venerdì 30 aprile 2010

Le insidie di Fringe e quelle del curry (verde)

Sorry my dear. So di parlare a un pubblico inesistente, ma rimane il dovere di scusare un'assenza di quasi un mese dalle pagine del blog, dai film e dalle ricette. Sono stata lontana anche dalle sale cinematografiche, devo dire la verità. Poca roba attraente, al momento, popola gli italici schermi (o io sono solo pigra? maybe).
In compenso ho fatto il pieno di serie tv. Così ho deciso di recuperare cominciando a parlarvi della serie Fringe, creatura di J.J. Abrams (per quelli a cui questo nome non dice niente, è la mente dietro a Lost e Alias) e, per farlo, la accompagnerò a qualcosa di esotico, una ricetta thailandese, che ho sperimentato solo con le gambe sotto il tavolo, in realtà. Per poterla cucinare io stessa dovrò fare un raid in qualche negozio di specialità alimentari orientali. Sto parlando del pollo al curry verde thailandese.
Ma andiamo con ordine.
Fringe è una serie televisiva a metà tra il poliziesco e il fantascientifico. Parla della divisione dell'FBI, che indaga su improvvise morti e catastrofi per ragioni scientificamente improbabili e quanto mai inquietanti. Protagonista, la bionda Olivia Dunham (Anna Torv), che recupera da un manicomio il vecchio dottor Walter Bishop (Jhon Noble, superb!) per aiutarla, trascinando in una spirale di enigmi e omicidi - esplosioni- teletrasporti e quant'altro anche il figlio di Walter, Peter, aka Joshua Jackson (il celebre Pacey Witter di Dawson's Creek, notevolmente migliorato sul fronte aspetto fisico, ndr).
In USA è ora in onda la seconda stagione, mentre Italia1 ha da poco cominciato a trasmettere la prima. La trama orizzontale di ogni puntata è quasi sempre ben collegata alla trama verticale che ci svela pian piano i ruoli di Olivia, Walter e Peter in un universo misterioso, terrinbile e al tempo stesso magico. Magico come solo una cucina allegra e al tempo stessa insidiosa (attenzione alla dose di piccante!!) come quella thai.
Volete provare il pollo al curry verde? Ecco la ricetta, da servire con riso al vapore profumato al gelsomino (meraviglioso).

Pollo al Curry Verde

Ingredienti per 4 persone
300gr. di petto di pollo, 1 cucchiaio di olio di soia, 2 cucchiai di pasta di curry verde, 70cl. di latte di cocco, 5 rametti coriandolo, il succo e la scorza di mezzo lime, un rametto di basilico thailandese, una falda di peperone verde, 1 mela.

Far scaldare l’olio e far cuocere appena i petti di pollo tagliati a striscioline, appena diventano dorati toglierli dal tegame. Nella stessa pentola far sciogliere la pasta di curry per circa 3 minuti, poi aggiungere il latte di cocco e far cuocere per 5 minuti a fiamma media. Aggiungere il basilico, il coriandolo il succo del lime, la mela a tocchetti, il pollo e far andare ancora insieme per altri 8 minuti o fino a quando il pollo sarà cotto e la salsa leggermente rappresa. Servire nei piatti e guarnire con la scorza del lime e qualche striscia di peperone verde; accompagnare con riso bianco a vapore.

giovedì 1 aprile 2010

Le frittelle di Amelie

Oggi è una giornata triste.
La "mia" Amelie non esiste più. D'ora in poi niente sarà come prima.
Mi resta comunque il ricordo del suo meraviglioso mondo, che era magico, allegro e poetico quanto quello della protagonista del film di Jeanne-Pierre Jeunet. Con questa citazione, vi lascio in dono la ricetta delle sue frittelle di semolino alla veneta. Siamo fuori stagione, perchè è Pasqua e queste si mangiano a Carnevale, ma sono divine in qualsiasi momento dell'anno e poi me la ricordano tanto.

Frittelle di semolino

foto dal web
Un litro di latte fresco, 250 gr di semolino, 100 gr di farina 00, 3 uova intere, la scorza di limone non trattato, 5 cucchiai di zucchero, 50 gr di burro,  50 gr di uvetta,1 bicchierino di liquore all'anice.

