sabato 18 giugno 2011

Lasagne leggere con zucchine e asparagi

Chi l'ha detto che le lasagne vanno preparate con besciamella e ragù? Per carità, alla bolognese sono il top, ma queste sfoglie di pasta sottile si prestano a tanti ripieni e preparazioni. Per variare - e magari alleggerire- basta un po' di fantasia. Io ho inventato questa versione e vi assicuro che pur essendo piuttosto light (condimento= zero assoluto, c'è solo il formaggio) si tratta di un primo di tutto rispetto, gustoso e delicato. Vi lascio subito la facilissima ricetta!



Lasagne leggere con zucchine e asparagi
1 confezione di lasagne (io Sfogliavelo di Rana)
125 gr di mozzarella
150 gr di scamorza bianca
parmigiano grattugiato a volontà
3 zucchine medie
una decina di asparagi
500 ml di passata di pomodoro
aglio
basilico

Pulire le verdure, tagliarle a tocchetti e sbollentarle in acqua salata per una decina di minuti. Scolarle bene e lasciarle in una terrina. Preparare un sugo con la passata di pomodoro, uno spicchio d'aglio intero, sale e qualche foglia di basilico: niente olio, 15 min di cottura e via. Tagliuzzare a dadini la mozzarella e grattugiare la scamorza e il parmigiano. Conservate i formaggi su un piatto. Quando il sugo è pronto, procedete con gli strati. In una pirofila stendete due cucchiaiate di sugo, la sfoglia, altro sugo, una manciata di mozzarella e una di parmigiano. Procedete con un altro strato di pasta, mettete un po' di asparagi e zucchine misti e coprite con la scamorza. Altra pasta e procedete così, alternando gli strati di sugo e mozzarella con quelli di verdura e scamorza. finite con sugo, mozza e parmigiano. Infornate per mezz'ora-40 min a 180 gradi! Facile, no? Perché domani è domenica ed è giusto concedersi qualcosa di buono... senza per questo arrivare ai livelli di Tognazzi & Co ne La grande abbuffata....



PS: non ho scordato il film londinese.. la ricetta arriva in uno dei prox post :)

giovedì 16 giugno 2011

London calling!

Attention please. Prima della lettura, per calarvi meglio nell'atmosfera, è consigliato mettere a palla questa


Oggi mi sento Londonsick. Ovvero mi manca Londra e vorrei essere là. Vi ho mai detto che amo Londra? Forse no; ebbene: la amo. Appena metto piede sul suolo britannico una piccola morsa di emozione mi prende lo stomaco, mi sento felice già camminando lungo i corridoi infiniti di Heathrow mentre bisticcio con il trolley. Sarà perché è la città che rapprenta il mio sogno di indipendenza adolescenziale, sarà perché lì sono stata in Erasmus e ho conosciuto un sacco di persone fantastiche, sarà perché lì c'è davvero TUTTO e anche le cose che ai miei occhi appaiono "insensate" esercitano su di me una strana, irresistibile attrazione. Forse non è la città dove trascorrere una vita intera, ma è una città che la vita te la infonde e stare a spiegarne i motivi è assai meno efficace che sperimentare il richiamo della capitale britannica sulla propria pelle. Siccome però ci si arrangia come si può, in mancanza di un jet privato che mi trasporti lì ora e subito, ecco qualche boccone londinese, dei buoni motivi per amarla...

Piccadilly & the Double Decker buses
The Queen
Colorful doors
Fish & chips (everywhere)
Hyde Park...  and Kensington Gardens!
The London Eye
The Pubs (One More Pint, Please, Before the Bell Rings!)
The River Thames, the Houses of Parliament & the Big Ben
Camden Town
The Tube (Mind the Gap!)

Street (and junk) food
Notting Hill e Portobello
E mooolto molto altro... lo so... ma mi fermo. Ma dopo questa sviolinata, posso lasciarvi senza dei film imperdibili ambientati proprio a Londra? Almeno per un po' soddisferanno la voglia di Britishness che vi sarà venuta. E magari dopo la visione scatta la prenotazione del volo più cheap a disposizione (e io, che sono brava, vi agevolo anche questa).
Che film vi propongo?? 
Tre pellicole che non hanno bisogno di presentazioni e che avete visto tutti! Ditemi qual è il vostro preferito.. poi ci abbiniamo una bella ricetta!

