lunedì 11 luglio 2011

Falling skies (si mangia quel che c'è!)

Secondo voi esiste un fashion designer specializzato in film e telefilm catastrofici? Lo so, è una domanda strana, ma è la prima cosa che mi sono chiesta vedendo la prima puntata di Falling Skies, andata in onda su Fox (Sky) il 5 luglio, in prima tv italiana.



Il telefilm, prodotto da Steven Spielberg, ci mostra la Terra a circa sei mesi da un'invasione aliena, dopo un attacco che ha devastato il pianeta e messo ko tutti gli apparecchi elettrici. Gli uomini sopravvissuti si radunano in "divisioni", composte da civili e militari, e cercano di fuggire dall'invasore e scoprire un modo per batterlo.
Per ora mi è sembrato un incrocio tra La guerra dei Mondi (che, casualmente, è di Spielberg -poco fissato con gli alieni, tra l'altro.. non dimentichiamo E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo...) e The Road (ricordate? ne parlai qui), anche se meno inquietante e decisamente più improntato all'azione, allo scontro fisico e all'avventura.
Tornando al domandone, cmq, mi è sorto perché ho notato che in questo genere di serie/film apocalittici, tipo Matrix (quando sono "fuori" dalla matrice) o The Day after Tomorrow, il look è pressoché identico: vestiti sportivi, larghini ma perfect fit, tendenzialmente di ispirazione militare, indossati a cipolla in intelligenti vestizioni multistrato. I colori spaziano dal kaki al grigino, con tocchi di jeans e di nero. Gli abiti sono generalmente sporchini, perché questa gente vive in condizioni precarie ed è ovvio che nn si possa cambiare il maglioncino tutti i giorni, però non ci sono mai patacche di unto rotonde o schizzi di sugo come capita a noi, no no, solo aloni o residui di terra sapientemente spalmati e che spesso ricoprono anche il viso. Le donne sfoggiano pantaloni tipo leggins, skinny ma comodi, perfetti da abbinare agli stivaletti antifango. Tutti sfoggiano cinturoni con portacartucce per fucili, guanti senza dita da combattente, giubbottini multitasca e pashmine arrotolate alla perfezione attorno al collo (i toni sono sempre quelli del cenere o al massimo terra bruciata). Insomma, che bravi questi umani disperati, gli hanno distrutto la casa, anzi la vita, tutto, ma hanno un guardaroba perfetto per l'occasione, sembra quasi che aspettassero l'attacco alieno!

Resistenza superaccessoriata
Al di là di queste sciocchezze, il telefilm, pur non brillando per novità estrema, promette bene, ha un buon ritmo e tiene abbastanza sulle spine: certo dovete sopportare la vista dei soliti alieni verdi. Anche se hanno fatto uno sforzo di immaginazione e li hanno creati più simili a cavallette a sei zampe che ai soliti bipedi sottili e testoni. E i protagonisti sottolineano questa differenza già nel secondo episodio... credo che le zampone saranno il loro tallone d'Achille, ma magari mi sbaglio, stiamo a vedere.

L'alieno
Il protagonista, nonché uno dei capi della resistenza di Boston, è Tom Mason, ex docente di storia americana ed esperto di strategie militari: eh sì perché dovevano giustificare la trasformazione di un civile in mago di guerra almeno con un background teorico! Comunque lui è l'adorabile Noah Wyle, che poi sarebbe il dottor Carter di E.R., e io sono così contenta di rivederlo sugli schermi che gli perdono anche un personaggio dal passato poco credibile. Sua moglie è morta nell'attacco alieno (ma c'è già una dottoressa dal sapor mediorientale o meglio, orientale, che è lì pronta per papparsi il bocconcino), ma ha tre figli, un diciasettenne sportivo, ex figo della scuola, che sta con la biondina più tosta della resistenza, un piccolo di otto anni e un tredicenne. Questo è vivo ma è stato rapito dagli alieni e Mason, ovviamente, è disposto a tutto per liberarlo.

Noah Wyle
Intanto, tra un'imboscata e l'altra, si mangia ben poco. Principalmente sbobbe e brodaglie cucinate nelle tendopoli e scatolette di tonno sgraffignate nei magazzini risparmiati dalle bombe aliene (per saccheggiarli i nostri eroi rischiano la pelle in continuazione!), quindi la mia verve d'abbinata culinaria s'è smorzata. Ecco, forse ci stava una vellutata di piselli verde alieno, ma stasera non avevo proprio cuore di mettermi ai fornelli quindi, non me ne abbiate, la chiuderei qui!