Portate il latte a ebollizione e poi versate il semolino, mescolando. Lasciate cuocere per circa 5 minuti sempre mescolando e poi lasciate intiepidire. A parte montate a neve i 3 albumi con un pizzico di sale. Alla polentina di semolino incorporate tuorli, scorza di limone grattugiata, 5 cucchiai di zucchero, il burro sciolto, la farina, un bicchierino di liquore all'anice, l'uvetta.
Mescolate tutto e infine aggiungete gli albumi. Friggete il composto versandolo in olio di semi, a cucchiaiate: appena sono dorate sgocciolatele e fatele asciugare su carta assorbente. Finitele spolverizzandole di zucchero a velo e servitele calde.

Ciao nonna, questo Valse d'Amelie di Yann Tiersen è per te.

mercoledì 24 marzo 2010

La perfezione in un concerto (con costolette)

C'è chi insegue un sogno tutta la vita. C'è chi ha perso la speranza di realizzarlo, ma poi, all'improvviso, grazie a una coincidenza inaspettata sente riaccendersi la fiamma della passione sopita. Per i protagonisti de Il Concerto, questo sogno è la musica, e più precisamente Tchaikovsky. Per realizzarlo sfideranno in modo tragicomico il governo russo, gli impresari del Bolshoi e quelli parigini del Theatre du Chatelet, e affronteranno i fantasmi del loro passato.
La perfezione della musica e lo sfarzo di Parigi,  uniti alla naturale eleganza di Melanie Laurent, fanno pensare a panini serviti con riccioli di burro, patate duchessa e verdurine gratinate al forno con salsa bechàmel: al tempo stesso la simpatica cialtroneria dei russi protagonisti del film, capitanati dall'ex direttore di orchestra del Bolshoi Andrei Filipoi e dall'amico violoncellista ora guidatore di ambulanze, suggerisce qualcosa di più corposo e saporito, per niente complicato, adatto i gelidi inverni dell'ex Unione sovietica. Come le costolette di maiale alla normanna.


Ingredienti:
6 costolette di maiale
80 g di burro
succo di 1 limone
250 ml di panna
1,2 kg di mele golden

Dovrete saltare le costolette nel burro, con un po' di pepe e sale. Appena cotte, dopo circa 10 minuti, mettetele da parte al caldo. L'unica difficoltà della ricetta sta nel seguente passaggio, ovvero eliminare il grasso rappreso dalla padella e poi aggiungere al sugo di cottura il succo del limone e la panna. Nel frattempo dovrete cuocere le mele in poca acqua e, una volta cotte, passarle al setaccio per ottenere una purea. Disponete le costolette su un piatto da portata, coprite con la salsa di panna e limone e servite accompagnato dal purée di mele.
Per dilettarvi, potete cucinarle ascoltando il concerto per orchestra e violino del nostro amico Petr'Ilic (Tchaikovsky).

sabato 20 marzo 2010

Lasagne vegetariane: in cucina come Julie & Julia

Come anticipato qualche giorno fa, volevo concludere la visione del film Julie & Julia e ci sono riuscita. La commedia, dal taglio decisamente femminile, fa venir voglia di cucinare. Cosa che mi è servita, dato che oggi dovevo cimentarmi per la preparazione del pranzo domenicale con i genitori. Le storie (vere) della cuoca che insegnò la cucina francese agli americani e della blogger che nel 2004 per un anno ripercorse tutte le ricette del libro Mastering the art of French Cooking della Child si snodano in modo parallelo e attraverso circostanze in qualche modo analoghe: entrambe troveranno la loro strada nella vita cucinando. Io non credo che la mia via sia ai fornelli, ma lo sforzo fatto oggi merita l'abbinata a questo film culinario. Ho preparato una versione tutta mia della lasagna, che inizialmente doveva essere semplicemente ai carciofi, e poi si è arricchita di due strati di carote e zucchine causa appassitura prematura dei maledetti carciofoni che mi ha costretto a buttarne alcune parti.