Notting Hill


Il diario di Bridget Jones


About a Boy


Quale scegliete????? :)

domenica 12 giugno 2011

Torta rustica con fragole e pesche: il potere della Persuasione



"Fai una torta?"
"No, sono a dieta"
"Dai una crostata con la crema pasticcera e le fragole! Ne abbiamo comprate un sacco... Dai, un dolce per domani..."
"Non posso mangiare dolci!"
"Non importa, la mangio io"
"....mmm.... va bene, non una crostata, però! Qualcosa di più leggero"
Così, più o meno, ho ceduto alle richieste del mio fidanzato e deciso di fare un dolce nonostante il mio (tentativo) di regime alimentare dietetico. Sono stata abbastanza brava in queste ultime due settimane, ma ogni tanto saltano cene fuori o inviti da qualche parte che, inevitabilmente, ti fanno deviare dal percorso. Inoltre, se il tuo fidanzato ti tenta, incoraggiandoti a fare incursioni culinarie a base di creme e burri, beh, difficile non cedere al potere della persuasione.
La persuasione che può portarci a ragionare meglio, a fare scelte più ponderate e quindi migliori. Oppure a cedere al peso della volontà, delle valutazioni o delle paure delle persone che ci circondano e che in qualche modo hanno un'influenza su di noi. 



C'è un romanzo di Jane Austen che si intitola così, Persuasione, appunto: ne sono state tratte due versioni cinematografiche, una del 1995, di Roger Michell, e un'altra del 2007, prodotta dalla BBC per la tv, con Sally Hawkins (Happy Go Lightly, We want Sex). Io vi parlo di quest'ultima versione, che ho visto in inglese anche perché credo non sia mai uscita in Italia.

Ann Elliot è la secondogenita di un nobiluomo che non è stato in grado di gestire con accuratezza il patrimonio e ha ridotto la famiglia praticamente sul lastrico. Anne sta quindi per abbandonare la casa di famiglia, che verrà affittata a qualcuno con maggiori possibilità economiche. Caso vuole che il nuovo affittuario sia l'ammiraglio Croft, cognato del capitano di marina Frederick Wentworth. Questi, otto anni prima, era stato promesso sposo di Anne, infine da lei rifiutato perché persuasa da un'influente amica di famiglia che l'unione con un semplice ufficiale di marina non offrisse sufficienti garanzie economiche. Anne è pentita di quella scelta ed è ancora innamorata di lui: rivedendolo, e constatando la sua freddezza verso di lei, viene assalita da un misto di disperazione e vergogna. Ma le circostanze le offriranno una nuova occasione: starà a lei sfruttarla, aprendo il suo cuore e armandosi di determinazione, senza lasciarsi distrarre da ciò che gli altri vorrebbero per lei


Questo film è un tuffo nelle atmosfere romantiche dell'Inghilterra ottocentesca: l'interpretazione della Hawkins è perfetta e nei piccoli particolari dei suoi gesti cogliamo la profondità del suo tormento, l'emozione nel rivedere il perduto amore e l'ansia di riconquistarlo. A me è piaciuto, chiaramente si tratta della Austen e deve gustarvi il genere. :-) 

Intanto eccovi la ricetta della tortina, magari ve ne potete gustare una fetta sorseggiando tè e guardandovi il film. E' davvero leggera, con queste dosi rimane molto "fruttosa" e umida, quindi regolatevi voi in base ai vostri gusti: a me le torte di frutta piacciono così!

Torta rustica con fragole e pesche 
250 gr di fragole
300 gr di pesche
1 limone
150 gr di farina integrale di farro
100 gr di farina che lievita
10 gr di lievito per dolci
50 ml di olio di arachidi
200 gr di zucchero di canna
2 uova
120 ml di latte

Lavate e sbucciate le pesche, pulite le fragole, tagliuzzate tutta la frutta e mettetela in una terrina, coprendola con il succo di un limone bio non trattato: tenete da parte la buccia e lasciate macerare per circa 20 minuti. In una ciotola lavorate le uova e lo zucchero di canna con la frusta fino a ottenere un composto spumoso. Unite il latte e l'olio.  Scolate la frutta e raccogliete il succo, unite anche quello. A parte setacciate la farina di farro con l'altra e con il lievito e poi amalgamarla al composto di uova, zucchero e latte. Aggiungete una grattugiata di buccia del limone e infine unite la frutta scolata. Versate in una teglia imburrata e infornate a 180 gradi per circa 1 ora (dopo 40 min coprite con un foglio di alluminio per evitare bruciature).

giovedì 9 giugno 2011

My take on foodblogging: la mia intervista!

