giovedì 31 gennaio 2013

Quattro attori... appetitosi. Tutti per voi.

L'ultima volta che ho fatto il post con i miei abbinamenti cibo abiti da red carpet, in occasione dei Golden Globe, qualcuna mi ha fatto notare che sì, va bene guardare i bei vestiti delle attrici e invidiarle per la loro forma splendida e gli outfit da gran galà, ma in fondo voi che mi leggete siete quasi tutte donnine e volete anche rifarvi un po' gli occhi con qualche maschietto degno di nota. 
Perciò stavolta parliamo di quattro attori che amo. 
Sono carini, ma non belli belli in modo assurdo. Sono star, ma non così universalmente adorati come, che so, Brad Pitt. Sono bravi. Eccoli qua, tutti per voi.

Jim Sturgess


Jim è nato a Londra nel 1981. Canta e suona, infatti inizialmente sognava una carriera in ambito musicale e fa parte tuttora di una band. E' stato scelto proprio -anche- per le sue doti canore dalla regista Julie Taymor per interpretare Jude, il protagonista del musical beatlesiano Across the Universe, che ho adorato. E poi, con quella faccia da furbetto allegro, ci ha conquistato con 21, film ambientato tra il MIT e Las Vegas, tra dottorandi in matematica e gioco d'azzardo, ma soprattutto con One Day, adattamento dell'omonimo romanzo in cui recita con Anne Hathaway. Oggi è al cinema con La Migliore offerta di Tornatore e Cloud Atlas dei fratelli Whachowsky, in cui interpreta vari ruoli, tra cui quello di un orientale (ed è truccato come tale! Della serie come rovinare un bel ragazzo..).

James McAvoy




James non è proprio il prototipo del figaccione. Ha un naso importante, la pelle bianchiccia (dopotutto stiamo parlando di uno scozzese) e non è manco molto alto. Ma, almeno secondo me, la sua faccia buca lo schermo. E' un attore molto comunicativo. In Espiazione ci ha commosso fino alle lacrime, ne L'ultimo Re di Scozia ci ha mostrato la perdita dell'innocenza (e dell'arroganza), in Becoming Jane ci ha semplicemente fatto sognare. E' sposato con Anne Marie Duff, e questo mi porta a dire che in fondo abbiamo tutte una chance di sposare una superstar di Hollywood.. no dico.. questa qua ..pure 9 anni più vecchia)... 

Joseph Gordon-Levitt





Che dire di questo ragazzo? Lo adoro. Adoro i film che fa, il suo tono allegro e gentile nelle interviste e la sua faccia simpatica, che non rientra proprio nei canoni dei belloni di Hollywood, con quegli occhi un po' orientali e le fossette nelle guance. Joseph, californiano, ha cominciato a recitare da bambino, diventando famoso con Una famiglia del terzo tipo; nell'adolescenza ha avuto il rifiuto e ha abbandonato le scene, ma l'amore per la recitazione lo ha poi riportato al cinema, stavolta per una serie di film indipendenti di qualità che gli sono valsi la definizione di "stella nel firmamento del cinema indie" del New York Times. E dopo 500 giorni insieme (delizioso) è arrivato al successo vero, quello di film come Inception, The Dark Knight Rises, 50/50 e Looper. Tanto che è stato scelto per condurre lo show comico più importante d'America, il Saturday Night Live. E ha divertito (e scandalizzato) il mondo con la sua imitazione di Magic Mike in un vero e proprio streaptease surreale. Come si fa a non volergli bene?

Joshua Jackson



Joshua Jackson vince il premio Brutto Anatroccolo dell'anno. Chi non lo ricorda, paffuto e con i capelli tagliati a chierica, nel telefilm che lo rese celebre, Dawson's Creek? Interpretava Pacey, finto sfigato che poi zitto zitto si faceva le più fighe, da Andy (che però poi diventa pazza), a Joey, letteralmente soffiata sotto il naso a quel rimbambito del suo amico regista. Joshua ha appena terminato un'avventura lunga 5 stagioni in coppia con la bellissima Anna Torv (la vedete nella foto con il vestito viola) recitando in Fringe, serie sci-fi che si è mossa tra universi paralleli e passato e futuro. Smagrito, ben pettinato, alto e ha pure una bella voce calda, a differenza del doppiatore che lo ha segnato con Dawson's Creek (lo stesso che fa Ciuchino di Shrek, per intenderci): che gli vuoi dire? Imparando dal suo personaggio Pacey, infatti, il furbo Joshua s'è cuccato una delle più belle attrici in circolazione, quella sleppa di Diane Kruger, tedeschina dal viso spettacolare e dal corpo di più (nella foto, indossa un abito azzurro e un baschetto). Quando si dice una bella coppia. Aspettiamo però un qualche salto di qualità per il Joshua cinematografico, che tipo dieci anni fa sembrava partito bene con un thriller sulle confraternite universitarie (The Skulls) e poi s'è perso un po' via in commediole mai distribuite in Italia e horror perdibili. Ora arriveranno un'altra commedia, In amore si vince, al fianco di Bruce Willis (non è data sapere la data di distribuzione italiana) e Inescapable, un thriller politico con una buona dose di action e spionaggio, in cui Joshua interpreta un diplomatico in Siria che tenterà di aiutare Adib, ex agente segreto siriano costretto a tornare in patria dopo il rapimento della figlia. Per il momento, godiamoci il suo sorrisetto sornione.

Allora, piacciono anche a voi oppure no? Avete scelto il vostro preferito? :-) Aspetto i vostri commenti! 

sabato 26 gennaio 2013

Clementine: un personaggio, una canzone... e un plum cake supersoffice



Le clementine sono dei frutti meravigliosi: piccole, profumate, dissetanti, facili da sbucciare! Ma ci mettono pochissimo a guastarsi e allora diventano mollicce e virano verso una dolcezza stucchevole che me le rende indigeste. Nel frigo ne erano rimaste un po', non più mangiabili ma nemmeno allo stadio "pattumiera". Così le ho riciclate in un meraviglioso plumcake. E' una ricetta molto semplice, non bisogna certo essere grandi cuoche per prepararla, però dà molta soddisfazione per il suo sapore delicato e soprattutto per la sua morbidezza e sofficità. 