Vi segnalo che sul sito dedicato potete leggere un fumetto prequel della serie, con le peripezie di Mason e figli prima di unirsi al gruppo di resistenza "Second Massachussets" (2nd Mass): un'iniziativa interessante!


Se avete visto o avete intenzione di vedere Falling Skies, tenetemi aggiornati, aspetto i vostri feedback! 

domenica 10 luglio 2011

New york mood: some cheesecake & and a movie, please!

Non sono mai stata a New York, anche se penso sempre di andarci, ma per un motivo o l'altro non sono mai riuscita a pianificare il viaggio: presto rimedierò (spero!!). Uno dei miei dolci preferiti, però, è la New York Cheesecake: un'invenzione superba, a mio avviso. A fine giugno è stato il compleanno di mio papà così, nonostante il mio regime dietetico (inutile, dato che praticamente non sto dimagrendo..), ho voluto preparare una torta. Poco tempo prima, in seguito a un impulso irrazionale momentaneo, avevo comprato del latte condensato, pensando che mi sarebbe tornato utile per qualche dolce, senza in realtà avere bene in mente cosa farci. Ho pensato che la cheesecake poteva essere un ottimo modo per sbarazzarsene ed ecco quello che ne è venuto fuori :) 



My New York cheesecake
per la base:
250 gr di biscotti tipo Owego
2 cucchiai di zucchero di canna
4 cucchiai di cacao amaro
70 gr di burro fuso
aroma di fiori d'arancio
per il ripieno:
375 ml di latte condensato
240 gr di formaggio spalmabile tipo Philadelphia
1 uovo
per il topping:
4-5 cucchiai di acqua

Fate sciogliere il burro a bagnomaria. Sbriciolate i biscotti, mescolateli con il cacao amaro e lo zucchero, unite il burro fuso (non caldo) e distribuite in una tortiera andando a formare una base omogenea. Livellate aiutandovi con una spatola o un cucchiaio. Preparate la crema: versate il latte condensato, unite il formaggio spalmabile e lavorate con cucchaio o spatola fino a creare un composto cremoso. Unite un uovo sbattuto e un aroma a scelta, io ho usato l'acqua di fiori d'arancio perché ne avevo ancora mezza boccetta avanzata dalla pastiera. Versate sopra la base, livellate e infornate a 180 gradi per circa 40 minuti.
Dovreste usare uno stampo a cerniera, io furbescamente ho voluto usare la teglia a forma di cuore di Guardini perché è tanto carina, ma poi non ho potuto sformarla :-) (poco male).
Una volta raffreddata la torta, passate al topping: la New York cheesecake prevede in realtà una crema a base di panna acida ma io ho preferito della marmellata. Ho lavorato la Fiordifrutta con qualche cucchiaio d'acqua e l'ho versata sopra (ottima scelta le Visciole, leggermente più acidule delle ciliegie normali, che contrastavano con il dolce del latte condensato).
La famiglia s'è leccata i baffi, quindi direi che l'esperimento è riuscito.....


Meglio sarebbe potersi gustare una fetta di questo dolce in un caffè di New York, lo so bene... per farvi entrare nell'atmosfera posso però proporvi dei film che, in modo diverso, celebrano the City that never sleeps, sempre affascinante, stimolante, avanti... 

Manhattan (1979)
(video Intro)


Quasi tutti i film di Woody Allen sono ambientati a New York, ma questo rappresenta la prima esplicita dichiarazione d'amore alla città. Lo scrittore protagonista, abbandonato dalla moglie Meryl Streep, ha il blocco e non riesce a scrivere. Nell'intro prova a iniziare il suo libro descrivendo il suo rapporto con la città. "Adorava NY, la idolatrava smisuratamente. No, è meglio la mitizzava smisuratamente, ecco. Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin....". Una cartolina in bianco e nero della città che diventa lo specchio del mondo interiore e frustrato di Woody e dei suoi goffi tentativi sentimentali..

Colazione da Tiffany (1961)
(video: trailer)

New York come refugium peccatorum, luogo dove chiunque può reinventarsi una vita, dove trasformare i sogni in realtà. Non ha bisogno di presentazioni questo film con Audrey Hepburn nei panni della mantenuta più dolce e più chic del cinema. Protagonista, tra i vari luoghi della città, la gioielleria del titolo, luogo feticcio per Holly, che ne vede un simbolo di riscatto, tranquillità e perfezione. 