Oggi mi faccio un po' di pubblicità. Dai, non capita tutti i giorni di essere intervistate, quindi concedetemelo.
A questo link, sulla sezione Gastronomia de Il giornale.it, trovate un imperdibile articolo sui foodblog con intervista alla vostra blogger preferita, da leggere tutto d'un fiato! Non vorrete mica perdervelo? :-)

L'articolo lo trovate QUI


lunedì 6 giugno 2011

Miti francesi: Coco Chanel e il croissant, ma salato (e mignon)


E' quasi estate e, si sa, di questi tempi il palinsesto va in vacanza. Oggi però, con il proliferare di canali digitali, c'è la speranza di una programmazione che lasci più spazio ai film. E infatti capita che anche Rete 4 passi qualcosa di relativamente nuovo. Ieri c'era Coco Avant Chanel, l'amore prima del mito, una pellicola del 2009 che ripercorre la giovinezza e i primi passi nel mondo della moda da parte di colei che ha rivoluzionato il modo di vestire delle signore di Francia, prima, e del mondo poi. 
Chi non sa nulla della donna che ha abolito i corsetti, introdotto il nero, intuito il rivoluzionario uso del morbido jersey per gli abiti femminili, si guardi questo film: è una storia intensa come solo le vite straordinarie sanno essere, realistiche e al tempo stesso più audaci dei romanzi. Il vero protagonista del film è il carattere di questa donna: la sua voglia di rivalsa, la necessità di trovare un posto nel mondo, sfruttando le proprie arti, senza lasciar calpestare la propria dignità, eppure accettando i compromessi che la condizione di orfana, nullatenente e popolana, le imponevano. Perché sullo sfondo della vita della giovane Gabrielle-Coco, c'è la Francia di inizio 900, ancora avviluppata in ruoli rigidi e distinzioni di classe, nella fame -fisica e figurata- che divorava chi cercava il riscatto. 






Il film è elegante, come la donna che ritrae, la cui essenza venne subito colta da quel Boy Capel di cui lei si innamorerà suo malgrado. "Lei è elegante" è infatti la sua sentenza, pochi secondi dopo aver conosciuto Coco. Non mi inoltro nella trama, che potete tranquillamente leggere su qualsiasi recensione, come questa per esempio: il film ha per protagonista Audrey Tatou, è un biopic che soddisfa i curiosi e non è troppo buonista. Il triangolo amoroso, se così si può definire, al centro della storia, e l'amore di Coco per l'inglese Boy, fortunatamente non sono banalizzati e "ripuliti" come nella fiction di qualche anno fa, con Barbora Bobulova nei panni della stilista.
Dopo averlo visto avrete voglia di correre in Rue de Cambon, a visitare la prima boutique aperta da Coco, di indossare il vostro tubino nero -anche se non è griffato-, di versarvi addosso una bottiglia di profumo N° 5 e soprattutto di mangiare un croissant
E allora stando in tema di croissant, vi lascio una versione flash che potete imbastire in 5 minuti per un aperitivo imprevisto con gli amici, oppure come antipastino fatica zero. :-)  Io li avevo preparati qualche tempo fa per un pranzo in famiglia.


Mini croissant mari e monti
1 confezione di pasta sfoglia rotonda
per il ripieno
1 mozzarella
pasta di alici
prosciutto cotto e crudo

Srotolare la pasta sfoglia, tagliarla a spicchi (dovrebbe bastare per 12 spicchi). Tagliare a dadini la mozzarella e a pezzetti il prosciutto. Riempire ogni spicchio con un pezzetto di mozzarella insieme a una goccia di pasta di acciughe oppure con un pezzetto di prosciutto, cotto o crudo. Arrotolare su se stesso lo spicchio e piegare all'ingiù le due punte. Cuocere in forno a 180 gradi per 10 minuti su un foglio di carta da forno. E il mini croissant è servito!
Ovviamente potete sbizzarrirvi con ciò che più vi sconfinfera, io medito di provare una versione con peperoni arrostiti e provola o altra verdura/formaggio. :-)

domenica 5 giugno 2011

Una torta di ciliegie per un tè... delle Meraviglie!