Plum cake alle clementine
200 grammi di farina
40 grammi di fecola di patate
200 grammi di zucchero
8 grammi di lievito
130 grammi di succo di clementine
80 grammi di burro
3 uova
la buccia grattugiata di un limone bio

per la glassa (opzionale)
100 grammi di zucchero a velo
succo di mezzo limone
acqua calda qb

Fondete il burro in un pentolino, a fuoco dolce. Montate a lungo le uova con lo zucchero. Quando avrete ottenuto un composto ben gonfio e chiaro, aggiungete la farina setacciata con la fecola e il lievito, il burro fuso raffreddato e il succo di clementine e mescolate bene. Incorporate al composto la buccia grattugiata di un limone non trattato... e avete già finito! Versate in uno stampo per plumcake rivestito di carta da forno.Infornate per 45 minuti a 180 gradi. Se la crosta si colora troppo a metà cottura coprite con un foglio di alluminio. Una volta cotto lasciate raffreddare e guarnite, se vi piace, con una glassa fatta di zucchero a velo, qualche goccia di acqua calda e succo di limone. 



Clementine è anche un nome inglese, che mi piace molto (Clementina in italiano suona un po' meno bene...) e mi ricorda due cose: l'unica canzone di pseudo-successo della carriera solista di Mark Owen (membro dei Take That, ndr, la canzone la potete mettere come colonna sonora cliccando qui), e la protagonista di Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Se mi lasci ti cancello) il visionario film di Michel Gondry dedicato all'importanza dell'amore e dei ricordi. Kate Winslet è Clementine, una ragazza dal carattere esuberante che lavora in un negozio di dischi e ama sperimentare colori improbabili sulla propria testa. Joel (Jim Carey) scopre che Clementine, dopo la fine della loro relazione, si è sottoposta a una procedura per cancellare dalla mente i loro ricordi comuni. Joel decide quindi di fare lo stesso. Nel lungo e complicato processo della cancellazione riviviamo i loro momenti più felici e quelli critici. Ma nulla è perduto per chi è fatto per stare insieme!


Un film delizioso: intricato, surreale e romantico, che se non avete mai visto dovete assolutamente recuperare! Vi lascio con il trailer.


sabato 19 gennaio 2013

Muffin ai mirtilli rossi e burro di cacao. E un film magico (Re della terra selvaggia)

Ci sono pomeriggi, come questo in cui fuori fa freddo e nevica, dove la cosa migliore è godersi la comodità e il calduccio di casa, magari in compagnia di un tè caldo e di un muffin. Ieri ho preparato questa versione, con dei cranberries essicati, lo yogurt e il burro di cacao al posto del burro o dell'olio di semi. La resa è ottima, l'impasto rimane morbido e soffice: eccovi la ricetta!



Muffin ai mirtilli rossi e burro di cacao
260 grammi di farina
100 grammi di zucchero
50 grammi di burro di cacao (io Venchi)
8 gr di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 uovo
230 ml di yogurt bianco cremoso
70 grammi di mirtilli rossi (cranberries) disidratati
grappa q.b.
1 pizzico di sale

Mettere i cranberries in una ciotola e bagnarli con un goccio di grappa e acqua calda; lasciarli a bagno 20 minuti. Sciogliere il burro di cacao a fuoco dolce in un pentolino. Miscelare farina e lievito con lo zucchero e la vanillina. In un altro recipiente sbattere l'uovo con un pizzico di sale e aggiungere lo yogurt e poi il burro di cacao fuso, appena sarà abbastanza raffreddato. Strizzare i cranberries, gettarli nella miscela di farina e zucchero, mescolare bene e poi unire tutti gli ingredienti solidi ai liquidi, amalgamando velocemente e non troppo. Posizionare i pirottini nella teglia per muffin, riempirli con un paio di cucchiaiate di impasto per pirottino. Infornare a 180 gradi per circa 20 minuti (fate la prova stecchino).
Et voilà!




Mentre vi gustate la vostra merenda, vi do un'anticipazione cinematografica. Il 7 febbraio uscirà in Italia un film da non perdere. Si tratta di Re della terra selvaggia, il cui titolo originale è Beast of the Southern Wild. E' una favola magica che ha come protagonista Quvenzhané Wallis, una bambina che a soli 9 anni grazie alla sua interpretazione è diventata la più giovane attrice mai nominata al Premio Oscar come protagonista. Il film, firmato dal regista Benh Zeitlin, è stato selezionato da Robert Redford per il Sundance Film Festival, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria, oltre al Premio per la Migliore Fotografia. Subito dopo ha vinto un'altra serie di importanti riconoscimenti e oggi è candidato a 4 premi Oscar (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior attrice protagonista). Tra i fan del film c'è nientemeno che il presidente Obama. 




Veniamo alla trama. Il film è ambientato in una comunità ribelle soprannominata Bathtub (la Grande Vasca), che vive a ridosso del delta di un fiume nel Sud degli Stati Uniti, tagliata fuori dal resto del mondo da una diga. Siamo in un futuro non identificato che ricorda i paesaggi alluvionati della New Orleans post Katrina. Hushpuppy, una vivace bambina di cinque anni, vive con Wink, papà severo ma affettuoso. Wink, che ha contratto una grave malattia, sta preparando Hushpuppy a vivere in un mondo dove non ci sará piú lui a proteggerla. Inoltre il Bathtub è alla vigilia di una catastrofe di epiche proporzioni: gli equilibri naturali si stanno infrangendo, i ghiacci si sciolgono e sul territorio stanno tornando in vita gli Aurochs, misteriose creature preistoriche ibernate nei ghiacci e liberate dal disgelo. A Hushpuppy non resta che cercare di sopravvivere e di mettersi alla ricerca della madre, che per lei è solo un vago ricordo. 


Sono molto curiosa di vedere questo film che ha conquistato la critica e il pubblico e americano: segnatevi la data del 7 febbraio, quando uscirà in Italia. Nel frattempo, godetevi il trailer!


lunedì 14 gennaio 2013

Star food: Golden globes, che gusto!