Ingredienti:
1 confezione di lasagne ultrasottili (io ho comprato quelle del ranocchio... IMO le migliori)
7 carciofi (ma ne sono rimasti sì e no 5)
3 carote
3 zucchine
parmigiano reggiano grattuggiato q.b.
burro o olio
1 cucchiaio di farina
sale q.b.
e per la besciamella:
latte 1 litro
farina 100 gr
burro 25 gr
noce moscata e sale q.b.

Pulite i carciofi, tagliateli a fettine piuttosto sottili e i gambi come preferite, alla julienne o a rondelline. In una wok fate sciogliere un pezzetto di burro (o 2 cucchiai d'olio, ma in questo caso uso il burro a causa dei prossimi passaggi, voi potete farli o meno) aggiungere un cucchiaio di farina e lasciare addensare, e poi allungare il tutto con un mestolo d'acqua. Cominciate a cuocere i carciofi, aggiustate di sale, aggiungete acqua quando necessario finchè non saranno morbidi (mezz'ora circa).
Tagliate carote e zucchine alla julienne o fate come me che dopo i carciofi ero già sdrenata e affettateli usando il robot da cucina. Fate saltare per dieci minuti in padella, io ho usato anche qui il burro per non scostarmi dal sapore dolce dei carciofi e della besciamella.
Pronte le verdure, fate la besciamella. Preparate il roux: sciogliete il burro nella casseruola, aggiungete 100 gr di farina e lasciate tostare qualche secondo. Ora viene il difficile: aggiungere il latte senza formare i grumi. L'ideale sarebbe continuare a mescolare mentre si versa, ma questo non vi mette al riparo dalla formazione dei temibili suddetti. Per fortuna siamo nel 2010 e tutte le cuoche moderne possiedono un Minipimer. NO? E va beh, un frustino, almeno. Ok: dopo aver versato il latte e sciolto il più possibile i grumi, fate una passata con il Minipimer o chi per esso. Ora tutto andrà liscio. Lasciate arrivare a bollore, abbassate un po' la fiamma e fate addensare una decina di minuti. Aggiungete un paio di pizzichi di sale, e una grattuggiata di noce moscata et voilà, fatto.
Prima di assemblare, lasciate raffreddare un po' la besciamella o vi scioglie la pasta.
Ora procedete agli strati.
Sporcate la pirofila di besciamella. Primo strato di pasta. Besciamella. Carciofi. Parmigiano grattuggiato. Pasta. Besciamella. Zucchine e carote. Parmigiano.... e così via fino a concludere con un pasta ricoperta da besciamella e parmigiano. Mettete in forno per circa mezz'ora, lasciate decantare qualche minuto prima di servire. :-)
bye

La brava moglie scopre il chili. Piccante.

Sembrerò ripetitiva, ma per chi sta seguendo la serie, è doveroso un aggiornamento su The Good Wife. L'ultima puntata ha dato luogo a una svolta inaspettata: è scattata la scintilla tra Alicia e Will (foto). Insomma la "brava moglie" ha ceduto, e a quanto pare, le è piaciuto. Chiaramente il bacio appassionato è stato seguito da - Oh mio dio cos'ho fatto- fuga -nuovo ripensamento del tipo "ma sì, in fondo.. mio marito s'è fatto 18 volte quella escort là".. ma mal riuscito... bad timing Alicia!- per concludersi con un'altra mossa a dir poco ardita... col marito Peter.
Ora sono decisamente sulle spine per gli sviluppi, se ce ne saranno. Eh già perchè Alicia si è già tirata indietro: d'altra parte Will è il suo capo. "E' perchè sei sposata?". Risposta: "Mi piace lavorare qui"... ahia! In qualunque modo evolva questa situazione, appare piuttosto dura anche per Peter (che adesso gioca a fare il religioso.. mah).
Volendo fare un paragone gastronomico, per questa puntata mi sento di tirare in ballo la cucina messicana, anzi, un classico della tradizione Tex-Mex. Sto parlando del chili con carne, simbolo indiscusso della piccantezza.
Se vi va di provare a prepararlo, per prima cosa dovete fare la salsa di chili (a base di peperoncini piccanti). Ecco la ricetta da Turisti per caso.