Un buon non compleanno a tutti voi! Ricordate questa fantastica scena di Alice nel paese delle meraviglie? E' sempre stata una delle mie preferite... Il Cappellaio Matto, il Leprotto bisestile, il ghiro nella teiera, il rito del ... rivisitato a modo loro! Come momento di gioia canterina e pura follia... Altro tè? Ok ma... soltanto mezza tazza! 


Al momento del té è dedicato il contest di un blog molto bello che ho scoperto da poco, La ciliegia sulla torta di Tuki. Il contest scade oggi alle 24 e io, incredibilmente, sono riuscita a preparare una ricetta per partecipare, anche se sul filo del rasoio. 
Cos'è per me l'ora del tè? Un momento di totale relax, una piccola rivincita da prendermi nell'arco della giornata, un attimo da gustare con qualcosa di dolce per coccolarsi. Non è meraviglioso, dopo una giornata di lavoro (magari anche piovosa...) tornare a casa, accendere la kettle e versare acqua fumante nella tazza preferita, sopra un'aromatica bustina di té, magari Earl Grey (che adoro)? Ancora meglio se insieme al tè si riesce a fare una piccola merenda...  biscotti, muffin... una fetta di torta
Questa, per esempio, che è una torta di stagione perché a base di ciliegie: ma potete usare la base e aggiungere la frutta che più preferite: pesche, albicocche, mele, ananas! L'ho preparata per il compleanno della mia sorellina più piccola e ce la siamo pappata oggi (piccolo strappo alla mia dieta). Mi spiace per le foto, che sono abbastanza terribili, ma la torta, vi assicuro, era buona: soffice, umida, fruttata ;-)


Torta alle ciliegie
1 cucchiaino di lievito per dolci (io non l'ho messo avendo usato farina lievitante)
70 gr di farina di mandorle
150 gr di zucchero di canna
100 ml di latte
70 gr di burro
2 uova 
300 gr di ciliegie (pesate con il nocciolo)

Lavate e denocciolate le ciliegie. Sbattete le uova con lo zucchero fino a formare un composto spumoso e poi aggiungete il burro fuso (raffreddato) e il latte. A parte setacciare la farina con il lievito e la farina di mandorle e unire il tutto agli ingredienti liquidi, mescolando fino a creare un composto omogeneo. Imburrare una teglia per torte, versare l'impasto e poi unire le ciliegie sulla superficie. Infornate a 180 gradi per 30-40 minuti. Una volta raffreddata, è tempo di gustarsela con il vostro tè preferito!

venerdì 3 giugno 2011

Risotto agli asparagi, nel Giardino Segreto

Può un risotto essere buonissimo e al tempo stesso cucinato senza grassi? Decisamente sì! Provate questa ricetta e mi saprete dire se non ho ragione. Il segreto sta nel brodo vero. Intendo fatto con le verdure fresche e non con i soliti dadi confezionati che, ammetto, per praticità io utilizzo quasi sempre. Certo, ogni tanto, d'inverno, si fa il bollito e si ha il brodino perfetto per i tortellini, ma il più delle volte io scarto il quadratino di dado vegetale, lo tuffo nell'acqua e via. Stavolta, invece, ho fatto le cose per bene: per la ricetta ho consultato il libro di Allan Bay "77 ricette perfette", ma ovviamente ci ho messo del mio, visto che il risotto del libro era con piselli e asparagi e io non avevo i piselli freschi, quindi mi sono concentrata sugli asparagi! E al parmigiano ho preferito del pecorino sardo, che io personalmente adoro, e che contrasta bene il sapore delicato della verdurina primaverile...