Lo avevo detto che il nostro Ben era stato bravo. E infatti il suo Ar-go-fuck-yourself  (chi non ha visto non capirà, pace) ha portato a casa il premio come miglior film ai Golden Globes, e lui quello di miglior regista.
La mia amata Jessica (Chastain) vince come miglior attrice drammatica mentre la rivelazione dell'anno, Jennifer Lawrence, si becca il premio come miglior attrice in una commedia.
Prevedibilmente premiata Anne Hathaway ne Les Miserables, dopo essersi sudata il premio con una dieta da meno 11 kg e -si sa- a Hollywood queste imprese pagano sempre. Anche il suo compare di set Huge-Hugh Jackman vince come miglior attore in una commedia o musical, mentre il solito secchione Daniel Day Lewis porta a casa il globo come miglior attore drammatico per Lincoln.
Django Unchained di Tarantino è stato premiato per la sceneggiatura e per il miglior attore non protagonista, il mitico Christoph Waltz. Michael Haneke premiato per il film straniero con Amour.
Qui trovate tutti i premi. Alcuni di questi film non sono ancora arrivati in Italia: giudicheremo quindi più avanti. Per ora, godetevi i nostri consueti abbinamenti golosi dal red carpet. Credevate vi potessi lasciare senza? Non sia mai...
Ho dovuto sceglierne alcuni, c'erano moltissimi abiti rossi e altrettanti neri ma ne ho scelto solo uno per tipo. Molte altre avrebbero meritato ma il tempo è quel che è! Enjoy e ditemi chi è la vostra preferita!

Jessica Alba
Invitante come una pescuccia in un abito color corallo firmato Oscar De la Renta.. stupendo!



Jennifer Lawrence
La rivelazione dell'anno calca il red carpet in un abito rosso fragola a campana firmato Dior



Anne Hathaway
Sceglie la semplicità di un candido Chanel, prezioso e irresistibile.


Jessica Chastain
Semplicità con una lunga scollatura e color del cielo per l'abito firmato Calvin Klein scelto dall'attrice



Naomi Watts
In questo Zac Posen color rubino la bionda australiana si mostra chic ed elegante come sempre 


Kate Hudson
Ha dichiarato di aver scelto il comfort con questo splendido abito nero impreziosito d'oro di Alexander McQueen. Alla faccia della comodità!


Sienna Miller
IN versione principessa dei fiori in un insolito abito firmato Erdem, sui toni del rosa.



martedì 8 gennaio 2013

Panettone gastronomico, antipasto ...astronomico



Avete finito di mangiare? Io sì.. almeno credo.. Da ieri sto cercando di darmi una regolata.. cose leggere, verdura, frutta e niente dolci. Ma prima di affogare in un mare di dispiacere per mancanza di serotonina vi lascio la ricetta del panettone gastronomico. Mica pizza e fichi. Quello che se lo comprate dal panettiere vi costa più di 10 euro e in pasticceria o in gastronomia già farcito.. non lo voglio nemmeno sapere.
Farlo è semplice. Orsù dunque, al prossimo cenone di Capodanno (o perché no, settimana prossima se avete la fortuna di avere il fisico a-la-Kate Moss) fatelo voi. Ecco gli ingredienti!

Panettone gastronomico (per 8-10 persone)

250 grammi di farina forte (Manitoba)
250 grammi di farina 00
15 grammi di lievito di birra fresco
1 cucchiaio colmo di zucchero
250 grammi di latte parzialmente scremato
100 ml di acqua
2 uova
100 grammi di burro
10 grammi di sale
+ 1 uovo per spennellare
+ 10 gr di burro per la cupola

Scaldare leggermente il latte con l'acqua e togliere il burro dal frigo. Nella ciotola della planetaria sciogliere il lievito in poco latte con un cucchiaio di zucchero, unire le uova sbattute e una prima parte di farina, amalgamare a bassa velocità. Aggiungere i restanti liquidi e la farina setacciata. Impastare bene per circa 5 minuti a velocità due (nel kitchen aid) e poi concludere con un minuto a velocità 4. A questo punto l'impasto sarà ben incordato. Aggiungere il burro a pezzetti, gradualmente, unendo il successivo solo dopo che il pezzo precedente è stato assorbito. Aggiungere il sale e amalgamare ancora. Dopo una decina di minuti l'impasto sarà pronto. Lasciare nella ciotola a lievitare in un posto tiepido e asciutto.
Dopo circa tre ore, sgonfiare delicatamente l'impasto (che sarà come nella prima foto sotto) e impastarlo su una spianatoia con poca farina. Effettuare due o tre pieghe all'impasto e poi questo movimento che (ho scoperto) si chiama pirlatura e consente di raccogliere l'impasto in una palla perfetta senza molta fatica. Mettere il panettone nello stampo, coperto, a lievitare nuovamente.
Dopo un paio d'ore l'impasto sarà come questo che vedete nella terza immagine del collage.


Una volta lievitato, spennellate un po' di uovo sbattuto suulla cupola del panettone e operate delicatamente una incisione a croce al centro, dove posizionerete un cubetto di burro. E' ora di cuocere il panettone: dritto in forno preriscaldato a 180 gradi, per circa 50 minuti. Il risultato lo vedete nella quarta foto sopra!
L'ho conservato nella carta di un altro panettone, il giorno dopo l'ho tagliato (questo l'ha fatto mio padre, veramente.. non è tanto semplice affettare bene gli strati) ricavando 10 fette. Era bello morbido, profumato ma non pesante, adattissimo alla farcitura.
Abbiamo guarnito con strati di maionese e salmone affumicato, salsa tonnata (maionese, tonno e capperi frullati) e mascarpone con patè di olive. Mi raccomando, non si farciscono tutti gli strati ma si fa uno strato farcito, uno liscio a coprire, un altro liscio che costituisce da base per lo strato successivo.. e via dicendo. Sembra banale, ma mi è capitato di andare decisa su un panettone e tirare su una sfilza di dieci strati alta come un grattacielo perché era stato farcito su tutti i livelli... ingestibile! Quando prendete un pezzetto deve essere un piccolo sandwich, insomma: lo vedete qui sotto nelle foto dove lo sto farcendo (con mani unte, eh eh eh)