2 spicchi di aglio
2 peperoncini piccanti secchi
1peperoncino fresco piccante (in mancanza 3 peperoncini secchi)
1 peperoncino fresco dolce (in mancanza, 1/2 di peperone)
1 cucchiaio di murciano (peperone messicano in polvere), in mancanza, 1 cucchiaio di paprica piccante,
olio di arachide, o, se preferite di oliva.

I semi dei peperoncini secchi aumentano di molto il piccante, lasciateli se volete ottenere più piccantezza oppure toglieteli. Se siete indecisi, potete toglierli e poi aggiustare gradualmente la piccantezza aggiungendo gocce di Tabasco.
Tagliate a dadini gli ingredienti più voluminosi e mettete tutto in un un frullino o in un recipiente adatto a un pimer a immersione. Frullate aggiungendo l'olio a poco a poco finchè non si forma una crema.

foto dal web
Poi è la volta della carne. Per quattro persone vi servono:
1 kg di carne di bue (polpa di spalla) tagliata a dadini di circa 3 cm di lato
2 etti di carne di manzo tritata
200 gr di pancetta tagliata a dadini
1/2 Kg di pelati tagliati a pezzettini
1 cipolla affettata sottilmente
1 peperone rosso tagliato a dadini
1 cucchiaio raso di concentrato di pomodoro
1 foglia di alloro.

Condite i dadini di carne con la pasta chili impastando con le mani carne e condimento.
Poi fateli riposare in frigorifero da un massimo di una notte (o una giornata) intera a un minimo di mezz'ora a seconda di quanto amate il piccante. Mettete i dadini di pancetta a rosolare in un tegame di ghisa con un filo di olio a fuoco bassissimo. Quando hanno ceduto tutto il grasso toglieteli e metteli da parte.
Nel grasso fate rosolare a fuoco più alto i dadi di carne conditi con la pasta chili mescolando continuamente. Quando cominciano a scurire,unite la cipolla e abbassate la fiamma.
Non appena la cipolla è appassita, unite la carne tritata, la pancetta rosolata, il peperone, l'alloro e i pomodori e fate insaporire mescolando spesso.
Poi aggiungete il concentrato di pomodoro sciolto in mezzo bicchiere d'acqua e continuate la rosolatura. Quando diventa indispensabile, coprite di acqua, salate tenedo conto che il sugo dovrà restringersi molto e fate cuocere a fuoco lento per un'ora e mezza. Ricordate che l'umido deve risultare molto denso. A fine cottura, aggiungete fagioli rossi già lessati (300 gr per 4 persone) assieme a un mestolo del loro brodo di cottura e fate insaporire per un quarto d'ora.
Servite con l'accompagnamento di riso a grana lunga lessato (e molte bevande).

giovedì 18 marzo 2010

Caffelatte per cena, perchè ho Saturno Contro

Stasera me lo merito. E' cosa buona e giusta che mi autoinfligga la cena-colazione.
Da bambini era un classico. La mamma non aveva voglia di cucinare e ti rifilava la tazza di caffelatte, o meglio ancora, la tazza con un cucchiaio di Nesquik o Ovomaltina, che sei troppo piccola per il caffè vero.
E tu glielo perdonavi perchè ti lasciava inzupparci dentro i tuoi biscotti preferiti. Quale bambina davanti alla scelta BIScotto o BIStecca sceglierà mai la seconda?
E' uno di quei giorni dove il cosmo sembra lavorare per far accadere cose improbabili quanto chiaramente fastidiose. Dal ristoratore imbroglion-ubriacone del pranzo al gradasso pr che trasforma un ignaro motociclista in crash test dummy, per finire con "ops ho sbagliato giorno la riunione era IERI", che ti getta nella disperazione e nella sensazione che stai irrimediabilmente invecchiando. O forse esiste anche la demenza juvenile?
Per crogiolarmi in questo circolo vizioso non c'è niente di meglio che uno sciopero dei fornelli e, invece, di un film che i fornelli, o meglio, la cucina, la rende protagonista mentre riassume nel titolo l'andamento astrologico planetario della giornata: Saturno Contro.
Lo so, oggi Ozpetek è al cinema con Le Mine Vaganti, ma non l'ho ancora visto e non faccio come i critici che scrivono di ciò che non sanno. In compenso ho visto Scamarcio raccontare 10 volte la storia delle liti con Ferzan per colpa dei capelli tagliati troppo dalla parrucchiera mentre riposava sul set. E va beh caro Riccardin dal ciuffo, vedrai che i boccolini ti cresceranno. Al contrario della voglia di vedere l'ennesima opera gay di Ozpetek che dopo Le Fate Ignoranti e La Finestra di fronte ha intrapreso una parabola discendente. Ma chissà, magari questo Mine Vaganti, al contrario di Saturno Contro, stupirà positivamente. Allora perchè ci propini Saturno, chiederete voi (chi, poi?) giustamente??
Perchè mi fa gioco con la storia della sfiga celeste e del caffelatte per cena, ed è la degna conclusione di un improbabile giovedì.