Risotto leggero agli asparagi e pecorino
per 2 persone
160 grammi di riso superfino arborio o carnaroli
una decina di asparagi
1 cipolla intera e metà per il finto soffritto
1 grossa carota
1 gambo di sedano
4 chiodi di garofano
2-3 foglie di basilico
50 gr di pecorino sardo fresco
sale e pepe

Iniziamo con gli asparagi. Puliteli togliendo la parte bianca e dura del gambo, che butterete, e tagliate un altro pezzo di gambo che terrete da parte per il brodo. Poi tagliate le punte e la parte rimanente dei gambi, più tenera, a tocchetti. Ora preparate il brodo. Mettete a bollire in 600 ml di acqua una grossa carota tagliata a metà, i gambi di asparagi, sedano, una cipolla in cui avrete inserito 4 o 5 chiodi di garofano, e qualche foglia di basilico (aggiunta mia, ce l'avevo fresco). Io ho cotto tutto in pentola a pressione, bastano circa 20 minuti. Una volta pronto il brodo, schiumate la verdura e buttatela (non c'è modo di recuperarla, purtroppo, anche secondo Bay e io devo dire che effettivamente la carotina lessata così è davvero immangiabile). A questo punto prendete le punte di asparagi e i tocchetti di gambo che avete da parte, scottateli nel brodo per 3 minuti, toglieteli con la schiumarola e gettatele in acqua freddissima (deve essere ghiacciata e Bay consiglia di raffreddarla con cubetti di ghiaccio): in questo modo la verdura rimane verde brillante e può essere aggiunta in fase finale di cottura.
Io ho poi separato le punte dai gambi a tocchetti. Tagliuzzate un pezzo di cipolla e mettetela nella pentola del risotto con un po' d'acqua, niente olio! Una volta stufata, aggiungete il riso, tostatelo a fiamma viva per due minuti e poi allungatelo con 2 mestoli di brodo. A questo punto io ho aggiunto anche i tocchetti di gambi scottati, che essendo più duri delle punte ci mettono di più a cuocere. Procedete come per un normale risotto, aggiungendo brodo quanto basta. Quando mancano tre minuti a fine cottura, unite le punte di asparagi, regolate di sale e pepate abbondantemente. Infine aggiungete il pecorino tagliato a piccoli pezzetti, spegnete la fiamma, mescolate. Il risotto è pronto: lasciatelo decantare un paio di minuti, impiattate e... buon appetito



A cosa paragonare questo risotto primaverile? A una bella giornata tiepida, da trascorrere in giardino, con il sole che ci solletica il viso, il vento che ci accarezza dolcemente e i profumi dei fiori che ci corteggiano: la natura, quando vuole, sa essere lenitiva. Basta infatti una giornata del genere per infondere benessere, tornare a sorridere. Ricordate che effetto ebbe sulla piccola Mary la scoperta di un giardino segreto di cui occuparsi e dove rifugiarsi per giocare insieme al cuginetto Colin e al suo amico Dikon? No? Beh se non avete letto il libro Il Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett, un superclassico per ragazzi, potete almeno vedere il film omonimo che la regista Agnieszka Holland ne trasse nel 1993: un racconto avventuroso sull'amicizia, la libertà, il riscatto condito dalle bellezze di un giardino rigoglioso! Da vedere con i vostri bambini, se ne avete, in attesa che il tempo ci dia una tregua e il sole torni a brillare. 
Vi lascio con il trailer.



martedì 31 maggio 2011

Tutti per uno: i bambini che, tra biscotti e patatine, cambiarono il mondo


Blaise, Milana, Alì, Claudio e Youssef sono una piccola banda. Ragazzini di dieci e undici anni, inseparabili amici per la pelle che a scuola, a Parigi, ne combinano di tutti i colori. Ma la Francia del 2010 va a caccia dei clandestini, per rimpatriarli. E dopo che Youssef e la sua famiglia sono scoperti e mandati via, Blaise, piccolo leader della banda, decide che è tempo di prendere provvedimenti per impedire che la polizia rimpatri Milana, bambina cecena che vive con la madre e i cugini, immigrati irregolari.
Idea: stando con Blaise e famiglia, la polizia non dovrebbe fare caso a lei e fermarla. E così Milana diventa ospite di Blaise e della sua famiglia, composta da mamma Valeria Bruni Tedeschi, permissiva e giocherellona, papà burbero e sorellina birichina. Addirittura la mamma di Blaise la inviterà, assieme agli amichetti, a passare le vacanze nelle campagne della Borgogna. Milana si trova a vivere una dimensione tutta nuova, fatta di giochi, spensieratezza, dispetti e meravigliose avventure nella natura. Quando la vacanza finirà e tornerà l'incubo del rimpatrio dei sans-papier, i bambini organizzeranno una piccola rivoluzione sconvolgendo la comunità ma riuscendo, come racconta la stessa Milana adulta, a "cambiare il mondo".