Ovviamente potete farcirlo come più vi piace: gamberetti e salsa rosa, uova di lompo e burro, ma anche crema di prosciutto e ricotta (o altri formaggi morbidi), verdure e caprino, crudo e maionese e via dicendo. Chi più ne ha più ne metta. Una volta iniziato sarà difficile smettere di mangiarlo perché, come le ciliegie, un pezzetto tira l'altro (ma è un po' più deleterio delle ciliegie!). Oggi niente film.. sono di fretta.. godetevi il panettone! :-)


sabato 5 gennaio 2013

In the loop for Looper



I motivi che potrebbero convincervi a vedere Looper sono gli stessi che potrebbero portarvi a passare oltre senza dare una chance a questo film che mescola fantascienza, thriller e action. Sto parlando di effetti speciali che vantano l'utilizzo della prossemica per il make up del protagonista, viaggio nel tempo come espediente narrativo, un numero sostenuto di inseguimenti e sparatorie e il sempre ganzo Bruce Willis.
Se a questo punto siete pronti a proseguire, affronterete un film intricato e con un buon ritmo in cui l'intreccio, sebbene con qualche incoerenza e leggerezza, è ben costruito e tiene incollati allo schermo. Qualcuno ha scritto che Looper è il "Matrix di questo decennio", ma trovo che un'etichetta del genere sia innanzitutto troppo generosa e in secondo luogo sviante: in questa pellicola c'è molto più di Terminator (il primo, il numero 1) che del film dei fratelli Wachowksy, unito al gusto per intricate trame "a puzzle" dei film di Christopher Nolan.
Non siamo certo ai livelli di Inception, ma questa creatura del regista Rian Johnson se la cava, grazie anche ai protagonisti: Joseph Gordon Levitt, che interpreta Joe da giovane, e Bruce Willis, lo stesso Joe con 30 anni di più sulle spalle. Per rendere credibile l'interpretazione dello stesso personaggio da parte di due persone fisicamente così diverse e non potendo Bruce prendere le fattezze tonde e lo sguardo dal sapore orientale di Gordon-Levitt, è stato quest'ultimo a trasformarsi (o almeno a tentare di farlo) in un Willis sbarbatello.
Il make up gli ha regalato una mascella ingrandita, un naso più largo e diritto, labbro più basso e sottile, orecchie ritoccate non so come e sguardo completamente snaturato da un'arcata sopraccigliare ricostruita e lenti a contatto verdi. Ci piace questo Joseph Gordon Levitt conciato come un manichino della Rinascente? No, oviamente è molto meglio  al naturale e per quanto il trucco sia di altissimo livello, si percepisce che la sua faccia abbia un che di plasticoso. Però c'è anche da dire che questo attore (che è ufficialmente uno dei miei beniamini, dopo averlo visto in Batman e 50/50) riesce a ricordare davvero Willis nella mimica facciale e nel modo di muoversi. In una scena in cui si trova a colloquio con il suo "capo", una specie di boss della malavita futura, Levitt sfoggia quel ghigno un po' beffardo e il sopracciglio ammiccante del primo Willis, quello di Die Hard e Il quinto elemento, per intenderci.

Joseph Gordon Levitt "willisizzato" per Looper
...e nelle sue sembianze abituali

La storia è questa: siamo nel 2044, il viaggio nel tempo non è stato ancora inventato ma da qui a 30 anni lo sarà. I signori della mala del futuro hanno pensato bene quindi di creare un sistema per cui, quando vogliono disfarsi di qualche personaggio scomodo, lo catturano e lo mandano indietro nel tempo ammanettato e incappucciato, dove dei killer di basso profilo, i loopers, provvedono alla sua immediata esecuzione. Per ogni cadavere i loopers sono ricompensati con lingotti d'argento legati al corpo del malcapitato. Il looper si chiama così perché prima o poi, avendo accumulato troppe informazioni sui suoi datori di "lavoro", arriva il giorno in cui deve chiudere il cerchio (the loop, appunto) uccidendo il se stesso del futuro. In cambio riceve una buonuscita in lingotti d'oro e il resto della sua esistenza vissuto alla grande, nel lusso.
Quando Joe deve chiudere il suo cerchio però qualcosa va storto: il se stesso del futuro è molto sveglio e, approfittando di un attimo di esitazione, riesce ad aggredirlo e fuggire. A guidarlo è la disperazione e la voglia di vendetta: vuole trovare il capo della mala che sta chiudendo tutti i cerchi ed è responsabile della morte della moglie di Joe, avvenuta durante la sua cattura. In mano ha una data e ora di nascita e tre target, tre bambini di 10 anni che potrebbero essere il suo nemico del futuro. Joe giovane è invece consapevole di dover uccidere il se stesso del futuro appena possibile, mentre la malavita gli sta già dando la caccia. E nell'inseguimento presto si trovano coinvolti Emily Blunt e suo figlio, che vivono in una casa di campagna segnata sulla mappa da Joe-Willis per qualche motivo sconosciuto...





Insomma, Looper è buon thriller fantascientifico e se vi piace il genere - e non vi aspettate il Matrix di questo decennio- non resterete delusi.
Cosa c'è da mangiare in questo film? C'è poco tempo per stare a tavola. E l'unico momento in cui vediamo il cibo è quando i due Joe si danno appuntamento alla tavola calda. L'ordinazione è quanto di più insano e americano ci possa essere. Bisteccona con patatine fritte e uova strapazzate. Guardate qua che sleppazze di carne.



Io penso di mangiare questa dose di carne rossa forse in un mese intero.. abbinata alle uova e alle french fries poi, mi sa che è una dieta che va bene solo per un Looper braccato dalla mala!
Il film esce nelle sale italiane il 31 gennaio: buon loop!

sabato 29 dicembre 2012

Mousse di cioccolato e un film per Capodanno



Non so voi ma questi giorni di festa non ho fatto altro che mangiare: primi sfiziosi al forno, faraone, salmone affumicato, insalata russa, noci, lichees, pezzi di panettone, biscotti di natale, assaggi di torrone. Stamattina ho battezzato un nuovo rotolino sulla pancia mentre i fianchi si allargano a dismisura: il problema è che non ho nessunissima voglia di smettere, anzi, più mangio, più mangerei :-) Tra le creazioni di questo periodo di perdizione gastronomica, c'è questa mousse di cioccolato che ho preparato per una cena con degli amici. E' molto, molto cioccolatosa: mettendola nei bicchierini potreste pensare che sia un po' scarsa, ma vi assicuro che la dose è più che sufficiente: è una mousse corposa e a un certo punto penserete che non potete finirla. Passati 5 minuti però il richiamo del cioccolato sarà più forte e magicamente avrete la forza di arrivare in fondo! :) Provatela e mi saprete dire, qui è piaciuta a tutti.