Taxi Driver (1976)
(video: Trailer)



NY può essere cattiva. In questo film vediamo la New York più disperata e problematica degli anni post Vietnam, vissuta attraverso gli occhi di un reduce della guerra diventato taxista notturno perché sofferente di insonna. L'alienazione e la disillusione nella vita privata, assieme alla frustrazione per una società sempre più alla deriva e la spasmodica ricerca di una libertà perduta, lo porteranno in un baratro psicologico che alla fine esploderà in un climax di violenza. Pietra miliare di Scorsese con Robert De Niro


Il diavolo veste Prada (2006)
(video: Trailer)



A New York si può fare carriera, magari anche in un mondo patinato come il giornalismo di moda. Ma per tutto c'è un prezzo da pagare. La storia di Andrea (Ann Hathaway), aspirante giornalista neolaureata con ottimi voti, che finisce a fare da assistente al guru della moda  Miranda Pristley (Meryl Streep), direttrice del prestigioso mensile Runway. Un'esperienza che cambierà Andrea profondamente, le insegnerà il significato del lavoro e la porterà anche a chiedersi cosa davvero vuole dalla vita. Divertente.

C'è posta per te (1998)
(video: trailer)


A New York si può trovare l'amore, ma non è facile, soprattutto al giorno d'oggi con le vite frenetiche e la tendenza a vivere molto di più in modo virtuale che reale. E se proprio in chat si nascondesse l'amore? Il film è ormai un po' datato, all'epoca Facebook non aveva ancora fatto capolino nelle vite di tutti noi e i blog erano una rarità, ma la commedia è divertente, soprattutto perché la simpatia virtuale trai i due sembra contrapporsi a un odio viscerale nella vita reale... almeno all'inizio! Con la collaudata coppia Meg Ryan- Tom Hanks ai tempi in cui i loro volti non erano ancora deformati da ciccia (Tom) o tiraggi e botox (Meg, già vi avvisai..). 

Spiderman 1,2 e 3 (2002-2007)
(video: trailer Spiderman3)

Infine, un fumettone. I grattacieli di Manhattan sono i muri su cui si arrampica e vola uno dei supereroi più celebri di tutti i tempi, Peter Parker alias Spiderman! La saga ripercorre le avventure del giovane studente Peter, interpretato da Tobey Maguire, che morso da un ragno, acquista poteri sovrannaturali: ci saranno difficoltà per capire come usare al meglio i poteri, una continua lotta contro pericolosi criminali e, in seguito, contro il proprio lato oscuro, e una corsa per conquistare il cuore della bella Mary Jane. Per il 2012 è previsto un quarto capitolo, che dovrebbe intitolarsi The amazing Spiderman. Da vedere se vi piace il genere!

La lista potrebbe proseguire all'infinito, NYC è stata "protagonista" di tantissimi pellicole di ogni epoca e genere, e non dimentichiamo telefilm cult come Sex and the City o Fame e un'infinità di polizieschi... io però mi fermo qui, voi scegliete un titolo e buon appetito con la cheesecake! :-)

giovedì 7 luglio 2011

Kate e Leopold, il fascino dell'800 e della colazione pronta!

Vi capita mai di soffermarvi a fantasticare su usi e costumi di altre epoche, pensando che sareste state più adatte a vivere in questo o quel periodo storico, magari  in Inghilterra, in Francia, o in America? A me succede spesso, soprattutto dopo essermi persa nella visione di un film in costume (per i quali ho un debole) o nella lettura di qualche libro appassionante. Per carità, sono una pigrona e apprezzo moltissimo le comodità moderne che riducono le scocciature quotidiane e aprono nuove opportunità, a partire dal riscaldamento-climatizzatore fino a rivoluzioni più recenti come internet e i blog :-).
Ma spaziare con la fantasia non ha prezzo e così penso a come sarebbe indossare preziosi abiti-scultura settecenteschi, oppure ingaggiare con i gentiluomini dei duelli dialettici in linguaggio forbito, un po' pretenzioso ma anche sarcastico, come facevano le eroine Austeniane, o ancora lasciarmi scivolare libera mente nel fango di Woodstock, mentre suona Joe Cocker, indossando un top sbiadito e pantaloni a zampa... 
Quando ero piccola, però, ero decisamente fissata per un'epoca storica in particolare, il Settecento, per la moda francese dei vestiti di seta e broccato, corpetti stretti e larghe gonne a ruota, sbuffi, volant, ricami, pizzi, bustini, parrucche di boccoli e calze di seta. 