Tutti per uno, di Romain Goulip (che recita nel ruolo del padre di Blaise), esce domani nelle sale italiane: andate a vederlo! I protagonisti indiscussi sono i bambini, tra l'altro bravissimi, molto naturali e teneri, ma il film non si limita a raccontare una storia sui ragazzi. Riesce piuttosto a farci vedere il mondo con i loro occhi, ammantando ogni inquadratura di entusiasmo, ingenuità e poesia, e al tempo stesso non dimentica di farci ridere. Il tutto sullo sfondo di una critica alla politica francese verso gli immigrati clandestini, improntata alla paura del diverso.
Davvero ben delineato il rapporto tra Blaise, indomito capetto della banda, e Milana, la ragazzina dolce e matura della quale lui è innamorato, senza esserne consapevole; c'è una scena bellissima in cui i due giocano a rincorrere con il dito i rivoli di pioggia sui vetri: immaginano di essere le gocce che percorrono la finestra e che a un tratto si uniscono. Chi non lo ha fatto, da bambino? 
Unica pecca del film, la voce della Bruni Tedeschi, che ha recitato in francese e si è ri-doppiata, con buona pace del sincrono: una sensazione un po' strana, al primo ascolto, ma poi ci si abitua. Certo anche i bambini probabilmente sono molto più efficaci nella loro lingua, se sapete il francese provate a cercarlo in versione originale..


E la cucina? Beh in vacanza i nostri amici pescano al fiume dei giganteschi granchi e altri piccoli crostacei, e li preparano per cena, bolliti... Perdonate, ma non avevo la possibilità di prepararvi dei bei granchi freschi! In compenso, durante la loro fuga, si nutrono per 4 giorni solo di biscotti, patatine e ketchup... Voi, se doveste barricarvi per giorni, che patatine scegliereste? Io normalmente rifuggo le chips per ovvie ragioni caloriche e di salute, ma devo ammettere che con una birretta, per l'aperitivo, sono davvero insostituibili; io amo le patatine rustiche, quelle spesse, rigate. Ma non disdegno Pringles ai vari gusti, tortillas messicane e nemmeno le classicone... scegliete pure!

Le classiche
Le rustiche
Le tortillas chips
Le inconfondibili... Pringles
Alla paprika

venerdì 27 maggio 2011

Un buongiorno... dietetico!

Ciao a tutti, non mi dilungherò oggi, voglio solo dirvi che in questi giorni non sto postando grandi ricettine per il semplice fatto che sono a dieta... spero di riuscire a proporvi dei piattini light ma altrettanto sfiziosi, magari in versione finger food, nel frattempo sappiate che non sono morta, semplicemente resisto e la notte sogno montagne di dolci e pizze fumanti... chi tra voi è stato a dieta almeno una volta sa bene di cosa parlo. Ve lo dico perché, se tra qualche giorno dovessi arrivare con una mousse di cioccolato o una pasta panna prosciutto e piselli, avete il permesso di rimettermi in riga!
Intanto vi lascio una piccola vignetta che ho fatto ieri sera e che descrive bene la situazione... Se vi piace, d'ora in poi cercherò di postarne altre e magari di creare una rubrica-fumetto... devo ancora pensare bene come, sono aperta a suggerimenti! 


Per concludere, condivido con voi la schiscetta che mi aspetta per pranzo... un riso con tonno e cime di rapa (o cime di rapa con contorno di riso e tonno, forse :-))


Non scherziamo, non vi lascio la ricetta. Sono 50 gr di riso integrale, cime di rapa a volontà, 50 gr di tonno, un cucchiaino d'olio, sale, pepe. Non va neanche tanto male. A presto (con qualcosa di più gustoso, prometto!)