Mousse di cioccolato
per 6 persone
250 grammi di cioccolato fondente al 70%
1 pezzetto di burro (10 gr circa)
4-5 cucchiai d'acqua
2 uova
2 cucchiai di zucchero
200 ml di panna fresca
per guarnire: Chocaviar Venchi

Spezzettate il cioccolato e scioglietelo in un pentolino a bagnomaria. Quando sarà quasi completamente sciolto aggiungete il pezzetto di burro e qualche cucchiaio d'acqua. Nel frattempo montate i tuorli con lo zucchero nella planetaria, per qualche minuto, fino a ottenere una crema chiara e gonfia. Unite i tuorli montati al cioccolato ancora a bagnomaria, mescolate bene finché le uova non saranno assorbite. Montate a neve gli albumi e montare la panna. In una scodella incorporate prima gli albumi e poi la panna alla crema di cioccolato, lentamente e con movimento dal basso verso l'alto, facendo attenzione a non smontarli. Trasferite il composto in un sac a poche monouso, tagliare la punta e riempire 6 bicchierini. Guarnite con un po' di Chocaviar o scaglie di cioccolato (oppure frutti di bosco, se preferite) e la vostra mousse è pronta. Lasciate riposare in frigo per almeno un'ora. Togliete i bicchierini dal frigo circa 20 minuti prima di consumare la mousse. 

Se avete in programma una cena per l'ultimo dell'anno, potete preparare queste mousse al posto (o accanto) ai soliti panettoni e pandori. Se invece non vi va di passare la serata tra cotechini, lenticchie e petardi e avete voglia di qualcosa di alternativo, potete dire no al cenone di San Silvestro e prendere in considerazione l'idea di passare la serata al cinema. O andarci il pomeriggio di Capodanno, quando sarete annoiati a casa dopo l'ennesimo pranzo.
Cosa c'è da vedere? Ecco una selezione di ciò che potete vedere al cinema in questi giorni.

Vita di Pi
di Ang Lee


La regola del silenzio
di Robert Redford


Ralph Spaccatutto
Walt Disney



Love is all you need
di Susan Bier


Lo Hobbit 
di Peter Jackson




lunedì 24 dicembre 2012

Il Panettone: la ricetta per un Natale perfetto



Stamattina ho tagliato con grande soddisfazione il mio primo panettone! Già da un po' di tempo avevo in mente di cimentarmi con questo dolce meraviglioso che rappresenta più di ogni altro il Natale e quest'anno ho deciso di provarci. Avvertenze per chi avesse voglia di fare lo stesso? Necessari degli ingredienti di ottima qualità, una planetaria, pazienza e tanto ammore!
Bando alle ciance, che domani è Natale, e quindi vi lascio la serata libera per i vostri cenoni e/o visioni collettive dei vostri migliori film natalizi di sempre. Dopo ci torniamo, intanto eccovi LA RICETTA! 
La ricetta è presa da Gennarino, la trovate a questo link  , integrata con alcuni dettagli tecnici che ho ricavato qua e là in rete, in particolare dai consigli di Adriano di Profumo di lievito. Questo è panettone con il lievito di birra, dato non sono una coltivatrice di lievito madre all'occorrenza vado di panetti a go go :-)
Insomma rispetto alla ricetta originale troverete le mie osservazioni.
Queste dosi (doppie rispetto all'originale) basteranno per 2 panettoni da un chilo oppure per 1 panettone da un chilo e due da mezzo chilo. Come vi dicevo, è una preparazione lunga, perciò armatevi di tanta pazienza. La farina che vi servirà è quella forte, va bene la Manitoba del supermercato. 


Panettone con lievito di birra
Dosi: per due panettoni da 1 kg

1 IMPASTO
Ingredienti:
16 grammi di lievito di birra
150 grammi di farina
80 grammi di acqua (io anche 100)

Sciogliere il lievito in acqua tiepida, aggiungere la farina, impastare velocemente e lasciare lievitare per almeno un'ora e comunque fino al raddoppio del volume. Avremo così ottenuto la BIGA. Io ho iniziato la lavorazione il sabato dopo pranzo, verso le 14e30. Alle quattro la biga era pronta.

2 IMPASTO
Ingredienti:
Biga
300 grammi di farina
9 grammi di lievito (nella ricetta originale: 3; io ho finito il panetto)
70 grammi di zucchero
2 uova intere
80 grammi di burro ammorbidito a temperatura ambiente

Nella planetaria con gancio per lievitati impastare (a velocità prima bassa e poi media) la biga con il rimanente lievito, sciolto in poca acqua. Aggiungere quindi la farina e poi le uova, una per volta: attendere il completo assorbimento del primo uovo prima di aggiungere il secondo. Quando l'impasto sarà ben omogeneo, aggiungere lo zucchero e continuare a impastare per qualche minuto. A zucchero assorbito, aggiungere il burro ammorbidito a pezzetti, un po' alla volta, in modo da lasciare il tempo all'impasto di assorbirlo gradualmente. Quando l'impasto sarà ben incordato e si staccherà dalla ciotola, sarà pronto per il secondo riposo e lievitazione. Lasciate lievitare in luogo caldo e asciutto per un paio d'ore e comunque fino al raddoppio.