mercoledì 17 marzo 2010

I soliti arancini di Montalbano

Stasera avevo altri piani. Pensavo che vi avrei regalato una ricetta originale dopo essermi sparata Julie & Julia, il film sulla cucina e sul mondo della rete da cui ho preso in presito la foto per l'intestazione. Ma per problemi... "tecnici" la visione è stata interrotta a metà.
Mi sono così ritrovata a fare zapping tra un canale e l'altro. E cosa ti trovo, tra l'Isola dei presunti famosi, La ricerca della felicità di Muccino e Tetris di Luca Telese? Il Commissario Montalbano. Che, per dirla con parole sue, si dovrebbe davvero "levare dai cabasisi". Siamo infatti giunti a qualcosa come la nona replica dei primi episodi. Zingaretti che urla "Montalbano sòòòno" nel tentativo di sembrare siculo non ha più alcun appeal. Le uniche a non aver stancato sono le immagini della spiaggia e del mare davanti alla sua villozza. E, chiaramente, i cibi deliziosi che fanno comparsate veloci, a suggerire la genuinità della terra siciliana.
In particolare, il Commissario va pazzo per gli arancini. In uno degli episodi mollava la fidanzata a Parigi per starsene al paese suo a magnare i fritti del peccato in santa pace. Roba da fondamentalisti gastronomici.
Per la ricetta degli arancini (o arancine, a seconda della zona della Sicilia) ci affidiamo alla ricetta proposta da un ballerino palermitano alla Prova del cuoco (ai tempi d'oro della Clerici).. vien voglia di sperimentare.


lunedì 15 marzo 2010

Un caffè per sorseggiare The Good Wife

Alicia Florrick (Julianna Marguiles, diventata famosa grazie a E.R.) è una brava moglie. Anzi, fenomenale. Come definireste una che, dopo l'arresto del marito, celebre procuratore distrettuale coinvolto in uno scandalo politico e sessuale, prende le redini della famiglia e si butta a capofitto nel nuovo lavoro di avvocato (chiaramente con il matrimonio Alicia aveva sacrificato la propria carriera a quella lanciatissima del marito e ai figli) e rimane accanto al fedifrago durante la sua carcerazione e il processo? E quando si prospetta l'ipotesi degli arresti domiciliari, è anche disposta ad accoglierlo a casa. Certo, Peter si dovrà sudare il suo perdono.
Prima di tutto, Alicia ha cominciato a lavorare e ci ha preso gusto: erano 13 anni che non metteva piede in aula, ma è chiaro che la ragazza ha talento. Secondo, da Stern, Garner & Lockhart Alicia finalmente ha scambi con persone interessanti: la detective Kalinda, il collega con il quale deve competere per il posto da junior associate, la chichissima Diane e soprattutto Will, vecchio amico della Law School, grazie al quale ha ottenuto il posto. Con lui c'è stima, ammirazione, e una certa -latente- chimica, appena accennata e rispettosa delle regole implicite del rapporto fra colleghi e vecchi amici. Se in questo c'è un'evoluzione, è appena percettibile, tanto da assomigliare alla vita vera. La CBS sta trasmettendo The Good Wife dallo scorso autunno: le puntate non sono ancora arrivate in Italia.
C'è da scommettere che le avventure di Alicia andranno avanti ancora per molto, perchè la serie è veramente ben scritta. Niente a che vedere con i clichè spesso propinati dalle produzioni giuridico-procedurali (per fare un esempio recente Justice, inguardabile). Devo dire che questa serie ha forse una sola pecca: la gente non mangia mai. L'unica cosa commestibile che appare è il caffè. Chiaramente mug in stile Starbucks.
E allora non resta che sorseggiare una enorme tazza di "Latte", come gli americani chiamano il latte macchiato e goderci le avventure di Alicia (tifiamo tutti per lei... e tra Peter e Will, la mia paletta si alza per il secondo... ricordate il coraggioso Knox Overstreet de L'attimo fuggente? Sì, quello che soffiava la ragazza al quarterback di turno. Ecco, è proprio lui, Josh Charles). Se volete saperne di più, leggete la recensione di Movieplayer.it o andate sul sito della Cbs.