martedì 24 maggio 2011

Tree of Life, il complicato menu della vita


All'uscita dal cinema, domenica sera, io e la mia amica F. ci siamo scrutate per leggere negli occhi dell'altra la risposta a un'unica domanda. "Com'è, sto film? Ci è piaciuto?". L'unica cosa che abbiamo decifrato sulla faccia altrui, però, era un bel punto interrogativo
"Boh.... Mah.... Sì, cioè, intenso, belle le immagini, eh, ma.... insomma, ci devo pensare", abbiamo decretato. E così io ci ho pensato. Ho letto recensioni altrui, per capire quello che forse mi sfuggiva. Ne ho lette di ogni, alcune osannanti, altre molto critiche (ne trovate interessanti stralci qui, raccolte da Cineblog). 
Devo dire che mi trovo in difficoltà a spiegare in modo lineare perché questo film mi ha convinto solo a tratti. Forse perché il film stesso lineare non è per nulla. Anzi, spazia dalla dimensione della realtà presente a quella passata di una famiglia americana degli anni 50, attraverso una immaginifica ricostruzione della nascita della Terra e della vita nel mondo, e culmina in una visione di armonia e serenità, disseminata di simboli che puntano a mostrarci l'accettazione della morte e il rapporto con il divino. 



Questo è uno di quei film che piacerà a chi ama ritrovare nelle pellicole omaggi e citazioni a registi di culto, come Fellini e Kubrik (due nomi che si sa, quando un film "è un capolavoro", prima o poi, saltan fuori), a coloro che vedono il cinema come atto di creazione individuale, e non tanto come una storia da raccontare. 
Perché il film di Malick non è altro che la realizzazione della sua personalissima ed estrema visione del mondo, della famiglia, dell'amore, della lotta tra Grazia e Natura che trovano espressione nelle figure complementari della madre (Jessica Chastain) e del padre (Brad Pitt), dell'accettazione della morte come parte di una vita che si ripete uguale dal momento della creazione a oggi. E poco importano le epoche storiche, lo sfondo di una villetta con giardino in un sobborgo dell'America degli anni 50 o i grattacieli di New York, il cerchio della vita si apre e si chiude senza mai spezzarsi e va accettato, accolto, compreso.
Malick non è nuovo a questo approccio poetico, impalpabile, fatto di momenti simbolo e inquadrature studiate nei minimi dettagli, che ti fanno sentire dentro la scena ma allo stesso tempo la lanciano in una dimensione ricercata, del tutto cinematografica, lontana anni luce dall'imperfezione della vita vera. Se ne La sottile linea rossa la riflessione sulla vita, sulla morte, sul senso dei nostri destini era suggerita dagli orrori della guerra, che rivelano la caducità dell'uomo e la sua follia, qui tutto è molto più sottile e anche più difficile da decifrare



Qui uno Sean Penn praticamente muto, che sappiamo vicino alla morte ma che non dice una parola al riguardo, cerca l'accettazione della fine tornando con la mente la sua infanzia in un lungo flashback. Perchè? Per comprendere le cose mai capite? Per guardarsi dentro con sincerità prima di morire? Vediamo un bambino che diventa ragazzo, che scopre in sè la cattiveria e la perdita dell'innocenza, vediamo la sua lotta con il padre ma anche, in seguito, con la madre. E la lotta con se stesso, perché non sopporta la bontà del fratello, perché ha paura, perché è attratto da ciò che non si fa.
La parte del film sulla cosmogonia, sinceramente, mi ha terribilmente annoiato. A un certo punto dalle lingue di fuoco del sole e gli anelli di saturno, si passa all'acqua, alle amebe e alle meduse e sembra di guardare un documentario del National Geographic, solo più pretenzioso. Poi spuntano i dinosauri e a quel punto ti chiedi: ma che è, Jurassic Park??? E ho sinceramente pensato di aver buttato i soldi del biglietto.



Per fortuna la parte sull'infanzia recupera. Ma rimane lenta, prolissa. Se avessi deciso di guardare questo film a casa, forse non l'avrei terminato. E il finale, devo dire che è piuttosto criptico. Visionario e criptico: non entro in dettaglio, forse sarò io che con i simbolismi non me la cavo troppo bene. Insomma, se vado al ristorante preferisco trovare un menu che recita "lasagna alla bolognese" piuttosto che una reinterpretazione tipo "fagottino cremoso con ragout di vitella profumato al pomodoro e riccioli croccanti di basilico". Non so se mi spiego. Ecco questo film m'è sembrato come quei menu di ristorante dove non capisci fino in fondo cosa stai ordinando e quando arriva il piatto dici "ah, ma è così?"