La colpa era ovviamente di Lady Oscar, capolavoro animato tratto dal manga di Ryoko Ikeda ancora oggi bellissimo e attuale (non so quante volte l'ho riguardato, ne ho parlato anche qui), che mi ha imbambolato dapprima con la bellezza dei disegni e degli abiti della regina Maria Antonietta (che riproducevo in tutte le mise su centinaia di fogli da disegno) e poi con l'incredibile forza dei personaggi di Oscar e Andrè, che sono una delle coppie più meravigliose mai concepite da un'opera di fantasia (posso dire senza paura di esagerare che possiedono lo spessore e l'intensità dei personaggi shakespeariani o delle tragedie greche... d'altra parte il tema del "travestimento" e della dissimulazione della bellezza femminile sotto abiti maschili, che vediamo in Oscar, e anche l'amore come malattia e come destino di morte, erano topoi ricorrenti sia nelle opere di Eschilo e Euripide, sia nel teatro elisabettiano... OPS, divento pesante, la smetto).
Tutto questo per dire cosa? Che mentre mi immaginavo camminare compita per i corridoi di Versailles, i capelli acconciati e il corpo infilato in un abito preziosi quanto un collier di diamanti da un carato, la mia mente si ancorava a un ideale romantico dell'amore e dell'uomo innamorato, che aderiva completamente alla figura di André Grandier.


Non starò a tediarvi oltre con un trattato su questo personaggio, che per le non-oscariane risulterebbe palloso e per le appassionate non sarebbe che una cacofonia di concetti già sentiti milleduecento volte.
Sappiate solo che Andrè, per me, è il non plus ultra.
Quando ho visto Kate e Leopold, ho pensato che Leopold me lo ricordava un po', anche se André non era nobile (almeno non di nascita, certamente d'animo) e Leopold era ottocentesco (e non settecentesco). Ho pensato che, come Kate, non mi dispiacerebbe catapultarmi indietro nel tempo per vivere un po' di quel magico gioco delle parti, quella galanteria, quel pudore e quella dolcezza che, forse, un tempo, regolavano l'amore (se vero) tra un uomo e una donna. Sì sì lo so, che le donne non avevano diritti e che erano considerate esseri inferiori, svenevoli, poco intelligenti... che ancora oggi dobbiamo lottare per la vera parità, figuriamoci due o trecento anni fa! Ma lasciatemi trastullare nelle mie fantasie romantiche con un filmetto sciocco....


La prima parte è davvero divertente. Leopold, duca ottocentesco, per un salto spazio-temporale causato dall'ex fidanzato scienzato di Kate, si ritrova a New York City oggi e si comporta come un focoso e fiero cavaliere pronto a ogni slancio per difendere giustizia e rettitudine: il modo in cui parla e si muove è spassoso e Hugh Jackman, oltre che bel figliolo, è del tutto credibile: bravo! Meg Ryan, all'ultimo film buono prima della definitiva trasformazione in pipistrello causa botox (nn ci credete? beccatevela qui...), invece non è proprio nella parte, ma si può perdonare.
Lungo la strada il film si perde un po' e finisce annegando in un prevedibile quanto inevitabile lieto fine, ma tutto sommato lo promuovo, suvvia. Non fosse altro che per la colazione che Leopold prepara a Kate una mattina, per coccolarla un po'!


Ah, la colazione... il momento migliore della giornata, se ben fatta! Come nel weekend, quando si ha tutto il tempo del mondo e si indugia in pigiama, assaporando un dolcino, del caffèlatte o del tè, magari un succo di arancia o uno yogurt, della frutta fresca... chi più ne ha più ne metta! Io di solito prendo caffelatte e cereali, che ogni tanto vengono sostituiti da fetta di torta casalinga o più raramente da un croissant (anche se ultimamente, sob, queste opzioni sono FORBIDDEN...). E voi, che  colazione preferite? La classica italiana, la francese, americana, inglese... tedesca!? Raccontatemi che vi preparate, soprattutto ora che fa caldo! 

Vi lascio con il trailer del film!


lunedì 4 luglio 2011

4th of July: Independence day al cinema e in cucina!

Oggi è il 4 luglio! Sì lo so che praticamente è già finito, ma posso ignorare la festa che ogni anno risveglia l'orgoglio a stelle e strisce, ricordando agli americani il giorno in cui tredici colonie britanniche firmarono la propria Dichiarazione di indipendenza dal Regno Unito (era il 1776)?? ...No! Allora eccovi qualche film che grida, in diversi modi e in epoche diverse, America!!



Ambientato proprio durante la guerra d'Indipendenza: Mel Gibson è un proprietario terriero vedovo e con sette figli che per salvare uno dei figli arruolati e finito nei guai si espone e uccide dei soldati inglesi. Da quel momento diventerà un eroe e affiancherà l'esercito nella lotta. Un po' banalotto nel suo aderire totalmente al genere, ma si guarda volentieri.