3 IMPASTO
Ingredienti:
Secondo impasto
600 grammi di farina 
240 grammi di zucchero 
2 pizzichi di sale
4 uova intere
4 tuorli 
16 grammi di miele 
230 grammi di burro
300 grammi di uvetta
230 grammi di cedro e arancia canditi a pezzetti
1 bacca di vaniglia
scorza di due limoni e un arancio

L'uvetta va messa a bagno in rum e acqua tiepida. Se dovete lavorare l'impasto in una planetaria domestica, con capienza 500-700 grammi di impasto, dovrete fare come me, ovvero dividere il secondo impasto e tutti gli ingredienti in due e procedere alla creazione del terzo e ultimo impasto in due fasi. 
Prendere la prima metà del secondo impasto e impastarla nella planetaria con farina, miele e uova. Sempre un po' alla volta: un uovo, un po' di farina, uovo, farina e via via fino a che non avrete finito gli ingredienti e l'impasto sarà bello asciutto. A questo punto unite, un po' alla volta, lo zucchero e il sale. Una volta ben assorbito lo zucchero, procedete con il burro ammorbidito, sempre  gradatamente. Infine aggiungete gli aromi, continuando a impastare: unite i semi della bacca di vaniglia, la scorza grattugiata di limone e arancia (bio, mi raccomando), i canditi e infine le uvette ben strizzate. Lasciate incordare.
Procedete allo stesso modo con l'altra metà di secondo impasto e relativi ingredienti. Mettete a riposare l'impasto. Per quanto mi riguarda, a questo punto erano tipo le nove di sera, e poiché non avrei potuto concludere la lavorazione di notte, ho diviso l'impasto in tre ciotole e ho messo tutto in frigo coperto da pellicola trasparente. Il riposo in frigo infatti è indicato, migliora la struttura dell'impasto e lascia il tempo agli ingredienti di amalgamarsi bene. 

LA MATTINA DOPO
Ho tolto i panettoni dal frigo e ho aspettato un paio d'ore perché l'impasto tornasse a temperatura ambiente. Ho messo l'impasto nelle forme (io una da 1 kg, 2 da mezzo chilo e poi avevo un avanzino che ho messo in un impasto a cerniera -non avevo altri pirottini piccoli-, avrei potuto stare più abbondante in realtà, ma l'ho scoperto dopo, temevo si gonfiassero troppo), ho operato un taglio a croce al centro della cupola e ho lasciato lievitare. L'impasto deve raggiungere il livello degli stampi di carta, ci vorranno almeno tre ore, io in realtà li ho lasciati di più. 

COTTURA
Inserire un pezzo di burro nel centro della cupola. Cuocere i panettoni a 180 gradi per circa 50- 60 minuti a seconda della dimensione. Io ho cotto il grande da solo per quasi un'ora, i piccoli insieme per poco più di 50 minuti. Estraete dal forno e mettete a raffreddare a testa in giù: io li ho "infilzati" sul fondo con degli stecchini per spiedini e messi sospesi tra due sedie (spero di essermi spiegata.. se non è chiaro chiedetemi pure). Quando saranno freddi infilate in un sacchetto trasparente alimentare e chiudete ermeticamente. Consumate quando volete.. anche subito.. è delizioso!!




Con questa ricetta il Natale è assicurato. Ma se vi servisse un rinforzino ricordate che potete accendere la tivù (la programmazione di questi tempi è la stessa ogni anno!!) o il dvd di: 

Una poltrona per due (in onda proprio ora, 24.12, su Italia1)


L'amore non va in vacanza


La fabbrica di cioccolato


Piccole Donne


Insonnia d'amore



... e molti altri titoli che potete vedere qui, nel post natalizio dell'anno scorso, abbinato allo Stollen, altro dolce veramente super e da provare (che ho rifatto anche quest'anno)

Buon Natale a tutti voi amici di blog o lettori di passaggio che siete capitati qui per caso: auguri!

giovedì 20 dicembre 2012

Ruby Sparks. Chocolate & Cinnamon Crinkles Cookies




Domenica scorsa sono andata al cinema al pomeriggio, come piace a me, insieme alla mia amica Fra. Siamo andate a vedere Ruby Sparks, che ci ha commosso e divertito, e poi abbiamo fatto un giro e ci siamo fermate a bere un caffè.

Le ho portato un po' di questi biscotti che le sono piaciuti molto e sono sicura che conquisteranno anche voi. Si tratta dei famosi biscotti al cioccolato con le crepe, che avevo già visto tempo fa sul blog della mia amica Monica, senza mai realizzarli. Alla fine ho optato per la ricetta di Joyofbaking, che è leggermente diversa nelle proporzioni (più cioccolato, meno farina.. giusto per stare leggeri! ahahah), ma ci ho voluto mettere un tocco natalizio. Così l'impasto è stato arricchito da un cucchiaino colmo di cannella e anche lo zucchero a velo in cui vanno passati i biscotti è stato aromatizzato con la cannella. Il risultato? Semplicemente irresistibile.

Si tratta di biscotti croccantini fuori e morbidi dentro, simili nel sapore a un brownie. Uno tira l'altro, non mi resta che dirvi.. provateli!



Chocolate & Cinnamon Crinkles Cookies 
50 grammi di burro
230 grammi di cioccolato fondente di buona qualità (da 60% cacao fino a 80% a seconda del vostro gusto), spezzettato grossolanamente
100 grammi di zucchero
2 uova grandi
2 cucchiaini di polvere di cannella
200 grammi di farina
1/4 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di lievito in polvere
Topping:
110 grammi di zucchero a velo
1 cucchiaino di cannella in polvere

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e il burro. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Nel mixer sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto cremoso e gonfio, di colore giallo chiaro. Aggiungete il composto di cioccolato raffreddato e amalgamare nuovamente. In una ciotola a parte mescolate la farina, il sale e il lievito e un cucchiaino di cannella in polvere. Aggiungete gli ingredienti secchi al composto di cioccolato, mescolando finché non sarà incorporato. Coprite con della pellicola trasparente e conservate in frigorifero per un'ora. Preriscaldate il forno a 180 gradi. Mettete lo zucchero a velo setacciato in una ciotola poco profonda con un po' di cannella. Con l'impasto freddo impastate delle palline del diametro di circa 3-4 cm e rotolatele nello zucchero a velo e cannella. Mettete le palline ricoperte di zucchero su una teglia coperta di carta da forno. Otterrete 35-40 biscotti. Secondo la ricetta originale vanno cotti 10 minuti, io ho protratto a 13. 



