purè di patate, classico ma sempre efficace. 


Dopo queste due bombe, fragole al limone e torta paesana preparata dalla nonna. E così la famigliola felice s'è riempita la pancia. Un film da abbinare a questa giornata? Beh anche se la mia famiglia non è allargata nè composta da persone che sembrano pazze (almeno a un primo  esame... scherzo! :)) direi che non c'è niente di meglio di Little Miss Sunshine.
Il film è il racconto del viaggio di una famiglia diretta in California per permettere a Olive, la più piccola (Abigail Breslin), di partecipare a un concorso di bellezza per ragazzine. Una spietata fotografia del mondo delle baby bellezze che si unisce al ritratto di una famiglia sgagherata e divertente che proprio nel viaggio riuscirà a comprendersi meglio e ad accettarsi. Da vedere!






Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...