La storia vera di Ron Kovic, nato il 4 luglio 1946, arruolatosi marine e inviato in guerra in Vietnam, vedrà morire i suoi entusiasmi quando sarà colpito e reso paralitico e impotente. Inizierà così una battaglia contro la guerra e la sua mancanza di senso. Il film, di Oliver Stone, vede Tom Cruise per la prima volta fuori dai ruoli di sex symbol che lo avevano reso celebre.




La parabola incredibile della vita e della storia americana recente vista attraverso gli occhi ingenui di Forrest Gump, per ridere, piangere, emozionarsi.  Sei Oscar, tutti meritati... Fra questi, il mio preferito!




1962, gli Usa scoprono che i sovietici stanno costruendo una base missilistica a Cuba: saranno tredici giorni di crisi e di braccio di ferro diplomatico per evitare una terza guerra mondiale. Il film non è così avvincente, lo segnalo solo perché in onda stasera su Rete4.



Volendo alleggerirci un po', finiamo buttandoci sull' action-fantascienza! Un classicone che ai tempi fece davvero un successo incredibile e segnò l'exploit hollywoodiano di Will Smith. Aggressori alieni a bordo di astronavi larghe e piatte (come da cliché) iniziano a bombardare gli Usa su Washington, NY e Los Angeles: ma gli uomini non staranno con le mani in mano!

E cosa si mangia il giorno dell'Indipendenza? Fa caldo, è festa nazionale... quindi si sta fuori nei prati, a fare pic nic e grigliate! Guardate che carrellata mica male di ispirazioni culinarie propone il New York Times per l'occasione alla sezione Dining & Wine.. Interessante, in particolare, l'insalata di pomodori e anguria, arricchita da formaggi erborinati, olio, aceto e prezzemolo... sarei curiosa di assaggiarla.
Ma se l'occhio vuole la sua parte, potete sbirciare qui per qualche ispirazione patriottica anche nell'estetica: dolcini, drinks, picnics... tutti raccolti su Familyfun.
E potevano mancare i cupcakes dell'Independence Day? QUI trovate la ricetta dei Berry Cupcakes di Martha Stewart: una garanzia.

Berry Cupcakes di Martha Stewart
Vi lascio con una canzone dolcissima nella versione di Madonna... ovviamente American Pie!

giovedì 30 giugno 2011

Insalata di riso dell'equilibrista (Man on Wire)

Sapete tutti (da questa) della mia disavventura sui tacchi, ringrazio tutte quelle che mi hanno espresso solidarietà e chiesto come va: ora per fortuna sto bene! Comunque, cucinare con una caviglia reduce da una storta non è cosa consigliabile e nemmeno tanto semplice: eppure anche una che si è fatta male deve pur mangiare! Così, venerdì scorso, giorno dopo il fattaccio, ho optato per qualcosa di veramente rapido e "indolore". Un'insalata che ho battezzato insalata di riso dell'equilibrista, per il semplice fatto che l'ho preparata stando in equilibrio su una gamba sola! :-)
Ho usato il condiriso che mi aveva spedito Cascina San Cassiano e pochi altri ingredienti... eccola qua!


Insalata di riso dell'equilibrista (x 5)
350 gr di riso integrale
2 vasetti di condimento per pasta o riso Cascina San Cassiano (contiene olive, mais, piselli, funghi, peperoni, cetrioli, cipolline etc in olio di oliva, aceto e prezzemolo)
2 scatolette di tonno da 80 grammi
80 grammi di feta greca
scagliette di parmigiano reggiano

Io ho preferito scolare i condiriso e buttare l'olio-aceto in cui era immersa la verdura (non amo molto le cose tr unte, inoltre... ricordate che sono a dieta...). (Reggendovi su una gamba sola) mettete le verdure miste in una terrina, unite la feta tagliata a dadini e il tonno sgocciolato. Intanto lessare il riso, scolatelo al dente. (Andate a sedervi e) lasciate intiepidire. Versate nella terrina il riso, mescolate, spolverate con qualche scaglia di parmigiano, infilate in frigo e gustatelo un paio d'ore dopo. Io, che di norma non apprezzo i condimenti pronti, sono rimasta piacevolmente colpita dal sapore delicato di questo mix di C. San Cassiano, lo consiglio da tenere in dispensa... per ogni evenienza!