mercoledì 10 marzo 2010

Un tè (e un muffin) con Alice

Alice si perde tra tazze di tè, armature alla Giovanna d'Arco e brucaliffo e stregatto che non sono altro se non la brutta copia dei personaggi creati da Walt Disney nel 1951. Il viaggio immaginifico che ci aspettavamo da Alice in Wonderland di Tim Burton e dal suo attore feticcio Johnny Depp delude, nonostante la visione in 3D. Non c'è magia in questa interpretazione del ritorno di Alice a Sottomondo e quello che vorrebbe essere una parabola di formazione diventa il viaggio sconclusionato di una ragazza che non si rassegna a fare ciò che il mondo si aspetta da lei. Ci mancano il cappellaio veramente matto e il leprotto bisestile che, cantandoci Buon non-compleanno, ci offrivano del tè. Anche "soltanto mezza tazza".
Per accompagnare la visione consiglio una tazza di darjeeling intera. E un muffin ai mirtilli di cui lascio la ricetta.

Blueberry muffin
400g di farina
175g di zucchero
1 cucchiano di lievito
Un po' di scorza d'arancia grattuggiata (bio)
2,5 gr di sale
280 ml di latte
2 uova sbattute
85g di burro sciolto
250g di mirtilli

foto dal web
Preriscaldate il forno a 200 gradi e ungete una teglia con buchi per 12 muffin. In una scodella mescolare la farina, lo zucchero, il lievito, la scorza di arancia e il sale. In un altro recipiente, mescolate il latte con il burro e le uova.Versate il composto al centro delle farine e girate finchè gli ingredienti non sono amalgamati. Aggiungete i mirtilli mescolando delicatamente e riempite i buchi della teglia con un cucchiaio. Cuocete per 15 - 18 minuti finchè i muffin non risultano leggermente dorati. Lasciate raffreddare nella teglia per qualche minuto e tirateli fuori, magari aiutandoli con una spatolina che faccia leva sul bordo esterno.
Trasferite i muffin su una griglia a raffreddare e poi.. mangiateli! Preferibilmente in giornata.

venerdì 22 gennaio 2010

Soul Kitchen, una moussaka per l'anima

Soul Kitchen, cibo per l'anima: il film premiato al Festival di Venezia non delude le aspettative suscitate dal titolo, rubato a una canzone dei Doors. Una carrellata incessante di avvenimenti che portano alla deriva il candido Zinos, proprietario del ristorante che dà il nome alla pellicola, che prima perde tutto, dalla fidanzata alla salute al Soul Kitchen stesso, ma poi si prende la rivincita con un'infilata di riscatti finali.
Il tutto è accompagnato da cibo prima pessimo e poi eccelso -grazie allo chef integralista Akin- alcol, musica, che spazia dalla tecno al funky e dalla tradizionale greca al soul, e situazioni esilaranti.
Soul Kitchen assomiglia a uno di quei piatti sostanziosi della tradizione culinaria greca, come l'origine dei due fratelli protagonisti. Una moussaka, direi: saporita, gustosa e goduriosa. Ma tocca punte di raffinatezza somiglianti al dessert di crema alla corteccia che prepara Akin, provocando un'ondata di amore di massa.