Dicevamo Ruby Sparks. Chi è Ruby? E' una ragazza di ventisei anni, uscita dalla penna e dalla testa di Calvin, giovane scrittore in crisi creativa. E' l'esercizio stilistico che gli affida il suo psichiatra e che si trasforma in un'inaspettata, magica, avventura d'amore. La relazione amorosa, le dinamiche che instauriamo e le illusioni che ci facciamo sulla persona che sta con noi sono le vere protagoniste di questo surreale, folle eppure convincente racconto.
La sceneggiatura è opera della stessa Ruby, o meglio dell'attrice Zoe Kazan, protagonista del film insieme al fidanzato Paul Dano (ricordate il fratello muto di Little Miss Sunshine? Proprio lui). E Little Miss Sunshine c'entra perché i registi, una coppia, sono gli stessi di questo film, ovvero Johanatan Dayton e Valerie Faris. Un film dall'animo indie, che vi farà riflettere sulla natura dell'amore, ma mai in modo pesante e malinconico. Davvero da vedere, magari insieme a un'amica e dei chocolate crinkle cookies :-)




giovedì 13 dicembre 2012

Argo: Yakh dar behesht! Che avete capito? è un budino (persiano)



Arrivo tardi a parlare di questo film, ormai potete leggerne la recensione un po' ovunque. Ma, come avrete probabilmente già sentito, Argo è un film che merita: storia, politica, spionaggio, tensione: il tutto ben miscelato, dosato e ritmato. Una bella sceneggiatura. Un'alternanza di atmosfere e di registri che rispecchiano le sensazioni, il mood e il clima del luogo e della situazione politica. E poi Ben Affleck.
Sì, Ben Affleck.
Se siete come me, quando divenne famoso (quindici anni fa?), lo avrete trovato carino ma un po' inespressivo e basta. Però vi sarete intrippate di brutto con Will Hunting, genio ribelle e in seguito con il lacrimevole Bounce, con la Gwyneth.
Ma poi a rovinare tutto è arrivata la love story super paparazzata con Jennifer Lopez (..no dico, Ben, da Gwyneth a Jennifer Lopez... parliamone) e di quel film osceno, Gigli, che faceva più schifo dei cinepanettoni dei fratelli Vanzina.

B: "Sono più bello e più alto di te eppure Hollywood
ti ama alla follia.. com'è possibile?"
M: "Non mi sono mai messo con Jennyfromtheblock"

E allora, come me, avrete deciso che Ben era un cerebroleso, che quell'espressione un po' fissa era dovuta a mancanza di grandi riflessioni interiori e ai cicchetti che si scolava notoriamente senza ritegno. Poco importava che la sceneggiatura da Oscar di Will Hunting l'avesse scritta lui insieme a Matt Damon. Uno che si faceva fotografare lingua in bocca con JLo e immortalare sul panfilo nel video di lei che canta "I'm still - I'm still - Jenny from the block", non poteva essere degno di nota.
Poi Ben e JLo si sono mollati. Deo gratia.

J: "Ben..."
B: "Sì..?"
J: "Abbiamo fatto un film di m"
B: "Lo so, ma siamo fichi"

A culona, ora con Ben ce sto io!

Dopo un po' Ben è tornato in sè. Ha iniziato a frequentare un'altra Jennifer, Garner, molto più fine e simpatica di quella strappona della Lopez, e ha deciso di fare film seri (oltre che tre bambini), come Hollywoodland, per cui ha vinto la Coppa Volpi nel 2006 (Sì, avete capito giusto, Ben Affleck ha vinto la Coppa Volpi al Festival del cinema di Venezia, fatevene una ragione),
Dopo di che si è lanciato dietro la macchina da presa e ha fatto tre film da regista, uno meglio dell'altro. E qui non recita neppure male. Allora non resta che dire ok, Ben Affleck, la tua faccia quando reciti si muove un po' pochino, ma ti avevo sottovalutato, sei bravo.

Io? beh, modestamente...
Veniamo ad Argo. Siamo nel 1979 e l'ambasciata americana di Teheran (Iran) viene attaccata dai rivoluzionari che vogliono l'estradizione dello Scià, fuggito negli Stati Uniti dopo il rovesciamento del suo regno. Gli iraniani sequestrano i dipendenti, tranne sei, che riescono a fuggire e si rifugiano a casa dell'ambasciatore canadese.
La CIA a questo punto è chiamata organizzare un'operazione di esfiltrazione per fare uscire i sei clandestini dal paese e chiama Tony Mendez (Affleck), esperto in materia. Questi elabora un piano a dir poco improbabile, ovvero fingere che i sei siano una troupe cinematografica in Iran per i sopralluoghi negli altipiani e nei deserti del paese in vista dello shooting di un film di fantascienza, Argo. Ma non ci sono alternative meno folli e Mendez vola a Hollywood, compra una vera sceneggiatura, con l'aiuto di un regista (Alan Arkin) annuncia la produzione alla stampa in modo da dare credibilità al progetto e ottenere il permesso di entrare e uscire dal Paese dal Ministero della cultura iraniana. Inizia così l'avventura di Mendez, che vola in Iran per recuperare i sei fuggiaschi, consumati dalla tensione e dalla paura di essere scoperti.
Vi lascio scoprire da soli il resto di questo bel film, pieno di attori perfetti per i ruoli, accurata ricostruzione storica, ottimi costumi, tanta tensione e battute sagaci.



E per accompagnare la visione, una ricetta persiana. Sì, stavolta mi sono impegnata e ho fatto un po' di ricerche per trovare una preparazione di origine iraniana che fosse semplice da preparare anche a casa. Questa lo è al 100%! Andrebbe guarnita di pistacchi, io ho usato le mandorle perché ero sprovvista. La amerete se vi piacciono i budini, ma la odierete se non vi piace il cardamomo. In tal caso potete ometterlo e abbondare con la vaniglia, invece. Ecco a voi lo Yakh dar behesht, ovvero il Ghiaccio in paradiso!