A proposito di equilibristi, vi lascio suggerendovi la visione di Man On Wire un documentario sulla strabiliante impresa del funambolo francese Philippe Petit, che nel 1974 sfidò le autorità statunitensi per eseguire il suo numero, tendendo una kilometrica fune tra le due Torri Gemelle e lanciandosi in una incosciente traversata sur le fil. Petit, un personaggio unico e stravagante, portò a termine il suo incredibile - ma considerato criminale- piano! E' inoltre molto intenso rivedere oggi quelle Torri che oggi, putroppo, non esistono più...


mercoledì 29 giugno 2011

Caldo? sì, ma non così tanto!!!

Si dice che... a qualcuno piace caldo...


...Sì, ma non così caldo!! Ci sono 35 gradi, tutti all'improvviso... E con il 90% di umidità!! E così ... noi che vorremmo un'estate di mare, divertimenti e bei ragazzi, come quella che passarono loro nei lontani anni 50...


o ancora meglio, come quella di Baby, che poteva preoccuparsi solo di imparare passetti e studiare l'anatomia di Patrick Swayze (vedi link), invece ci ritroviamo qui, in una giungla di cemento afosa... Il clima potrebbe somigliare a quello della foresta amazzonica, o delle città adagiate lungo le rive del Mississipi... E allora o ci facciamo una suonatina di Oboe con Gabriel...


o ci ascoltiamo i deliri cantautorali di John Travolta...


oppure andiamo a berci un cicchetto in qualche bettola stile "peggiori bar di Caracas" sperando di assistere almeno a una scena come questa (Salma Hayek qua piace pure a me che sono una donna)...


Comunque, in tutto ciò, mentre spero di gustare al più presto un po' di Sapore di mare...


...la mia voglia di cucinare è sotto i piedi! Di accendere il forno non se ne parla e chiudermi nella mia cucinina senza finestre col calore dei fuochi.. beh, è altrettanto straziante..  se mi mettessi ai fornelli ora i risultati potrebbero essere, se va bene, questi qui...


ci aggiorniamo presto!
buonanotte :)

venerdì 24 giugno 2011

Una storta alla Bridget Jones

Ciao a tutti, forse qualcuno si aspettava la ricetta Londonstyle abbinata ai film proposti in questo post, ma non ho ancora avuto tempo. In base agli ultimi accadimenti di cui vi parlerò tra poco, però, tolgo dal trittico dei british film Il diario di Bridget Jones e me lo gioco oggi: ieri sera, presenziando per lavoro a un evento che abbiamo organizzato all'interno del bellissimo Castello Sforzesco di Milano, mi sono sentita un po' come lei, mutande contenitive a parte (le avrei messe, ma non le possiedo), ovvero piena di belle intenzioni ma totalmente clumsy! Come quando deve presentare il signor Fitzherbert-Fissatette o quando va in palestra e cade dalla cyclette o ancora quando si mette il foulard in testa alla Grace Kelly che le vola via appena Hugh Grant pigia il tasto dell'acceleratore del suo coupé.
E' successo all'uscita dal lavoro, mentre andavo, sculettando mio malgrado su un tacco dieci quasi intonso, verso la macchina della mia capa che ci avrebbe condotto al castello. Quello che è accaduto vale proprio una vignetta, quindi lascerò le immagini parlare per me!

La storta (clicca per ingrandire)

Ecco, come avrete capito sono caduta e non solo mi sono sbucciata un ginocchio ma anche data una storta alla caviglia. Che all'inizio non mi doleva molto, ma siccome all'incidente sono seguite 4 ore in piedi sulle stesse scarpe, beh, potete immaginare che alla fine la botta sia uscita: oggi non cammino. Sono sul divano, gamba stesa, ghiaccio e pomatina, pc sul tavolino accanto a me, inutili tg e, per sdrammatizzare, questa vignetta... 
In tutto ciò, c'è stato anche un intermezzo al cocktail, in cui mi stavo strozzando con il prosecco. Ho iniziato a tossire e tossire.. e poi quando mi è passato, mi era sparita la voce! mai vista una cosa del genere, parevo un trans!! sono stata afona mezz'ora, poi ho mangiato qualcosa e la voce ha cominciato a tornare.. misteri! Per fortuna l'evento è andato bene :)
Penserete che a queste vicende avrei potuto abbinare Fantozzi ma il mio amor proprio me lo impedisce... così godetevi questa scena di Bridget, alla prossima!

sabato 18 giugno 2011

Lasagne leggere con zucchine e asparagi

Chi l'ha detto che le lasagne vanno preparate con besciamella e ragù? Per carità, alla bolognese sono il top, ma queste sfoglie di pasta sottile si prestano a tanti ripieni e preparazioni. Per variare - e magari alleggerire- basta un po' di fantasia. Io ho inventato questa versione e vi assicuro che pur essendo piuttosto light (condimento= zero assoluto, c'è solo il formaggio) si tratta di un primo di tutto rispetto, gustoso e delicato. Vi lascio subito la facilissima ricetta!