Eccovi la ricetta della Moussaka nella versione di Giallozafferano

Ingredienti: 1 spicchio d'aglio, una spolverata di aneto, un pizzico di cannella, pepe q.b., carne di agnello 400 gr. 1 cipolla, 1kg di melanzane, mezzo bicchiere d'olio d'oliva, 80 gr di pecorino, polpa di pomodoro 300 gr, 1/2 bicchiere di vino rosso, 1/2 litro di besciamella.

foto dal web
Lavate e tagliate le melanzane a fettine di ½ centimetro per il verso della lunghezza.Versate un po' d'olio in una padella e quando sarà ben caldo fate appassire la cipolla finemente tritata e l'aglio unendo poi, anche la carne d'agnello tritata. Fatela rosolare, schiacciandola spesso con una forchetta e, quando inizierà ad assumere un bel colorito, aggiungete il vino rosso, il pomodoro, il sale, il pepe e un pizzico di cannella. Fate cuocere per circa 45 minuti aggiungendo a metà cottura l'aneto.
Mettete un po' d'olio in una padella e friggete le melanzane fino a farle diventare belle dorate da tutte e due le parti e lasciatele raffreddare per circa 10 minuti. Ungete ora una pirofila con un po' di burro, disponete sul fondo la metà delle melanzane, versateci sopra la carne e coprite con le restanti melanzane.
Coprite il tutto con la besciamella, spolverate col pecorino tutta la superficie e infornate per 45 minuti a 190° finchè la superficie diventerà di un bel colore dorato.

venerdì 15 gennaio 2010

I brownies del Motel Woodstock

Brownies alla marijuana. Quale cibo più adatto poteva citare Taking Woodstock? Ma non ingannatevi. I brownies alla marijuana fatti da Vilma, travestito ed ex marine ora votato alla vita hippy, non sono fini a se stessi, anzi. Ang Lee li usa come espediente narrativo per creare lo scontro aperto Elliot Tiber e i suoi genitori, ebrei scappati dall'Europa dell'Est al tempo del nazismo e super personaggi.
L'evento collettivo di Woodstock, celeberrimo concerto dell'agosto 1969, è narrato dalla prospettiva personale e inedita di Elliot.
All'inizio Elliot è solo alla ricerca di un modo per estinguere il debito del Motel sgrarrupato che i genitori possiedono nelle campagne fuori New York. Ma quando giunge la notizia che gli organizzatori di un'importante manifestazione musicale si sono visti ritirare l'autorizzazione dalla municipalità di Wallkill, Elliot offre loro il motel come base e presenta loro il vicino che gli affitterà un terreno di 600 acri.
Woodstock diventa per Elliot un'opportunità personale, un segno del destino per rovesciare le sorti della sua vita e prendere consapevolezza di ciò che veramente vuole: lasciare il Motel, tornare a fare il decoratore, smettere di nascondere la propria omosessualità. Elliot non vedrà nulla del concerto, ma non è questo il punto. Il punto è la vitalità e l'energia, l'ingenua gioia utopistica che sprigiona da quella folla di giovani, che lo coinvolge, lo scuote e lo cambia per sempre.


Ma non perdiamoci la ricetta dei brownies! senza marijuana... :-)

150 gr di farina bianca "00"
foto dal web
175 gr di cioccolato fondente
175 gr di burro
140 gr di noci
3 uova intere
175 g di zucchero
1 fiala di estratto di vaniglia




Fondere a bagnomaria il cioccolato con il burro. Togliere dal fuoco e incorporare lo zucchero, le uova, la farina, l'estratto di vaniglia e le noci spezzate molto grossolanamente. Versare il composto in una larga teglia imburrata e infarinata. Deve risultare alto circa 2 cm. Infornate e cuocete a 180 gradi per 40 min. Una volta freddo, tagliare il dolce in rettangoli e spolverizzateli a piacere di cacao dolce.

Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...