Budino di farina di riso alla vaniglia e cardamomo
Yakh dar behesht - Ghiaccio in paradiso

per 4 budini
500 ml di latte
40 grammi di farina di riso
80 grammi di zucchero
6 semini di cardamomo
1 stecca di vaniglia
mandorle e pistacchi per decorare


Sciogliere la farina di riso nel latte, aggiungere lo zucchero, i semini di vaniglia e di cardamomo. Mettere su fuoco dolce e cuocere mescolando in modo continuativo per evitare la formazione di grumi. Non appena si comincerà ad addensare, abbassate la fiamma e procedete nella cottura per due- tre minuti. Versate in ciotoline, guarnite con mandorle e pistacchi e lasciate raffreddare. Una volta tiepido mettete in frigo fino a pochi minuti prima del consumo.

lunedì 3 dicembre 2012

Dejà vu: torta di mele (ancora, ma diversa)



State avendo un dejà vu? Eh già, un'altra torta di mele. Ma non ne avevi già parlato qui, qui, qua, qui e pure là? Sì... ma in fondo chi di voi non va pazzo per le torte di mele? Lo sapevo, la adorate tutti!
Nei giorni scorsi abbiamo disquisito con alcune amiche di blog sulla folle passione che tutte nutriamo verso questo dolce. La verità è che la mela è in grado di rendere meravigliosa ogni ricetta e sebbene ciascuno di noi abbia la sua versione preferita - la torta di mele che si fa a occhi chiusi, quella che non serve il ricettario e a volte nemmeno pesare gli ingredienti - è anche vero che chi la ama davvero, sta torta di mele, è sempre animato da un'atavica e vorace necessità di provarne altre, nuove, diverse, di ogni foggia, per allargare continuamente i propri orizzonti pasticceri... sia mai che se ne assaggi una più buona, da cui carpire qualche dettaglio o proprio da copiare. E così: mele dentro o mele sopra, dentro e sopra, pie, pastine, frolla, brisé, crust, impasto, olio o burro, farina 00 o integrale, uvetta, non uvetta, cannella o vaniglia o limone o di  tutto un po'... chi più ne ha più ne metta.
In un noioso pomeriggio di convalescenza mi sono messa a preparare una torta di mele leggera per la merenda e la colazione e mi sono accorta che mi mancavano due dei dogmi fondamentali per la MIA torta di mele, ovvero cannella e burro. Ho quindi deciso che era l'occasione per sperimentare ancora e farne una un po' diversa.
Come? Facendo -ovviamente- di testa mia e sperimentando un mix di farine e l'aggiunta dei fiocchi d'avena. Il risultato è un dolce semplice, dalla grana rustica ma dal sapore delicato e - chevvelodicoaffà- delizioso e quindi, se come me siete patite delle torte di mele e sempre alla ricerca di nuove varianti, ecco un po' di pane -pardon-, torta, per i vostri denti.



Torta di mele rustica con fiocchi d'avena
4 mele Golden
succo di 1/2 limone
120 grammi di farina integrale
50 grammi di farina di grano saraceno
50 grammi di fiocchi d'avena tritati al mixer e ridotti in farina
3 cucchiai di fecola di patate
1/2 bustina di lievito
130 grammi di zucchero
1/2 bicchiere di latte
1/3 bicchiere di olio evo (o 4-5 cucchiai)
1 punta di cucchiaio di zenzero in polvere
2 uova grandi

Pelare, detorsolare e tagliare a fette le mele. Tritare al mixer i fiocchi d'avena fino a ridurli a una grana poco più grossa della farina. Mescolarli alle farine insieme a fecola, zenzero e lievito. Montare le uova con lo zucchero in una terrina. Aggiungere alle uova montate mezzo bicchiere di latte e l'olio. Versare le farine nel composto e amalgamare bene. Versare due terzi delle fette di mele nell'impasto e mescolare: riempire con il composto una teglia rivestita di carta da forno. Disporre le fette di mele rimanenti sulla torta a raggera, cercando di farle entrare per almeno metà nell'impasto. Spolverizzare di zucchero. Infornare per 45 minuti a 180 gradi.

Vi è sembrato di aver già vissuto questa ricetta un milione di volte? Volete suggerirmene una migliore? Io sono qui apposta per provare la vostra ricetta doc, all'infinito, in un deja vu che si ripete. 




Un Dejà vu come quello vissuto da Denzel Washington, nell'omonimo film d'azione diretto da Tony Scott nel 2008. In una New Orleans post uragano Katrina l'agente Carlin deve indagare sull'attentato terroristico che ha fatto esplodere un traghetto fluviale, uccidendo centinaia di passeggeri. Tra i morti, una bella ragazza che provoca nel nostro Denzel un sentimento di disperazione: sente di averla infatti già conosciuta e amata. Durante l'indagine scopre l'esistenza di un'unità speciale supertecnologica, arrivata a costruire un ponte tra passato e presente per scopi di indagine, con l'unica regola di non dover alterare il flusso del tempo. Ma la voglia di salvare la bella sconosciuta è troppo forte e Denzel decide di giocare con il fuoco e intervenire in prima persona. Devo essere sincera, il film parte bene, come uno di quegli action che ti fanno dire "oh, vediamo un po' che succede ora" e tiene abbastanza incollati. C'è anche il mitico Denzel, che a me piace sembra abbastanza. Però ecco, poi arriva la virata fantascientifica, che strizza l'occhio a concetti filosofici ed esistenziali e porta il tutto nella dimensione dell'ammmore impossibile e le aspettative iniziali vengono deluse. Nonostante la regia impeccabile di Scott, pace all'anima sua, che è sempre un maestro del ritmo.
L'intuizione del deja-vu promette, ma resta confinata a se stessa, a poco più che una definizione.
Insomma questo film non sarà certamente la torta di mele della vostra vita, ma magari una fetta di una torta un po' così che in una serata di relax può andare bene comunque.
Se il film non vi ispira film, soprattutto dopo cotal recensione, potete anche non guardarlo, la torta di mele invece... quella dovete farla. Magari canticchiando questo Deja vu, che è un po' più allegro.



Chi ben comincia... il mio parere sui film visti tra fine e inzio anno

Il tempo per scrivere dei film che guardo scarseggia sempre, così ho deciso di fare un post riepilogativo dei tioli visti nell'ultimo p...