Lasagne leggere con zucchine e asparagi
1 confezione di lasagne (io Sfogliavelo di Rana)
125 gr di mozzarella
150 gr di scamorza bianca
parmigiano grattugiato a volontà
3 zucchine medie
una decina di asparagi
500 ml di passata di pomodoro
aglio
basilico

Pulire le verdure, tagliarle a tocchetti e sbollentarle in acqua salata per una decina di minuti. Scolarle bene e lasciarle in una terrina. Preparare un sugo con la passata di pomodoro, uno spicchio d'aglio intero, sale e qualche foglia di basilico: niente olio, 15 min di cottura e via. Tagliuzzare a dadini la mozzarella e grattugiare la scamorza e il parmigiano. Conservate i formaggi su un piatto. Quando il sugo è pronto, procedete con gli strati. In una pirofila stendete due cucchiaiate di sugo, la sfoglia, altro sugo, una manciata di mozzarella e una di parmigiano. Procedete con un altro strato di pasta, mettete un po' di asparagi e zucchine misti e coprite con la scamorza. Altra pasta e procedete così, alternando gli strati di sugo e mozzarella con quelli di verdura e scamorza. finite con sugo, mozza e parmigiano. Infornate per mezz'ora-40 min a 180 gradi! Facile, no? Perché domani è domenica ed è giusto concedersi qualcosa di buono... senza per questo arrivare ai livelli di Tognazzi & Co ne La grande abbuffata....



PS: non ho scordato il film londinese.. la ricetta arriva in uno dei prox post :)

giovedì 16 giugno 2011

London calling!

Attention please. Prima della lettura, per calarvi meglio nell'atmosfera, è consigliato mettere a palla questa


Oggi mi sento Londonsick. Ovvero mi manca Londra e vorrei essere là. Vi ho mai detto che amo Londra? Forse no; ebbene: la amo. Appena metto piede sul suolo britannico una piccola morsa di emozione mi prende lo stomaco, mi sento felice già camminando lungo i corridoi infiniti di Heathrow mentre bisticcio con il trolley. Sarà perché è la città che rapprenta il mio sogno di indipendenza adolescenziale, sarà perché lì sono stata in Erasmus e ho conosciuto un sacco di persone fantastiche, sarà perché lì c'è davvero TUTTO e anche le cose che ai miei occhi appaiono "insensate" esercitano su di me una strana, irresistibile attrazione. Forse non è la città dove trascorrere una vita intera, ma è una città che la vita te la infonde e stare a spiegarne i motivi è assai meno efficace che sperimentare il richiamo della capitale britannica sulla propria pelle. Siccome però ci si arrangia come si può, in mancanza di un jet privato che mi trasporti lì ora e subito, ecco qualche boccone londinese, dei buoni motivi per amarla...

Piccadilly & the Double Decker buses
The Queen
Colorful doors
Fish & chips (everywhere)
Hyde Park...  and Kensington Gardens!
The London Eye
The Pubs (One More Pint, Please, Before the Bell Rings!)
The River Thames, the Houses of Parliament & the Big Ben
Camden Town
The Tube (Mind the Gap!)

Street (and junk) food
Notting Hill e Portobello
E mooolto molto altro... lo so... ma mi fermo. Ma dopo questa sviolinata, posso lasciarvi senza dei film imperdibili ambientati proprio a Londra? Almeno per un po' soddisferanno la voglia di Britishness che vi sarà venuta. E magari dopo la visione scatta la prenotazione del volo più cheap a disposizione (e io, che sono brava, vi agevolo anche questa).
Che film vi propongo?? 
Tre pellicole che non hanno bisogno di presentazioni e che avete visto tutti! Ditemi qual è il vostro preferito.. poi ci abbiniamo una bella ricetta!