Forse tutto sta nella cultura, nella frequentazione, nell'abitudine. Se mangiassi al Principe di Savoia tutti i giorni saprei decifrare quel genere di menu con scioltezza. E se guardassi tutti i giorni film "d'autore" vi direi che questo Tree of Life, la Palm d'Or se l'è davvero meritata. 
Invece, putroppo, ho solo un metodo per me infallibile per capire se un film mi è piaciuto sul serio. Se lo vedo la sera e la mattina appena sveglia ripenso a qualche concetto, immagine, domanda che lo riguarda, se i personaggi, i luoghi e le immagini mi ronzano ancora in testa, allora vuol dire che il film mi è davvero piaciuto. Stavolta non è accaduto niente di tutto questo: fate vobis!

sabato 21 maggio 2011

Ciambella morbidissima... cotta e mangiata



Ogni niente cinema, accendiamo la tv! Che rapporto avete con i programmi di cucina? Ognuna avrà i propri preferiti, da La prova del cuoco a Cuochi e Fiamme, da Chef per un giorno agli educational di Jamie Olivier fino ai reality di Gordon Ramsey, Hell's Kitchen e quant'altro. Io personalmente non disdegno niente, sono sempre curiosa nei confronti del cibo e di quello che ci gira attorno, per cui mi soffermo volentieri praticamente su tutte le trasmissioni (sono arrivata a segnarmi le ricette di Guerrino il cuoco di Telelombardia.. ricordo un risotto limone e rosmarino niente male, prima o poi lo posterò!). Ho un debole per Chef per un giorno e rimango sempre a bocca aperta davanti ai dolci di Sal Di Riso alla Prova del cuoco... Cotto e mangiato, invece, ammetto di non averlo mai seguito. Un po' per l'orario e la collocazione all'interno di StudioAperto, un po' perché, a pelle, la Parodi non è che mi ispiri troppo.

Il libro però è stato un successone così sono andata a sbirciare il canale di Mediaset dedicato alle ricette e ai suoi video e ho capito che il suo "segreto" è semplice: proporre ricette da tutti i giorni che chiunque può seguire, sfruttando al massimo l'aiuto della tecnologia (mixer, frullatori, impastatrici etc), ma senza fare la schizzinosa in merito agli ingredienti (la Benedetta non disdegna surgelati, semilavorati & co, che alla fine quasi tutti teniamo in casa)  e, soprattutto, senza essere troppo ligia a sottigliezze alle quali uno chef non rinuncerebbe mai, ma sulle quali, se devi preparare la cena in un'ora, sei ben felice di soprassedere. 
Insomma, la Parodi in cucina è "una di noi" e una folla di donne (e uomini?) in cerca di ispirazioni quotidiane l'ha eletta nuovo guru della cucina. Forse un po' esagerando, ma  che dire, tanto di cappello, cara Benny... certo, il cognome l'ha aiutata....
Per la prima volta ho seguito una sua ricetta, un ciambellone semplice che si prepara davvero in 10 minuti e con impegno minimo! Risultato soddisfacente, con una bella tazza di latte è perfetto per la colazione. E vuoi vedere che è quello che trionfa proprio sulla copertina del suo libro? Ovviamente non ho resistito e ho modificato un paio di cose ;-). Via con la ricetta:




Ciambella morbidissima di Cotto e Mangiato
300 di farina (io Farina che lievita di Molino Spadoni, quindi poi non ho messo il lievito)
1 bustina di lievito
150 gr di burro 
300 gr di zucchero  (io 230gr... mi sembrava veramente troppo!)
3 uova
200 ml di latte
una presa di sale
io: liquore di anice per aromatizzare 

La ricetta dice di "mettere tutti gli ingredienti nel mixer, senza un ordine preciso" e azionare per un minuto. Difficile, eh? :-) Io ho semplicemente unito gli ingredienti in una grande terrina e mescolato a mano con una frusta fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Personalmente ho messo prima gli ingredienti liquidi (uova, burro fuso e latte) e poi ho unito farina e zucchero setacciati insieme. Infine  ho aggiunto l'anice per aromatizzare un pochino. Va cotta in forno per 35-40 minuti, a 180 gradi. Io l'ho cotta nella teglia a cerniera Morgane di Guardini (si può usare con la base per torta normale o per ciambella, molto comoda!). Una volta fredda, spolverizzare di zucchero a velo.
E la colazione è servita..

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