Notting Hill


Il diario di Bridget Jones


About a Boy


Quale scegliete????? :)

domenica 12 giugno 2011

Torta rustica con fragole e pesche: il potere della Persuasione



"Fai una torta?"
"No, sono a dieta"
"Dai una crostata con la crema pasticcera e le fragole! Ne abbiamo comprate un sacco... Dai, un dolce per domani..."
"Non posso mangiare dolci!"
"Non importa, la mangio io"
"....mmm.... va bene, non una crostata, però! Qualcosa di più leggero"
Così, più o meno, ho ceduto alle richieste del mio fidanzato e deciso di fare un dolce nonostante il mio (tentativo) di regime alimentare dietetico. Sono stata abbastanza brava in queste ultime due settimane, ma ogni tanto saltano cene fuori o inviti da qualche parte che, inevitabilmente, ti fanno deviare dal percorso. Inoltre, se il tuo fidanzato ti tenta, incoraggiandoti a fare incursioni culinarie a base di creme e burri, beh, difficile non cedere al potere della persuasione.
La persuasione che può portarci a ragionare meglio, a fare scelte più ponderate e quindi migliori. Oppure a cedere al peso della volontà, delle valutazioni o delle paure delle persone che ci circondano e che in qualche modo hanno un'influenza su di noi. 



C'è un romanzo di Jane Austen che si intitola così, Persuasione, appunto: ne sono state tratte due versioni cinematografiche, una del 1995, di Roger Michell, e un'altra del 2007, prodotta dalla BBC per la tv, con Sally Hawkins (Happy Go Lightly, We want Sex). Io vi parlo di quest'ultima versione, che ho visto in inglese anche perché credo non sia mai uscita in Italia.

Ann Elliot è la secondogenita di un nobiluomo che non è stato in grado di gestire con accuratezza il patrimonio e ha ridotto la famiglia praticamente sul lastrico. Anne sta quindi per abbandonare la casa di famiglia, che verrà affittata a qualcuno con maggiori possibilità economiche. Caso vuole che il nuovo affittuario sia l'ammiraglio Croft, cognato del capitano di marina Frederick Wentworth. Questi, otto anni prima, era stato promesso sposo di Anne, infine da lei rifiutato perché persuasa da un'influente amica di famiglia che l'unione con un semplice ufficiale di marina non offrisse sufficienti garanzie economiche. Anne è pentita di quella scelta ed è ancora innamorata di lui: rivedendolo, e constatando la sua freddezza verso di lei, viene assalita da un misto di disperazione e vergogna. Ma le circostanze le offriranno una nuova occasione: starà a lei sfruttarla, aprendo il suo cuore e armandosi di determinazione, senza lasciarsi distrarre da ciò che gli altri vorrebbero per lei


Questo film è un tuffo nelle atmosfere romantiche dell'Inghilterra ottocentesca: l'interpretazione della Hawkins è perfetta e nei piccoli particolari dei suoi gesti cogliamo la profondità del suo tormento, l'emozione nel rivedere il perduto amore e l'ansia di riconquistarlo. A me è piaciuto, chiaramente si tratta della Austen e deve gustarvi il genere. :-) 

Intanto eccovi la ricetta della tortina, magari ve ne potete gustare una fetta sorseggiando tè e guardandovi il film. E' davvero leggera, con queste dosi rimane molto "fruttosa" e umida, quindi regolatevi voi in base ai vostri gusti: a me le torte di frutta piacciono così!

Torta rustica con fragole e pesche 
250 gr di fragole
300 gr di pesche
1 limone
150 gr di farina integrale di farro
100 gr di farina che lievita
10 gr di lievito per dolci
50 ml di olio di arachidi
200 gr di zucchero di canna
2 uova
120 ml di latte

Lavate e sbucciate le pesche, pulite le fragole, tagliuzzate tutta la frutta e mettetela in una terrina, coprendola con il succo di un limone bio non trattato: tenete da parte la buccia e lasciate macerare per circa 20 minuti. In una ciotola lavorate le uova e lo zucchero di canna con la frusta fino a ottenere un composto spumoso. Unite il latte e l'olio.  Scolate la frutta e raccogliete il succo, unite anche quello. A parte setacciate la farina di farro con l'altra e con il lievito e poi amalgamarla al composto di uova, zucchero e latte. Aggiungete una grattugiata di buccia del limone e infine unite la frutta scolata. Versate in una teglia imburrata e infornate a 180 gradi per circa 1 ora (dopo 40 min coprite con un foglio di alluminio per evitare bruciature).

giovedì 9 giugno 2011

My take on foodblogging: la mia intervista!

Oggi mi faccio un po' di pubblicità. Dai, non capita tutti i giorni di essere intervistate, quindi concedetemelo.
A questo link, sulla sezione Gastronomia de Il giornale.it, trovate un imperdibile articolo sui foodblog con intervista alla vostra blogger preferita, da leggere tutto d'un fiato! Non vorrete mica perdervelo? :-)

L'articolo lo trovate QUI


Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...